Glossario: la nuovadestra cNoi vogliamo portare il lettore, con il percorso di cui queste tracce sono i punti fondamentali e con lo stile su cui sono modellati, ad una conseguenza in cui egli debba mettere del suo> (Jacques Lacan) l) I confmi e le sue capitali Peramore della cartografiaspicciola definiamo la cnuova destra» come quel coacervo di teorie della reazione che vanno dalla ripresa dei temi della « Konservative Revolutwn» (fra cuf è necessarw dar conto di quelli contenwi in Arbeiter, Hen:schaft und Gestalt di Emst Jiinger e della sua esegesievoliana. Libro definito straordinarw da due recensori d'eccezwne, Gottfried Benn e Martin Heidegger) al «gramscismo di destra» di Nouvelle Ecole. Dall'anarchismo fascista di Georges Gondinet (l'erede politico dei temi del «romanticismo fascista» di Chateaubriand, Bonnard, Céline, Drieu la Rochelle, Brasillach, Rebetet e, per certi versi, dell' Action Francaise e dei Camelots du Roi) allo «spazio nuovo» di Pino Rauti, continuatore del radicalismo fascista di Adriano Romualdi e del «vu de droite» di Alain de Benoist. Dalla «nuova filosofia fran'tese», alla «nuova economia» della scuola di Chicago e ai suoi fans •neoliberisti» di Parigi. Dalla critica alla scolastica freudiana, di PierreDebray-Ritzen, all'etologia di Konrad Lorenz, allasocwbwlogia degli «enfants de Cain», a partire da Eduard O. Wilson. Senza dimenticare, nel caso italiano, gli eredi del fascismo critico. Più semplicemen- .te, come affermano i suoi protagonisti, la «nuova destra» non esiste. Da qui la sua pericolosità. Essa è, al solido, un'astrazione di comodo che permette di parlare di alcune ipotesi culturali e di identificarle in certigruppi di pressione o in certe discipline. Quello che è reale è, invece, lo sforzo egemonico di concretizzare in un «visto da destra» i temi culturali che dominano questo dicembre di secolo, la sedicente condizione post-moderna. 2) Congiunture infelici. È fuori discussione che il caso della «nuova destra» ha potuto godere di un irripetibile brodo di coltura costituito dall'insieme delle crisi che carallerizzano la scena contemporanea. Esse sono: «la crisi della politica», arrivata ad un punto tale che ogni sopruso del «buon governo» svela immediatamente la violenza di tutti quelli che l'hanno preceduto. È la condizione che i «coltivi operai» definiscono quella in cui ogni rimedio è peggiore del male. La «crisi della ragione», meglio, degli interessi della ragione, da tempo i comunisti sanno che nessuna epoca storica è mai partita da un'ideologia. Crisi che è tutt'altro del «piacere del sapere» e che mescola pericolosamente il ritorno di una consapevolezza popolare e dionisiaca con i miti colti e irrazionali di un neo-classicismo d'accollo. La «crisi dell'idea di progresso», che è poi dire, della formai lavoro e dell'idea di sviluppo. La «crisi dell'economia», invano mascherata come crisi economica o di piano. Questo quadro, paradossalmente, si aggrava nel caso italiano con lapresenza di una cultura cosiddelta «antifascista». Cultura che vanifica - a partire dagli anni di Tambroni-il superamento dei massimalismi ideologici e delle loro parentele autoritarie, fino e ancora al destrismo populista dei callolici. Su questo punto sono molti a prendere luccioleper lanterne. Rimandiamo, per tutti, all'intervistaaccordatadal «sociologo esperto di terrorismo», Sabino rede della vera pietas, della tradizione come amore della vita, quanto al «senso» delle esperienze frammentarie che costituiscono l'identità della sopravvivenza ci sputiamo sopra, almeno fino a quando si potrà costatare che ad esibirlo si ci eleva socialmente più di quanto accadrebbe astenendosi. Quanto ai «soggetti corrnmi,., quando non sono tracce della tradizione sono «macchine». Scrive Baudrillard, eia macchina desiderante non fa che compiere con un solo movimento il destino positivo del marxismo e della psicanalisi», peccato che questo viaggio al termine della notte abbia per capotreno un esperto di autismo infantile come Debray-Ritzen, convinto che esso non sia nulla di più che una carenza metabolica. Von den Bosch scrisse, nel suo Les enfants de l'absurAcquaviva, alla nvtsta della «nuova destra» Elementi n. 2 estate 1979, versione italiana dell'omonima rivista francese, un tempo fucina lellerariadel disperso gruppo francese di «Ordine Nuovo». Come ritorno del rimosso, la «nuova destra», e con essa tul/a la cultura della reazione, non è altro che la brutale realizzazione degl'incubi di ciò che il fascismo storico non è stato nei fatti, sbagliando le sue allenze. 3) I tiasi delle farfalle aptere. Che cos'è il GRECE? Groupement de Recherche et d'Etudes pour la Civilisation Européenne. organismo fondato nel 1968 che ha per emblema un sole crocifisso stilizzato, grazie ad una organiu.azione capillareesso ha organizzato nel corso della sua esistenza almeno un centinaio di convegni e dibattiti su temi che spaziano dalla crisi del sociale all'essenza del politico, dalla psichiatria al cristianesimo, dalla cultura popolare alla tradizione, dalla difesa nazionale allageopolitica, dalla sessualità alla delinquenza, alla droga, dalla critica della società mercantile al femminismo. Al GRECE sono associati altri organismi, essi sono: «Le Comité de Liaison des Officiers et Sous-Officiers de Reserve», «Le Club des Ceni» che raccoglie i militanti attivi del GRECE, «Le Groupe d'Etudes pour una Nouvelle Educatwn» (GENE) che si definisce «gruppo di riflessione e di proposte al servizio di una filosofia dell'uomo e del mondo». li GRECE ha anche un'intensa attività editoriale che va da una collana di monografie e di opuscoli su argomenti «ad hoc» ad alcune pubblicazioni periodiche. Elements, che escedal sel/embre del 1968, Eduteds et recherches, dal 1974. Anche il GENE pubblica una rivista, si chiama Nouvelle Education, esce dal gennaio del 1977. Affianca l'opera del GRECE la rivista Nouvelle Ecole, che esce regolarmente dal 1968, e che, dal 1972, ha la sua veste al/uale. In tutto sono stati pubblicati 35 numeri, ricordiamo alcuni titoli fra quelli monografici: «Riflessione sulla questione del valore», n. 4; « Biologia del problema razziale: genetica e comportamento», n. 7; «L'empirismo logico e la Wiener Kreis», n. 13; «Georges Dumézil e gli studi indo-europei», n. 21-22; «La psichiatria oggi, la scienza contro Freud», n. 23; «L'etologia», n. 25-26, «Patologia della civiltà e libertà di cultura», n. 29; «La svolta nominalistica», n. 33. Fanno parte del «Comité de Patronage» di Nouvelle Ecole, così come risulta dall'ultimo numero, un centinaw di studiosi fra cui: Raymond Abel- /io, Piero Buscaroli (Università di Venezia), Mario Coppieri (Università di Roma), Jean Cau, J. Desmond Clark, Pierre Debray-Ritzen, Léon Delpech, Mircea Eliade, Hans J. Eysenck, Julien Freund, Luigi Gedda (Istituto Mendel di Roma), Vinti/io Horia, Arthur Koestler, Konrad Lorenz, Stéphane Lupasco, Angelo Majorana (Università di Roma), Thierry Maulnier, Carlo Mongardini (Università di Roma), Jules Monnerot, Louis Pauwels, Louis Rougier, Giuseppe Santonastaso (Università di Napoli), Gérald Zwa11g. In un recentissimo volumetto di Giorgio Lacchi, L'essenza del fascimo, ad una domanda di Marco Torchi: «come classificare la nouvelle droite?» Così Lacchi risponde: «Da quando il GRECE è divenuto nouvelle droite. cwè, dal giorno che si è agganciato al carro giscardiano, i rappresentanti di questa nouvelle droite hanno da una parte continuato a ostentare il loro antide, «siamo i fantasmi di una guerra che non abbiamo fatto». anche questa lucidità manca ai divulgatori delle ideologie post-sessantotesche. Con grande senso delle proporzioni dichiara da parte sua Jules Monnerot in Sociologie de la Révolution: «La possibilité d'un guerre de civilisation est apparue en France en mai 1968, et elle n'a pas disparu». L'insistenza giuridica della «nuova destra,. sul carattere politico di ogni idea di forza nasce da questa condizione d'impotenza che si è mascherata da sociologia e che Cari Schmitt vede come il modo di esistenza specifico dello Stato al quale Julien Freund attribuisce. come necessario complemento. l'esigenza di una volontà realmente politica e l'uso dei mezzi che gli sono propri, «quelli specificatamente egualitarismo, ma sempre più insistentemente ad ostentare e sottolineare d' altra parte (e cito qui testualmente i de Benoist, Pierre Via/, segretario del GRECE,i Faye)la loro adesioneal/'antitotalitarismo, alla democrazia parlamentare, a/l'antirazzismo, in una parola all'antifascismo. Tutto ciò è perfettamente incoerente e situa la nouvelle droite, quale è oggi, in un campo che ai miei occhi è ripetizione del campo romantico senza che sia possibile dire se in questo campo essa configuri una sorta di maldestro prefascismo o un tenlativo disonesto di elaborare una forma up to day di demo-liberalismo ... » 4) I nuovi giacobini. Così, i membri del «Club de l'Horloge», si sono autodefiniti in un recentecongresso tenuto a Parigi in vista delle elezioni politiche. Fondato nel 1974, questo club raccoglie gli ex-allievi del/'Ena, la scuola normale di scienze amministrative francese da cui escono i gran commis dello Stato. Qualche esempio, Valéry Giscard d'Estaing, Chirac, Poncet, Rocard, Peyrefitte, Poniatowski. Questo sodalizio si propone di svolgere un ruolo di fucina intellettuale delle forze anticomuniste o, comunque, contrarie al «programma comune» delle sinistre. Con il GRECE, esso costituisce il più forte gruppo di pressione della «nuova destra» francese. Come emerge dalle dichiarazioni, il «Club de l'Horloge» si propone di smascherare i «nuovi feudatari» costituiti dai partiti politici, dalla macchina amministrativa, dalla stampa, dai sindacati, che procedono a suo dire, in un. unico disegno di sovversione contro «il potere politico liberamente eleuo e legiuimo». Ha dichiarato Pierre C/uaenet: « L'apparizione dei nuovi feudatari ha, all'origine, l'impotenza delle forze politiche della sinistra d'ispirazione marxista ad accederenel nostro paese a l'esercizio delle responsabilità nazionali. Così, è stata innescata una strategia indiretta: il partito comunista a scelto la conquista dei poteri locali, quello socialista del potere culturale». 5) Parlar chiaro. Scriveva Konrad Lorenz nel I 940: « Nei tempi preistorici de/l'umanità, la selezione per la durezza, l'eroismo, l'utilità sociale, eccetera, erafalla dai soli fattori esterni ostili. Bisogna che questo ruolo venga ripreso oggi da un'organizzazione umana, altrimenti l'umanità, in mancanza di ft,uori seleuivi, sarà anniemata dalla degenescenza dovuta a/l'addomesticamento». (Zeitschrift fur angewandte Psychologie und Charakterkund.) 6) Quando il delirio si coniuga con l'ipocrisia Destino curioso quello di Julien Freund! Conosciuto nell'ambiente accademico francese per le sue traduzioni di Cari Schmill, egli gode di particolare credito presso gli ambienti della «nuova destra» a Parigi, gli eredi del «fascismo storico» a Roma, gli exgauchisti del movime1110a Bologna. Vediamo. In Dix ans de combat culture( pour une renaissance. edito dal GRECE nel 1977, è citato fra le personalità che hanno collaborato a questo organismo (p.52), i suoi libri sono consigliati come quelli formativi della sua fisionomia (p. 99), per di più, Freund compare fra i partecipanti al primo colloquio nazionale ·di Nation Armée (Parigi, I I aprile 1976) sul tema « Difesa e società». Che cos'è Nation Armée? Un comitato «de liaison des officiers et sous-of ficiers de reserve» con lo scopo di «riconciliare la nazione al suo esercitoe di opporsi allasovversione». li suo nome, politici della forza e della costrizione o. nei casi eccezioni, della violenza». Cosi, a fianco della ineguaglianza, l'altro tema (ematico della «nuova destra» è quello della specificità del politico. attraverso esso l'ineguaglianza può costituirsi an sich, come principio scientifico di una non meglio definita scienza della corn1,mità,del tçrmitaio umano. li politico, prosegue F'reund, è «un'essenza. nel doppio significato in cui. da una parte è una delle categorie fondamentali. costanti e inalienabili dell'esistenza e della natura umana, dall'altra. una realtà che resta identica ·a sé. malgrado le variazioni di forza, di regime di frontiera». 3) La«nuova destra» e il compimento del politico Attraverso il «politico» la reazione naturalmente, è fra quelli del «Comité de patronage»di Nouvelle Ecole, sul cui ultimo numero c'è un suo saggio su • Georges Sorel (n. 35, inverno I 979-80, pp. 21-31). A Roma, Freund collabora con la «vecchia destra», quella che fa capo ali'Istituto Volpe e allarivista La Torre. Partecipaai suoi congressi e ha fallo, di recente invitare ad uno di questi anche un suo assistente, Miche/ Maffesoli, exgauchista. A Bologna, infine, pubblica per i tipi della Cappelli Editore. Di lui sono usciti gli aui di un convegno su «violenza e città» (organizzato dall'università di Grenoble nella quale insegna). li suo assistente,poi, è nel comitato di redazione della collana, direi/a da Pietro Bel/asi. Questi, ad un leuore che gli faceva notare, in una lettera a Panorama quanto anche noi abbiamo riportato, rispo11devaaccusandolo di apprendistato inquisitorio, quanto a lui, si sentiva in buona compagnia, sia al di qua che al di là delle Alpi (Cfr., Panorama, Milano, 17 seuembre 1979). 7) Che cos'è il gramscismodi destra? Possiamo far risalirele tesi sul «gram• scisma di destra», nella elaborazione di Alain de Benoist al 1972-73, esse, comunque, sono espresse nella Loro forma compiuta in una relazione tenuta al «Secondo Congresso Internazionale per la Difesa della Cultura», tenutosi a Nizza nel settembre del 1974, organizzato dalla «Cidas», di Torino, e avente per titolo, Conoscenza per la libertà A questo congresso -cui facciamo risalire il primo incontro organico fra «Nouvelle droite» e l'area neo-fascista italiana che si aggregheràintorno a «spazio nuovo» di Pino Rauti - parteciparono fra gli altri, Mario Abate, Jean Cau, Pierre Debray-Ritzen, G. Meno/li de Francesco, Paul K. Feyerabend (in Italia conosciuto come «epistemologo anarchico», in Francia e negli Usa come anticomunista) Julien Freund, Pietro Grasso, Stephane Lupasco, Thomas Molnar, Carlo Mongarèlini, Louis Pauwels, Camilla Pel/izzi, Armando Plebe, Mircea Popescu, Sergio Ricossa, Valerio Tonini. La prefazione agli aui è di Ernst Topitsch, che trova il modo di lamentarsi dei «gravi mutamenti avvenuti in pochissimi mesi da Saigon a Lisbona» (cioè, la fuga americana dal Vietnam e la rivoluzione dei garofani portoghese). Nella sua relazione, sulla dialettica delle forme natura-cultura, Alain de Benoist rileva: « li grande teorico di questa impresa di sovversione del politico con la cultura è l'italiano Antonio Gramsci. Nei suoi scriui dal carcereegli ripensa tu/la la praxi del marxismo-leninismo e riflette, in particolare, sul grande scacco socialistadegli anni '20. Egli ne identifica le cause nella conduzione fra la società politica (economica e materiale) e la società civile. li grande errore è consistito nel credere che lo Stato possa ridursi ad un semplice apparato politico. Ora, lo Stato non è che un apparato di coercizione. Per il suo apparato 'civile' (intel/euua/ee morale) che copre lacultura le idee, i coswmi, la tradizione, fino ad arrivare al senso comune (le verità evidenti), esso organizza l'adesione degli spiriti ad una visione del mondo che lo conforti nell'esercizio del potere e dell'aworità. Se Lenin ha potuto impadronirsi del potere è stato solo perché la società civile in Russia era inesistente. In una società sviluppata la presa del potere politico implica la presa preve111ivadel potere culturale. Essa non passa né per i putsch, né per il confronto diretto, ma per la sovversione degli spiriti... Di questa opposizione fra 'culturale' e 'poin Europa mantiene in vita le forme della sovranità e protegge lo Stato dalle evidenze profane della critica comunista. Protezione che è, in gergo psicanalitico, prima di tutto una forma di nutrimento. (Se non insisteremo troppo sul fenomeno del liberalismo è perché esso non è che un effetto delle tesi sulla ineguaglianza sociale, accettate queste il resto è conseguenza!) Ln fact, il cadavere del fascismo storico è questo pasto sacro del politico nell'epoca degli effetti di Yalta, cibo che induce alla complicità con le id_eologie crepuscolari del vecchio mondo, a cominciare da quelle che vogliono la politica come «un'attività sociale che assicura con la forza l'unità della comunità verso l'esterno e garantisce l'ordine contro le lotte intestine» (Freund). litico', rivista e correi/ada Gramsci, noi possiamo trarre una grande lezione, a cominciare dalla consapevolezza che una maggioranza ideologica e culturale conta più, oggi, di una maggioranza parlamentare. La prima annuncia la seconda, la seconda senza laprima non dura molto». 8) 20 giugno 1976. Questa data è importante nella storia italiana della «nuova destra» perché segna la fine per il« Movimento Sociale Italiano» sia di un ipotetico ruolo di partito di governo che della sua funzione di «opposizione», in altri termini, è liquidato, formalmente, dal sistema parlamentare italiano. È Rauti, ilprimo, ad accorgersi di questa mutazione dello scenario politico. Già il I3 luglio egli scrive: «Oggi come oggi dobbiamo spostare il tiro e fronteggiare il Partito Comunista togliendogli voti, per farlo dobbiamo scegliere una tematica nuova, puntando più incisivamente sui temi sociali, sostenendo libertà, pluralismo e partecipazione». E, qualche mese più avanti: « Per evitare di essere risucchiali o schiacciati dal bipartitismo è necessario cambiare politica... occorre tornare ad essere credibili a livello di consenso di massa, di mondo giovanile, di ambienti e categoriequalificate. Occorre, adesso e prima che sia troppo tardi, riprendere le tematiche essenziali che sono state dimenticate o emarginate... Mentre la nostra linea politica andava a scadere agli occhi dei più, nella palude vischiosa e paralizzame del mero anticomunismo conservatore e qualunquistico, la cosiddetta cultura di destra, un passo dietro l'altro, andava ad esalaresospiri quasi gozzaniani e fin-de-siècle sui sofà dei salotti dell'alta borghesia... la cu/1uraoggi è 1111 impegno di lolla, è una vera e propria arma, ha un suo spettro opera1ivoe di azione concreta infini1amen1epiù vasto che nel passato. Oggi la cultura è politica». Da qui una serie d'interventi e d'i11iziative culturali che vanno dalla cultura alternativa («Campo Hobbit», La voce della fogna, Cheyenne) al cinema (Machina) alla fantascienza (Dimensione cosmica) allacultura e allajìlosofi:1 (Elementi) al foglio di agitazione metapolitica e leueraria (Linea) e poi, alle «radio indipendenti», ai concerti, ai gruppi ecologici, ad una serie di case editrici impegnate, da una parte, nella ristampa anastaticadegli au1ori«maledeui» (Céline, Evo/a, Sorokin, eccetera) dall'altra alladivulgazione delle lesi della nuova destra francese (in particolare Le edizioni del Labirinto, Lede, Edizioni del tridente, Seuecolori, Akropolis, eccetera). (Si cfr. Giuseppe Bessarione, Lambro-Hobbit, Roma, 1979). • 9) li corpo femminile. La partecipazione femminile all'avventura della «nuova destra» è praticamente nulla. li caso di Eowin è un'infelice eccezione che conferma l'assenza. Tanto vale, se il tema è quello dell'ineguaglianza sociale e della gerarchia ricordare, a mo' di congedo, dove questa finisce. Ce lo dice Breton in alcuni versi del suo poema dedicato alla parricida Viole/le Nozières - a cui, per amore, si può anche perdo11are d'essersi accompagnala con «quel giovane che vendeva /' Action Française» nel Quartiere Latino: « Davanti al tuo sesso alato come un fiore delle Catacombe/I Stude111ivegliardi giornalisti ve11duti falsi rivoluzionari preti/I Giudici/I Avvocati traballanti/I San bene che là ogni gerarchia finisce». G-E.S. È nella natura di questo pasto sacro la ragione del crimine dei crimini - l'antisemitismo - che Adorno definì, -· con sorprendente anticipazione, limite assiologico dell'illuminismo. Esso imbandisce le tavole della comunità ~ cristiana, l'altra faccia; in termini dia- ., lettici, della civilisation celtique. Il dio• -!S della croce/spada e gli dei del martello r della buona morte sono l'ombra oscu- ...., ra sulla ragione del mondo hegeliano ~ che mira a rovesciare la terra sul cielo della metafisica.· In questo ambito va letta la definizione di René Lacharrière del fascismo come «le terra in maudit de l'intel- ~ ligence politique», perché esso è capace di contrapporre a chi offre solo un'esaltazione irrazionale del mondo ~ (i marxismi) un'esaltazione politica, Ì all'interno del mito della democrazia ,:;
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