Bohumil Hrabal Treni strettamente sorvegliati L. 8.500. Vitczslav Nczval Valeria e la settimana delle meraviglie L. 8.500. ~ ~- Altri titoli ~ delleedizionie/o -:::- I. Morgncr Nozze a Costantinopoli ~ L. 8.000. -=~- ~ F. Langcr Leggende praghesi -:::- L. 7.500. ~ ·S· J. Potocki ~ Viaggio in Turchia in Egitto e in Marocco -$· L. 7.500. ~ -!::- M. Kuzmin ~ Vanja L. 7.500. ~)" =!: A.M. Ripcllino ~- Storia della poesia ceca =! contemporanea L. 10.000. -:::- ~ ~ -::=- ~ edizioni e/o ·$· l'OltUI W# monl~ 11/tissimo7 ._ ___________ _, -:;:- Un po' di attenzione , Spett. redazione di Alfabeta, sono lieto che il mio articolo ( «Nella poesia gay», Alfabeta n. 36) vi abbia interessato. Tuttavia mi preme far presente che le modifiche da voi decise (sette tagli nel testo e un titolo completamente diverso da quello da me proposto) senza che fossi interpellato ne hanno modificato a volte profondamente la sostanza. Ormai è un'abitudine diffusa che i titoli li decidano le redazioni. Così il mio, che faceva «Valore d'uso di Corrado Levi» è diventato «Nella poesia gay». Perché allora sullo stesso giornale non avete messo «Umanisti e prelati» invece che «Erasmo e Mazzarino», «Un santo eroe risorgimentale» invece di «San Giuseppe Garibaldi» e «Tra inediti di letterati traduttori» op• pure «Anglismo, letteratura, traduzione» al posto di «Fenoglio inedito»? E qui non si tratta solo di riduzione, c'è di mezzo anche lo speciale statuto linguistico nel quale sono collocate le cose di omosessualità. I guai però non finiscono qui. Avete tagliato il testo in selle punti: a pagina 4, colonna 4, riga 27; col. 5, r. 11 e 28; e a pag. 5, col. I, r. 29; col. 2, r. 62; col. 3, r. 5; col. 5, r. 48. Se fossi stmo avvisato mi sarei incaricato personalmente dell'abbreviatura del testo e invece così cosa è s1iccesso?Sono sw1c tolte un po' di righe alla fine di og,11 argomento trattato. Così ad es. agli articoli sulla liberazione omosessuale cld 1973 è stata tolta la parte concerne111c la proposta pratica, nella descriziml<' dell'arte di Olio Dix è sparita la descrizione degli effetti e del suo scopo, 11.-I testo su Pontornw manca l'altra 111<•111 degli strumenti per analizzare l'artista e così via fino alla sparizione d,,J/11 conclusione dell'artico/o. Sono certo che tutto questo no11 ,• stato fatto intenzionalmente, ma pruprio questo è grave! Come col nuo.-o titolo un'esperienza individuale si è diluita in un quadro di genere, così p, 11 coi tagli le sue singole manifestazimu sono diventate a loro volta scene di genere, capite e sapute prima ancora dt essere viste. Occorreva, insomma, w, po' più d'allenzione. Così non sarebbe probabilme111,· passato il sublime refuso di pag. 4, rnl. 2, dove la strofa non fa «culo/e/culo ma «culo/e/cullo/I». Rileggete ora il,, •. sto e vedrete la differenza. (Del res,,, su queste cose oggi sono molto a11e1111 anche i giornalisti sportivi, vedete Oliviero Beha, La Repubblica, 26 e 31 marzo e 2,8,13,14 aprile). Non che mi illudessi che nellaforma e col titolo «originali» l'articolo sarebbe stato /elio universalmente nel modo che speravo. All'equivoco si è piuttosto abituati. Ma se restava il mio testo c'era la possibilità che tra i tanti equivoci qualche volta funzionasse anche il mio. Dario Trento Bologna, 13 maggio 1982 Se anche i giornalisti sportivi sono suscettibili al refuso - sia pure «sublime» - ci rendiamo conto della reazione di un critico di poesia che in questo caso sembra più sensibile del poeta al delitto di lesa aura. Se ci dispiace avergli procurato questo dolore, non altrettanto possiamo dire per la sua disillusione in merito a tagli e titolo: Alfabeto si è sempre riservata di decidere redazionalmente i titoli degli articoli ed ha indicato il limite di lunghezza dei pezzi in sette cartelle (sei da questo numero!), lasciando intendere che chi non lo rispetta si espone ai tagli. Non sempre è possibile comunicare all'Autore tempestivamente dimensioni e modalità del taglio, per cui è fatale che sorgano recriminazioni. Per evitare simili disavventure non vi è che una via: rispettare le nostre indicazioni di lunghezza. Lettera al lucente amico gay che vuole diventare scrittore Prima di ogni cosa non è detto che questa letteraserva, e questo è il primo rischio, e se serve ad alcuni tifai nemici altri, o, ciò che è più nascosto, ti fai nemiche altre parti di te. L'unanimità del consenso neanche gli etero ce l'hanno: c'è sempre il fiato del secondo. Tutto questo sarà da sopportare. Naturalmente parlo delle reazioni al senso di ciò che andrai scrivendo e non della sublime invidia. Per altraprima cosa la pagina non è la mamma o il papà, né l'amico di famiglia: tulli ce l'hanno e tanto basta. Quindi nientesfoghi, orticarie, cartaassorbente ali'angoscia amorosa: basta la mia che è sempre uguale alla tua, non dà nessuna informazione nuova, neanche una zallera di salvataggio, tutt'al più quella di Caronte. Non escludo che si possa anche scrivere sotto peso d'amore, ma comporterebbe un esercizio da formula tre: il perdersi nella lingua, il perdersi altrove, mentre ti cuoci nel crogiolo, cose da consumato maestro Zen e non da povere donne come noi. Sarà l'ultimo esercizio. Per altraprima cosa, messa da parte l'unanimità e l'amore, dovrai guardarti dal grande progetto, gli etero più accorti, furbastri, se ne sono accorti, e mi pare che le piccole frasi isolate che andavi scrivendo fossero già così, il grande progetto implica una fiducia o una sfiducia nel mondo che a noi non i· tiara. noi 11011 ,·iamo né padroni m~ 111111 Il g11111d(· 11rugt'llo 11011 , Oll\l\h' solo nello scrivere qua11roce111p0agine ma anche nel credere troppo alla riga che si sta scrivendo. A noi è dato porre dei biglielli da visita che però dopo tre anni. La parola può essere intensissima ma con un progetto molto più modesto e ambizioso del grande progetto. Per altraprima cosa, via dall'unani- • mità, dall'amore, dal grande progetto, bisognerà togliersi il falso problema che ci sia un te autentico da andare a scoprire, l'unico è il Twining, e questo falso è legato a/l'illusione che scrivere sia scrivere una vera sensazione, un'i• dea, una situazione: non e' è nessun te• me autentico, per noi, né alcunché già sentito da dargli la sua voce. Per altraprima cosa, via dall'unanimità, dall'amore, dal grande progello, dall'autenticità, dalla descrizione, ti toglierai una cosa più vischiosa e sottile che è legata· ali'amore, ma questa volta verso il tuo prodotto, l'attaccamento emotivo a quanto si scrive: è un calduccio che fa restare a casa. Per prima cosa, lasciata l'unanimità, l'amore, il grande progeuo, /'aule - ticità, la descrizione, l'emozione, si dovrà tralasciareogni via, sia in discesa, in piano o in salita, di cui se ne veda già un pezzo, interrompere ogni camminata in cui si sappia già che dopo il destro c'è il sinistro, ogni altra guancia offerta, ma ancora di più anche il primo stadio dovrà essere lasciato se è già come il secondo. Per prima cosa, lasciata l'unanimità, l'amore, il grande progetto, l'autenticità, la descrizione, l'emozione, il sicuro e si potrebbe andare avanti ma certo mi hai già capito, ti sarai così creato tante barriere intorno, dei peuini, delle regole per negativo che sono le più importanti, anche perché valgono come un artificio, che si possono certo infrangere tulle o ciascunama sarà una cosa diversa allora. Per prima cosa, oltre i muri negativi che si possono anche attraversare, ti potrai creare altri muri positivi cioè delle regole di composizione da cui non è lecito, se non con estrema perversione, sgarrare. Per gli antichi la rima la metrica, per noi qualcosa di più casuale come dei procedimenti artificiali in cui ti poni delle regole qualunque sia, di assonanza fonica, di combinazioni numeriche, di associazione casuale, e lasci che funzioni da solo, si dice per dire. Questo automatismo ti aiuterà a stare, in prima istanza, lontano dalle barriere che ci siamo posti prima. Per prima cosa, oltre i muri e i procedimenti, ti accorgerai della noia di questi, della loro miseria a meno che tu non ci giochi attraverso andando a slalom tra i taboù negativi e quelli positivi che ti sei posto dietro mio invito, e questo sarebbe il massimo, al punto tale che questa lettera, che certo diventerà, fatta per simpatia per te, famosa come un'altra che ha poco più di cento anni, e si chiamerà la lettera al lucente amico gay o dello slalom gigante, que- ,111 /euerapotrebbe fermarsi lasciandoti andare. Per prima cosa, dopo lo slalom fra le dighe del proibito e le costruzioni dclrartificio, si potrà anche ruzzolare, perché lo slalom non sia troppo facile, <' provare il piacere della caduta con quell'istante di perdita di ogni punto di riferimento, salvo il moto e il suo arre- ,10, sì nello scrivere ci va anche que- ,w. che vedi caso si allontana dal ~randeprogetto e dall'amore e dal/'au1<·111iceitdàalla descrizione e dal/'emo- :ione e dal sicuro... ma la perdita di ogni punto di riferimento può anche a,·venire, invece che con una ruzzola111. con una accelerata, e ancor più nelf'i11ventarenon solo la tua velocità ma 1111chgeli ostacoli via via che li scarti, o ,111corac,he ci passi dentro, e gli ostamli sono le parole stesse. Per prima cosa può darsi che tu vo- ~liafare tutto l'opposto di quanto de- ,criuo in questa lettera, nel qual caso considerala essa stessa come uno degli ostacoli da evitare. tuo Corrado Levi Caralfabeta tiradritto Caralfabeta, l'è che stai diventando un tiradrillo, anche se non te ne accorgi. Ti sto allumando con soverchia attenzione e noto con rammarico più che ufficiale che l'etica, la politica e lapoesiuco/a stanno invadendo i solchi un tempo tracciati da mano maestra. L'è che non ti si riconosce più con la propensione decatettica che ti sospinge ne/l'immediato. Sei• diventata un rochèl senza una palpitazione che faccia gridare al miracolo. Perché secondo il mio modestino intendere di pensare, anche un pischello o una manzetta qualcosa in te devono trovarla e non solo i barbagianni che assisi sulla speziarìa insacchettano gloria e sapere. Stampi sempre le stesse facce che dicono sempre le stesse cose, vuoi in poesia vuoi in scrittura semiautomatica, e pretendi che il lettore, quale potrei essere io con il mio bel cervellino, riesca a leggerti in piena autonomia di giudizio senza ricorrerealle cure dei sanitari? No eppoi no! E allora tira fuori qualche i-dea che sia ben tale (la Cacopedia fu toga) e apri qualche asola nel tuo bel corpo. Stai invecchiando, ganza, per questo chiudi i vecchietti in cantina per una scorpacciata di CO1 e corri nelle balere a farti spiegazzare la gonna dai garzoni di bouega. E con questo giro le fangose e ti bacio come non si conviene. Luigi Fernando Cemano Statte (Ta), 19 settembre 1982 Saggi Gian FrancoVené CRONACA E STORIA DELLA MARCIA SU ROMA Prefazione di Pietro Nenni Giampaolo Borghello l~IXlt\ ROSSA Intellettuali. letteratura e lotta di classe 1965-1975 • G.A. Ci botto I/IBAM4qlll4 Premio Comisso 1982 Finalista al premio Napoli 1982 Giovanni Russo L'ITALIA DEI POVERI Ugo Dèttore ~ Vl'J''J'ORIA Carlo Bernari QUAUSNSI ECOLO Un romanzo sulla camorra di prossima pubblicazione Indro Montanelli QUNIORNIPOSAN
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==