Alfabeta - anno V - n. 45 - febbraio 1983

Bi MarcusienAmerica Barry M. Katz «Praxis and Poiesis: Toward an lntellectual Biography of Herbert Marcuse {1898-1979)» in New German Critique n. 18 1979, pp. 12-27 Morton Schoolman The lmaginary Witness The Criticai Theory or Herbert Marcuse New York, The Free Press, 1980 pp. 399, $ 40,00 Martin Jay «Anamnestic Totalization. Reflections on Marcuse's Theory of Remembrance» in Theory and Society n. 11 1982, pp. 1-15 I n italia l'interesse per il pensiero e l'opera di Herbert Marcuse, dopo aver conosciuto l'acme negli anni a cavallo della contestazione sessantottesca, è venuto rapidamente esaurendosi intorno alla metà degli anni settanta in seguito al mutamento registrato negli orientamenti del dibattito culturale italiano e nelle scelte dell'industria culturale - mutamento determinato in larga misura dai cambiamenti della situazione politica generale, - e non sembra aver trovato più stimoli di rinascita neppure dopo la scomparsa del filosofo. Negli Usa, al contrario, questo interesse - dopo aver toccato il punto più alto all'epoca della rivolta dei campus universitari ed essere divenuto in breve tempo un «fenomeno di massa» - si è mantenuto vivo anche negli anni successivi, sia pure entro l'elitaria cerchia degli intellettuali e dei militanti della «New Left» e, dopo la morte del pensatore, sembra aver trovato nuova linfa e nuovo vigore, come testimonia una serie di studi pubblicati in questi ultimi tre anni sull'argomento. Quanto il pensiero e l'opera di Marcuse fossero in effetti divenuti obsoleti nel recente dibattito culturale italiano era possibile già rilevarlo dalla lettura degli articoli curati dai più noti critici e specialisti, pubblicati sui principali quotidiani e sui settimanali di maggior tiratura il giorno successivo alla notizia della scomparsa del filosofo. Da questi articoli, per lo più brevi, poco esaurienti e ispirati da un'ottica fortemente riduttiva, emergeva un profondo disagio da parte della critica nel riaprire un discorso considerato non più attuale e troppo sfruttato, un disagio e un imbarazzo che si traducevano nella volontà di concludere nel minor spazio possibile l'argomento. mi anni in Italia è stata chiaramente evidenziata dallo scandaloso silenzio con cui le riviste specializzate hanno accolto l'annuncio dell'evento e, soprattutto, dall'esiguità dei contributi pubblicati dagli studiosi negli ultimi tre anni: oltre a due miei contributi, incentrati sull'esame della produzione giovanile del filosofo, sono apparsi infatti soltanto il saggio di Tito Perlini che funge da prefazione alla traduzione della conferenza Theorie und Praxis del 1974 {cfr. «Saggio introduttivo» a Herbert Marcuse, Teoria e pratica, Brescia, Shakespeare & Co., 1979, pp. 7-37), le pagine che Giacomo Marramao dedica alla presentazione del saggio, inedito in lingua italiana, Some implications of Modem Technology del 1941, introducendo la traduzione del dibattito svoltosi nel 1941, nell'ambito dell'lnstitut of Socia! Research, tra Gurland, Kirchheimer, Marcuse e Pollock {cfr. A.R.L. Gurland, O. Kirchheimer, H. Marcuse, F. Pollock, Tecnologia e potere nelle società post-liberali, Napoli, Liguori, 1981, pp. 9-48, e particolarmente pp. 26-33), infine lo studio di Gianluigi Palombella sulla produzione marcusiana dal 1928 al 1955 (cfr. Ragione e immaginazione. Herbert Marcuse 1928-1955, Bari, De Donato, 1982). Q uanto invece la riflessione e l'opera di Marcuse siano ancora oggi d'attualità nell'ambito del «radical thought» statunitense e pertanto in questo contesto oggetto di studio e di approfondimento, è provato dai numerosi contributi pubblicati (o di prossima pubblicazione) su riviste o in volume dopo la sua morte. Ne abbiamo scelti tre da presentare in questa breve rassegna. «Praxis and Poiesis: Toward an Intellectual Biography of Herbert Marcuse {1898-1979)»di Barry M. Katz, apparso nel 1979nel fascicolo che New German Critique ha praticamente dedicato a Marcuse. per commemorarne l'improvvisa scomparsa, è il «frammento» di un'ampia biografia intellettuale. del periodo giovanile del filosofo di imminente pubblicazione. Si tratta, più precisamente, di un breve documento redatto sulla bao , Ma l'esatta misura dell'inattuali: Strumenti e ornamenti femminili: Glauco Casarico se di colloqui che l'autore, come dichiara egli stesso in una nota, ha avuto con Marcuse e sulla scorta di scritti anche inediti del pensatore. Il documento è una vera miniera di notizie, alcune delle quali particolarmente interessanti, sulla famiglia di Marcuse, sulla sua giovinezza, sui suoi primi studi, sulla peculiarità delle sue prime letture, sulla sua milizia politica conclusasi dopo il tragico fallimento della rivoluzione tedesca, e infine sul sJo lungo e complesso iter intellettuale. Il testo, molto lucido ed esemplare in quanto a chiarezza espositiva e concettuale, denuncia tuttavia una certa sommarietà, in parte giustificata dal suo carattere di «frammento», laddove l'autore tralascia di precisare alcuni rapporti - quello, ad esempio, del filosofo con Max Horkheimer - o schematizza in maniera eccessiva i singoli passaggi della fase matura della riflessione marcusiana. The lmaginary Witness di Morton Schoolman, pubblicato nel 1980, è invece uno studio di quasi quattrocento pagine sull'intero arco del pensiero marcusiano. Si tratta del primo tentativo di analisi critica complessiva della filosofia I e ~ di Marcw.e, dopo la su.ascomparsa. Questo tentativo si rivela particolarmente interessante per diversi motivi: innanzi tutto, per la presentazione della prima bibliografia completa della produzione marcusiana, sistematicamente ordinata secondo un criterio rigorosamente cronologico; in secondo luogo, per lo sforzo di chiarificazione della prima fase della riflessione filosoMatrona seduta con ombrello, poggiapiedi e cofanetto di preziosi: da un vaso greco fica di Marcuse, che si sviluppa tra il 1928 e il 1933, e del progetto teorico formulato in questo periodo e successivamente abbandonato; in terzo luogo, per l'ampia trattazione della fase matura della suddetta riflessione e dei temi a essa connessi; in quarto luogo, infine, per la considerazione attenta e meditata del primo scritto di Marcuse, la tesi di dottorato del 1922 intitolata Der deutsche Kunstlelloman, la cui analisi - che colma finalmente una lacuna della critica - viene condotta in stretta relazione con gli altri contributi estetici del filosofo. Il testo in esame presenta, però, anche dei limiti. Non sempre il livello di approfondimento delle o ta d1Marcuse nel contesto dei temi a) ventagli greci, di foglie e piume; b) collana greca; e) spilla; d) cofane110; dei pr emi dibattuf li ifla rf s ì/la per i capelli; f) cestino da lavoro; g) specchie110;h) fermaglio, tiara, braccialetti e pendenti; i) poggiapiedi analisi risulta adeguato all'entità dei problemi affrontati. Alcuni di essi, pertanto, che per la loro complessità richiederebbero un'argomentata soluzione, vengono invece risolti in modo alquanto sbrigativo e perciò non soddisfacente. Inoltre, troppo spesso viene privilegiato dall'autore, nella trattazione delle singole questioni, il piano della pura informazione rispetto a quello della meditata analisi, una caratteristica questa comune alla maggior parte dei contributi critico-filosofici americani; infine, è rilevabile una tendenza riduttivistica laddove l'autore rinuncia, per sua stessa ammissione, all'esame della teoria critica nrarcusiana in relazione a quella degli altri membri della Scuola di Francoforte. La rinuncia viene giustificata con l'esaustività della trattazione di questo aspetto da parte di Martin Jay nel suo volume L'immaginazione dialeltica. Storia della Scuola di Francoforte e dell'Istituto per le ricerche sociali /923-1950, e con la preoccupazione di fare risaltare al massimo l'originalità della posizione di Marcuse - originalità che avrebbe invece acquistato, a nostro avviso, maggior risalto proprio in virtù di quella relazione. «Anamnestic Totalization. Reflections on Marcuse's Theory of Remembrance,. di Martin Jay, apparso nel 1982 nella rivista Theory and Society, infine, è il testo della comunicazione che lo studioso americano ha fatto al Simposio internazionale su Herbert Marcuse tenutosi a Città del Messico nel 1981. Si tratta di un breve scritto che ha per oggetto l'esame del concetto di memoria nella produzione teorica marcusiana, da L'Ontologia di Hegel e lafondazione di una twria della storicità (1932) a LA dimensione estetica (1977). L'analisi, dopo aver rilevato la penuria di studi su questo importante concetto del pensiero di Marcuse e aver rivelato l'intenzione di rappresentare una prima tappa in questa direzione, prende le mosse dalla constatazione che il filosofo è ritornato più volte, nell'ambito della sua vasta produzione, su questo concetto, con il proposito di sottolinearne l'intrinseco potenziale di liberazione. L'autore ricerca dapprima le origini culturali di questo interesse ricorrente di Marcuse per il concetto di memoria, quindi discute, attraverso un'ampia scelta di passi tratta dalle più note opere del filosofo, il significato e i limiti della potenzialità rivoluzionaria di questo concetto - significato che si riassume nella tesi in base alla quale la memoria, per il fatto di ricordare un differente passato, preserva l'umanità dall'eternalizzazione dello status quo repressivo, sovverte la coscienza unidimensionale e dischiude la possibilità di un'alternativa futura. Questo prezioso scritto, veramente esemplare per la sua chiarezza e per la sua profondità analitica nonché per la limpidezza dello stile, è forse, a nostro giudizio, uno dei migliori contributi pubblicati in questi ultimi anni su Marcuse e, pertanto, un degno omaggio alla sua memoria.

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