A. Zamboni L'etimologia Bologna, Zanichelli, 1976 pp. Vl-218 M. Cortellazzo, P. Zolli Dizionario etimologico della lingua italiana, Bologna, Zanichelli, 1979-1980 1/A-C, pp. XXVIll-308; 2/D-H, pp. XVl-228. A I Xli Congresso dei linguisti (Vienna, 1977), Aldo L. Prosdocimi denunciava, come «indebite•, le identificazioni fra «linguistica storica», «linguistica comparata•, «ricostruzione linguistica•, ecc., e rilevava anche la necessità di specificare esattamente la relazione fra •etimologia• e «ricostruzione linguistica• (cfr. Prosdocimi A. L., «Diacronia: ricostruzione. Genera proxima e differentia specifica•, in Lingua e Stile, a. XIII, n. 3, sett. 1978, p. 337). Qual è, dunque, il posto dell'etimologia, ossia qual è il suo «oggetto• e quali sono i suoi fmi e metodi? A queste e altre domande risponde Zamboni in L'etimologia. Articolata in 9 capitoli e corroborata continuamente da numerosissimi esempi- che sottolineano la serietà e il rigore scientifico dell'opera - , questa introduzione all'etimologia traccia un panorama storico della disciplina e delle sue problematiche dalle origini fmoall'epoca moderna. Una ragionata e copiosa bibliografia chiude il libro. Zamboni, spiegando l'o{igine e il significato della parola •etimologia• e tracciando una storia degli studi etimologici, individua tre atteggiamenti o momenti fondamentali: 1) mitico, 2) filosofico, 3) storico. li primo atteggiamento è caratterizzato da cuna volontà interpretativa di tipo magico-religioso• (p. 11): è il caso, p.es., di Genesi 2, 7, dove il nome ebraico di Adamo, 'adam, viene collegato con ebr. 'ildilmah «terra. e non con l'assiro admu «bambino•. li secondo momento trova la sua massima espressione nel Cratilo di Platone: essendo la lingua érgon, e non enérgeia, esistono dei segni elementari fondamentali - ta prota on6mata «i primi nomi• - dai quali deriva il complesso totale della lingua per successive composizioni. La teoria platonica, dunque, con la specificazione del rapporto fra significata e designata, CQstituisce il «nodo fondamentale• fra le teorie sofistiche e le elaborazioni aristoteliche e stoiche. E proprio allo stoicismo appartiene il più famoso esponente della ricerca etimologica nell'antichità, e cioè Varrone, il quale si propone soprattutto di indagare la relazione parole-cose, che egli appunto chiama etymologia, scienza che studia «cur et unde sint verba• (De lingua latina, V,2). Tuttavia, è solo dopo la cscoperta• del sanscrito e dei suoi legami con le altre lingue europee, e quindi solo dopo la nascita dello storicismo comparatista ottocentesco, che si assiste al costituirsi di cuna metodologia linguistica consapevolmente empirica• (p. 38), nonché all'orientarsi della ricerca etimologica in senso storico. Di qui, dunque, la caratterizzazione dell'etimologia moderna quale vera e propria «Wòrtergeschichte•, la quale miri a scoprire e a ricostruire la relazione sia cformale• che «semantica• che esiste fra due forme linguistiche, di cui una - l'cetimo• - sia precedente all'altra. Ciò comporta i due fondamentali concetti di mutamento linguistico e natura del segno linguistico. Un esempio di mutamento linguisti81ÙIIULvvC1~lnu co - sia sul piano della forma che su quello del contenuto - è costituito da lat. càsa > it. casa. Sul piano semantico: si passa dal significato latino di «casupola», «capanna», «baracca», a quello italiano di ccasa», «dimora.. Sul piano formale: lat. ['kasa]> it. ['ka:za) (o ('ka:sa]), cioè [s)- [z] / V -- V, che va letto: la sibilante sorda latina si sonorizza in un contesto intervocalico (almeno nel sistema consonantico dell'Italia settentrionale); inoltre la vocale breve tonica in sillaba aperta si allunga in italiano (lat. (a]> it. (a:]). cLa relazione tra due forme cronologicamente dislocate• - nota Zamboni (p. 43)- cè dunque un punto di partenza per ricostruire la storia completa di una parola o meglio di una famiglia di parole: ma( ...) le relazioni che legano due termini x e y (o più) possono essere molteplici•. Insomma, se una cosa sembra certa, e cioè che il cambiamento cè la realtà incontestabile della lingua e la tocca in tutti i suoi piani• (p. 51), quandosi passa a indagare le cause di questo cambiamento, la teoria diviene estremamente complessa: la diversità teorica dipende dagli •oggetti• considerati o privilegiati, dal modo di porsi di fronte alla •molteplicità relazionale• che lega diacronicamente due forme linguistiche. Pertanto, una cosa i il mutamento in Saussure, un'altra è il mutamento in Sapir o Trier: e( ...) dalle prime allusioni al clima e all'ambiente, si sono via via chiamati in causa il mutamento anatomico degli organi fonatori, la variabilità della pronuncia, l'impossibilità delle nuove generazioni d'imitare perfettamente i modelli delle vecchie, la comodità o legge del minimo sforzo, il mutamento della base di articolazione dovuto presumibilmente a 'riazioni etniche' (mutamenti dovuti al 'sostrato') (Ascoli), fino al recente inquadramento strutturalistico (carico funzionale, pressione sistematica) e sociolinguistico (Labov e altri)• (p. 51). (Sul 'sostrato' in G.!. Ascoli v. Timpanaro S., Classicismo e illuminismo nel/'0110cento italiano, Pisa, 19772 , pp. 289350). 11segno linguistico, dunque, cambia, ma proprio in questi processi evolutivi rivelano la loro (parziale) autonomia i due componenti del segno: il •significante• e il •significato»; per dirla con Coseriu: cLa relazione forma-contenuto varia parzialmente: può essere più ampia o più ristretta• (Coseriu E., Probleme der strukwrellen Semantik, Tiibingen, 1973, p. 8). Ad es., un casodi «estensione semantica» è dato da lat. niger > it. nero, dove la parola italiana «fonde» i significati di lat. niger e ater; al contrario, un esempio di «restrizione semantica» è dato da lat.capw > il.capo/testa, fr.chef/téte, laddove capo/testa e chef/téte si dividono di volta in volta la sfera semantica («Bedeutungsbereich•) di capw «capo= condottiero• + «capo= parte del corpo•. Esiste, dunque - nota Zamboni (p. 71)- «la possibilità d'individuare una serie di tratti costitutivi fondamentali anche sul piano del significato e di passare quindi dallo sviluppo storico dei significanti e significati al livello più raffinato che concerne i mutamenti strutturali dei significati». Conseguentemente- una volta accettata la teoria di Coseriu- è possibile la costituzione di una «etimologia strutturale• del contenuto distinta da un'etimologia della forma, unendo le «Formstrukturierungen• • ad· adeguate• •«Bedeutungsstrukturierungen», sl che, in quest'ottica, si manifestino sempre più chiaramente le relazioni fra semantica ed etimologia, la quale diventa «la dimensione diacronica di quella, un'autentica semantica storica» (Zamboni, p. 73). Poiché, dunque, l'evoluzione di un segno linguistico dipende da varie e numerose circostanze, «compito dell'etimologia allora è quello di spiegare ché non lo è se ne parla come di 'spazio' collegato alla ricostruzione e ad altri, ma autonomo, si tratta di individuare lo status di nascita 'prescientifica' che le conferisce una autonomia che di fatto non ha: è la messa in atto di più tecniche linguistiche e la 'trovata' etimologica non è più importante di quanto lo sia la 'trovata' in qualsiasi apporto scientifico; ciò che conta è la 'sistemazione' dell'etimologia» (ProMissile nucleare tauico Lance de/l'esercito italiano ognuna di queste circostanze fin dove possibile, ricostruendo, ossia percorrendo a ritroso la storia d'una parola o di una forma», per cui l'etimologia viene a caratterizzarsi «come un metodo polivalente, che basa i suoi processi su un insieme di criteri alquanto ampio e non molto omogeneo, inquantoché forma, significato e storia sono elementi intrinsecamente diversi l'uno dall'altro: la difficoltà principale infatti, sta nell'essere questa una scienza provvista di un metodo basato sull'osservazione e sulla classificazione dei fatti empirici, metodo che tuttavia è diversamente evoluto nei suoi componenti» (p. 74). Sorge, però, a questo punto, la questione accennata all'inizio di queste note. È davvero possibile identificare l'etimologia con la ricostruzione? ovvero: qual è l'effettivo rapporto che lega l'etimologia alla ricostruzione? L'etimologia potrebbe «essere sino- ·nimo di-ricostruzione e viceversa; poisdocimi A., Diacronia: ricostruzione. genera proxima e differentia specifica, mimeo, 1977, p. 42). In altri termini: nell'etimologia (prescientifica) potevano già individuarsi- come cooperanti- varie discipline (semantica, fonologia, ecc.) che, non avendo ancora delimitato il proprio oggetto, non avevano ancora raggiunto lo status di teorie (p.es., la semantica venne effettivamente a costituirsi solo nell'800, ma essa era già presente- «come• etimologia, appunto- nelle ricerche varroniane). Quindi, nell'etimologia attuale, è come 'tecniche linguistiche' che vanno considerati- in un processo di 'metodologizzazione' delle teorie- il comparativismo storico, lo studio del prestito, la geografia linguistica, lo strutturalismo, il generativismo, ecc., su cui Zamboni si sofferma a lungo. (Sui rapporti fra etimologia e linguistica generale v. anche Malkiel Y., Linguistica generale, filolqgia, romanza, etimolog_ia, Firenze, 1970). Last but not least, il problema dell'etimologia «popolare» o «incrociata». In quest'àmbito non c'è discontinuità fra le paretimologie degli antichi e quelle dei moderni. Proprio come i Greci facevano derivare il nome di Afrodite (gr. Aplrroditl) da aphr6s «spuma di mare» (mentre si tratta di un adattamento d'un nome orientale), cosi l'it. ciarlatano viene travisto secondo ciarlare, mentre deriva da cerretano, «abitante di Cerreto». Si sbaglierebbe, però, a voler sottovalutare questi fenomeni, poiché l'etimologia popolare, considerando come decisivo l'elemento semantico, viene ad avere un'importanza notevole nella costituzione e nello sviluppo del linguaggio. Poiché, qunque, il «vezzo etimologico» è molto diffuso e il «mito• etimologico costituisce «una costante nella storia dell'intelletto umano» (p. 194), si avverte la necessità del rigore scientifico. Tuttavia, conclude Zamboni (pp. 195-6): «l'etimologia scientifica è essa stessa innegabilmente un ·conoscere', e tecnico e storico; anche se è vero che le sue caratteristiche irripetibili, che coinvolgono al tempo stesso il sistema linguistico nel suo più vario articolarsi e il molteplice aspetto della storia nei suoi componenti documentari, filologici, tecnici, culturali, sociologici, ne fanno un'ars di particolare complessità, a cavallo tra distinte discipline: al centro di essa, tuttavia, resta sempre inamovibile l'uomo, nella sua duplice e convergente attitudine di soggetto parlante e di attore d'una società>. e ertamente il fine ultimo e più arduo dell'etimologia - come nota Zamboni (p. 181) - è costituito dal dizionario etimologico, in cui le specifiche ricerche e i particolari risultati vengano riuniti e organizzati si da poter offrire un quadro - il più esauriente possibile - dell'intero lessico di una o più lingue. li dizionario etimologico, dunque, «oltre al risultato scientifico in sé e per sé, costituisce una sorta di punto sullo stato della ricerca in quel particolare settore e la premessa indispensabile per ulteriori valutazioni di carattere sistematico» (ivi). Per quanto riguarda la nostra lingua, a parte le informazioni etimologiche- brevi e non sempre sicure- contenute nei vari vocabolari, e se si escludono le carenti opere etimologiche di F. Zambaldi (1889), O. Pianigiani (1907) e E. Levi (1914), bisogna attendere il 1950 per avere il primo dizionario etimologico scientificamente attendibile, ossia il Prontuario etimologico della lingua italiana di B. Migliorini e A. Duro; a questo seguirono subito i dizionari di A. Prati (1951 ), di C. Battisti e G. Alessio (1950-57), di D. Olivieri (1953) e di G. Devoto (1967). Tuttavia, nonostante gli indubbi meriti di questi lavori, mancava finora un dizionario aggiornato che sapesse utilizzare organicamente ed esaustivamente le più recenti conquiste etimologiche; a colmare questo vuoto è giunto ora il Dizionario etimologico della lingua italiana (= DELI) di M. Cortellazzo e P. Zolli, la cui pubblicazione prevede quattro volumi, di cui il primo (A-C) è uscito nel 1979 e il secondo nel 1980 (2/D-H). li DELI comprenderà complessivamente 60.000 parole e almeno I00120.000 accezioni. La diffjcile scelta dei vocaboli è stata fatta- con la riserva di alcune integrazioni ed espunzioni -sulla base dell'edizione «mu:,ore»del
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