Alfabeta - anno III - n. 24 - maggio 1981

Sandor Ferenczi Bogio della psicoanalisi "Chiare e fonnalmente perfette, talvolta scritte in maniera affascinante, queste lezioni sono veramente la miglior 'introduzione alla psicoanalisi' per coloro che non hanno familiarità con questa scienza• (SigmundFreud) Walter'Burkert Homo necans Antropologia del sacrificio cruento nella Grecia antica: la ritualizzazione dell'aggressività, la genesi dei culti religiosi e la loro funzione sociale. Eberhard Curio Etologia della predazione Il comportamento dell'animale cacciatore e gli equilibri dell'ambiente: un capitolo centrale della zoologia moderna. G. Toraldo di Francia M. L Dalla Chiara Le teorie fisiche La scienza sperimentale e i modelli teorici che ne inquadrano i risultati: un'analisi fonnale di grande rilievo metodologico. Giuseppe Cocchiara Il mondo alla rovescia L'utopia di un allegro sommovimento rivoluzionario percorre la cultura dotta e popolare dall'antichità a oggi. Con una presentazione di Piero Camporesi. Boringhieri Intrapresa spettacoli Cooperativa di promozione culturale I grandi interpreti della musica contemporanea Giorgio BattisteDi Percussioni . Autori Italiani (Per un percussionista) Musiche di: Bussotti, Gaudiomonte, Chiari, Castaldi, Battistelli, Marchetti, Madema. Giancarlo Cardini Pianoforte Giancarlo Cardini suona Erik Satie Giusto Pio Violino . Motore Immobile Musiche di Giusto Pio (Per voce, due organi e violino) GiuarloSdiaffiai Trombone Autori Europei (Per trombone solo) ~usiche di: Du Bois, Bon, Cardew, Amman. Schia.ffini.. de Jong. Heider Villa-Rojo. Fnaees Mane U-dti V-wloncdlo Trilogia Musiche di Giacinto Scelsi (Per violoncello solo) Mapailli Crildali/Frallm Boldi Musiche per ambienti progetti sonori per film, supermercati, sfilate di moda, spazii e situazioni metropolitane Per injònnavoni rivolgersi a: httrapraa Via Goffredo Sigieri, 6 20135 Milano Telefoni (02) 541254-541692 Telex 311509~1,TAM Riftessioni so: Umberto Eco, il comico e la regola Mi ha molto colpito nel beli'articolo di Umberto Eco, Il comico e la regola (in Alfabeta, n. 21, febbraio 1981, pp. 5-6) la sua risposta al problema della ineguale tenuta spazio-temporale o del differente grado di universalità che separa le categorie del tragico e del comico. A questo proposito mi sembra possa rivelarsi metodologicamente utile af fiancare alla quadripartizione: tragico ùniversalelparticolare-comico universale/particolare (che, per altro, Eco mette in secondo piano) una ulteriore distinzione. Queste entità possono infatti essere intese sia come categorie astratte ma presenti nella esperienza di ogni uomo, e quindi come elementi del mondo attualizzato, reale, sia come macrogeneri letterari-artistici, cioè elementi che acquistano senso all'interno di svariati mondi possibili testuali. J due tentativi definitori, quadripartito e bipartito, possono essere facilmente messi in relazione: possiamo infatti considerare universali quelle opere tragiche o comiche la cui fabula restiaccettabile (cioè, nel nostro caso, tragica o comica) sia entro le coordinate del mondo possibile testuale sia all'interno di quelle che individuano il mondo attualiu.ato; sono invece da considerarsi particolari quelle opere la cui tragicitào comicità è solo possibile, all'interno del sistema di valori scelto o inventato nel testo. L'operatività di tali distinzioni diviene trasparente a partire dall'esempio di madame Bovary, di cui Eco scrive giustamente: «Questa provinciale eccessivamente pentita dovrebbe oggi farci ridere». È difficile, mi sembra, dare una risposta univoca alla domanda se madame Bovary faccia o non faccia ridere, ed Eco stesso avverte che la sua vicenda sarebbe ridicola, ad esempio, in una società poliandrica o a New York. Trasferiti sul piano del mondo attualizzato i «capriccettiextraconiugali» della Bovary perdono effettivamente ogni tragicità; a questo livello noi possiamo infatti trovare tragiche solo quelle situazioni in cui è violata una regola che è già nostra e sentita come tale. In caso contrario la violazione ci lascia indifferenti o ci fa ridere, come chi sfonda una porta aperta. In questa luce, mi sembra che la distinzione fra tragico universale («lamadre che perde il bambino, la morte dell'amata o dell'amato») che sopravvive e tragico particolare (madame Bovary) che decade conservi una sua ragione d'essere e vada affiancata a quella tra comico universale («la torta in faccia... la caduta del miles gloriosus nella melme») e comico particolare. Ma è soprattutto importante, credo, mettere in rilievo che se la regola deve esseregià nostra perché la sua violazione sia tragica non sembra allora necessario che tale norma sia testualizzata, e i casi di tragico universale citati qui sopra lo mostrano chiaramente: siamo turbati e mossi a pietà dal fatto che ad una madre venga ucciso il figlio senza che ci si spieghi che l'assassinio è abberrante o che l'amore materno è sacro. La testualizzazione della norma diviene utile se non necessaria nel caso del tragico particolare, che non oltrepassa i confini del mondo possibile costruito nel testo; è vero, infatti, che «ogni opera tragicaè anche una lezione di antropologia culturale, e ci permette di identificarci con una regola che magari non è la nostra». Di fronte ad open come Madame Bovary noi possiamo, anzi vogliamo coglierne la tragicità,cioè trasferirci nel mondo possibile che il testo rappresenta; se la regola fosse implicita dovremmo compiere un faticoso lavoro di ricostruzione che ci è invece in parte risparmiato, ma la nostra operazione di decodifica non è forse ugualmente as-. similabile a quella del destinatario di opere comiche particolari, come quelle, ad esempio, di Aristofane? In entrambi i casi, mi pare, noi non siamo immediatamente commossi o divertiti ma, accettando la sfida che il testo ci pone, cerchiamo la strad_ache ci porterà a commuoverci o ridere. Il nostro cammino potrà esserepiù o meno duro ma resta dello stesso tipo e i motivi della sopravvivenza di queste opere sembrerebbero allora da ricercare non nella loro tragicità o comicità, ma altrove. Tutte le citazioni sono tratte da U. Eco, art. cit., p. 5. Paolo Lagorio La Comuoa Balres, oggi Amici di Alfabeta Dal 1O marzo abbiamo iniziato uno sciopero della fame di purificazione da una politica di lottizzazione che o!fende la cultura e minaccia la fiducia nelle istituzioni, un digiuno fatto in nome della speranza: speranza innanzitutto che non rinunciare a lottare sia un cammino giusto e praticabile - perché per insediarci al cinema Gardenia di via Forze Armate 338, struttura in crisi come sala cinematografica, propostaci dal Sindaco Tognoli come sede stabile per le nostre attività, avremmo dovuto cedere 3 giorni la settimana i locali al Psi, che in cambio avrebbe collaborato con il Comuneperlespese diaffeto. 25 milioni li avrebbe messi il Comune, 5 il Psi. A questo punto abbiamo preferito rinunciare al Gardenia, e chiedere che diventi un centro culturale per Baggio, a dimostrazione che vogliamo più spazi culturali liberi, e non una sede per noi, a qualsiasi condizione. Abbiamo anche ottenuto dal proprietario un contratto d' a!fitto a 25 milioni annui, anziché 3O, in modo da eludere la necessità di un intervento del Psi. Bastava che il Comune telefonasse al proprietario, garantendo per noi con una fidejussione pubblica. Ma questo non è avvenuto. Sulla vicenda il Comune non si è ancora espresso pubblicamente, a più di un mese dall'inizio del digiuno, e neppure gli altri interlocutori (amministratori, • politici, intellettuali), tranne la Commissione Cultura di quel Consiglio di Zona, che in un documento avanza richieste simili alle nostre. In questo caso non è in gioco solo il rapporto tra politica e cultura, o tra concezioni diverse di cultura, ma la prospettiva stessa del vivere civile. Nell'Italia democratica, il potere totalizzante dei partiti nega, a chi non si piega alla lottizzazione, il diritto di fatto di esistere, di realizzare la propria identità. Questo purtroppo è coerente con l'inizio di questa vicenda, con l'episodio che ha provocato il nostro sfratto definitivo dalla sede di via della Commenda 35: infatti fu un ritardo nell'assegnazione di un finanziamento comunale, che ci avrebbe permesso di pagare l'affitto dello stabile, a metterci nella condizione di morosi. Per accertamenti - se dovesse essere incluso tra le spese correnti o tra gli interventi straordinari -.il finanziamento comunale fu bloccato per 6 mesi dal Comitato Regionale di Controllo. E questo non è né il primo né l'ultimo episodio scandaloso, anzi è coerente con lo scandalo di 3 anni di impegni precisi nei nostri confronti, assunti e disattesi, ed è coerente con «i rapporti di forza», le «opportunità politiche», e altri eufemismi simili. Ma isteriae censura hanno accolto la nostra denuncia, e si rischia di perdere l'occasione di un dibattito serio su cultura-istituzioni-partiti. Ci rendiamo conto che il temporale ideologico-politico della passata stagione ha lasciato orfani di valori credibili non solo le nuove generazioni, ma la società nel suo complesso di rapporti. È chiaro che quando una società attraversa la fine di un progetto, i rapporti di transizione sono sottomessi all'arbitrio di un pragmatismo speculativo: lottizzare è immorale solo all'interno di un p_rogetto. Senza progetto, lottizzare è una no.rmale pratica di suddivisione del potere. Senza progetto, la politica non può essere che politica di lottizzazione; la lotta e la speranza si riducono alla conquista di spazi; opportunismo, clientelismo, interessi di parte perdono i loro connotati negativi, per diventare attributi dell'intelligenza pragmatica. Per questo ci viene detto che siamo noi gli arroganti e i privi di senso di realtà, se diciamo alle istituzioni «Siate oneste», se diciamo agli intellettuali «Siate coraggiosi», se diciamo ai partiti « Siate belli, ognuno di un colore diverso, come la vostra idea». Allora diventa una colpa dire che amiamo tanto il teatro, che preferiamo non farlo, se deve ridursi a finzione. Allora desta scandalo se, odiando come odiamo la fame, la precarietà esistenziale, la sofferenza, rifiutiamo il desco opulento, figlio della rinuncia e della corruzione. E ci si dice che il nostro digiuno è violento, che le proposte del Psi non sono un tentativo di lottizzazione, che non informare di un mese di sciopero della fame di un gruppo di persone non è censura. E più desta scandalo, ma poca curiosità e poco amor di conoscenza, la nostra risposta a questa situazione: da un anno senza sede, quindi senza poter svolgere appieno la nostra attività, non solo non ci disgreghiamo, ma aggreghiamo nuove persone, e ci fondiamo come tribù metropolitana, con l'obiettivo di abitare noi stessi e la città (i tempi e gli spazi, i rapporti personali e sociali, il cuore e il cervello, l'amore e l'immaginazione), di abitarela vitalontani dalla quantificazione della realtà a cui ha portato lo sviluppo di questa nostra bella civiltà. Camuna Baires a Milano con l'elefante delle scimmie metropoliane Giorgio Morale Mensile a cura del Comitato Regionale Lega Cooperative de~Emilia Romagna Cooperazione. Tanti ne parlano a sproposito. Noi no! Abbonamenti per il /98/ Il numeri Lire 10.000 Inviare assegno o vaglia postale a: Comitato Regionale Lega Cooperative Via Aldo Moro, /6 • 40/21 Bologna ~~ NINA ~Ab~~~.WOLFB\ERM PtTffS?TEINXAf?L ~EINSZTO ll(l!AUSPfNE,TZ[R4DE KRAI. NER WERR#FEA558/NDE R BRUNO GANZ, lbJGRCIDAV ENW, ERNERll[RZOG, KL/lLJS M/lUAfGLRU8tKRL. AUS W Dlf<ER,WIHWfNDERS BOT JJDS TRAUSS, PETER UANDKt, U~LMSANDERS,CLAU !1ANN, llAN5NlAllfCIJLLA, FRA ZN,XA\JIER K OETZ MENSILEOfLLOSPl;TTAcolo- ~'itt E.O\COl..A • a a Una buona caramella deve sciogliersi in bocca come un aforisma, e non c'è -~ p1u. Mensile di informazione e cultura dell'ARCI

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