Alfabeta - anno III - n. 23 - aprile 1981

nella versione che propongo del modello di SchmiJt: il criJeriodel politico non identifica in alcun modo un ambito «concreto panico/are>, ma - come scrive SchmiJt - «solo il grado di intensiJàdi una associazione o dissociazione di uomini, i motivi dei quali possono esseredi natura religiosa, nazionale (in senso etnico o culturale), economica o di altro tipo e possono causare,in tempi diversi, differenti unioni e separazioni». La distinzione amico/nemico è stata ovviamente associata, in una versione alla G. RiJter, alla storia continentale del confliJto territorialefra stati. Essa è in questo caso connessa allo spazio (nel senso dei confini, dei limiti, della nascita, della appartenenza a un intorno fisico, ecc.). Tuttavia, non credo sia solo interessanteper questo aspetto che concerne il «versante esterno>(in contrapposizione al «versante interno», alla Easton, erede in questo casodi Thomas More piuttosto che di Machiavelli). Essa è imponante anche perché introdurre il presupposto del pericolo o della paura da affiancare allascarsità. Tuttavia, la paura è a sua volta connessa alla dimensione del tempo, de/l'incerteua, dell'imprevisto. Questo è esattamente il secondo punto che metterei in luce a proposi/o del modello di SchmiJt. Sviluppando le ormai classiche analisi di Weber, SchmiJtosserva (equi, del resto,prende corpo il tipo giuridico decisionista) che in ogni caso l'intensità della distinzione amico/nemico investe situazioni in cui è sospesa l'ordinarietà, in cui non è possibile «seguire una regola». Sono casi critici («è sempre politico il raggruppamento orientato al caso critico»). D'altra parte, il caso critico è quello in cui lasospensione dellanormalità priva di successo le norme e richiede, per la soluzione del problema, la decisione. Se ora congiungiamo il punto I) «il criteriodel politico si basa sul grado di intensità delle associazioni o dissociazioni> e il punto 2) «politica, crisi e decisione sono associate», possiamo concludere nel modo seguente la ricostruzione del modello di Schmitt. Definiamo propriamente politica ogni situazione che I) implichi la massima intensiJà di conflitto, dissociazione e associazione e 2) implichi il caso critico e la necessità di decisione. Come terzo punto della versione di Schmitt, aggiungerei che ci troviamo propriamente di fronte alla «ubiquità», come è stato osservato, tra gli altri, da G. Sartori, della politica. Nel senso che l'intensilà e la soglia critica,propria del poliJico, sembrano raggiungibili a partire da più di un ambito locale (non nel senso che tutto è politico, ma che più di un ambito può esserlo). In questo caso diremo che un ambito (un «centro di riferimento») è politico in quanto in esso assume lamassima intensitàil confliJto, l'associazione o la dissociazione. «Se adottiamo la prospettiva etnologica, vuol forse dire che spieghiamo la filosofia con l'etnologia? No, vuol dire solo che spostiamo il nostro punto di vista molto al di fuori, per poter vedere le cose più obiettivamente». U modello del contratto 2. li mio secondo punto consiste nella presentazione e nella discussione di un modello in grado di rendere conto, con sufficiente profondità -e meglio di altri à disposizione - degli slittamenti del politico intorno a cui ho concluso le osservazioni sul primo punto. Chiamo . questo modello, il modello del contratto. Esso implica l'adozione di una logica e di un metodo contrattualistici e sembra in grado di gettàr lucesullapluralità degli ambiti del politico, dei soggetti e delle identilào, ancora -per dirla con Schmitt, - sulle politicizzazioni e spoliticizzazioni (neutraliuazioni) dei diversi centri di riferimento della società. Perpresentare il modello del contratto, mi riferirò I) alla formulazione di esso nel programma di Hobbes, 2) alla definizione di Weber del tipo razionale di legittimazione de~'autorità, 3) per quanto di scorcio, alla più recente riformulazione della logica e del metodo contrattualistici nell'etica di John Rawls. lntrodurrò così nell'esposizione una particolare tensione tra politica e etica (nel senso della giustificazione di scelteepreferenze) che mi consentirà di passare al terzo, e ultimo, punto in cui essa sarà sommariamente ripresa nelle ba1111f1ineali (com "è11010s,empre piuttosto difficili). luce sulla logica e sul metodo contrattualistici. Seguendo un suggerimento di Bobbio, sipuò assumere che un buon modo per render conto della struttura del/'argomentazione di Hobbes intorno alla politica come esiro di costruzione, sia quello di contrapporla alla versione della politica come storia naturale che ha in Aristotele la sua scena primitiva. Si pensi, per esempio, alla critica che Hobbes formula nel De Cive alla canonica definizione aristotelica del/'animale politico: «il consenso delle creature animali è naturale, quello degli uomini solo per patto, cioè artificiale». li primo non implica in modo proprio uno schema volontario di azione o di scelta; mentre il secondo coincide con quello che chiamo uno schema di ingresso in società. È proprio della natura, per esempio, il fatto che nessuno -a quanto ci risulta -scelga di nascere. È un casoappunto di ingressonon volontario. Al contrario, uno schema di ingresso volontario è quanto soggiace al (econtraddistingue il) modello del contratto. Possiamo quindi dire che I) unapluralitàdi individui e gruppi, considerata -quanto alle regole d'interazione - indipendentemente dalle scelte coincide con una società o stato «naturale», e, all'inverso, 2) uno stato politico coincide con una pluralità di individui e gruppi, considerata non indipendentemente dalle scelte degli stessi, quanto alle regole d'interazione. A proposito della democrazia (che ha certo a che fare con il modello del posizione originaria, sarebbero oggetto di scelta. Concludiamo che laposizione originariaproduce lo schema di ingresso nella società (giusta), indipendentemente dalla natura e dipendentemenre dalla scelta. Come è facile vedere, il modello è coerentemente artificialista.Non c'è alcuna ragioneper cui le cosestiano in un cercomodo se non quella per cui esse possono essere considerate come esito di scelta. Osservo che questo ha naturalmente a che vedere con l'obbligo politico: nel senso che la lealtà,espressa nello schema di ingresso, alle istituzioni che soddisfano i requisiti che sono (o possono essere) esito di scelta nella posizione originaria, viene revocata nei confronti di quelle istituzioni che non li soddisfino: si ha qui la giustificazione di uno schema di uscita e di ritiro della lealtà,per usare-un po' liberamente-i termini di A. Hirschmann. Come scrive Rawls, «la giustizia è la prima virtù delle istituzioni sociali, come la veritàlo è dei sistemi teorici. Una teoria, per quanto elegante e economica, deve essere rifiutata o rivista, se non è vera; allo stesso modo leggi e istituzioni, non importa quanto efficienti e ben congegnate, devono essere riformate o abolite, se non sono giuste». Ragione e tradizione 2.3. Nella posizione originaria si statuiscono regole. Esse sono oggetto di sceltae costrutti, alla luce dei quali possiamo valutare (giustificare o no) l'assetto delle istituzioni. /11 quanto esiti di tuire regole la cui vigenza e cogenza sono fatti e non costrutti? Sono dati naturali e non soluzioni di problemi? C'è, nel caso tradizionale, un debole senso delle alternative; anche perché sembra ve ne sia una sola che è la trasgressione. Essa è comunque ingiusta o cattiva o falsa. Si pensi all'atteggiamento nei confronti di leggi di natura; nessuno trova interessante trasgredire la legge di gravità. Qualcosa del genere accade con la legittimità tradizionale in cui le prescrizioni valgono come descrizioni (leggi di natura). Non si può chiaramente che consentire con le «descrizioni» (il dissenso è infatti indice di follia o di stupidità). All'inverso, il tipo razionale implica . che le regolesiano per principio «statuite», esiti di pattuizione o costrutti razionali (nel duplice senso weberiano, rispettoallo scopo e rispetto al valore). Un buon modo fiFrillustrarela differenza crucialefra tradizione e razionalità (intesa in questo senso specifico) può esser quello di considerare lo slittamento nella «politica della verità» che contraddistingue la cosidetta rivoluzione scientifica moderna. Questo nesso è d'altronde notoriamente importante anche nelle analisi storico-comparate di Weber. La differenza è tra una verità considerata (accettata) indipendentemente dalle procedure e una veritàche è tale (o meglio: è accettatacqme tale) solo in questo esito di costruzione e in virtù di essa. Accetterò come «vero» (e quindi riconoscerò la coge11za o esprimerò l'assenso solo a) quanto potrò riconoscere come esito di procedure sottoposte a certi vincoli. È il caso, appunto, del mutamento della fame di legittimitàdella verità. 2.4. Proviamo ora a concludere le osservazioni su questo secondo punto, 1irandole fila nel modo segueme. I) Il modello del comratto è affine al modello della veritàne/l'impresa scien1ificamoderna, 11011 tradizionale. Esso è in qualche senso un'estensione, al casodella sceltapolitica ( edell'obbligo politico), di uno stile di razionalità proprio del modello cognitivo della rivoluzione scientifica. (Riprenderò più avami questo motivo del rapporto trarazionalilàe politica). 2) A sua volta il modello del contraHo, fondato sullo schema volomario di azione (che implica schema di ingresso e di uscita dallasocietà), consente una serie di estensioni o applicazioni apiù ambiti o «centri di riferimemo» o contesti locali della società stessa. Possiamo allora dire: a) i contesti via via imeressati alla applicazione della logica e del metodo contraHualistici sono quelli investiti da/l'intensità massima di divergenza e conflitto; b) la comratto, anche se 11otoria111e111t0e1è1 costruzioni, queste regole1101s1ono dati soluzione del conflitto ha luogo razioquesto il caso di Hobbes), Sartori ha naturali. La loro cogenza non dipende nalmentecon l'assenso a regole, esito di parlato di un processo di «denatura- dai fatti, ma dalle procedure di scelta costruzioni, cui si riconosce cogenza e 2.1. Lo storico delle dottrine politi- zione» politico degli ordinamenti socia- con cui essesono statuite (o, se si vuole, che consentono l'interazione (uscita che avrà agevolmente riconosciuto, nel- li. Credo che quesw denaturazione dal fatto che essesono scelte). Qualco- dallo stato di natura e ingresso nello 1.4. Possiamo perciò concludere la discussione sul criteriodel politico, il prenda corpo e avvio nel riorientamen- sa del genere ha a che vedere con ciò schema di autorità); c) la molteplicità questo primo punto, generalizzando le volto dell'autore del Leviatano e, forse to contrattualista intorno alla costru- che, secondo la tipologia di Weber, degli ambiti investiti dalla divergenza caratteristiche più interessanti riscon- meno evidente, quello del teorico della zione (via consenso artificiale) dello contraddistingue almeno un tratto della (o dei tavoli da gioco su cui si negozia- /rate nei modelli di Easton e Schmitt. tipologia delle legittimazioni del potere schema di ingresso in società (o schema legittimità razionale dell'autorità. no e statuiscono regole) è anche assoSe assumiamo come nostro punto di (come autorità). di autorità/. In particolare, quello che mi interes- ciata alla molteplicità di soggetti che si partenza la pluralità di individui e Non vi è alcun dubbio che scarsità e sa ora è sottolineare l'elemento artifi- coalizzano e si oppongono, per accedegruppi, definiti in rapporto allo spazio paura, conflitto e autoriJà, spazio e 2.2. Nella sua riformulazione delle eia/e-contrattualeche è proprio del tipo re a un'area di negoziazione delle regoe al tempo, rileviamo che la soluzione tempo - o, per dirla con il De Cive, il teorie del contratto, il filosofo morale J. razionale di potere, in contrapposizio- le. dei conflitti locali (associati a scarsità e problema moderno libertà/potere - Rawls ( A Theory of Justice, I 971) ha ne al tipo che è più affine alla versione [Si pensi, in proposito, come esempaura) via decisione o assegnazione siano termini chiave per la filosofia po- cercato di portare a un alto grado di «naturale» della politica (quello tradi- pio, alla ricerca di Alessandro Pizzordotata di autorità di valori, di portata litica di Hobbes. Possiamo dire che la generaliuazione ilprogramma contrai- zionale). no sui conflitti in Europa negli anni globale, è propriamente ciò che identi- soluzione politica (autorità o stato) è tualista classico. Egli riformula, a que- Ritengo infatti che l'opposizione fra '70. Essa ha gettato luce sui meccanifica quanto è «politico» (rispetto a ciò per Hobbes la soluzione del problema sto scopo, lo stato di na111rnaei termini tradizione e «ratio» sia un punto cru- smi di formazione di soggetti collettivi o che non lo è) o la natura della relazione «stato di natura». Quest'ultimo non è di una posizione originaria in cui indi- eia/e per molti e diversi aspetti, ma in identità nuove impegnate nell'accesso polilica. altro, a sua volta, se non l'interazione vidui, sottoposti a particolari condizio- particolare per gettar luce su quella all'area contrattuale della società. E si Possiamo anche dire, quindi, che non regolata (conflitto) che induce ni e vincoli, sono impegnati nella scelta estensio11ede/ metodo del contrailo che pensi, del resto, a casi così macroscopicosa fa sì che qualcosa siapolitico. Tut- scarsità e paura. razionale dell'insieme di principi cui si credo sia un buon modo per caraueriz- ci come l'investimento dei centri di rifetavia, non possiamo dire allo stesso Notiamo che il modello contrattuali- atterranno per regolare le loro intera- zaregli slittamenti del politico. (Sotto il rimento «scuola», «lingua», «etnfa», modo che cosa sia politico. Nel senso sta di Hobbes è basato su un assunto zioni. La sceltarazionale ha per oggetto profilo sociologico, questi slittamenti «razza», «sesso», «famiglia», ecc. che più di un ambito, più di un soggetto marcatamente «artificialista». La solu- una determinato assettodelle istituzioni possono essere esemplificati aproposi- Oppure, con maggiore distanza storica, può via viaassumere il ruolo del 'politi- zione «stato politico» è infatti l'esito di basedella società (nella teoriadi Rawls, to dei mutamenti dei rapporti trastato e a conflitti ne/l'ambito «nazione» o al co'. Questa affermazione, che possia- una scelta razionale. Non è ovviamente si tratta di principi di giustizia). Un'in- società, avviati nel secolo che ha sogna- secolo di conflitti nel centro di riferimo sostenere alla lucesia della criticadi un dato (un dato «naturale» è piuttosto terpretazione della 'parabola' della to l'estinzione dellapolitica e ha piutto- mento «economia» (per la cittadinanza Easton de/l'identificazione stato/politi- e appunto lo «stato di natura») quanto posizione originariasuggerisceche essa sto conosciuto l'estinzione di questo sociale, perché le classi lavoratrici .,., ..... ca, sia delladescrizione di Schmitt degli propriamente un costrutto o, in altri svolga lafunzione kamiana del contrai- sogno.) li modo con cui ci atteggiamo moderne fossero incorporate nel/'area slittamenti degli ambiti investili dal po- termini, la soluzione di un problema. to, considerato come «pietra di para- nei confronti della natura è affine a contrattuale come identità collettive ~ /iJico, consente di passare al secondo Come ho argomentato ne/l'articolo gone». quello proprio della credenza nella le- nuove)]. ~ punto della mia relazione. Politica (voi. X, Enciclopedia Einau- Possiamo dire che il consenso o la gittimità tradizionale dell'autorità. La ~ Suggerisco soltanto che il senso del- di), ritengo questa dicotomia o opposi- lealtà a un assetto delle istituzioni base tradizione, infatti, si presenta come un 2.5. Ferdinand Tonnies aveva eviden- ::: /'argomentazione che ho presentato per i.ione naturale/artificiale particolar- ·(oa un insieme determinato di principi ordine la cui costruzione è fuori della temente avuto una felice idea, quando ~ il primo punto è in certo modo «antro- mente utile, nella sua ovvia natura di di giustiziasociale) dipendono dal fatto portata, della manipolazione da parte aveva contrapposto per la prima volta, .o ~ L.:.po_lo_g::. 1 _·c_o_H»_.a_o_s_se_rv_a_to_W_u_· t~gc..e_n_si_e_in_._· _p_u_ro s_t_ru_m_e_n_to_e_u_r_is_u_·c_o_, p e_r g e_tt ca__hr_e_e_ss_i_c_o_in_c_i_d_o_n_o_c_o_n_q_u_e_ll_i_c_h_e,_n_e_l_la _ d_e_g_li_· a t to r i_so c i_a i_. _C o m_e_p_a1_1u_1_·r_e_o_s_ta_- _ n_e_1l _8_8_7_, _c o_m_u_n_,_·1à_a_s_o_c_ie_t_à._L e_s te_n -_. ~

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