' "' .:; .,, $ • Informazioni Einaudi Evtusenko Il posto delle bacche. Un romanzo di amori, di amicizie,di guerra e di pace, in un pacuggio al limite della civiltà, un intrecciodi avvcntutt. .. Supcrcora.Jli•. pp. JllTl, L. 1, ooo. Poesia tradotta Franco Fortini, Il /4dro di ciliege e llltre versioni di poesia. cSupcrcoralli•, pp. Xlll·21J, L. 1, ooo. ValcryLarbaud,ù poesie di A. O. &r1111bootb. A cura di Ootildc Izzo. cCoUcziooc di poesia•, pp. DIU-1,6, L. S,oo. Antica lirica irlandese. A cura di Mclita Cataldi. «Collezione di poesia•, pp. 0:-1)7, L. 6,oo. Contini EsercizJ di /et111rasopra a11:ori contempor4nri con 1111'11ppe11dice s11testi 11011co11tempor1111rEi.dizione 1111me11111111 di «Un 11111d1i0 /e1terlll11r11». cPapcrbecku, pp. VJJl·J98, L. JO ooo. Bogdanov Fede e Scienu. Uno scritto in polemicacon Lenin e un dibattito su filosofia, scienza e politica nella Russia del primo Novecento. A cura e con un ~ di Vittorio Strida. eNuovo Politecnico•, pp. v-'Jfq, L. 9,00. Classici russi Dostoevskij, Umilillli e offesi. «Struzzi•, pp. XI-)j,, L. IO 000. Tolstoj, &s11"roo11e. •Struzzi•• pp. a-439, L. u ooo. Le Roy Ladurie Tempo di Jest11t,empo di c11resti11. Storill del clim11dlll/'1111110 mille. Un libro accoltocome la rivclazii> ne di un tema e di un ~odo di ricerca. «Papcrbec:ku, pp. xvu-449, L. 2-4 ooo. Microstorie Pietro Marccnaro, Vittorio Foa, Riprendere tempo. Un dilllogo con postil/11. Un'indagineantropologica sulla fabbrica e sul tempo del lavoro, un'autobiografia, una critica della politica. pp. v-111, L. 6ooo. Jcan-Oaudc Schmitt, Il santo levriero. Un levriero salva un bambino dal serpente. Un fatto minuto di folclore che persiste, trasformandosi, tra la Francia e la Valle Padana dal '200 alle soglie del '900. pp. D·27J, L. 1, ooo. Dumézil Mito e epope11.L,r te"" lllle11illl11. La sintesi di trent'anni di ricerche sull'ideologia e la mitologia indoeuropea. •Pçcrbec:b•, pp. XXD-.1,,, L. 1,000. L'arte gotica in Francia e in Italia di Cesare Gnudi. Dalla scultura dcll'llc-<lc-Franccai maestri tedeschi, dalla culrura fcdcriciana alla stagione di Nicola e Giovanni Pisano, di Arnolfo e Giotto alle origini dcll'ane italiana. •Saaai.., pp. xvi-211, con 141 illustrazioni fuori testo, L. ~ ooo. Magnani Il mio Morandi. •Sau.i .., pp. tx-132, coo 13 illustrazioni fuori testo, L. 20 ooo. "' '----,-------:-------,,-J 110Lecag1not zione e consumo in un anello di retroazione che rinforza il modello esistente. Se questa interpretazione dei dati è corretta, il tipo di approccio che le stesse forze criticamente atteggiate verso l'informazione televisiva (partiti di opposizione, sindacati, etc.) hanno fin qui adottato si rivela incredibilmente inadeguato. Puntare sul mutamento di alcune poltrone direttive, rivendicare un maggior equilibrio nella distribuzione degli spazi fra le forze politiche, chiedere una maggiore attenzione su questo o su quell'avvenimento significa predicare al vento. In primo luogo, perché la rigidità del modello, e della struttura organizzativa stratificata in base ad esso, tende ad attenuare la possibilità di «correggere• i singoli comportamenti; in secondo luogo, perché correzioni ad hoc - di natura politico-ideologica - appaiono interne alla logica di spartizione, senza mutare la struttura che la sorregge effettivamente. In altri termini, la richiesta di dare più spazio a Berlinguer o a Pannella può correggere qualche vistosa anomalia, ma non è certo adatta a suscitare - dentro e fuori la Rai - un movimento capace di individuare e di esigere mutamenti nella struttura delle prassi consolidate e delle attese indotte dal modello. Rimane una richiesta «parlamentare•, non giornalistica, quindi priva di incidenza quando si tratta di cambiare un modo di fare il giornalismo. Chi parta nei telegiornali? È solo tenendo presente questo ordine di considerazioni che acquista un senso meno «spettacolare• l'esame delle tabelle 2 e 3. In esse sono riportate le gerarchie dei personaggi che intervengono direllamente nei telegiornali, conservando la propria immagine e la propria voce. In gergo, sono chiamati gli «intervenuti•. Nelle tabelle sono riportati i personaggi che, complessivamente, sono intervenuti almeno 15 volte nell'arco di un anno, per i politici italiani, 5 volte per quelli stranieri. Questo tipo di dati sembra adatto a scatenare le reazioni di cui parlavamo più sopra. Se è evidente che i dati indicano con chiarezza le discriminazioni e le preferenze che i telegiornali pongono in atto verso personaggi e organizzazioni, tuttavia occorre superare il semplice punto di vista che conduce a domandare un quadro più equilibrato di presenze. È fin troppo facile opporre a questa richiesta l'obiezione che non si può fare giornalismo attraver.;o una attribuzione preventiva di spazi «garantiti•, indipendentemente dagli eventi. Poco importa che questa obiezione sia del tutto paradossale, poiché è evidente che nei telegiornali agisce proprio un simile meccanismo di «ripartizione preventiva». Proprio perché il meccanismo è ormai intrinseco al modello produttivo - e abbiamo potuto constatarlo nella distribuzione dei soggetti - esso si presenta come il frullo di scelte giornalistiche, mentre la richiesta di presenze più equilibrate rispetto a questo personaggio o a quella forza politica è destinata ad apparire come una ingerenza esterna a tali scelte. La verità, insomma, appare rovesciata, ma è ingenuo non tener conto del processo che ha portato a tale rovesciamento. È nel modello di prassi giornalistica che bisogna saper guardare ed indicare i mutamenti: nei termini di quella prassi. La posizione di Giovanni Paolo Il si presta a qualche considerazione aggiuntiva. Si tratta del personaggio che, nell'insieme dei TG, interviene più di ogni altro ed è anche l'unico non-italiano a raggiungere livelli ragguardevoli. lnfalli, anche accorpando gli interventi di Carter e di Reagan, il presidente Usa raggiunge solo quota 20, vale a dire lo stesso livello di Aldo Aniasi. Tutti gli altri personaggi stranieri non toccano neppure i I Ointerventi complessivi. Ma questa non è la sola peculiarità della posizione di Giovanni Paolo li. Mentre per i personaggi politici italiani le difficoltà fra TG I e TG 2 non l sono, in genere, vistose, nel caso del pontefice il TG I registra un numero di interventi sei volte superiore a quello del TG2 (la statistica relativa al TG3 deve essere trattata con grande cautela data la diversa durata e la.recente costituzione di questo notiziario). Anche il presidente Usa e Walesa, tuttavia, fanno emergere diversità non trascurabili, dal momento che loro interventi figurano nel TG I (ed anche nel TG3) ma non nel TG2. Questi dati sembrano suggerire che nel campo della politica estera il «modello• dei telegiornali presenti margini di flessibilità e discrezionalità, fra una testata e l'altra, molto maggiori. Sembra anche evidente che la linea di separazione «confessionale» è molto forte fra i due telegiornali principali, più forte di qualunque linea di separazione politica. In altri termini, la selezione degli interventi diretti sembra appartenere ad un piano più «superfiTab. 1- Gerarchie Ira i soggetti dell'informazione nelle Ire testate (19801979) Soggetti TG I 1980 1979 % % I Politici estero 22,8 23,0 2 Istituzioni Italia 21,6 18,2 3 Soggetti del pluralismo 13,4 13,0 4 Soggetti della cultura 9,1 11,9 5 Soggetti dello sport 7,2 5,7 6 Soggetti della cronaca 5,5 8,7 7 Soggetti economici 4,7 4,0 8 Soggetti sociali 3,7 2,8 9 Soggetti del terrorismo 3,1 4,4 IO Rapporti istituzioni/ soggetti del pluralismo 1,5 2,4 (Altro) 7,4 6,0 Soggetti TG2 1980 1979 % % Istituzioni Italia 22,4 18,9 Politici estero 19,1 18,9 Soggetti del pluralismo 16, 1 15,5 Soggetti della cultura 9,3 9,9 Soggetti dello sport 6,1 6,2 Soggetti della cronaca 5,7 7,5 Soggetti sociali 5,5 3,8 Soggetti economici 3,5 3,8 Soggetti del terrorismo 3,4 4,8 Rapporti istituzioni/ soggetti del pluralismo 1,6 3,0 (Altro) 7,2 7,9 Soggetti TG3 1980 1979 % % Istituzioni Italia 33,6 28,2 Soggetti del pluralismo 22,8 10,8 Politici esteri 13,7 14,9 Soggetti della cronaca 6,6 14,0 Soggetti sociali 5,3 11,1 Soggetti economici 4,3 5,2 Soggetti della cultura 3,8 5,1 Soggetti del terrorismo 3,6 4,3 Rapporti istituzioni/ soggetti del pluralismo 2,7 4,4 Sport 2,6 0,5 (Altro) 1,0 1,5 Legenda - Le percentuali dei diversi soggetti indicano la media conseguita da essi nella somma delle varie edizionidi ogni testata nel 1980, la cifra della seconda colonna indica invece il valore del 1979. La voce «Altro• - inserita ovviamente fuori graduatoria - cataIoga annunci, sommari, riepiloghi ecc. Fonte: Rai - Verifica Programmi Trasmessi ciale•, dove i TG reagiscono in modo abbastanza uniforme quando è in gioco l'istituzionalità politica che ne caratterizza il modello comune, mentre tendono a differenziarsi in base a scelte «soggettive» nelle altre sfere (sfera confessionale, sfera internazionale). È significativo che nell'area di politica interna, il maggior divario fra TG l e TG2 non si osservi per uomini di governo o di partito, ma per un sindacalista - Pierre Carni ti - che nel TG I ottiene un numero di interventi tre volte superiore a quello del TG2. Un altro elemento interessante è dato dalla gerarchia degli «intervenuti» italiani non-politici. Qui gli esponenti dello sport sono gli unici a ottenere uno score paragonabile a quello degli esponenti politico-sindacali. Bearzot totalizza 31 interventi, Carraro 16, Paolo Rossi 10, Giordano 9. A quota 8 troviamo invece il primo esponente della cultura, Lizzani. A quota 6, seguono Eduardo De Filippo, Ugo Gregoretti, Alberto Moravia, G .F. Panza, Patroni Griffi, Alberto Sordi. Non è difficile constatare che - anche al di fuori della sfera politica - domina una certa istituzionalità: dell'istituzione sportiva e dell'istituzione spellacolare, più ancora che culturale; non a caso cinema e teatro assorbono la zona alta della gerarchia culturale, con la eccezione di Alberto Moravia, che, per certi versi, può essere considerato a sua volta come una istituzione. Nel numero già citato di Alfabeto, in cui abbiamo parlato di telegiornali e quotidiani, avevamo rilevato il carattere restrittivo e «istituzionale» del discorso direi/o nei media italiani. Gli «interventi» diretti sono scarsi e lo spazio occupato dai livelli istituzionali è del tutto preponderante. Nei momenti in cui l'apparato giornalistico si apre al discorso diretto, è l'istituzione a parlare: innanzitutto quella politicosindacale, poi quella confessionale, quindi quella dello sport e dello spettacolo. Si forma cosl una sorta distar-system istituzionale che enfatizza anche al livello dei «personaggi parlanti• la visione del mondo connaturata al modello dei telegiornali. Le indagini di impostazione semiologica condotte sui telegiornali hanno messo a fuoco la fabula, la struttura narrativa che sembra soggiacere alla apparente «attualità• del notiziario. Questi dati confermano la tesi a un altro livello e rimandano al modo con cui l'organizzazione produttiva dei telegiornali si è andata strutturando per raccontare la sua narrazione. Per quanto criticata, in un contesto come quello descritto;la narrazione ad alto tasso di «istituzionalità» esercita un effetto perverso di assuefazione, effetto che non può assolutamente essere trascurato. l..'istituzionalità sembra garantire una maggiore «ufficialità», una maggiore «serietà• delle notizie: dunque una maggiore credibilità del telegiornale. Ipnotica e verosimilmente noiosa, simile a se stessa, la fabulazione televisiva accredita innanzitutto se stessa. Entro certi limiti, può anche essere vero che l'ufficialità garantisca un minimo di «completezza• del notiziario e riduca l'area di «discrezionalità selvaggia» nella scelta del mondo notiziabile. Ma i dati della ricerca lndex citati in «Telegiornali e quotidiani• hanno suffragato la tesi contraria: la «discrezionalità» dei telegiornali nella scelta delle notizie è assai elevata, sia in rapporto ai quotidiani, sia fra un telegiornale e l'altro. È vero che un grado simile di «discrezione selettiva• è emersa anche nei maggiori quotidiani nazionali. Ma è anche vero che i quotidiani possono veicolare un numero di notizie molto più alto dei telegiornali, coprendo almeno in parte i vuoti di completezza: il telegiornale - come ha mostrato la ricerca lndex - è una grande prima pagina, con una «seconda pagina• in formato ridotto. I rischi della discrezionalità perciò si moltiplicano. Paradossalmente, questi rischi possono indurre spinte a un maggiore irrigidimento del modello, a trincerarsi sempre più dietro un criterio «istituzionale• di scelta delle notizie, degli argomenti e dei personaggi: ciò proprio per garantire quella oggellività che costituisce il mito inaffondabile del giornalismo, particolarmente scottante in un servizio pubblico. Una revisione del modello del telegiornale dovrà, a nostro parere, fare a meno di categorie vuote e rituali come quelle di «oggettività» e di «completezza», dietro alle quali si può attuare qualunque prassi. I criteri di una informazione televisiva in regime di pubblico servizio debbono essere il più possibile trasparenti e dichiarati: proprio per questo debbono essere anche operativi. Richiamare principi onnidicenti e criteri che nulla separano serve solo a dare una copertura alla prassi che realizza l'ideologia stratificata del telegiornale all'italiana. VALORE Claudio Napoleoni Da Smith e Ricardo a &alfa. Due secolidi dibattito teorico attorno al concetto fondamentale del'economia politice, nell'espoaizlone chiara. articolata ed esaustivadi uno dei noatri più autorevoli specialisti in materia. tìa.tN•r Tntrocluilone alla semantica INTRODUZIONE ALLASEMANTICA Frank Palmer Unlibro per orientarsi fra i concetti, le teorie e la terminologia della moderna •scienza del significato•. Una panoramica ricca e aggiornata, che tiene conto dei risultati delle più recenti ricerche. c.....-a.~ Llbemì e proprietà alle orlafnl del pensiele lloqllese .............. • --- LIBERTÀE PROPRIETÀ ALLEORIGINI DELPENSIERO BORGHESE G.B.Macpherson I concetti chiave del pensiero ~b&- ral-democratico indagati nella loro genesi storica da uno dei maggiori studiosi inglesi.Un'introduzione di Antonio Negri colloca I' opera nell'attuale dibattito storico-politico. (i) Oscar Studio Mondadori -
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