Cfr. ftorence Film Festival 28 maggio/3 giugno 1981 Dedicato al cinema indipendente, alla produzione off internazionale, il FFF, nonostante la scarsa rilevanza di molti film proposti, costituisce in ogni modo per l'Italia una testimonianza significativa della ricerca filmica «povera», che si sviluppa ai margini del cinema ufficiale, senza rinunciare ad una struttura narrativa ed alla possibilità di incontro con un pubblico più vasto di quello del film sperimentale. Attento soprattutto alla produzione dei paesi anglosassoni, il FFF garantisce un canale informativo, magari relativamente esteso, ma certo rilevante, in grado di collegarsi con la situazione di cinema indipendente più dinamica presentata dal cinema tedesco, dopo l'eclisse o la trasformazione del nuovo panorama internazionale. Americani, infatti, sono i film più significativi presentati a Firenze: Underground USA, Union City ed Eraserhead. «Prostituti, creature infuocate, locali notturni, arrampicatori sociali, freddi rapporti umani, il regno del freddo e del superficiale, il denaro come oggetto del desiderio. Ricchi e stanchi in una scena sociale particolare, superstar perdute, New York negli Anni Settanta, gruppi di artisti e guastafeste, e la fine di una povera ragazza ricca», dice la presentazione di Underground USA, ultimo film (già proiettato al Festival di Berlino) di Eric Mitchell, star del cinema New Wave, regista e attore specializzato in remakes gJ"Otteschi,in riscritture in chiave ironica e parodica dell'immaginario filmico diffuso. In Underground USA Mitchell offre una lettura punk del classico Viale del tramonto, raccontando la fine di una superstar degli Anni Settanta (con la finta bionda platinata Patti Astor nel ruolo di Gloria Swanson ), e «la fine di un'epoca in cui ognuno aveva pensato di avere una possibilità di diventare una star». La rivisitazione del mito è realizzata con una scrittura filmica mutuata dai modelli del tardo Warhol e del primo Morrissey, con sequenze lunghe, povere di azione, dialoghi assolutamente banali, gli ambienti classici dello scenario underground newyorkese, dal Sutton Piace al Mudd Club, e una colonna sonora con un sottofondo permanente di rock e ' punk, che va da Lou Reed alla New Wave. L'effetto è insieme di riduzione, di azzeramento del mito che aveva unito la scena artistica warholiana con il mondo rock, e di paradossale nostalgia per quegli anni e per lo stile vitale ed artistico di Warhol (nonostante l'ironia), di superamento delle utopie concrete dei primi Anni Settanta, e di riconoscimento, un po' deluso, del vuoto, del disincanto degli Anni Ottanta. Assolutamente estraneo allo stile ew Wave è invece Union City di Mark Reichert, (presentato l'anno ' scorso a Cannes) nonostante la parte- , cipazione di Debbie Harry, voce solista del Blondie, nel ruolo di protagonista femminile. È un film, in fondo, molto classico, di buona fattura, che La leggerezza dell'enunciato, la rossiniana felicità, viene contrappuntata dalla violenza delle passioni occasionali, filtrate attraverso il tragico ottimismo della ragione. Il libro, compattissimo, rivela diverse possibili misure del reale. Si passa dagli insoliti bagliori di una tensione cosmica alle insondabili profondità della carne, dall'accarezzamento di «temi obsoleti» a scariche visionarie, dalla messa in scena della esistenza alla implacabile marmorizzazione della stupidità del reale e del sociale. rielabora il racconto di Woolrich The Corpse Next Door, per ottenere una commedia nera con una conclusione a sorpresa (molto relativa) e descrivere le nevrosi parallele di una coppia preda di ossessioni differenti: un film da circuito normale che non mi pare giustificare le affermazioni estremamente elogiative della critica americana. Bisogna poi osservare come gli echi lirici del testo, imprevedibili, sono l'effetto di una orchestrazione doviziosa del discorso poetico, la cui qualità fa salutare questo libro come una novità di grande rilievo. Il registro dominante, cantabile, viene controbilanciato da una strutturazione la cui violenza rende la forma «implosiva». Violenza che lacera il testo liberandolo da ogni s.ospetto di «innocenza» metafisica. Come del resto bene si dice in quarta di copertina «la violenza che abita la struttura del testo si sposa infatti a una fisiologia del finito, e, al limite,' del levigato, in una parola, a quella che 'Mallarmè definiva, materialmente, la Ma il film più atteso era Eraserhead, primo lungometraggio di David Lynch, che con The Elefant Man è passato quest'anno dall'underground alle soglie dell'Oscar. Già .Cult-movie in America, Eraserhead non è soltanto un «sogno di cose oscure ed inquietanti», ma una storia di discesa agli inferi di un'esistenza subumana, mostruosa, dominata da incubi orrendi. Lynch mescola determinazioni realistiche e aperture visionarie, oscurità crittografiche e corrompimenti della materia, gallerie di mostricciattoli e sotterranei della paura, e costruisce una macchina atroce ed assurda che inchioda lo spettatore, mostrandogli l'itinerario di un'agonia terrorizzante dilatata a presagio dell'apocalissi contemporanea. ,, Con una fotografia di matrice espressionistica, che sembra strappare lo spazio filmico all'ombra diffusa attraverso sciabolate irragionevoli di luce, e con due sequenze apertamente irreali, dominate da oggetti misteriosi ed angoscianti, Lynch descrive il dissolvimento del soggetto e la disgregazione del reale con un'intensità agghiacciante. Tomaso Kemeny Qualità di tempo Paolo Bertetto Milano, Società di Poesia, 1981 pp.89, lire 6.000 Il libro offre il privilegio dell'euforia, rara qualità nell'ambito della poesia italiana. Sollievo: niente intimismi, rimasticature del «privato»; solo canto, melodramma voluttuoso dove l'autore si afferma come «grande tenore alle prese con l'insana proverbialità e l'inesorabile splendore del genere poetico», come già annotava Nanni Cagnone a proposito di Il guanto del sicario (New York, 1976), l'opera prima di Kemeny. In Qualità di tempo, questa dote si arricchisce di motivi, tracce delle condizioni storico-antropologiche, giocate con la negligenza dovuta a un'eleganza e spessore di grande seduzione. «musica» (ma a questo proposito si veda anche l'importante riferimento a Foscolo). Così il sangue può sgorgare dalla ferita (dalla figura) per sciogliersi in canto». Vincenzo Bonazza Maria Corti Dante a un nuovo crocevia Firenze, Libreria commissionaria Sansoni 1981 pp. 112, lire 6.000 Quando ci si avvicina, quasi per un vitale corpo a corpo, a un poeta della grandezza di Dante ci si rende conto di dovere attraversare un progetto di proporzioni eccezionali, senza uscire dall'umano ma per ricavare dall'umano, in quanto essere nel mondo, ilmassimo che si crede possibile. Ora il preziosissimo lavoro di Maria Corti spalanca una grande, luminosa finestra sopra il continente culturale che Dante ha conquistato prima di tentare la sua grandiosa, per molti versi definitiva, sintesi poetica. E va detto che l'aggettivo « poetica» non è, come spesso nell'uso corrente, diminutivo come volesse significare qualcosa di non-pratico, di inutile o volatile (di cui «si può fare a meno»), sta invece a sottolineare un salto di livello, il passo su un gradino superiore di intelligenza critica del reale. Due mi sembrano le figure da richiamare qui in uno spazio programmaticamente ristretto come il Cfr di Alfabeta: quella decisiva di Ulisse (di cui anche Lotman si è recentemente occupato come Maria Corti ci ricorda con significative citazioni) che si raddoppia, per così dire, su quella meno nota ma altrettanto eroica di Sigieri, «fatto fuori» a Orvieto nel 1283, proprio quando si era avvicinato all'ortodossia cattolica dopo un memorabile incontro-scontro con S. Tommaso. Ma ortodosso o meno Sigieri rimaneva un «sospetto», e «a morir li parve venir tardo» proprio perché oppresso dal sentimento di un tempo rifattosi buio, tanto che il suo testamento può essere riassunto in queste sue stesse parole: «cum vivere sine litteris mors sit et vilis hominis sepultura». Dunque meglio una sollecita morte piuttosto che una vita apparente senza lettere, senza intelligenza del reale. Ulisse viene messo all'inferno perché non ha potuto raggiungere la vera . fede, dunque il vero conoscere, ma altissimo rimane il suo monito: fatti non foste a viver come bruti, ma a conseguire virtute e conoscenza; è il messaggio non cancellabile dell'antichità pagana. Dante è il nuovo Ulisse, che attraversa il gorgo azzurro dove Ulisse si perde e arriva alla Conoscenza. In questi pochi tratti sta rinchiuso il destino del pensiero umano e lo studio di Maria Corti ce ne restituisce intera la prospettiva e la forza. Dante rimane il più attuale dei poeti. Antonio Porta Convegni del Centro Internazionale di Semiotica e Linguistica Urbino, dal 6 al 24 luglio, Collegio dei Cappuccini. Come ogni anno, anche per il 1981 il Centro Internazionale di Semiotica e Linguistica brillantemente diretto da Giuseppe Paioni organizza una serie di seminari e di colloqui sui più vari e attuali problemi delle scienze del linguaggio. Urbino ha ormai una solida tradizione in materia, se solo si pensa che per le sue riunioni estive sono passati i più grandi teorici di tutto il mondo, e sono stati dibattuti con largo anticipo temi poi divenuti di moda nella pubblicistica internazionale, come ad esempio il tema dei simulacri, quello della seduzione, quello della pragmatica della comunicazione, tanto per citare qualche argomento. Fra l'altro, il centro tli Urbino è molto attivo e anticipatore anche sul piano della pubblicazione di testi. La serie delle «Prepubblicazioni» raccoglie interventi in lingua originale e traduzioni di quanto è «lavoro in corso» nei più diversi territori della comunicazione e dela significazione. I fascicoli, fatto ancor più meritorio, linus SACCO" 11 • • Rivistadi fumettie d'altro AnnoXVII - n. 7 (196) luglio1981 lire 1500 sono fra l'altro gratuiti, e basta richie- f- O --5 --C--A--R---■!!!!!!!!!~~~__, derli alla segreteria del Centro. - Anche in questo luglio, Urbino S d• annuncia un programma assai denso tu IO per qualità e quantità di studiosi intervenuti. Dal 6 al 10 di luglio si parlerà (con l'intervento di Damisch, Marin, Fabbri, Rosenstil, Calabrese e altri) dell'«oggetto teorico arte», cioè di quanto figura come fenomeno estetico per i più diversi campi disciplinari e che viene analizzato per la sua valenza di oggetto-teoria. Dal 13 al 17 invece (preannunciati fra gli altri Virilio, Baudrillard, Lyotard) il tema è quello delle «figure del transpdlitico» (argomento più volte apparso anche su Alfabeto). Ad uno specifico oggetto di analisi è dedicato il quarto colloquio, che si preannuncia assai divertente: «L'opera: l'occhio, la bocca, l'orecchio», che vedrà impegnati ad analizzare ilmelodramma studiosi di musica, teatro, psicanalisi dal 20 al 24 luglio. Notevoli infine due tavole rotonde, una in qualche modo laterale ai temi del post-moderno che il 17 e il 18 vedrà discutere della «forma delle rovine», ed una compiutamente teorica che vedrà riuniti a discutere del «linguaggio dello scambio» differenti approcci all'interazione linguistica (l'etnometodologia, la pragmatica della comunicazione, gli atti linguistici, l'a nalisi del discorso, la teoria dei giochi linguistici) .. Il tutto in una atmosfera vagamente festiva ed estiva che è per lo più sconosciuta all'ambito accademico italiano, ma che fa di Urbino una delle istituzioni più vicine ad un campus americano che si conosca nel nostro paese. o.e. La prima opera che copre l'intero campo della ricerca estetica. .. I I I ! ! Mik.elDufrenne Dino Formaggio Trattato di estetica Lo sviluppo storico, i problemi attuali, le relazioni con le correnti filosofiche e le espressioni artistiche contemporanee_ 1°volume (storia) L. 7.000 2° volume (teoria) L. 5.000 ...... oO °' ...... (O j Mondadori~
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