.......................................................................... ., i E quell'infamseorrise ! ■ Maurizio Ferraris ■ • • ·= • • • • • • • • • • • • r----r..---~ : : s i ricorderà che, in Cuore di Villeparisis 'stigmatizza' l'audacia condivisibile sia, è comunque la Ora, il cinema ha preso molto ■ ■ Edmondo De Amicis, Franti di Balzac, che si era azzardato a reazione di una persona che si at- presto coscienza delle proprie ■ ■ sorride, mentre Derossi dice scrivere di salotti nei quali non era tendeva moltissimo dal cinema, e eventualità culturali. A pochi ànni : ■ dei funerali del Re, suscitando le mai stato ricevuto. Tutto ciò, pro- che lamenta troppo vivacemente le da/~'Arrose_urarrosé'. d'Annunzio ■ ■ reazioni sprezzanti e sconcertatedi babilmente, è normale. Eppure, in proprie disillusioni. Il cinema non scriveva gia sceneggiature, e poi i ■ ■ Enrico, di Garrone e del muratori- tulle le critiche a Bertetto, se ne è è un territoriopieno di 'stelle e fir- surrealisti,e così via;con argomen- ■ ■ no... Quella di Cuore è la rappre- dimenticata una a mio avviso piLtt- me', quelli bravi sono pochini, e ti spesso molto fondati, si sostene- ■ ■ sentazione efficace di un momento tosto decisiva. non c'è nulla dafare. Per esempio, vano, agli esordi come anche ora, ■ ■ 'topico' tutt'altro che infrequente Nel suo libro, Ber/etto sostiene rimproverare a Visconti di non es- le possibilità estetiche, teoriche, ■ : nei dibattiti culturali, giornalistici, che «il cinema italiano oggi è il più sere Renoir, a Fellinidi non essere poetiche, di quellache ben presto si ■ ■ politici, ecc. Di fronte a un oggetto brutto del mondo e dal dopoguerra Buftuel, è come lagnarsi del fatto sarebbe cominciata a definire la ■ ■ fatto segno di profondo interesse, non è mai caduto tanto in basso che d'Annunzio romanziere non è 'decima musa'. E, specialmente in ■ ■ partecipazione, celebrazione, arri- come negli ultimi anni. I classici, i Manzoni, che Casso/a non è Tot- Francia, in Italia e in Germania, ■ ■ va qualcuno che contesta il valore maitres à penser del cinema italia- stoj. invalsepresto l'equivoco di ritenere : ■ dell'oggellostesso, sostenendone la no sono, tra tulli i grandi vecchi, Però, si obietterà, non è invero- 'altamente culturale' non il singolo ■ ■ irrilevanza, lapochezza di idee, in- quelli invecchiatipeggio. Il giovane simile che - mentre Casso/adifficil- film, ma il cinema nel suo comples- ■ ■ tenzioni, cultura; e tulle le parti in cinema italiano (quello dei Moretti, mente si crede Tolstoj per il sempli- so (quando è azzardato considera- ■ ■ causa, senza giudicare i ragiona- Nichetti, Giordana) eragià vecchio Sedileinmarmodi Potamon, cefatto che, come lui ha scritto ro- re 'culturale' non in senso antropo- ■ ■ menti del dissenziente, si limitano a prima di esserenato. La generazio- retorediLesbo.rurroraMirilene manzi ed è pacifista - non è affatto logico, ma di storia delle idee, ■ : d~nunciare la scelleratezza dell'a- ne di mezzo veleggianei fumi del- escluso che Felliniabbia confuso il qualsiasi attività 'spirituale': lette- ■ ■ zwne. l'incenso, crede di sfornare a cale- stessi occhi severi che Berte/lopun- proprio teatro della memoria ro- ratura, pi/tura, musica, teatro.. .). ■ ■ Se da De Amicis ci spostiamo al- na capolavori immortali e non ha ta sul cinema italiano (e cioè senza mana e romagnola con il surreali- E, non a caso, il cinema più pre- ■ ■ la memorabile scena in cui Fantoz- nemmeno la testa per concatenare 'chiavi di le/tura', riguardo per lo smo di Buftuel (Breton, Bataille, suntuoso, gonfio e accorato ci è ve- ■ ■ zi, alla novantesima proiezione di gli eventi con coerenza». Visconti 'specific.ofilmico' e altri birignao), cattolicesimo, giansenismo... ). È nuto, negli anni venti come negli ■ ■ Ejzenstein, si alza in piedi al circo- era un duca arredatore,Fellinipra- bisognaproprio dire chegranparte molto probabile che simili confu- anni settanta, dalla Francia, dal/'I- : ■ lo aziendale e proclama: «Per me tica una filosofia da bordello, i fra- del cinema, di tutto il mondo, è sioni abbiano avuto luogo, ma ad talia, dalla Germania. (Negli Stati ■ ■ La corazzata Potemkim è una telli Taviani fanno cultura per le bruttissimo. autorizzarle è stataproprio la criti- uniti invece, ora come allora, Ho/- ■ ■ boiata pazzesca», allora ci possia- case del popolo, ecceteraeccetera. La replicaagli 'strali' di Bertetto ca cinematografica: nei giornali, lywood si è per lo più preoccupata ■ ■ mo fare una idea del 'clima' in cui è Tutte dichiarazioni che Bertello non dovrebbe quindi, a mio avvi- nelle riviste per cinéphiles, nelle di approntare 'onèsti prodolli', che ■ ■ stato accolto il libro di Paolo Ber- avvalora con analisisove/1/eincon- so, trincerarsi dietro a considera- presentazioni di cicli in cineclub e in/alti piacciono molto di più). ■ : tello Il più brutto del mondo (sol- testabili, ancorché talora superflue zioni quali «non è vero, i miei film cineforum, nelle università, certo Insomma: si considericome ogni ■ ■ totitolo: II cinema italiano d'oggi), (film come Al di là del bene e del sono bellissimi», «io con quello qualcuno avrà scritto che Fellini è oggetto (produzione simbolica, ■ ■ uscito da Bompiani l'autunno scor- male della Cavani si rendono giu- non ci parlo» «ma chi ti vede, chi ti pari o superiore a Buftue/. E poi, a manufatto, mito, rito) si contamina ■ ■ so. Reazioni nervose o di ostentata stizia da soli). Però, Bertetto esa- conosce», e simili. Dovrebbe piut- Fellini come a tanti altri si pubbli- e degrada allorché acquisisce una ■ ■ indifferenza («Chi è questo Berte/- gera, ma non quando sostiene che tosto avvalersi di ragionamenti ti- cano le sceneggiature, i disegni, le consapevolezza esagerata delle ■ ■ 10?Vuol farsi pubblicità»), da par- il cinema italiano è brutto (basta po: «Bertetto, ma non vai al cine- memorie. Si potrà allorarimprove- proprie 'valenze' culturali. L'arti-: ■ te di registi e critici. andare al cinema per accorgerse- ma? Non vedi i film di Fassbinder, rarea Fellinidi credersiun Grande gianato locale diventa Kitsch; i riti ■ ■ In sostanza, si è per lo più consi- ne), esagera invece allorché scrive le ultime cose di Truffaut, o anche Autore Vivente? spellacoliper i turisti; i nativi chie- ■ ■ derato Bertetto un paria, un gua- che è il più brutto del mondo. Non di Losey?» Difronte afilm presun- Per anni, come reazione alla co- dono contropartite venali per rife- ■ ■ statore o un incompetente che criti- è vero. A volerlo guardare con gli tuosi, tirati via, e carichi di oleo- siddella cultura 'alta', cioè alla ef- rire i propri rapporti elementari di ■ ■ cava un mondo dal quale era esclu- grafia nazista, come quelli di Fass- fettiva presunzione di molta cultura parentela agli antropologi; i registi ■ : so, con il medesimo disprezzo col binder; di fronte afilm falsamente scritta, stuoli di cinéphiles hanno credono di essere Lenin, Nietz- ■ ■ quale, nella Recherche, M.me de ) . semplici e sentimentali (il Truffaut sostenuto di ritenere oggettivamen- sche, Omero. ■ ■ H:1.:•,,_1_1,,1,1.1,,-,:::::~- recente) o enfaticamente chic (l'u/- te (e non per gusto privatissimo) ■ ■ -, - timo Losey) - allora la severità di superiori Visconti a Proust, Anto- Paolo Bertetto ■ ■ "'"- Ber/etto contro il povero Fellini, o nioni a Husserl. Il tutto in saggi, Il più brutto del mondo ■ ■ q contro il compianto Visconti, sem- analisi, cicli di conferenze tu/l'ora Il cinema italiano oggi ■ ■ bra proprio esagerata. 'agliatti' in Bibliotechespecializza- Milano, Bompiani, 1982 ■ : Quella di Bertetto, per quanto te, o Civiche, o Nazionali. pp. 166, lire 15.000 : • ■ ■ ■ ■ ■ ■ ■ ■ ■ ■ ■ ■ ■ ■ ■ ■ ■ ■ ■ ■ ■ ■ ■ ■ ■ ■ ■ ■ ■ ■ ■ ■ ■ ■ ■ ■ ■ ■ ■ • ■ ■ ■ ■ ■ ■ ■ ■ ■ ■ ■ ■ ■ ■ ■ ■ I ■ ■ \ ■ °' ■ ■ ~ ■ I 11l : .5 ■ .1· l1l ■ ~- ■ "'"■ ~- ■ ..... ■ -~ ■ ■ l; ■ ■ ~- : ~ ■ ■ .• ■ ; ■ ■ ] ■ Donnegreche _,._ ____________ _.~-~- _ _ ■ Bi~l!C••. ···············································~·······--
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