lenzi connotativi. Vale la pena di ascoltare il principale aurore di testi Freak Anioni: «Di solito noi scriviamo prima il testo, e poi ci imbastiamo su una musica; in qualche modo ce l'impariamo, poi quando andiamo sul palco; succede quel che succede. Dipende dalla serata, dal pubblico, dall'occasione. Ma non c'è il sapore goliardico che molti vogliono attaccarci addosso. lo vivo gli Skiantos come un gruppo d'assalto, un gruppo che arriva per rompere degli schemi» (Bologna Rock cit., 33). Qui, per i motivi sopra detti, si fa tappa al testo scritto; orbene, del LP Chinotto J. Bellafronte ha detto a suo tempo (Percorsi cii., 18) «contiene tre pezzi molto belli, secondo me: Gelati, Mi piaccion le sbarbine, Se mi ami amami). Musicalmente, cre·do che anche un inesperto sia portato a considerarli i migliori pezzi, ma dal punto di vista tematico l'intero disco, come il successivo 45 giri Fagioli, (Rock '80 della Cramps) attesta una curiosa scelta di oggetti assorbiti, per cosi dire, via orale: gelati, chinotto, bibite ghiacciate e dolci alla panna, o rifiutati per la stessa via: «U formaggio mi fa impazzire/ la ricotta mi fa morire/ il gorgonzola c'ha (sic) la muffa/ la mozzarella è molto buffa» (si badi bene, in Se mi ami amami). Sarebbe a proposito redditizio il confronto su come il tema amoroso, anche a finale tragico, sia trattato a distanze stellari dai rockisti e dai cantautori. Quanto ai Fagioli, che fu presentato è, ovviamente, non scelto al ... Festival di San Remo, i sopraddetti legumi entrano inconsapevoli in un giocoso balletto anaforico da cui ricevono la punizione comica (anche la musica ci sa fare qui): « I fagioli non li posso più mangiare/ i fagioli mi fanno vomitare/ i fagioli non li riesco a digerire/ i fagioli mi fanno soffrire / fagioli fagioli fagioli fagioli./ I fagioli sono la mia rovina / i fagioli li mangiavo in cantina / i fagioli sono la mia disperazione / i fagioli li compravo in aviazione». Si noti la voluta alternanza presente-imperfetto. Provocazione giuliva di fronte ai temi seri e ideologi21,atipresenti in altri gruppi? O forse semplicemente l'idea di attuare cosi il rock «demenziale»? O puro divertimento? Forse un misto di queste motivazioni a cui si potrebbe rispondere come loro rispondono agli altri: «Fatevi i fatti vostri». Rimane sicuro che là ove maggior coscienza di quello che rende il testo comico o ironico o eversivo è presente, il testo occupa un posto più alto. Abbastanza riuscito è a volte l'uso metaforico del campo semantico di cibarie e affini, come là ove il freezer ha funzione dissacrante per problemi di cuore: «È un freezer il mio cuore / io non sento più amore» nel testo intitolato appunto Freezer e ben riuscito per l'espansione metaforica nelle varie strofe. La fraseologiagiovanile di vari ambiti è oggetto di attenzione ma con dosatura equilibrata e senza punte estreme: i soliti mi stende, puttanaio, sbarba, sbarbina, ti rullo, brutto pesce (per teppista). Molto iterativi, forse per sciatteria o forse per scelta, chissà, certi stilemi anaforici, ad esempio: Mi piaccion (in Mi piaccion le sbarbine), Mi piace (in Sono un teppista), ancora Mi piaccion (in Sono buono). Col tempo gli Skiantos si sono trasformati, come loro stessi dichiarano; sempre Freak Anioni nell'intervista citata (Percorsi cit., 13): «Pur seguendo sempre la via autoironica del 'Rock Demenziale' gli Skiantos, in una seconda fase del loro sviluppo, hanno tentato di creare una certa raffinatezza nell'impasto musicale e nell'impiego delle stonature con la conseguente inevitabile perdita di una certa immediatezza selvaggia e irragionevole nel loro essere». Per l'appunto, c'è più razionalità. e coscienza compositiva, anche a livello linguistico: esempio tipico il LP Pesissimo (Cramps, 1980) di cui si è già parlato nel n. 24 (maggio 1981) di Alfabeta, a cui si rimanda. Scompare la ricerca di un antimodello formale con la sua carica contestataria, anche se rimane l'alternanza del punto di vista ironico e mimeticodrammatico, chè si fa un po' più spettacolare nel senso positivo del termine. Scompaiono i vocaboli di tradizione goliardica, inopportuni dove si vuole rifiutare i mostruosi ritmi metropolitani del vivere (Sono veloce) nell'atto in cui linguisticamente si mimano, o il patetico dell'amore verso la madre, descritta con similitudini che daccapo portano al campo semantico delle cibarie (lei odora di insalata, di polpettone, di camomilla) in Mammaz, il testo senza dubbio più raffinato e riuscito del disco, dove si ha una armonica Skiantos Mammaz (Stefano Cavedani) Ti bacio sulla faccia che odora d'insalata mamma tu mi piaci perché ti sei sposata ti bacio sulle mani che san di polpettone. Ti bacio, sì ti bacio ti bacio sul/~ faccia mamma sei sbarbina la domenica mattina con santa ragione tu sei la mia passione. Sulla faccia e sulle mani io ti bacio anche domani mamma, la mamma è sempre quella una mamma 1101s1altella una mamma in carne ed ossa se t'abbraccia dà la scossa. Mangia adagio che t'ingozzi come hai fatto a farti male Ti bacio sulla faccia che sa di camomilla mamma io ti guardo in fondo alla pupilla Mamma sei odorosa, fai la spesa senza posa ti travesti per la gita con gli anelli nelle dita sei sconvolta di dolcezza per il tuo geranio rosa ~e ti trovi senza sale ti appoggi sulle scale con santa ragione tu sei la mia passione Vieni su presto che sudi Dove vai con questo vento Mangia adagio che t'ingozzi. spartizione dei ruoli fra il parlato affettuoso-lirico e il musicale ironico (cfr. la vocetta stonata del sottofondo «mangia adagio che ti ingozzi!»). A questo punto il futuro degli Skiantos è imprevedibile; comunque da ragazzi I b liOte ca g InO b Ia nCQ intelligenti hanno capito che il gioco è bello se dura poco. A Milano ci riportano i gruppi Kaos Rock e Kandeggina Gang, la cui produzione è più dura, più razionale e meno giocata, come richiede una metropoli oggi crudele e infelice, città della solitudine e della droga. Tutto nasce nel centro sociale Santa Marta, cioè nel cuore della vecchia città intorno al 1978: «Noi siamo un 'gruppo politico', facciamo il rock perché siamo incazzati. I nostri testi sono dei segnali, dei messaggi» (in Percorsi cii., 34). Kandeggina Gang Sono catti~a (Giovanna Co/etti) Mamma mi dai le chiavi che devo andare Ecco sei appena ritornata a casa ed esci di già, ma io 1101l1o capisco 1101h1ai un po' di pensiero per i vostri genitori, devo fare tutto io e la casa chi la manda avanti sempre in giro in mezzo alla strada a suonare il tamburo, la chitarra. Ma insomma, dai dobbiamo provare. Hai solo quindici anni, 1101l1o so, cerca di capire questi poveri genitori che son sempre qua a servirti. Dobbiamo provare ..... No insomma 1101è1 possibile 1101è1. Dai mamma lasciami uscire... Ho detto di no è no basta hè! Dai mamma 1101r1ompere Sono cattiva se la sera mi gira prendo il coltello ti stravolgo il cervello il cervello che bello il cervello che bello Perché io so che tutti voi belli o brutti ce l'avete con noi, con noi A volte sai mi piace, mi piace voglio girare in pace, pace,, pace, pace, pace, pace, La tua ribellione su di me vuoi sfogare ma questa volta te la faccio pagare, pagare, pagare Sono cattiva ciao mamma Già lo stile della risposta contiene una carica ideologica e una durezza formale inconcepibili negli Skiantos, come pure i titoli di alcune canzoni dei due gruppi: Basta, basta; Orrore; La rapina; Metropoli, Facce di merda. Le ragazze di Kandeggina Gang a loro volta parlano con energia della fatica di creare una nuova immagine della donna che non sia quella della cantante con belle gambe in un gruppo musia cale maschile e cercano la loro punta di diamante. Il disco 4~ giri Rock '80 della Cramps contiene due testi rilevanti del gruppo Kaos Rock: Basta, basta e La rapina. Nel primo si coglie subito una struttura testuale diversissima rispetto ai testi degli Skiantos e un differente rapporto della parola con la musica. La musica ha ruolo dominante in assoluto e procede per sequenze spesso prive di aécompagnamento vocale in quanto è ad essa che spetta nell'esecuzione d'insieme il compito mimetico Kaos Rock La rapina (Giovanni Muciaccia) Voglio fare !'"a rapina ho studiato la piantina, se va bene vado in Cina insieme alla biondina Oh come sono gasato tutta la notte ho camminato ora sono deciso il piano è preciso. Chissà quanti soldi ci saranno dopo la serratura cambieranno oh quanti soldi in tasca avrò e con la biondina scapperò È una bio11di11ma olto bella e anche molto s11ella elegante, seria e carina anche se è un po' biricchina Qua11doentrerò a tutti quanti spaventerò la banca così svaligerò e col bottino me ne andrò Sparato ho sparato ma sono stato beccato qualcosa 1101h1a funzionato è da quando sono nato che sono uno sfigato Per gentile concessione della Cramps Music S.r.l., Milano. verso il reale: colpi di batteria sordi, ossessivi rendono la crisi fisica dovuta alla mancanza della dose di droga e corrispondono ai suoni verbali del ritornello: «Basta, basta, non ce la faccio più / Se non arrivi tu, mi butto a Leo, batteria, Rats Wilko, chitarra,Ra1s Frani.. basso, Rats ClaudiaLoyd, cantante,RaJs testa in giù oh!». Di conseguenza, oell'e·secuzione il ritornello ha funzione primaria di fronte alla secondaria delle strofe; donde anche l'inversione numerica: 16 versi di ritornello di fronte a quattordici complessivi di strofe. Scompare ogni gioco formale entro le rime baciate, tutto è linguisticamente neutro, opaco ad accentuare la febbrile attesa concentrata nel grido del ritornello. Se a livello ideologico compare il fantasma dell'approfittatore («Ma sei dei miei/ o sei dei loro/ quelli che hanno l'oro?»), la forza del disco sta appunto nella concentrazioòe formale e musicale dell'intero pe.zzosull'unico motivo della sofferenza spasmodica; qualcosa di analogo, anche se tematicamente più narrativo e musicalmente più monotono, in La testa del gruppo bolognese Windopen (Rock '80 della Cramps). In La rapina il tema è trattato con moduli narrativi assai colloquiali e permeato a livello linguistico di lieve ironia: si tratta di una rapina fallita. La struttura metrica è ben articolata: sei quartine senza ritornello, proprio per accentuare l'aspetto narrativo: prima, quinta e sesta monorime, le altre con due rime baciate. La musica accentua felicemente il processo di gradazione regressiva dell'entusiasmo con un andamento iniziale scattante, da cavalcata al galoppo, cui seguono un lungo trotto degli strumenti e alla fine un rallentamento da molla in via di scaricarsi. Originale è l'uso di rime fantasiose che accarezzano il sogno di fuga di un emarginato: «Voglio fare una rapina / ho studiato la piantina / se va bene vado in Cina/ insieme alla biondina», la quale naturalmente è «carina e un po' birichina». Segue una serie di rime costruite sulla desinenza del futuro (entrerò I spaventerò I svaligerò I me ne andrò) a rendere sotto forma di martellata visione il fertile programma; indi la strofa finale dove il fallimento piomba col peso del reale immediato. Qui è proprio la forte colloquialità del linguaggio con il suo lessico connotativo (beccato, sfigato) e con le sue inversioni sintattiche espressive («Sparato ho sparato/ ma sono stato beccato /qualcosa non ha funzionato / è da quando sono nato che sono uno sfigato») che produce l'effetto ironia. Chiudiamo lo schizzo con le ragazze del Kandeggina Gang e un loro 45 giri (Rock '80 della Cramps), testo e musica di Giovanna Coletti: su una facciata esso contiene Orrore, il cui messaggio non pare molto propizio all'universo maschile: «Che lavaggio del cervello/ tu non pensi che al tuo uccello / che lavaggio secolare / tu non pensi che a scopare». Un po' drastico ma, tutto sommato, abbastanza corrispondente alla realtà. L'altro pezzo Sono cattiva è superiore artisticamente. A livello ideologico ecco lo scontro generazionale calato in un litigio serale madre-figlia (casa/ strade, discussioni/ pace, costrizione/ libertà); a livello linguistico c'è una mimesi ben riuscita del parlato familiare, nel caso la sfuriata materna: tale è il rilievo dato al testo che la musica tace durante tutto il brontolio materno costruito con interiezioni, esclamazioni, accentuazioni di sillabe toniche o atone, sospensioni, riprese; un gradevole ritratto fonico e ritmico del parlato colloquiale basso d'oggi. È certo che per i delicati che fiutano a nari tese ogni prodotto, è facile dire che a proposito di tutti i messaggi rock non c'è bisogno di jntuizione troppo fine per percepirne il senso, in quanto in essi è calato sempre qualcosa del franco tiratore, dell'autodidatta, dell'artigiano della lingua . .È anche vero, ma l'effetto a conti fatti nell'universo della canwna italiana è positivo, più positivo di certi blabla romantico-patetici a cui siamo cosi abituati che facciamo fatica a capire ciò che si configura essenzialmente diverso. Ma come il sangue non ci chiede il permesso di circolare, cosi la generazione dei giovani penetra a modo suo nel reale e lo esplora, anche per noi.
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