Gino Baratta «Ritmo», in Enciclopedia Einaudi Torino, 1980, voi. 12 pp. 1096, lire 60.000 Julia Kristeva Materia e senso Torino, Einaudi, 1980 pp. 133, lire 6.000 Hanry Maldiney «De la Forme au rythme», in Acrobat Mime Parfait Bologna, Ed. Aerosat, 1981 Mario Spinella «Rima, Ritmo, Ripetizione», in Il Piccolo Hans - n. 26 Bari, Dedalo libro, 1980 «Was man nicht erjliegen kann, muss man herinken. Die Schrifr sagt, es ist keine Si.inde zu hinken» (S. Freud, Traumdeutung) «Ciò che non si può raggiungere a volo, lo si faccia zoppicando. Dice la Scrittura: chi zoppica non sta peccando» (la traduzione del passo di Freud è di M. Spinella in li Piccolo Hans) ' E possibile elogiare, oggi, chi, sistemando, ricucendo le smagliature, ritrovando gli incastri compie un percorso labirintico facendo chiarezza e allo stesso tempo riproponendo, ancora, con passione, un labirinto di interrogativi? Di fronte alle sabbie mobili del sapere, di fronte alle frequenti ricopiature alla cieca, agli elogi dell'ignoran.w e alle imposture cui ci abitua tanta parte dell'editoria italiana, il nostro elogio per la passione del labirinto diviene necessario. Due scritture ne sono di pretesto: diverse, a volte contrarie, contrapposte (come accadde a Milano al tempo della presentazione dell'Antologia di Antonio Porta/Feltrinelli 80). È il caso della voce «Ritmo» compilata da Gino Baratta - apparsa sul XII voi. dell'Enciclopedia Einaudi -; ed è il caso di «Rima, Ritmo, Ripetizione» di Mario Spinella - pubblicato sul n. 26 della rivista li Piccolo Hans. Uno stesso tema, particolarmente nuovo oggi. Da una parte, Baratta cogli.: con decisione i segni indicatori di un percorso che ilGrande enciclopedista, dall'epoca di Diderot e di D'Alambert, aveva smarrito; trasformando il suo e il nostro viaggio nel labirinto del Rythmos con una serie di proposizioni che prima ancora di essere interrogative lacerano i percorsi tradizionali del sapere-verità. Dall'altra, Spinella dall'interno di un linguaggio volutamente «umile», e che la lettura attenta scopre, in realtà, ricolmo di tenerezza poetica e di rigore, percorre, con la sicurezza di chi dai trampoli vede la strada a venire, un'ipotesi affaRitmoe ripetizione scinante lasciata aperta dallo stesso Freud, sul funzionamento dell'apparato psichico e le sue relazioni con il testo poetico. Ma seguiamo gradualmente questa passione, questo viaggio; col desiderio, non sotteso per parte nostra, di scoprire qualche incastro ( è forse vero eh il labirinto ha molti ingressi, ma una sola uscita?) Il confronto con altri due testi, quello di Kristeva e quello di Maldiney faciliterà i nostri tentativi. Ritmo: tra continuità, discontinuità e inerzia «La nozione di ritmo segna il divario tra due concezioni filosofiche del tempo: tempo come durata continua, flusso ininterrotto, pien·a e scorrente vitalità; e tempo, invece, discontinuo, granulare, aritmetizzato in eventi, intervalli e istanti. H. Bergson da un lato; G. Bachelard (e K. Popper) dall'altro» (Baratta). Le argomentazioni della contrapposizione non sono solo filosofiche, ma si legano anche alle nuove acquisizioni della fisica. Se, infatti - come chiarisce bene Baratta-contro il bergsoniano essere-durata senza lacune, Bachelard contrappone la nozione di ritmo, «incaricata di individuare i punti discontinui della linea (apparente) della durata»; se Bachelard incarica il filosofo di affermare che «una funzione vitale funziona per non funzionare più», per cui la materia diviene un ammasso di ritmi confusi («se il ritmo gioca sulla discontinuità tra il rilevamento e il non rilevamento, si apre allora la metafora secondo cui il discontinuo si introduce tra evento e non-evento, nella cadenza tra l'essere e il non-esseere, il nulla»); per N. Bohr la discontinuità si ritrova in seno stesso all'atomo, così gli elementi materiali (corpuscoli) sono «non più individui fisici definiti, ma fenomeno ondulatorio, discontinuo». Il conflitto, la ragione polemica tra Bachelard e Bergson rimanda ad una contrapposizione non meno radicale tra Hegel e Nietzsche. «La quiete rimproverata a Bergson assomiglia a quell'idolatria del fatto che Nietzsche rileva come limite in Hegel» (Baratta). E da parte nostra richiama il ricordo del testo di Freud, Al di là del principio di piacere, dove il senso dell'ondulazione, il nulla inteso come intervallo, riposo si ritrova all'interno del viaggio delle pulsioni di vita e di morte. Così il rimando è a Spinella e alle sue dichiarazioni iniziali: «Mi atterrò piuttosto ad un nodo problematico intorno al quale mi sembra ruotare l'intera ricerca di Freud, quello del funzionamento dell'apparato psichico». E un «passo sulla poesia» contenuto nell'Interpretazione dei sogni, diviene il pretesto per « Rima, ritmo, ripetizione». Dopo aver rilevato la funzione selettiva e distributiva della rima, Spinella mette in luce che «la legge della rima veicola nel testo (poetico) una scelta necessitante entro l'universo del vocabolario. Da un lato esclude, dall'altro facilita». Se guardiamo alla rima, allora, la sua inerzia ritmica, affe°rmaSpinella con Jacobson, «ci fa attendere la ripetizione di un determinato segnale». Anche al di là della rima. È, dunque, «l'inerzia come tratto significati- ~vodel ritmo che entra incausa e, per di più, insieme con la ripetizione». Ma qual è il significato, la funzione dell'inerzia ritmica in Spinella attraverso Freud? E ancora,l'inerzia è forse in relazione alla nozione di continuità del ritmo o ne ingloba il significato Frediano Sessi discontinuo? (secondo quanto sostenuto da Baratta). Procediamo per gradi. «La rima, il ritmo, la strofa - scrive Spinella - le altre convenzioni che regolano - o hanno regolato - il sistema della poesia si presentano ... come un insieme complesso di norme, di ostacoli eh si frappongono al libero ... decorso dell'espressione verbale». L'esperienza . della rima, dicevamo già, veicola ecostringe l'uso di alcune parole e non di (discontinuità) più che l'idea bergsoniana dell'essere-durata senza lacune. Dicevamo con Baratta che la contrapposizione Bergson-Bachelard ne richiamava un'altra altrettanto radicale. Quella tra Ni.:tzsche ed Hegel. Vale forse la pena, allora, chiederci a questo punto quale possa essere il legame tra eterno ritorno e ripetizione se l'esperienza del ritmo è intesa come discontinuità. altre; esclude cioè «la possibilità di un II ritmo come generatore della parola impiego della stragrande parte dell'u- •• E ora la prima grossa querelle. Che il niverso del vocabolario»; e per altro ritmo sia il «principio organizzatore> e verso grazie a questa costrizione, faci- che al ritmo siano strettamente legati lita la costruzione del discorso poetico. gli elementi fonologici del verso (rima, La rima è cioè «un ponte di parole, un allitterazione, etc.) lo abbiamo già detponte di suoni». to. Baratta, tuttavia, ci dice che «i proSpinella a questo proposito concede blemi del ritmo non possono trovare diversi esempi. Il più attraente è per soluzione né dal punto di vista acustinoi quelto sul sonetto di Guittone d' A- co, né da quello motorio; ma solo da retto: «deporto e gioia nel meo core quello fonologico>. Citando lo stesso apporta»; dove si riconoscono 14 rime Tynianov usato da Spinella, l'autore come forme del verbo portare. Depor- della voce einaudiana sottolinea il ruoto, porto, porta, aporta, trasporto, etc. lo costruttivo che il ritmo ha nei conÈ chiaro, qui come altrove, che la fronti del verso. Insomma, in poetica: «rima ha tutta la forza incoercibile di «prima il ritmo, poi le parole> (Baratuna coazione, di un ponte di parole».. ta). Se guardiamo, poi, al testo della Dicevamo, con Spinella, si frappone al Kristeva, ne troviamo una conferma libero decorso delle parole. Ne risulta ulteriore. In «costrizioni ritmiche e un decorso forzato che a sua volta po- linguaggio poetico», Kristeva partentrebbe instaurare una situazione di do da una ricerca sulla prefonazione «piacere preliminare», che se seguia- neonatale, afferma che le emissioni mo Freud, con Spinella, è il prodotto sonore dei bambini, oltre ad essere di un ostacolo (artificiale per la poesia) causate da una mancanza, una rottura frapposto al libero scorrimento di un dell'equilibrio naturale, hanno una altro piacere atteso. connotazione chiaramente ritmica, La nozione di piacere preliminare è che l'autrice indica all'origine della successivamente accostata a quella di sintassi. anticipazione dinamica, tratta dal for- E ancora che: «Le strutture ritmiche malista russo Juri Tynianov. Tynianov costitutive delle prime serie numeri- «ha parlato di metro in poesia -e cioè che sono la struttura più profonda deldel suo complicato gioco fra ritmo, la numerazione anteriore alla visualizrima, accento, verso, strofa, assonan- zazione e all'oggetto» (Kristeva). za, allitterazione - come di un'antici- Dunque, prima il ritmo, poi, la parola, pazione dinamica per cui un certo la numerazione, l'arte, la letteratura, elemento o gruppo metrico induce al- la poesia, la musica. Anche la ripetil'attesa di una successione di elementi zione (eterno ritorno?) che si imposo gruppi analoghi» (Spinella). Tale sessa dell'«emissione sonora» prodotaccostamento, operato senza forzatu- ta dalla mancanza, dal vuoto induce re, ci fornisce l'elemento di novità del- per Kristeva, così come per Spinella, le riflessioni di Spinella. «La connes- piacere, distensione. La querelle, disione fra piacere preliminare e antici- cevamo. Essa sorge quando confronpazione dinamica, rafforzata dalla cir- tiamo una delle tante affermazioni di costanza che (nella poesia) in un caso Baratta con il testo di Spinella (sul ruocome nell'altro si ha a che fare con la lo che il ritmo, la rima svolgono come ripetizione, può forse indicarci una elementi che si frappongono al libero possibile via di ricerca». Ricerca, ag- scorrimento delle parole): «la parola giungiamo, intorno al ruolo che il lin- organizzata dal ritmo - ci dice Baratta guaggio poetico, così disvelato, svolge - lungi dal subire qualche coercizione, nella lettura del funzionamento del- trova in esso lapropria libertà» (la sotl'apparato psichico, e, dunque, anche tolineatura è mia). Lontani dal risolvedell'inconscio. Ma c'è dell'altro. re il problema, abbiamo gettato una La connessione tra anticipazione pietra. Quale strada del labirinto scedinamica e piacere preliminare può gliere? E perché l'una piuttosto che darci, secondo Spinella, le mosse per l'altra? un'altra indagine che parta «dal concetto elaborato da Derrida di difference che è differenza e insieme differimento. Gli effetti del differimento del piacere sessuale e quelli propri della rima (dovuti alla forzatura del linguaggio) e, più in generale alla metrica (al ritmo!), potrebbero ... avere alcuni punti di contatto, costituire un ulteriore riferimento per nuove indagini». Ma dove è collocata la nostra risposta intorno all'inerzia e al suo rapporto con la continuità o con la discontinuità? Mi sembra evidente che se per Freud il principio di inerzia è «la tendenza dei neuroni a liberarsi dalle Q di eccitamento, provenienti sia dall'interno che dall'esterno dell'organismo» (Spinella), dove la sigla Q indica ciò che distingue l'attività dalla quiete; l'inerzia ritmica della rima (così svelata da Spinella) inducendo alla ripetizione del segnale, si accosta e ingloba in se la granulazione degli intervalli di tempo Il ritmo e la forma La seconda querelle risucchia nel nostro cerchio il testo di H. Maldiney e tutta la redazione di Acrobat che lo pubblica. «Un'opera è il cammino di se stessa. Essa non esiste se non aprendosi la strada della sua formazione». Così Maldiney citando Paul Klee. Il concetto che entra in campo è quello di Gestaltung (forma in divenire, organizzatrice), e poi quello di tempo implicato (la citazione è tratta da Hèinigswald) e di tempo esplicito - dove il primo indica un processo e il secondo indica le epoche: passato. presente, futuro. Gestaltung, tempo implicato ed esplicato coincidono nel ritmo. «Il tempo del ritmo è tempo di presenza». La dichiarazione è inequivocabile. li ritmo, per Maldiney, è linea ininterrotta, continuità. Sia della storia che dell'opera. Si dichiara così il monadismo; ma come fare a trovarlo in sii:niliaffermazioni? A nostro parere l'esperienza monade si può ritrovare solo neI margine, nella discontinuità. E Maldiney non solo mal interpreta Klee, ma propone riflessioni che non tengono conto del lungo percorso che le avanguardie storiche hanno fatto fino a noi. Ed è ancora a Baratta che ricorriamo (svelando al nostro lettore come il suo discorso sull'arte sia rigoroso e profondo da sfiorare il maestoso). Se «il ritmo partecipa alla interezza dell'opera, tanto da costituirne la profonda legge di sviluppo interno>; se è plausibile individuare nel ritmo «l'elemento atto a tradurre la forma in termini di divenire», il rapporto ritmoforma, dentro il processo delle avanguardie storiche dichiarato o non, appare come discotinuo, granulare, legato più alla ripetizione come eterno ritorno, che al divenire continuo di Maldiney. Da Cezanne a Signac-Seurat a Gauguin. Da Matisse a Van Gogh attraverso Braque, Picasso fino a Klee, Mondrian, De Chirico, la metafora del ritmo come granulazione degli intervalli è costante. Se si vuole altra conferma basterà partire da Pound e attraverso Ginsberg, Olson arrivare fino all'inquietudine metrica di A. Porta e dei nuovi poeti. Alcuni interrogativi Pi-r finire, alcune questioni sul tappeto che invitano Spinella, Baratta Alfabeta e anche i poeti, Porta (ma anche Pagliarani, Cucchi, Milo De Angelis) per esempio, ad affrontare, ad approfondire il percorso del labirinto così tracciato. La prima domanda riguarda l'uso che Spinella fa di un certo Freud. Perché il discorso intorno all'inerzia e non alle pulsioni? Perché Progeuo per una psicologia e nonAldilà del principio di piacere? La seconda riguarda la ripetizione e l'eterno ritorno. Forse, ho inteso male, ma a me pare che la nozione di ripetizione che Spinella richiama assomigli più a quella dell'ossessivo che non ad altro. La terza questione, credo, la più importante: se il testo poetico diviene una strada di lettura dell'apparato psichico (non più incerta), che risposta diamo alla questione forzature di parola/libertà del verso? L'immagine che emerge del ritmo è quella della continuità o della discontinuità? La strada è aperta e forse anche la possibilità di un incastro lungo il percorso. «E il ritmo? È un bisogno» (Baratta). Così come lo è l'elogio per la passione della conoscenza. Perugino (Pietro Vannucchi) Jacopo Coppi del Meglio (in alto)
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