Alfabeta - anno IV - n. 37 - giugno 1982

U na analisi, dal punto di vistadella scienza politica, del numero monografico che la rivista Critica del Diritto ha dedicato al processo del 7 aprile,può partire da due valutazioni cruciali. La prima è la domanda che GiancarloScarparipone a conclusione del suo articolo « Le ragioni di Calogero (e quelle degli altri)»: «Perché tutto questo?... perché processando Autonomia alcuni pensavano non solo di eliminare le sue frange armate ma di risolvere anche, radicalmente, il problema che essa,nelle sue variearticolazioni, rappresentava?... Daquestopunto di vista sapere se Calogero aveva ragione allora non basta più; e si deve invece cercare di rispondere all'altro più grave interrogativo:perché gli hanno dato ragione?» La seconda valutazione cruciale, di Romano Canosa e Amedeo Santosuosso ne «Il processo politico in ltàlia», potrebbe essere una risposta: «A differenza di altri luoghi dove un ruolo prevalente (nellalotta al/"eversione') è statogiocato dall'esercito (Irlanda) e dagli apparati di sicurezza (Germania), in Italiaun ruolo di assoluto rilievo èstato giocato dall'apparato giudiziario (che) per quanto duro possa essere... 'deve' necessariamenteosservaredelle regole. Questo dato... sembra confermare (la tesi)sullo Stato tardocapita/isticocome Stato autoritario di diritto... tale da costituire un modello per tutti gli stati tardoborghesi». In realtà l'Italia si trova in una posizione intermedia tra l'Ulster e la Germania; il partito armato non aveva l'esteso appoggio sociale dei cattolici irlandesi, ma non eranemmeno il ristretto gruppetto tedesco. Dai dati che sono emersi negli ultimi quattro anni, si può parlare di una retedi migliaiadi persone, di settori di insediamento in zone specifiche (fabbriche, ospedali, scuole). L'azione della magistratura italiana non è dunque affatto un modello per stati tardocapitalisti (vedo in questa analisi e in questa terminologia un'eco di tante schematizzazioni errate della sinistrasul «modello» italianoierinella lotta di classe, oggi nella repressione). L'azione della magistratura è invece adeguataallo specifico «casoitaliano», allanecessitàdellaclassepolitica (chesi identifica con lo «stato democratico») di fronteggiare un antagonismo sociale politicizzato sufficientemente estesoper crearepericoli specifici ai suoi componenti (Moro; ma anche i minori), anche se assolutamente troppo debole per minacciare davvero le istituzioni. La rivista critica l'asserzione di Calogero di aver agito il 7 aprile nella convinzione che fosse vicino il momen117 apn1el!!l.,,9iugno '82 di sicurezza. L'insieme dei cittadini italillniera abbastanza indifferente a questa situazione. Lo si vide nel dibattito del 1977 in occasione delprimo grande processo alle Bra Torino, con le polemiche sullaposizione degli intellettuali; lo si vide durante il rapimento Moro (la mobilitazione inizialefu di sinistrae nel timore di un «golpe» di destra); se ne ebbe conferma nei risultati elettorali successivi (1979 e /980/8/ ): nelle grandi città colpite da quegli episodi la sinistra nel suo insieme non arretra, i voti persi dal Pci della «fermezza» vanno sovente ai radicali «garantisti»o ai socialisti «trattativisti». Mase questa è lasituazione generale, la classe politica non può comunque, dal punto di vista della sua legittimazione ali'esercizio del potere, non garantireal massimo possibile tutti i suoi membri e tuttigli appartenentiaigruppi chehanno formato quattro generazioni di militanti dellasinistra. E cioè che nel momell/o crucialedello scontro di classe questo scontro assume anche le forme della lotta armata e che il «proletariato» vi si deve preparare. È anzi dovere specifico di chi rappresenta o afferma di rappresentare questa classe sociale, dare mano a questa forma di preparazione. Si sostiene che gli imputati del 7 aprile non sono in carcereper avere enunciatoin generalequestaposizione teorica (propria fino a qualche anno fa di tutta la sinistra); ma per averne fatto derivare un comportamento (loro e di altri) che si configura in reati. Da quel che ho letto (anche nelle sentenzedi rinvio agiudizio) i reatispecifici, se provati, appaiono, situazione per situazione, di modesta entità; furti di quadri, di cavalli, di francobolli, aspifatti), collega ·questo tracciato concettuale al «delitto Moro» (sintesi delle preoccupazioni della classepolitica); e pone tutte le condizioni giuridiche per rispondere alle esigenze del 7 aprile e anche del processo del /982: trasformare la minaccia che la classepolitica avverte nei termini prima indicati (non insurrezione, ma stillicidio), in unarisposta chepossa esserepresentatacome difesa dello stato democratico. I termini che uso in questa analisi sono quelli di un grande studioso conservatore, Gaetano Mosca. Suo è il concetto di classepolitica, suo quello di formula politica, cioè della definizione che la classepolitica dà del sistema del quale è alla testa: monarchia di diritto divino nel/'«ancien regime», democrazia rappresentativa (o stato democratico) nel nuovo. Va aggiunto che l'ultimo Mosca rivaluta le istituzioni par/amento dello scontro frontale e gli contesta professionali citati, i più minacciati, e talitàaccordataa qualchericercato. Per tari, dapprima assai criticate. che possa reggere l'imputazione di or- una cui dissaffezione, eventualmente alcuni detenzione di armi e documenti La nostra classepolitica si identifica, ganizzazione de/l'insurrezione armata ampliantesi per mancanza di sicurezza (falsificabili) atti alla loua armata e la evidentemente, con lo stato democraticontro lo Stato. personale, avrebbe creato un principio famosa «banda armata» che ne deriva. co «nato dalla Resistenza» (la costituUnavalutazionepolitica credopossa di destabilizzazione diffusa e anche una Il collegamento tra questi fatti e ciò zione del 1948). Identifica gli attacchi confermare questo giudizio. Né Auto- perdita di immagine a livello interna- che preoccupava la classe politica portaticontrodiessacomeattacchiallo nomia (comprese «le sue frange arma- ziona/e. (omicidi, rapimenti, ferimenti di per- stato democratico (il che è speculare te» di cui parla Scarpari), né l'insieme In sintesi: Autonomia e le sue teoriz- sonate del/'establishment ai vari livelli) alla logica delle Br che catturando del «movimento» posteriore al I 977 zazioni (derivazione di un movimento è dato dalle enunciazioni teoricheche li Moroparlano di «attaccoal cuoredello (Br, Prima linea, le varie «formazioni dal quale avevano origine anche altre determinano. È l'analisi di questa sini- stato»).Vede in Autonomia (insieme di combattenti» con le loro radicisociali) esperienze sfociate nella lotta armata) strache motiva quel «ex ore tuo tejudi- teorie, di analisi e di comportamenti sono mai state in grado di promuovere non erano tanto forti da promuovere co» che sintetizza la posizione dei so- presi singolar111e11p1oeco pericolosi, una azione insurrezionale; e a/l'inizio l'insurrezione armata, ma avevuno stenitori del «teorema Calogero» i qua- ma costitutivi di una «area di pericodel I 979 questo «movimento» nel suo peso sufficiente per preoccupare la li annotano pu111igliosame11a1nenate di lo») un pulllo di riferimento dell'antacomplesso era in declino come presen- classepolitica. La «politicità» del pro- pubblicazioni, opuscoli, volalllini. gonismo sociale, nel quale maturano za sociale anche se (eproprio forse per cesso del 7 aprile sta, a mio avviso, in Cioè: i teorici dell'Autonomia rite- personalità che possono poi passare questo) aveva perfezionato il suo appa- questo. nevano possibile e imminente la guerra allalotta armata. Il processo del 7 aprirato «militare» (soprattutto le Br). Questo approccio permette forse di civile in Italia (analisi a mio avviso er- le è anche il processo a/l'antagonismo Questo apparato aveva un retroterra capire meglio il collegamento tra rata). Su questa base suggerivano al sociale sconfitto. sociale, come si è detto, ed era in grado "espressionedi una opinione e respon- «proletariato»di armarsi (insegnamen- A questo proposito va rilevatoche se di colpire, sia pure marginalmente, sabilità di atti specifici, che è uno degli to di Gramsci o istigazione a delinque- l'erroredi.Autonomia e del movimento quella che definiva «la struttura di aspetticruciali della vicenda del 7 apri- re?). Unaserie di comportamenti setto- è consistito nell'ipotizzare una situacomando» dell'establishment: leader le. ria/i erano dati da Autonomia a prova zione di possibile guerra civile e una politici (più allaperiferia che al centro, Dalpunto di vistateorico,gli imputa- della validitàdel primo assumo (guerra classeoperaia disponibile a combattersalvo Moro); imprenditori, dirige/lii e ti non hanno detto nulla di diverso, per civile) e del secondo (il proletariato si la, l'errore del gruppo dirigentedel Pci mantenendo però la spinta sociale dei ceti subalterni a un livello tale da conservare o accrescere il potere contrattuale del partito. Senza /'ava/lode/ Pci, l'operazione 7 aprile sarebbe stata impossibile. Ma questaoperazione e in generalel'avallo all'impostazione Dc volta a presentare il terrorismo come problema principale del Paese,si è risolta in una attenuazione globale delle spinte sociali. Oggi il Pci si chiede perché non si sciopera alla Fiorquando il sindacato lo chiede, un sindacato che ha di fronte una Confindustria tanto sicura di sé da non voler nemmeno cominciare le trattative per rinnovare contratti da tempo scaduti: Licenziamenti e cassa d'integrazione programmata hanno riportato rassegnazione e timore nei settori sociali che sono la forza del Pci. La valutazione in termini di scienza politica delle vicende del 7 aprile sarebbe incompleta, se non arrivasse a registrareche, a Mestre, il 1° Maggio seguito ali'assassinio di Pio La Torre ha visto la minor partecipazione operaia degli ultimi anni. È il simbolo del fatto che per ridurre un antagonismo che non era rivoluzionario, ma diffuso, attraverso un «apparato giudiziario» chepure «osservadelle regole» (Canosa e Santosuosso: su questo punto concordo) il Pci e anche il «teorema Calogero» hanno avallato una interpretazione delladinamica socialedell'ultimo decennio che ha segnato non solo la sconfitta di Autonomia (scrittanel suo essereminoritaria), ma anche del disegno del Pci riassunto nella formula «partito di lotta e di governo>: al governo non ci è andato e la lotta si è esaurita. E ancora una volta è simbolico che Pio La Torre sia stato uccisoper aver cominciato a rilanciare in Sicilia capacitàdi lotta e di mobilitazione che il Pci ha contribuito a logorare ed a spegnere quando si manifestavano su scala nazionale. Sotto l'aspetto storico, si può dire che come altre volte la sinistra ufficiale e maggioritarianon è riuscita a far coincidere la sconfitta della sinistraminoritarioe rivoluzionaria con la vittoria di quella maggioritaria e riformatrice: il_ I 979 può essereperciò paragonato, se non al /922 (la democrazia rappresentativa rimane) al /948 (che chiude il ciclo di dinamica sociale iniziato nel /943). Il comportamento del vertice del Pci ha fatÌo cogliere alla classe di governo un successomaggiore di quanto sperasse: intendeva garantirela sua «struttura di comando», si è trovata a veder esauritaogni spinta sociale innovatrice. Per questo il processo che inizia a giugno mi pare emblematico non soltanto della sconfitta di Autonomia, ma anche della sconfitta di quello che essa riteneva il suo principale avversario, cioè il Pci. Naturalmente, nonostante questa duplice sconfitta, la società italiana rimane caratterizzatada tensioni latenti e il Pci rimane una grande forza politica,forse in grado di elaborareuna strategia diversa da quella minimalista dei secondi anni Settanta. I sistemi politici occidentali conoscono cicli alterni di ondate moderate e progressiste. Una nuova ondata progressista in Italia richiedeuna letturadelladinamica socialepiù recenteche non è quella del «teorema Calogero». li processo del 7 aprile può esserne l'occasione, soprattutto per il Pci. Altrimenti sarà soltanto la sanzione della vittoria moderata, magari in vista di una piattaforma propagandistica per elezioni che seguano quelle del I 979 (preparate, appunto, dal 7 aprile). capi intermedi, soprattutto a Torino - quanto riguarda il pu1110cemrale, da sta armando). come parte della classepolitica è consi- Critita del diritto con problemi per la Fiat - ma anche a quanto è stato detto da «maestri» della Calogero utilizza tutto specularmen- stito nel riteneredipoter eliminare l'an- nn. 23/24 Ottobre '81 - marzo '82 Milano, a Genova, nel Veneto; magi- tradizione rivoluzionaria (da Bakunin te: trasforma l'analisi in progetto (in- tagonismo nelle sue forme estreme (dal Nuove Edizioni Operaie ] strati,giornalisti, uomini dell'apparato a Marx a Nenni, Toglilltti e Secchia) surrezione) e in preparazione (i singoli. rifiuto del lavoro alla lotta armata), _ pp. 11~. lire 7000 ~ ._ __________________________________________________________________________________ __."<; 1ol1otecaginobianco·

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