Alfabeta - anno IV - n. 34 - marzo 1982

oc, - Nellalingua ondulata del mare dell'altro 1•ersa11tse n:a Gibilrerre che l'anima copre, tu/lo pare che 11avigae .<corre:alte vele innalza senza mai procedere 11è sottrarsi alla medesima onda carnosa nè mutare p11rtra le procelle: , fi1111cihe il vento incal:a swri oltre i meridiani e l'orizwnte di 1111 pomo 1101r1iconoscibile ba110110sempre intorno alla frome: il varco è mobile, digitale di fiato, 11111r0incorre e scuo1e, ma non si può percorrere ravvolto in un ma1110intriso di sangue. Emergono segni come terre trasparenti dipinti a strisce in equilibrio sopra 1111 rapido film, una sintomatica pellicola dove stinte si succedono le l'Oci le speranze, immagini i11 sequenza come la penna nell'ala che si accosta alle mura, accanto al paesaggio la rimata ne••e è contro 11111c0iò che si deve ai raggi gamma, alle citere: ecco rinaw la consueta paura l'idemica figura di piume e di cera la 1romba la benda la ressa stomacale la preghiera coa/la la devianza, a/lacca sempre a suonare la ringhiera me111reche ascende wi ftuno, umo fii bruciato tranne quel ,·asce/lo di sangue, la sua rolla si prostra e si protrae verso la consolante immagine propria: il mare diventa un grumo che rapprende l'asciuua para11oia sollo la chiglia, tra la gola e il guado del valium: sorpre11decome da lontano /'ansimare del proprio corpo appena fuori da una conchigia dai gesti smemora1i: la ragazza che leggeva in treno o il modo in cui dicembre penetra ma1erialmen1ed'oro e d'argento ira le querce lungo il loro percorso e accanto oltre Or1e verso Roma: là molti uccelli vo/a110i11contro in felice forma:ione augurale tra le rive di giu11chi e le ro11e insenawre sollo la collina dughe11ia11acon qualche torre e wnana casupola di tufo. Può essere 1111 ri1orno quando in cima a 1111 alto albero 11011riconosci se quell'oscuro 1riangolo sia un uccello o una foglia o 11nnido abbandonato: la ma11inain giro si scioglie in un a/buia saliva che la terra celata a bocca s0110inghio11e, ugualmente tra le mani l'inverno porta nere incisioni e piaghe ira le che ripercorrono della 11011e i foglie/li di appunti per la poesia o pu il mercato della pillura d'og11ifig11razio11emoria/e che morde la crosta di sale viva sopra il 11as1romentale; nessw10 riconosce i primi feritori eppure ancora presenti al male sopra 1111 tavolo semo1•et11e dita d'ospedale, 1r1wol1i dalle stesse infezioni gli spartiti giorni tutti dentro di noi lù dovr sono sa,,nparse le divisioni Jliotecagin a dentro una diroccata offici11a un'immobile convoglio una sta:ione appannata ... più vicino compaiono i sedili delle piccole giornate vili per /"ansiosa seminagione ricomposta a riprendere i fili della narra:ione: Hoc opus pinxsit ... Allegretto Lippo Vanni Jacopino Oalmasio Michiel Sweerts bomboccia111e classicisw ritrattista che si ritrasse con lln cappello irriverente piumato di rosso nella sfida del dito ficcato dentro l'orbita del teschio a,rwto, sorridente. Guido Cag11acciA1111ibaleGllerci110 o i primi al mondo paesaggi come tali romani da Poele11bllrga Tassi oppure l'altro predi/elio l'appassionato ravvoltolato Schedoni tra le bende della pietà e le splendemi lacche dei colori ... dunque resta 111p1aesaggio insano traluce11tedenso di fwni e di vernici di lingue leccate accemi tagli uomini paesi collegati da campi da cariaggi battuti ancora dalle nostre tracce wstoditi per l'incanto da serpe111i piumati e letterari parenti della prima persona. D11nq11e 1111 ritorno come naturalmente s'al:a da terra il volo di un passero, l'ala, che il corpo sorpreso sembra restare al limite del campo; sfilano ifllanto Sllll'opposto televisivo deliziati mangiatori della paura albergati sul dorso della tartaruga: non c'è spazio sufficieme per la loro andatura 11ètempo, liii solo quando ... quando l'appagamento screzia una effervescenza umorale sotto i giudizi de/l'accampamento come l'unico grandioso male: Caino il fratello coraggioso di Abele. Nell'alone del sa11g11e sale la diamamina belleua che l'ora mattutina spande dalla colli11ae che per sempre vi resterà 11g11alfeissa nel materiale di q11ellaforma. L'immateriale misura de/l'eterno concede la bellezza dell'ora: bene parlava, bene diceva, bene ancora di più prometteva, così si faceva leccare come il miele q11elmiele che nascondeva, soltanto alle ombre concedeva i suoi viscosi riflessi solo alle viscere q11el/asinuosa gravida11:aoleosa: sopra incombono i margini del vero pietrosi e spartiti Posillipi accecati, se qllalc11nosorte dagli alberi non è per sorprenderci n~ll'i11dulgenza fuori della strada ma sempre per andare a sparire pilÌ lo111ano. L'uscio dereto è stato mllrato. li portico spianato è sen:a ... eppure non ci fu mai assedio e neanche saccheggio; cosi si resta a bocca aperta s11pinonel proprio /etio alla ricerca della terza persona. La diamantina bellezza adesso suona r scossa di note la fobica luna ~ nwna la crunatesa tra la prima stella e la casa: l'uva fu presa e porta/O lonca110, la notte di ogni giornata rovesciata de111roil s110stesso nero: ft, prima spogliata fu pe11etratoil s110grembo? ogni mauino nasce sghembo, altrove la fllce qllando il s110piede tra l'erba vacil/ame procede

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