«ordine pubblico• dell'arco costituzionale. 4. Ma se il «modello• che implica la «terzietà• non è mai stato effettuale (Wirk/ich, hegelianamente), e se la «stagione• in cui parve esserlo è stata effimera, i quesiti posti da Alfabeto diventano: a) che cosa provocò quella stagione? b) che cosa ne causò la fine? e) come? 4a. Ci si stupisce a volte che, dopo il «bagno di politica avutosi in Italia dal 1968 in avanti• (R. Canosa, op. cit., p. 109), gli spazi si siano richiusi tanto rapidamente. Ma il nostro '68 dislocò veramente forze profonde, o furono invece altri i momenti nei quali agli oppressi riusci qualche avanzata, seppur avara di frutti? L'evento più importante è stato in verità il luglio del '60. Da Il, tutto il decennio si caratterizzò per offensive operaie: contro le gabbie salariali, il cottimo, gli straordinari e la mobilità selvaggi, il sidacato giallo alla Fiat, ecc. E, sempre per rapidissimi cenni a cose note, sono ancora gli anni sessanta che vedono Asia (Zengakuren; Sukarno; Laos) e SudAmerica ( Cuba dans sa jeunesse; Santo Domingo; la generosa follia del Che; vere e proprie zone liberate in alcune repubbliche andine, ecc.), squassanti rivolte nei ghetti neri Usa. Di tutti questi movimenti, il '68 nostrano fu solo pallido ed ambiguo riflesso. Pallido perché ristretto a microproblemi sovrastrutturali, spesso stupidi: esami di gruppo, struttura seminariale, basta con Cartesio, Dante, Virgilio ecc., e viva Marcuse; basta con l'analisi matematica e la scienza delle costruzioni, e viva la teoria sociologica dell'architettura. Ambiguo perché «voti politici•, «carichi d'esame concordati•, ecc., erano anche parole d'ordine con le quali una Lumpenborghesia creata dai monopoli cercava di ottenere rapidamente uno straccio di laurea per entrare nel pubblico impiego (scuole,. enti locali) ed evitare la proletarizzazione. Ma rionosti.nte tutto ciò, le forze reali che avevano scosso il decennio Sabina Spielrein: Entre Freud et Jung Paris, Aubier Montaigne, 1981 Edition fançaise de Miche) Guibal et Jacques Nobécourt Aldo Carotenuto Diario di una segreta simmetria Roma, Astrolabio, 1980 lire 8.000 Sigmund Freud Tecnica della psicoanalisi Torino, Boringhieri, 1976 Jacquas Lacan n seminario Libro Xl Torino, Einaudi, 1979 pp·. 256, lire 10.000 D all'epoca in cui Freud abbandonò l'ipnosi ed il metodo catartico applicato ai casi di suggestionabilità isterica insieme con gli indubbi vantaggi di rapidità e efficacia nell'abreazione del sintomo, non gli rimase che sbrogliarsela in altri modi con quel fenomeno che puntualmente si presentava in ogni analisi, l'innamoramento della paziente per il suo medico; lo chiamò transfert distinguendolo da ciò che si indica comunemente per amore non per i suoi modi e contenuti, ma solo per le condizioni del suo verificarsi, cioè quelle del setting analitico, che ne determinano la analizzabiltà. Ne fece lo strumento di lavoro per eccellenza dell'analista e indicò nell'abilità della sua manovra il rigore creativo della nuova clinica che fondava. La difficoltà di attenersi ai dettami di questo insegnamento non consiste ebbero il sopravvento e caratterizzarono a sinistra il movimento degli studenti, anche per l'enorme importanza, nel decennio, di un fatto centralissimo e di carattere anche squisitamente culturale: lo scontro sui principi tra Cina e Urss, i 25 punti del Pcc al Pcus, la Rivoluzione culturale, l'incitamento di Mao perché si osasse dar la scalata al cielo. Cosi, nonostante tutte le ambiguità, il movimento di ma~sa degli studenti diede anche una base di massa all'antirevisionismo, ancfie Se i «cinesi» furono pochissimi e o ridicoli, o deplorevolmente incapaci. Ma la concomitanza con i movimenti reali del decennio fece del movimento extraparlamentare e di massa degli studenti il reagente di ben più micidiali esplosivi, come si vide nell'autunno caldo del '69, che trovò ben altri interpreti e contenuti: una cosa era contestare un professore universitario per lo scritto di latino, e tutt'altra negare ai bonzi sindacali il monopolio nella conduzione delle lotte e delle negoziazioni, il che significava anche (cercarè di) contestare al Pci ed alla Triplice il monopolio della rappresentanza popolare. 4b. Gli anni '70 segnarono una generale controffensiva. La Rivoluzione culturale s'impasticciò, e venne infine sconfitta. Perso il Viet-Nam, gli Usa si dedicarono a ripulire casa e giardino, e per neri americani e progressisti sudamericani vennero tempi durissimi. Cadde Allende. Pure i socialimperialisti si diedero da fare, sguinzagliando in Africa bucanieri caraibici e mandando giovani lvans ad uccidere e morire in Afganistan. Anche da noi la musica è cambiata: lo stato non attese il terrorismo nella sua forma più cruenta (tardo e tossico frutto della controffensiva autoritaria) per affilare le armi: la svolta, sotto il paravento della lotta alla delinquenza, si ha all'inzio del '7 4, e non solo in Italia. Poiché se ancora in fasce, e quindi scarso, era il terrorismo, grande era invece la conflittualità sociale, in tutta Europa: crisi energetica, ripetuti sconvolgimenti monetari, svalutazioni soltanto nell'industriarsi ad aggirare rimozioni e resistenze, quanto nel farlo mantenendo la «rotta» della cura e gli obiettivi prefissati. È 11ffiìttil'idea che ci si fa del dove vada a parare un'analisi che differenzia le teorie - molteplici - sul transfert. Gli scritti metapsicologici che dichiaratamente trattano questo concetto si concentrano soprattutto negli anni 1912-14: «Dinamica della traslazione», «Osservazioni sull'amore di transfert• ed altri brevi articoli noti come gli «scritti tecnici•. È essenzialmente per una opportunità politica oltre che per una maturazione teorica che Freud è cosl esplicito su questo punto, giacché, essendo ormai avvenuta la defezione di Adler e Jung, occorreva puntualizzare sull'essenziale della teoria. B?sognaaggiungere però che. non cesserà mai di parlarne e sotto la forma di resoconto di un caso clinico e in chiave metapsicologica. Questa precisazione concettuale si colloca al cuore del passaggio dalla prima alla seconda topica -dalla triade conscio, preconscio, inconscio a quella di lo, Es, Super-lo - marcata dall'introduzione del concetto di pulsione di morte. Gli scritti sul transfert aprono, all'inizio del decennio che arriva agli anni venti, l'intenso lavorio teorico che porterà alla definizione della seconda ed ultima topologia freudiana. Freud stesso sottolinea come imparare a servirsi di questo strumento essenziale costituisca la difficoltà per eccellenza della direzione di una cura. Diamo cosl per ipotesi scontata che tutto l'apprendistato dell'analista stia nel familiarizzarsi con la su.a manipoBibl1otecaglnoo1anco a catena, disoccupazione (giovanile prima, di ritorno poi), sottoccupazione, cassa integrazione, lavoro nero, aumenti delle tariffe, tremenda pressione fiscale sui redditi da lavoro dipendente: questa essendo la chiarissima realtà, non si creda che la classe dominante fosse tanto stupida da non temere temporali! Il puntuale elenco di controriforme varate negli anni '70 è impressionante (cfr. R. Canosa, op. cit.). 4c. Ma per rendere appieno operante il mutamento, occorreva che sbocciassero semi latenti nella dichiarazione di Salerno, nell'opera di Togliatti guardasigilli che amnistiò i fascisti ma non intaccò il codice Rocco, nell'interpretazione togliattiana del XX conper cento Deutsches Model/ per la rappresentanza in Parlamento, di Senato o abolito, o rappresentativo delle arti e dei mestieri, cioè corporativo. Ma, visto dall'altra parte, compromesso storico significa solo questo: che la lotta di classe anche violenta si svolga sotto la superficie di una tranquilla pace sociale. Nei raccordi tra Stato e società civile devono quindi agire elementi nuovi, preparati, capaci di spendere il capitale che i partiti storici e soprattutti Pci e Cgil, hanno accumulato in decenni di lotte durissime. Di tale pace sociale sono oggi solleciti, oltre al governo, non solo le multinazionali, ma anche i partiti di Stato (finanziati con denaro pubblico), i sindacati di Stato (posti in posizione di gresso. Grande statista, Togliatti restò --..-,.-_-_-..-,...---,.,------- -._. .. _-_-_-_-_-_--_-_-_-.,-1'".--,--l fedele a questa linea anche negli anni ,.. renziati (le coree), i testimoni differenziati, gli imputati differenziati, i morti ammazzati differenziati (per quelli di terrorismo, si muove sempre tutto il Gotha del potere; per quelli di legge Reale, solo gli organi e le vedove; per quelli, che sono centinaia, dei regni conibattenti della camorra, della mafia, della 'ndrangheta, orfani, vedove e compari), ecc. Questa differenziazione diffusa inquina i gangli dei rapporti tra società civile e stato; e poiché in questi gangli stanno i magistrati, ecco il vero mutamento che ha avuto luogo nel «modello» classico: un magistrato liberale vecchio stampo non era «terzo», ma credeva di esserlo, e ciò in qualche modo e qualche volta limitava la sua parzialità congenita. Per l'istituzione totale basata sulla differenziazione che vorrebbero imporci, quel magistrato liberale non è del tutto funzionale. Invece ha dimostrato di essere del tutto funzionale a questo programma «chi aveva orecchiato il movimento degli anni '70 chi era in grado di capire le contraddizioni e le linee di tendenza,i percorsi ideologici» (L. Zezza, Nota introduttiva a G. Spazzali, op. cit., p. 12). Questi giovani magistrati, spesso legati al Pci o al Psi, vergini dalla compromissione dei Vitalone e C. con più duri della guerra fredda (quando Scelba impazziva e, codice Rocco alla mano, l'apparato statale amnistiato colpiva durissimamente Pci, Cgil e lavoratori), e mai l'opposizione attaccò frontalmente il codice Rocco, forse fidando che l'emendasse in forma indolore la Corte costituzionale. Ma poi i tempi cambiarono, e dal non possumus si passò prima all'arco costituzionale, ed infine al governo di solidarietà nazionale, che certo Togliatti avrebbe gestito con una vastità di respiro ben maggiore che non il compromesso storico tra Andreotti e Berlinguer. 1.....-------------~----~~--...--bancarottieri, hanno saputo interpretare in modo meno «terzo» possibile le norme penali, identificarsi con l'ordinamento vigente, sviluppare le diffeIl conto che l'oste presentò per l'abrogazione del mon possumus si rivelò ben presto salato: con l'accordo Lama-Agnelli sul taglio delle liquidazioni ('77), è cominciata un'offensiva contro il costo del lavoro» quale non si ricordava da decenni, ed i cui momenti più duri sono stati finora la sconfitta operaia alla Fiat ('79) e l'esplicita accettazione della politica dei redditi, ribattezzata «tetto del 16 percento» ('81). Si preparano dunque tempi di lotta di classe violenta ed estesa, tanto che persino la Costituzione sta cessando di essere un mostro sacro: si parla di P.M. agli ordini dell'esecutivo, di legge 5 Iazione, che quest'ultima si faccia valutando i tempi dell'interpretazione più opportuni per ciascun soggetto tenendo contemporaneamente in vista l'approdo finale. A questo compito, nient'affatto semplice, si aggiunge un'ulteriore difficoltà dovuta al fatto che anche l'analista è «affetto da transfert». Freud, per distinguerlo da quello del paziente, lo chiama controtransfert, Gegeniibertragung, e sottolinea che nessun analista va più lontano di quanto gli consentano i propri complessi e le proprie resistenze interne. Ma non ne tratta che per rari accenni. Non perché non sia importante - non fa che affermare l'indispensabilità di un'analisi personale che permetta di controllarlo - ma perché è anch'esso inglobabile nel transfert e può solo indicare una variante di posizione al suo interno. « Il transfert - nota Lacan - è un fenomeno in cui sono inclusi insieme il soggetto e lo psicoanalista. Dividerlo nei termini di transfert e di contro-transfert, quale che sia l'arditezza, la disinvoltura dei discorsi che ci si permette sul tema, non è mai altro che un modo di eludere ciò di cui si tratta• (Seminario Xl, p. 235) È forse superfluo aggiungere che nessun grado di trasparenza si ottiene con l'autoriflessione psicologistica, che l'autoanalisi è impossibile: perché l'inconscio di un soggetto si apra qualcuno deve occupare il luogo di ciò che Lacan ha definito «soggetto supposto sapere»: «Dacché da qualche parte c'è il soggetto supposto sapere ... c'è transfert .... Ogni'volta che questa funzione può essere, per il soggetto, incarnaCarloGaffe, baueria,S80 privilegio dallo Statuto dei lavoratori e dalla prassi politica nazionale) e pressoché tutto ciò che oggi è pubblico: enti statali e parastatali, ed anche il Vaticano. Per coloro che pretenderanno di vederla in altro modo, e magari vorranno associarsi per farsi ascoltare, saranno dolori. Ci attende, c'è da temere, un nuovo 1938: Differenziazione. Abbiamo già i lavoratori differenziati, le carceri differenziate, il garantismo differenziato (vale per i potenti della P2 e pochi altri), i quartieri diffeta in chicchessia, analista o no, risulta dalla definizione che vi ho appena dato che il transfert è, da questo momento, fondato» (Sem. Xl, pag. 236). Lacan aggiunge che a questa funzione è legata la sua conseguenza, cioè il prestigio che deriva dal saperla occupare - caso principe Freud - e che l'una e l'altro costituiscono il dramma della organizzazione sociale, comunitaria, degli analisti. Chi può sentirsi investito di questo «soggetto supposto sapere»? Come e da parte di chi avviene il riconoscimento di questa investitura? La storia insegna che anche la psicoanalisi non ha trovato di meglio che istituzionalizzarsi per evitare i conflitti scatenati da queste questioni. La soluzione non sarebbe cosl disapprovabile se l'istituzionalizazione non snaturasse il senso stesso della rivoluzione freudiana. Di che e da che autorizzarsi allora a «fare l'analista»? Problemi irrisolti quanto antichi, addirittura contemporanei al costituirsi della prima comunità analitica. La prendo dunque come modello per esemplificare quanto detto finora. A I piccolo gruppo di allievi riunito a Vienna intorno a Freud, si ag- ' giungono nel 1906 Bleuler e J ung di Zurigo; segue due anni dopo la fondazione della prima rivista di psicoanalisi, lo Jahrbuch, diretta da Jung e la costituzione della «Associazione psicoanalitica Internazionale»: presidente, su proposta di Freud, Jung. Sono gli anni in cui avvenivano le prime analisi, analisi «originarie», come quella di Freud o di Jung, oppure analisi di «collaudo» di un setting che renziazioni che l'esecutivo richiede e suggerirgliene di più raffinate, unificare in team efficientistici le differenti funzioni del «modello» tradizionale: istruzione, accusa e, con lo schermo del carcere preventivo, anche il giudizio e la pena. Ecco chi ha distrutto il «modello classico di realizzazione della giustizia nello Stato democratico borghese», dando ennesima dimostrazione che «la vera giustizia può esistere solo in una società di uguali» (G. Fuga, dichiarazione resa davanti ai giudici il 12 luglio 1981, Corte d'assise di Livorno, cfr. AA. VV., op. cii., p. 99) non poteva fare a meno del rodaggio di una pratica sprovvista di modelli precedenti. Si pensi al rapporto di Freud con Fliess e di Jung con Freud in cui i posti di analizzante e analista erano assegnati benché non si trattasse di analisi vere e proprie. Analisi fra uomini ma attraversate da figure femminili che da posizioni diverse - pazienti, mogli amiche ecc. - avevano spesso una funzione di sorpresa e di inquietante imprevedibilità; costituivano in un certo senso il propellente della macchina analitica, ciò che produceva partenze ma anche ingolfamenti e arresti. Due libri usciti di recente, Diario di una segreta simmetria e Sabina Spielrein entre Freud et Jung, offrono un materiale illuminante per illustrare questo tipo di triangolazione con la particolarità che il terzo - donna - in questione passa dalla posizione dianalizzante a quella di analista e teorica riconosciuta in una fase in cui non ce n'era nessun'altra ad occupare un posto analogo. Si tratta di una grossa scoperta, un vero e proprio «scoop» psicoanalitico: un caso fortunato ha fatto rinvenire negli scantinati del vecchio Istituto di psicologia di Ginevra una serie di documenti sconosciuti che riguardano la corrispondenza autografa di Sabina Spielrein con Jung e Freud, e il suo diario tenuto dal I 909 al 1912. Merito del ritrovamento e coraggio nel pubblicarlo giacché ciò che svela getta delle ombre sulla figura di J ung, va ascritto ad Aldo Carotenuto, analista junghiano e curatore dell'edizione italiana. L'edizione francese, curata da
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==