Cacopedia - suppl. Alfabeta n. 38/39 - lug./ago. 1982

11Novissimoelzid'Eril I:: ~ -e ~ - i:::s -i:::s Quelle che seguono sono alcune primissime voci di un nuovo vocabolario della lingua italiana. Il procedimento adottato per stabilire le definizioni si differenzia dai precedenti vocabolari per una estrema semplicità. 1 dizionari sinora dispo~ibili erano infatti caratterizzati da almeno due criteri macchinosi e arbitrari: in primo luogo, essi avevano l'assurda pretesa di stabilire il «vero>significato di un termine, procedimento che, oltre ad avallare luoghi comuni, si fa forte di principi altamente opinabili (l'uso, gli etimi...); in secondo luogo, vi si distinguono i nomi comuni dai nomi propri, e questi ultimi sono, normalmente, trascurati (lo stesso Nuovissimo Melzi, che include una ampia silloge di nomi propri, la relega però in un volumetto separato). Il Nuovissimo Melzi d' Eril segue viceversa un criterio rigorosamente erroneo. Erroneo, perché diversamente ci si limiterebbe a riproporre convenzioni dell'uso; ma l'erroneità deve seguire un metodo rigoroso: occorre che la nuova definizione sia in qualche modo verosimile, e intrattenga misteriosi rapporti di somiglianza o analogia (di significante o di significato) con il termine prescelto. Infine, come si potrà notare, uno stesso vocabolo può valere indifferentemente, come nome proprio e come nome comune, in base al principio per cui homina sunt nomina. Acribia. l. Forma leggera di scabbia. 2. Insofferenza repressa: provavauna sorda acribia. 3. Riforma agraria attuata da Solone dividendo i campi in unità minime: le acribie ateniesi. 4. Ritmo biologico nella bioritmica. 5. L'atteggiamento del saggio secondo Antioco di Ascalona. 5. Nella logica stoica, aporia apparente (v. anche Stilema). Anspice. 1. Insetto della famiglia dei coleotteri, comunemente detto «gambero volante>. 2. Strumento chirurgico rinascimentale, simile a un braccio di tenaglia. 3. Parte inferiore del vomero, a diretto contatto con la rolla. 4. Tipo di ruspa di piccole dimensioni, u~to nel Meridione. 5. Volatile deUa 'famiglia degli struzzi, che con le ~mpe scava buchi nella sabbia onde celarvi il cibo. 6. Istrice con aculei velenosi, che vive sul delta del Rio Paranà. Cernusco. I. Di uomo (o tempo) aggrondato, cupo, brontolone. 2. Abitante dell'Umbria pre-romana: gli Osci, i Cemuschi, i Sanniti. 3. Cosi venivano chiamati i gendarmi notturni sotto la dominazione asburgica a Milano, dal loro comandante geo. Tscharnovskij: el cemiiscc' de Porta Gigia (C. Porta). 4. Ciocca di capelli, spettinata e grigiastra. 5. Console della Repubblica Fiorentina. Cruciale. 1. Gambiera con cinghie usata dagli opliti greci. 2. Grande crocifisso portato dal vescovo in processioni pubbliche. 3. Stato di angoscia che precede la nevrosi vera e propria; si cura con i tranquillanti. 4. Pugnale dalla larga impugnatura usato a Venezia nel XV sec. 5. Verbale usato nelle riunioni dei Rosacroce (cfr. D.H. Hamilton, « Di un supposto cruciale di Leibniz», Act. Ace. Se. Lips., XXV, 5-213). i:::s Mangrovia. 1. Capitale di Batavia. 2 ... 2. Formaggio olandese, da mangiare ~ E fritto o fuso su fette di pane abbrusto- ~ lito. 3. Staterello immaginario, confiUmberto Eco, Maurizio Ferraris, Omar Calabrese vedova allegra. 4. Frutto tropicale e dissetante: i Dayaki aprivano a colpi di jagatan le grandi mangrovie, e vi affondavano avidamente la bocca inaridita. 5. Beneficio feudale; i beni di mangrovia venivano distribuiti ai servi della gleba subito dopo la Quaresima. 6. Uno dei vizi capitali. Kalopedi3a. Anima Paolo Mauri utto ciò che sappiamo sull'Anima ' lo dobbiamo agli studi di Paul Mamier che riprendendo, negli anni Sessanta, un'analisi che si erapraticamente inte"otta nel Medio Evo, ha voluto rispondere alle principali domande sull'Anima e descriverla in base a criteriscientifici. Marnier ha innanzitutto notato che i suoi predecessori avevano consumato la loro intelligenza (in alcuni casi notevole, in altri piuttosto limitata) ragionando intorno ali'Anima, senza avere il minimo appiglio concreto. Nel 1972 Marnier riusciva finalmente a scindere in laboratorio un corpo dalla sua Anima, mediante un complicatissimo apparecchio, alimentato da energia nucleare, di sua invenzione. Da allora egli ha isolato circa mille Anime compiendo dei rilievi che possiamo già definire scientificamente attendibili o comunque suscettibili di variazioni insignificanti. Prelevatal'Anima essa va conservata in appositi contenitori opachi, ermeticamente chiusi e mantenuti a temperatura costante. Le dimensioni del['Anima possono variare,ma -stabilita in un microA la misura base dell'Anima di un neonato di due settimane, si può affermare che l'Anima raggiunge raramente i quattro microA Un microA è praticamente i"iportabile alle misure correnti, ma, tanto per darne un'idea, diremo che essosi approssima per difetto ad un miliardesimo di grammo. Invisibile a occhio nudo, l'Anima deve essere ingrandita milioni di volte per poter essere agevolmente osservata. Appare allora come un puntolino luminesçente di diversa intensità che tende a spostarsi di continuo (Marnier riprendendo un'espressione popolare ha definito il fenomeno «anima in pena») e che nel volgere di quarantotto ore scompare senza lasciarealcuna traccia. In effetti anche collocata in recipienti sotto vuoto spinto, qualunque Anima dopo quarantotto ore non lasciaresidui di sorta. Ciò si spiega grazie all'incredibile disaggregazione delle molecole che la compongono, simili a quelle di un gas nobile, ma in realtàmai osserva- .• ~ .. ....-::""~,,,&,- te prima d'ora. Marnier pensa che la molecola dell'Anima sia la soglia tra materia e antimateria, in grado di precipitare nello stadio di antimateria, . appunto, nel periodo descritto. In quale luogo del corpo si collochi l'Anima, Marnier non è stato in grado di stabilirlo ed appare questione irrilevante. Gli antichi (che erano dei fessi) collocavano talvolta l'Anima nella testa, ma le loro cosiddette «prove» fanno ridere. I corpi rimasti senz'Anima non mostrano mutamenti apprezzabili, salvo uno: da qui la domanda a cui Marnier sta cercando da tempo di rispondere: a che serve l'Anima? Alcuni soggetti privi di Anima hanno avuto, successivamente all'intervento di scissione, un calo nella vista, ma altri hanno denunciato un repentino calo nel peso. - Tutti questi fenomeni hanno spiegazioni e non possono essere ricondotti all'assenza di Anima, per cui Marnier tenderebbe ad escludere una diretta influenza dell'Anima sulla salute del corpo. D'altro canto, sottoposti ad esami e prove psicotecniche i pazienti hanno, nel corso del tempo, dimostrato di non aver subito particolari traumi, né si sono manifestati disturbi apprezzabili. Lungi dal poter dichiarare che l'Anima non serve a niente, lo studioso e la sua équipe sta ora tentando una risposta filosofica a questa domanda. La questione più interessante (l'unico elemento non provato) può per ora essere soltanto accennata: nessuno dei corpi a cui è stata sottratta l'Anima è fino ad ora morto. È pur vero che sono passati pochi anni dagli esperimenti e tutti i corpi hanno ancora un'età per cui è comprensibile siano vivi (sebbene in dieci casi si sia arrivati alla soglia poco comune dei cento anni), ma è anche vero che la senescenza è stata meno rapida e questi corpi hanno in comune una certa qual giovanilità. Tra poco meno di vent'anni forse cominceremo a sapere se il senso dell'immortalità dell'anima significa che, asportata l'anima, la sua assenza rende il corpo immortale. Menisco. 1. Personaggio di Fermo e Lucia. 2. Sabbia fine prodotta dallo schiacciasassi. 3. Parte del cervelletto. 4. Re di Roma, etrusco. Mutria. 1. Celata in bronzo usata dalla fanteria etrusca. 2. Copricapo di . vescovo ortodosso, ricoperto d'argento e pietre dure. 3. Schiavo cartaginese, portato a Roma da Catone Uticense, si uccise per non sacrifjcare agli dèi romani. 4. Maso chiuso con nuraghi, governato da una mutriarca: le mutrie di Oristano. 5. Branco di murene tenute al guinzaglio da schiavi etiopi; mutrie di murene sono effigiate nei mosaici di Pompei. 6. Conversa francescana obbligata a osservare il silenzio durante il periodo pasquale. Nartece. 1. Generale dell'Impero di Bisanzio, nemico di Belisario. 2. Parte interna della mucosa olfattiva, tra il setto e i canali lacrimali. 3. Padiglione vegetale nel centro di un parco neoclassico. 4. Parte mediana dell'entimema narrativo secondo Greimas: protasi, nartece, apodosi. Refolo. l. Filo di lino condotto dalla spola che costituisce la parte più fine dell'ordito. 2. Dolce popolare, fatto di zucchero filato su di un bastoncino. 3. Frittella di S. Giuseppe: i rèfoli di Radicondoli. 4. Eroe umbro sconfitto da Enea (Tibio Réfolo ). 5. Divinità minore del pantheon romano; presiedeva ai venti trascurati da Eolo. 6. Malattia della pelle, simile a un porro, ma di colore rosso. 7. Nella mitologia irlandese, spiritello che abita presso le sorgenti. Rubizzo. l. Dicesi di uomo collerico e capriccioso. 2. Pietra falsa, di scarso valore, usata per monili turistici. 3. Contadino delle valli, eccessivamente ghiotto e ignorante. 4. Abitante di Rubiola. 5. Furto continuato ma di modesta entità; il rubizzo viene generalmente punito con sanzioni pecuniarie (indennizzo). Sinapsi. 1. Figura retorica affine all'ipàllage. 2. Nodo del differenziale nell'automobile. 3. Carenza di vitamina C che si manifesta con aridità delle fauci. 4. Affermazione perentoria e dogmatica, ma ovvia: « Non dire sinapsi!». 5. Termine usato per designare - in modo più corretto - la sinologia. 6. Bretelle in elastico di poco prezzo, che spesso si sganciano con colpi dolorissimi sul viso; l'etimo è una onomatopea. Stetoscopio. l. Costruzione penitenziale a forma radiale monocentrica inventata da J. Bentham (cfr. «Anopticon», in Cacopedia). 2. Cannocchiale verticale del Nautilus. 3. Granchio della famiglia dei gasteropodi. 4. Sonda anale usata nella cura 'della stitichezza. 5. Personaggio del Satyricon, proverbialmente usato per designare un popolano scaltro e infingardo. Stilema. l. Pugnale rinascimentale dalla lama triangolare sottilissima. 2. Piccolo corpo duro che appare vicino alle giunture nel secondo stadio della sifilide. 3. Nella logica stoica, un dilemma apparente: una fallacia per cui vengono date due alternative, quando di fatto ve ne è una sola (v. anche Acribìa ). 4. Tumore di aspetto irrilevante, ma con esiti maligni e spesso letali; viene descritto in una novella di Pirandello. 5. Malattia del sangue. Lanfranchi editore Tre libri per non addormentarsi nei « Blackout '82 » LUCIANA VARVELLO LOLLYPOPS (I leccalecca) L. 6.000 Felici un corno! Orfani del PCI, lavorando in un giornale pomo e con la Rivoluzione tutta da fare ... MARIA GRAZIA GEMELLI VUOTO A RENDERE L. 6.000 «Dalla parte degli infermieri», le irresistibili avventure del malato e deUa malattia in un grande ospedale italiano. neUe «Impronte» ARMANDA GUIDUCCI A COLPI DI SILENZIO POESIE L. 4.800 Un tormentato dialogo con l'uomo. La felicità infelice deU'amore. Lo strazio grigio del disamore. Solidale, l'esistenza vibra al femminile. Nelle buone librerie (distribuzione DieUe); oppure richiedeteceli in contrassegno, o inviate l'importo sul c.c.p. n. 17438201 intestato a: LANFRANCm editore Via Canonica 20, 20154 Milano (tel. 02-3494921) \érsus Quadernidi studi semiotici maggio-agosto1981 Testi visivi Omar Calabrese La sintassi delta vertigine Sguardi, specchi e ritratti Hubert Damisch Les voir, dis-tu; et les decrire Louis Marin La description du tableau et le sublime en peinture: sur un paysage de Poussin Alfonso Procaccini Alberti and The "Point" of Perspective Francesco Casetti I bordi dell'immagine Bompiani ~ nante con la Ruritania, dove è nata la ..,L---------:.:.:...=-=-.:...:...~=.:.=..::.=------------------=-=---=-----====--======------====-============--lr.,.__..:., ___ _;,::;à!:._ _____ -:;;;::.....,;;;.;.:_--1

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