frontidichinonlacondivide» (G. Galli, op. cit, p. 13)? Quanti fanno attivamente argine comro l'equazione fascista lotta al terrorismo= illegalità contro terroristi veri e presunti e contro le idee del dissenso? In quell'equazione, la pena di mane c'è già, come dinwstra, ad esempio, via Fracchia. Sono molti gli impegnati in una lunga marcia verso le corporazioni che spregiano en marxiste la «legalitàformale», reputando «evidente che una difesa formale della legalità è anche un aiuJo sostanziale al brigatismo». Quando uno di questi giovani leoni addomesticati introduce gli aggettivi marxisti «formale» e <sostanziale», c'è da sentirsi accaponare la pelle. Quanta magUna orazione censoria Vorrei fare qualche breve chiosa alla lettera di Ruggiero Romano sui vecchi preti e sui nuovi teologi. Ho molto rispetto per l'Enciclopedia Einaudi, ed apprezzo la sua intenzione di evitare ogni blocco delle conoscenze attorno ad un <Centro». Non ci è data oggi conoscenza che non sia frammentaria, ed il suo valore formativo sta nel porsi come tale. Poiché la teologia è stato il modello storico del sapere totale, è forse inevitabile che tale progetto si accompagni con una punta di passione antiteologica. L'Enciclopedia Einaudi ha il merito di non nascondere i suoi presupposti che appaiono nel carauere rigorosamente selettivo delle voci e d'altro lato di non implicarli in nessuno dei suoi giudizi. Un teologo non è in ragione dellasua professionalità escluso dal poter capire ed apprezzare questo metodo. Oò non toglie che il teologo possa chiedere che il suo frammento goda di qualche maggiore attenzione. Il presupposto della «perdita del Centro» è condotto, su questo punto, dall'Enciclopedia in modo eccessivamente militante. Capisco che Romano assuma l'atteggiamento libertino: «se Dio esiste va sfidato, guerreggiato, distrutto». Ma questa guerra si conduce abolendo il nome di Dio (e non quello di dei, di divino, di diavolo) dalle pagine di un'enciclopedia? È forse preferibile affrontare qui la crux del problema: se assumere la <negazione»di Dio (come modello del Centro) quale presupposto, e dare a tale presupposto una figura militante non conduce questo pensiero decentrato e negativo nella forma teologica dell'antiteologia. L'affermazione e la negazione si situano sul medesimo livello, all'interno di una identica formalità. Non voglio con ciò attribuire a Romano lo status del teologo, che egli mi nega, né quello del catecheta, che invece mi attribuisce. È possibile parlare della rete dei modelli dell'uomo, facendo di quello religioso un antimodello? se la teologia ha abusato nel porsi come la forma del sapere, non è un eguale abuso toglierle ogni attitudine conoscitiva, e quindi negare ogni capacità di conoscere l'esperienza religiosadall'interno di essa? La negazione militante può essere una forma di subordinazione rovescia- /Il, mentrel'anenzioruc:ritica,anchese non è libertina, può essere liberante. Romano capirà che mi interessa il problema e mi spiace che un rapido accenno a quelli che mi sembrano i limili di alcune voci religiose dell'Enciclopedia abbia poi ridotto il mio interesse a pretesto di una orazione censoria. Ringrazio della pubblicazione. Gianni Baget-Bozzo gior dignità nel «generico umanitarismo formale» di Amnesty lnternational Ma si può ritenere, pacatamente e razionalmente, che la pax romana non ci sarà. Riusciranno forse ad imporla alla «superficie dell'oggi», ma non al movimento realeeprofondo delle cose. Il piccone che demolisce con metodo le fondamenta stessedel Palazzo è sempre ali'opera, ed anzi reso più devastante da quest'effimera vittoria dell'ordine sotto il cielo. Negli interstizi della società, nelle pieghe delle masse, ed anche nell'intellighentsia non subornata (non importa se di cultura marxista, liberale, riformista, anarchica; purché sia vera cultura, Risposta ad Omar Calabrese. Alcune proposte per sparlare ancora della censura Le mie occasioni: «E Baudrillard scopre il fascino fascista. (La tragica vicenda di Osvaldo Valenti e Luisa Ferida...)», di L. Coen, La Repubblica Giovedì 13 Novembre 1980 [A] «Valenti affascinante? Era solo un disgraziato», di G. Bocca, La Repubblica Venerdì 14 Novembre 1980 [B] «La Grande Censura», di O. Calabrese in Alfabeta, n. 19, Novembre/Dicembre 1980 [C] Questo intervento si colloca ai margini, letteralmente: «tra i», dell'articolo di O. Calabrese sulla Censura, insinuandosi negli interstizi, anzi, 'nelle spavemose voragini che quell'indagine ha disvelate. Si vuol segnalare un altro esempio o, forse, modo, di Censura, sullascorta di quei rendiconti gravitanti attorno al lavoro teatraledi Gian Marco Montesano (Fascino), il cui Discorso non va disgiunto da quello di Baudrillard, quest'ultimo riconoscendo, in quella pratica teatrale, l'immagine concretadel proprio Discorso teorico sulla Seduzione. Ne scrivo perché non solo ritrovo in questo «Caso» le modalità de/l'addizione segnalata da Calabrese, da cui risulta un «diverso oggeuo AB», ma anche, e soprauuuo, perché il Discorso Censorio (che non sempre esplicita all'analista le proprie Norme e le proprie Prescrizioni) si presenta in tutto simile al processo semiotico della Società Medievale (e rimando, senz'altro aggiungere, alla Corti e a Lotman) per cui esiste solo ciò che il Pensiero Ufficiale ha ordinato (nel senso di «censito e classificato» e nel senso di «obbligo ad utilizzare determinate forme che lo, istituzione, ho già scelto per te»), bandendo il non-classificato con molteplici formule correuive: Errore, Immorale, Peccato, Folle, Malato.... Si prospetta, perciò, la possibilità di allargareil Discorso sulla Censura verso aree che appartengono realmente alla vitad'ognuno (Lavoro, Università, Sociale, Amore, Famiglia...) nel conjliuo struuurale tra il proprio Senso Individuale (la cifra di ognuno) e il Senso già scelto dal Catalogo, dalla Grammatica. La truffa souintesa allemetafore che compariranno in questa scrittura varrà come atout per un Discorso sulle Censure che tutti viviamo, ·di cui alcuni discorrono e, in numero certopiù esiguo, che alcune scritture tentano di corrodere trovando, ironia del paradosso, proprio in esse - Censure-lo Spazio privilegiatodella propria affermazione, della propria Parola. E ancora: queste metafore maschereranno discorsi e categoriepiù precise che la riflessione teorica di questi anni ha varato, articolando, invece, un Discorso che ha le sue radici più nella Pratica, nella Scrittura; e forse storpierà (da dietro la maschera) o amplificherà(chissà!)quei Discorsiordinati, più composti, meno accaldati; più inclini allo scandaglio e alla rappresentazione (sacrosanti senz'altro, ma...) che alla ribellione (... forse, l'unico Segno Vivo, questo della Ribellione, in un universo di segni rattrappiti, nella loro potenzialità dai tentativi di una globale e un po' asettica descrizione del loro processo funzionale). Si .tratterà d'articolare un Discorso, .e non belletto del parere), si resisre.Resistono avvocati, giudici, giornalisti, professori, e soprattutto si può nutrir fiducia che resistono e resisteranno gli oppressi. Sforzi di riaggregazionesono in auo, anche se su punti minimi: a)distinguere rigidamente tra loua politica ed ideale al terrorismo ed il tentato annientamento fisico e morale dei terroristi, veri o presunti; annientamento che passa anche attraverso l'abbandono della «legalitàformale» e l'acquiescenza delle «pratiche barbare» di Dalla Chiesa. Tra l'altro, questa rigida distinzione tra terrorismo e terroristi implica la rinunciaad ogni mentalità seuaria dapiccolo gruppo, e l'obbligo di criticarele illega- ·dipraticare una Scriuura in opposizione ad una Censura, ad una Chirurgia di Potere di cui l'articolo di Bocca è la sineddoche, il classico esempio di Intervento: Cesoia per la Sutura. Argine mitico (perché mitizza la Terra, la materia che utilizza, ma senza mostrarla, senza direperché: l'ordine non ha altra ragione - o senso - che se stesso) alla fuoruscita del (Bocca) «torbido» pus della non-norma. Tragico esempio di ospedalizzazione di un Discorso, esplicitamente evocando [ C] « il fantasma di un» Discorso «nemico». (B: «un acido che riesce a corrodere persino la Tragedia»). Meccanismo perfeuo, oliato dalla consuetudine, dall'Uso Comune, dal Consenso Medio: /'allo linguistico d( Bocca (l'indice puntato su) accusa e si schermisce, condanna (nessun «timbro di permesso sul retro») e svela il Nemico inscenando un Discorso (censorio) che gravita auomo ad 1111 Senso e ad 1111 Discorso assoluw111e1u1e11edid, i Tradizione, Colleuivi in quanto d'Uso Comune (= dalle Norme e dalle Prescrizioni ormai divenute un sostrato comune non più rivitalizzato, peggiore dell'ingiunzione medesima), entrando in collisione con un Discorso che si configura come investigativo, deautomatizzante, demistificante: interrogativo e non affermativo. Non conforme. La grammatica del Discorso di Boccaprevede (=ha censito) come normalità ( = normativamente = coercizione): Resistenza + Partigiani + Uccisione dei fascisti Valenti e Ferida = faui positivi e ufficiali. E ancora come regola ufficiale, ma di segno opposto: Fascismo - fascisti, tra i quali Ferida e Valenti = ciarpame, rollami. E ancora, ormai in prossimità del divieto: i partigiani uccidono V e Fin quanto fascisti = Regola positiva contemplata dal Codice. All'opposto: i partigiani uccidono V e F. perché «immagine affascinante e seducente» (Baudrillard) = Discorso escluso dal Codice, non censito dal Codice, o, meglio, censi{a è la sua coniugazione secondo una logica (= regole) preventivamente archiviata con i cartellini: Immorale, Ridicola e Cretina (troppo prossima quest'ultima parola alla sfera semantica della Follia, di cui rappresentalaparafrasiabuonmercato,spiccioli di una Ospedalizzazione e del/'atto linguistico che addita il Folle). Si insinua, allora, un'Ombra Censoria che si configura, sì, come Inquisizione, come Paradigma, come Gra~- matica: una Retorica di Potere, un Cortegiano dalle mode accettate dal Consenso Unanime (sempre passivo questo, sempre troppo rapidamente e troppo silenziosamente pronto al Sì); ma litàe le istrullorie oscene anche quando riguardano i fascisti; b) denuncia delle turpitudini morali e aberrazioni giuridiche connesse all'art. nr. 4 sui pentiti; e) difesa accanita degli spazi ideali del dissenso anche più radicale. Se si acce/lasse oggi che non si possano più insegnare, scrivere, propagandare idee marxiste-leniniste, autonome, anarchiche ecc. domani toccherebbe a tulle le altre idee non grate agli istruuori dei carabinieri, comprese quelle garantiste, pluraliste, sindacali. E da ultimi toccherebbe anche a voi, ex duri corporativizzati, ma con ignominia: «E voi, che non siete né caldi né freddi, io vi vomiterò dallamia bocca». anche come evocazione del fantasma della Follia. Fantasma da odiare, da isolare,da recludere, da ridurre ali' l nesistenza del Silenzio (in tulle le sue varianti di: Internamento, Interdizione, Lobotomia, Eleuroshok .. .). E, forse, la «convenienza (per l'istituzione)» di cui giustamente parla Calabresecirca il Discorso Censorio come Censimento potrebbe averecome «profondo» la contaminazione delle due metafore di Retorica e Repressione della Follia. Entrambe assicurerebbero ai propri Discorsi un Ordine (acceuato, assimilato, intelligibile; dalle Norme e Prescrizioni che scivolano sempre più nel Latente perché mai esibire, anzi, quasi sempre solo rappresentate da Discorsi che ad esse ritualmente riecheggiano) contro un Discorso, quello da censurare, che non ha Ordine (= non ha le regole dei Consensi), che deve continuamente giustificarsi dando i propri presupposti, le proprie generalità;meuendo in scena siase stesso, sia la propria significazione. (Il conveniente diventa, allora, il Dover trovare le tare da estirpare e maledire.) E si pensi ali' Internamento (non più metaforico) del Discorso del Dissenso Sovietico o al Manicomio di Charenton che vietò l'uso dellapenna a De Sade, e si pensi alle nostre censure quotidiane nel lavoro (ciò che l'Ordine ci impedisce di essere e dire), negli esami; e si pensi un po' a tulio quello che si vuole... Censura come Castigoe Correzione: e allora il Discorso di Bocca è Articolo del Codice, l'Ordine eh~reprime con la matita blu gli errori (con termine rubato ad un'altra imponente Officina di Censura: la Scuola) di «Cancello». Si può iniziare a sospeuare che .un Discorso sulla Censura non possa limitarsi a descriverla nella sua normativa ai (Calabrese) «modi di produzione, messaggi e realtà ammessi o vietati». Credo esista un rovescio, una forma obliqua che auraversa la Censura nel suo limite: questi Corpi Santi, questo Catasto non riesce a censiredimensioni e prospeuive altre. Le spesso fiacche rilevazioni e gli strumenti stantii del Cancro/lo e della Codificazione s'infrangono ai bordi di spessori irriproducibili. La Mappa Catastale non ha spessore: e allora si vietano ( = auraverso una combinazione di contraili e regole di riproduzione si annullano) la Profondità, le Dimensioni Diverse, Plurime, Complesse. Censura può essere, allora, oscurantismo, produzio.ne di clichés di senso, immobilizzazione di senso: assenza di creazione. Così prospeuata la Censura appare come un'Etica che non s'addice più ad un Pensiero, ad un Tempo che ha scavalcato, nel Bene e nel Male, i precedenti limiti (quei limiti o regole fissare dalla Grammatica in una dellepiù turpi censure, nella più desolata Assenza di Referente e Significato: il Senso Comune, elevato eticamente con l'auributo «Buon» a giustificazione di ogni Internamento). E sipensi, aquesto punto, a comeil (Buon)SensoComuneo Verità Ufficiale censurò il Discorso Igienico di Semmelweiss, assassinando (fuor di metafora) le puerpere degli ospedali viennesi, infeuate da un Codice Ottuso e Putrescente. Che fare in questo Medioevo? Che sarà dei Vagantesche gramignano qua e là.... Enrico Prada Intrapresa spettacoli Cooperativa di promozione culturale Tutto il pianoforte di Erik Satie Giancarlo Cardini Programma A Giancarlo Cardini suona Erik Satie (Per pianoforte a due mani) Programma B Giancarlo Cardini suona l'opera completa per pianoforte a due mani di Erik Satie Durata quattro ore e mezza ca. Juan Hidalgo, Walter Marchetti Vexatio11s(1893?) di Erik Satie Pour se jouer 840 fois dc suite ce moti(. il sera bon de se préparer au préalable, et dans le plus grand silence, par des immobilités serieuses. (Per due pianoforti) Durata prevista diciannove ore ca. • Adriano Bassi, Italo Lo Vetere Tutto il pianoforte a quattro mani di Erik Satie Le contaminazioni della voce Von Bonazza Zorro o la lettura Immagini della voce. immagini del silenzio Giancarlo Cardini Cardini, Solfeggio parlante per voce sola (1973) di Paolo Castaldi Corrado Costa Leuure di poesie dedicare ai piuori Poesia Lineare Futura Poesia Sonora Anrologia storico critica della poesia sonora Mimodeclamatori: Valeria Magli e Arrigo Lora Totino Juan Hidalgo e Walter Marchetti Mesostinarostics I e 2 di John Cage (Per due voci) Valeria Magli Poesia ballerina Azioni danzate su testi poetici Musiche di John Cage, Marce! Duchamps, Erik Satie, Demetrio Stratos Costumi di Cinzia Ruggeri Luci di Fulvio Michelazzi Regia di Lorenzo Vitalone Giulia Niccolai Harry's bar e alrre poesie Adriano Spatola Poesia Sonora Arrigo Lora Totino Poesia Ginnica, Poesia Liquida Azioni verbo/mimiche Giuliano Zosi Ur So11are di Kurt Schwitters Voce di Giuliano Zosi (Per voce sola) Produzione «Suono Giallo» I grandi interpreti · della musica contemporanea Giorgio BattisteUi Percussioni Aurori Italiani (Per un percussionista) Musiche di: Bussotti, Gaudiomonte, Chiari, Castaldi, Battistelli, Marchetti, Maderna. Giancarlo Cardini Pianoforte Giancarlo Cardini suona Erik Satie Giusto Pio Violino Morore Immobile Musiche di Giusto Pio (Per voce, due organi e violino) Giancarlo Scbiaffini Trombone Autori Europei (Per trombone solo) Musiche di: Du Bois, Bon, Cardew, Amman. Schiaffini, de Jong. Heider Villa-Rojo. Frances• Marie Uitti Violoncello Trilogia Musichedi GiacintoScelsi (Per violoncello solo) Magazzini Criminali/Franco Bolelli Musiche per ambienti progetti sonori per film, supermercati, sfilate di moda, spazii e situazioni metropolitane Per informazioni rivolgersi a: Intrapresa Via Goffredo Sigieri, 6 20135 Milano Telefoni (02) 541254-541692 Telex 311509/SITAM
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