Alfabeta - anno III - n. 22 - marzo 1981

-. 00 °' sorgono «dalla molteplicità delle regioni dell'enciclopedia». Il viaggio serresiano -· la sua randonnée-non è terminato, né potrebbe esserlo; la randonnée, nel cui etimo si ritrova la commistione di percorso e accidentalità (dall'inglese random), equivale alla ricerca di un itinerario sempre meno visibile nelle mappe, ma sempre più contiguo con il reale. Il passaggio di Nord-Ovest, che si apre nelle terre ghiacciate del Nord canadese, appare come la suggestiva metafora di un'impresa della quale non si può prevedere né il tempo, né l'esito; la miriade di canali, isole, icebergs che descrive questo esile collegamento tra due continenti obbliga a saggiare giorno dopo giorno la possibile via. Eppure l'orientamento deve essere possibile, il passaggio che unisce la scienza esatta e le scienze umane, che favorisce il riavvicinamento tra noi e il mondo, deve essere percorribile. La lingua richiesta si ritrova nel modello matematico della grande tradizione enciclopedica, da Leibniz, a D' Alembert, a Comte; tramite essa è aggirato un primo grande ostacolo: quella giustapposizione di due famiglie di lingue iscritta - per Serres - nel gioco di un parassitismo istituzionale che, perpetuando la riproduzione, annichila le possibilità stesse dell'invenzione, della produzione, e racchiude in un quadrillage ossessivo uno spazio non più soggetto a mutazioni (cfr. sui temi connessi al parassitismo un altro noto volume di Serres, Le Parasite, Grasset, Paris. 1980). La vocazione dualistica di una partizione che esalta la semplificazione e conduce, in ultimo, allo scontro «in armi» è richiesta dalla pratica di discipline iscritte nel circolo parassitario. Cosi, quella logica della scienza che si arroga il diritto di proprietà su un campo di saperi da essa mai prodotti comporta un'ostruzione del passaggio, facendo quadrato intorno a un principe positivista (ma lontano da ogni positività), blocca l'emergere del nuovo. Così, quella storia delle scienze che costruisce schemi di curve a rendimento decrescente non ha ancora fornito le condizioni necessarie e sufficienti a motivare la produzione scientifica. L'impiego affinato della sua tecnica di traduzione conduce Serres a rintracNON FATE RUMORE LASCIATECI VIVERE -·- ciare- a questo proposito- un isomorfismo latente tra il modello storiografico di Kuhn e quello messo in opera da Bergson nelle sue ricerche sulle origini della religione. Si tratta dello stesso Bergson che aveva «letto» metafisicamente la termodinamica; e, di conseguenza, si ritorna, di isomorfismo in isomorfismo, allo schema primitivo della termodinamica dei sistemi chiusi. Nonostante la efficace dispersione delle lingue e delle facoltà, si ritrova il luogo «fisico» rimosso dal quale trae origine, periterazioni e affievolimenti successivi, una modellistica tanto onnipresente quanto ormai priva di potere esplicativo. In queste cornici storiografiche viene ritenuta irrilevante la costante del sacrificio che ha accompagnato Archimede e Empedocle, Bruno e Galilei, Boltzmann e Majorana, altrettante metafore viventi di quel mondo dell'improbabile che è il razionale e la vita stessa, entrambi «isolotti immersi nel reale» dell'indifferenziato. 11passaggio va a tutti i costi attraversato, a dispetto della sicurezza parassitaria e distruttrice, della partizione del lavoro e della frammentazione delle proprietà. Viene lanciata, nuovamente, una scommessa, nel linguaggio di una scienza che «emerge, improbabile, da un altro mondo>, di una nuova fisica che, nello scarto da essa prodotto nei confronti della fisica degli stati ordinati, può ben dirsi-paradossalmente - metafisica. Serres, lavorando alla sua imponente traduzione enciclopedica, ha navigato da trent'anni in queste acque gelide, dimenticate e interdette (cHo avuto molta fortuna- ricorda-a restare solo per trent'anni e a lavorare a questo passaggio nell'indifferenza e nel silenzio». H. V, p. 17). Dalla sua postazione avanzata lancia una sfida e indica una speranza: «Non val la pena entrare, giovane, in filosofia, se non si ha la speranza, il progetto o il sogno, di tentare un giorno la sintesi. Il meno che si possa provare in questi luoghi è il giro del mondo o le dodici fatiche di Ercole. Almeno questo, quando si paga così caro in veglia, studio e solitudine. Senza dubbio non c'è più, qui e oggi, se non questa avventura da correre, nello spazio oppresso dalle potenze uniformi, per sfuggire loro, se non questo rischio da assumersi, per vedere del vento> (H. V, p. 24). Un gruppo di fisici della Ionia ha intrapreso un lungo viaggio nel labirinto; ad altri il compito, gravoso, di arrestare questa nuova scienza nomade. FantascienzUa:RSS- USA Lev S. Vygotskij Immaginazione e creatività nell'età infantile (1930) Roma, Editori Riuniti, 1973 (198l2) pp. XV - 140, lire 3.500 Michail M. Bachtin L'opera di Rabelais e la cultura popolare (Moskva 1965) Torino, Einaudi, 1979 pp. 524, lire l8.000 Jurij M. Lotman Testo e Contesto ( 1973-79) Bari, Laterza, 1980 pp. 220, lire 12.000 Max Black Models and Metaphors lthaca (New York), 1962 Mary B. Hesse Modelli e analogie nella scienza (Notre Dame. Indiana 1970) Milano, Feltrinelli, 1980 Norwood R. Hanson I modelli della scoperta scientifica (Cambridge Un Press, England, 1958) Milano, Feltrinelli, I978 pp. 258, lire 10.000 I I libero gioco dell'immaginazione, il trasferimento convenzionale in situazioni inaccessibili nella vita reale, la possibilità di porre in contatto tempi lontani e mondi diversi accompagnano l'invenzione letteraria fin dalle sue origini, a partire dai racconti folklorici tramandati oralmente per arrivare ai classici della narrativa fantastica, da Kafka a Poe, da Dostoevkij a Gogol. Queste caratteristiche appaiono oggi con la massima evidenza in un genere letterario estremamente diffuso fra un pubblico di massa. La fantascienza contemporanea americana, sovietica, giapponese-tende infatti a ridurre progressivamente il ruolo dell'elemento scientifico per dare uno spazio sempre maggiore ad un fantastico a cui la scienza serve tutt'al più da catalizzatore. Come ogni opera letteraria anche il romanzo fantascientifico ha profonde radici nel passato, si costruisce - per usare un'espressione di Bachtin - con «forme già piene di senso», elaborate nei secoli attraverso un continuo processo di rinnovamento. Nella sua specificità la fantascienza è la risposta del nostro secolo, caratterizzato da uno sviluppo tecnologico-industriale e da una società di massa impensabili in passato, ad un'esigenza profondamente radicata nella psiche umana. Come è stato messo in luce da studiosi appartenenti ad aree culturali e scientifiche molto diverse - i sovietici Vygotskij, Bachtin, Lotman da un lato e gli americani Max Black, Mary Hesse e orwood Hanson dall'altro - il libero gioco dell'immaginazione ha Simone/la Salvestroni un'importanza fondamentale nell'esistenza di ogni individuo. Si possono considerare tre livelli: I) quello di chi si abbandona ad un processo immaginativo, consumandolo in una sfera tutta mentale e segreta oppure nella pubblica area della festa; II) quello dell'autore di un'opera fantastica che ha la possibilità di proiettare i suoi personaggi in una dimensione spazio-temporale inaccessibile nella vita reale o di introdurre elementi anomali rispetto all'esperienza quotidiana (come il naso vestito di un cappotto e in partenza per Pietroburgo del racconto omonimo di Gogol o l'ascolto di un dialogo fra i morti nel Bobok di Dostoevskij); III) quello del ricercatore scientifico che ha a disposizione una serie di dati e che, per compiere un lavoro creativo, deve riorganizzarli fino a cscorgere in ciò che è sotto gli occhi di tutti quello che gli altri non vi avevano visto prima» (Hanson, p.43), fino a compiere cioè quel salto che consente di superare le vecchie concezioni e elaborare una nuova teoria. Ora le analogie che esistono fra le posizioni di Vygotskij, Lotman, Bachtin e quelle dei filosofi della scienza anglosassoniche abbiamo ricordato non sono casuali, anche se è molto probabile che fra le due aree non si sia verificato uno scambio diretto. L'interesse di tutti questi studiosi è infatti rivolto ai processi dinamici che si sviluppano nei vari campi della realtà - filosofico, scientifico, psicologico, letterario-, ai meccanismi cioè che permettono di superare i medelli dominanti statici e dogmatici e sono alla base del pensiero creativo. Per gli americani come per i sovietici, in questi processi è l'attività immaginativa ad avere un ruolo di primo piano. Già nel 1930 lo psicologo Vygotskij scrive: cL'immaginazione, in quanto fondamento di ogni attività creativa, si manifesta in tutti - senza eccezione - gli aspetti della vita culturale, rendendo possibile la creatività artistica, scientifica e tecnica (...) La creatività sussiste di fatto non solo dove realizza insigni, storiche creazioni, ma dovunque c'è un uomo che immagina, combina, modifica e realizza qualcosa di nuovo» (cit. pp. 22-23). Altrettanto significativi in questo • senso sono gli studi dedicati da Bachtin alla creaùvità popolare, capace di dare libero sfogo alle proprie facoltà immaginative nella pubblica area della festa, csecondo mondo> dinamico e antidogmatico dovesi sprigionano le forze che la quotidianità ha schiacciato e represso. e li principio comico e la percezione carnevalesca del mondo - scrive lo studioso sovietico nel saggio su Rabelais - liberano la coscienza, il pensiero, l'immaginazione che diventano disponibili a nuove possibilità.Eccoperché una certa carnevalizzazione delle coscienze precede sempre, preparandoli, i.grandi capovolgimenti, persino in campo scientifico> (cit. p.58). La ccarnevalizzazione» è qui disponibi.lità al dialogo, rifiuto dei dogmi, liberazione dell'immaginazione creativa, capace di rendere fruttuoso sia l'incontro fra diversi quadri del mondo che si verifica nella cultura di piazza o

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