Alfabeta - anno III - n. 22 - marzo 1981

politico non sfugge dunque alla regola secondo cui: cL'arte non rende il visibile ma rende visibile»( 15 ). In questa' riconversione del campo della rappresentazione, la Città cessa di essere un cteatro> (agorà, forum), per divenire una sala oscura, un cinema in cui la visibilità sostituisce ogni territorialità, ogni localizzazione di diritto. Ma torniamo a osservare l'invenzione di Atene: eia alto c'è l'Acropoli e in basso l'Agorà, il Ceramico. C'è anche un dentro - l'Acropoli e l'Agorà - e un fuori, fuori le mura della città, il Ceramico, in cui la democrazia ateniese seppellisce quelli che l'hanno servita. In questo cimitero pubblico la prosa laica si consacra a celebrare un'idealità: la polis, unità indivisibile, che deriva la sua autorità dalla cancellazione dei suoi 'andros' cittadini-soldati valorosi ma identici e intercambiabili»( 16 ). Curiosamente in questo genere di eroizzazione storica un luogo manca: lo stadio, in cui l'eguaglianza democratica della Città cessa a profitto di una cpubblicità dromocratica> momentanea( 17). Qui il punto di vista civico si inverte: c'è un alto, i gradini sui quali andranno a installarsi gli spettatori, e c'è un basso, la pista in cui sfileranno gli attori ... All'interno di questo teatro di prestazioni motrici, quelli che restano hanno lo sguardo degli dei, mentre quelli che passano sono dominati dall'insaziabile curiosità della folla dei voyeurs. Siamo lontani dall'ideale livellamento degli eguali dell'agorà, qui non c'è alcun esimile>, solamente l'analisi spettrale di una popolazione che si espone alla rivelazione di una élite del movimento(1 8 ). Se la piazza è dunque il luogo del démos, la pista è parallelamente quello dell'invenzione 01un dromos in cui l'eterno ritorno delle origini politiche viene rinnovato dalla rivoluzione di uno spettacolo ctranspolitico> che porta in germe le tirannie di un impero in cui gli ideali logistici sostituiranno progressivamente le ideologie politiche della democrazia ateniese. Quando l'agorà e il foro repubblicani saranno scomparsi da tempo nel recinto dei parlamenti, la cpubblica piazza> sopravviverà divenendo lo stadio delle sfilate militari, prima di scomparire a sua volta nell'ingorgo della rivoluzioI n una delle sue accezioni più rilevanti il termine cmodello» designa un artefatto, un marchingegno, una sorta di macchina reale o immaginaria che simula un frammento di realtà. Non solo la scienza, ma anche ingegneria e politica, per non dire magia e religione, cpensano per modelli». Si tratti della bambola di cera di un sortilegio o di un sofisticato modello numerico di una struttura fisica o biologica, si è in tutti questi casi di fronte a modelli astratti che troncano dei legami, concentrandosi su cdettagli> ed abbandonando le connessioni cdi ogni cosa con ogni cosa>. Sherlock Holmes stupisce Watson con la sua capacità di mettere in relazione la cenere di un sigaro o la piega di un vestito con il delitto che sfida l'intelligenza di Scotland Yard solo • perché una teoria (di cui l'attonito Watson o l'onesto ispettore Lestrade spesso non sospettano nemmeno l'esistenza) gli permette di cogliere la rilevanza di quel particolare per il caso in esame ... / Il rilievo appafentemente più lontano può rivelarsi in questo mo"do (cioè mediante una teoria ) pertinente alla situazione problematica che spinge alla modellizzazione e otterrà dunque la considerazione opportuna entro il modello. Ma questo non vuol dire in assoluto cedere alle lusinghe della totalità. Per dirla con Clark Glymour (Theory and evidence, Princeton University Press, Princeton 1980, p. 146) echi avesse argomentato pro o contro l'innocenza di Nixon nel Watergate adducendo il colore dell'erba nell'Okne dei trasporti. Cosi dopo il ginnasio, il circo e l'ippodromo giocheranno il loro ruolo in attesa che l'aerodromo e i satelliti installino in orbita le loro cerimonie periferiche. Secondo l'etnologo J.C. Melati: cTutti gli indiani del Brasile, riuniti nello stadio di Maracanà a Rio de Janeiro, non lo riempirebbero che a metà ...>. Luogo di sovraesposizione morfologica, il recinto sportivo non è dunque soltanto un cratere per l'irruzione popolare, ma è anche una forma di censimento. In questo inventario,/a forma è il fondo che risale alla superficie(19). La sorveglianza diviene !'«ultimo quartiere» della eclissi della comunità, il quartiere di massima sicurezza della delocalizzazione logistica del potere. Logico dunque vedere lo cstadio nazionale» di Santiago del Cile trasformato in campo di concentramento, poiché l'impresa delle apparenze politiche cede il posto all'estetica della scomparsa militare ... ( 20). Modello ridotto di uno spazio civico abolito, lo stadio è senza dubbio la fine dell'illusione morfologica dello Stato, lo cstadio> ultimo della Città e dunque, indirettamente, della cittadinanza di diritto. Ciò che si gioca in America latina, al di là di ogni «ragione di Stato», è una polemica tra antichi e moderni, una sfida «post-politica». In effetti, se l'assalto dei carri armati nella piazza davanti al palazzo della Moneta si conclude con un imprigionamento classico degli oppositori nelle palestre e nello stadio di Santiago del Cile, la cerimonia settimanale delle madri sulla piazza di Maggio a Buenos Aires segnala un disordine tragico, una perdita di riferimenti. Senza destinazione, senza scopo, laprocessione delle folli tenta di ritrovare il cammino per riguadagnare terreno, la piazza perduta davanti alla sede del governo argentino. La loro liturgia prende il posto del focolare comune, del cratos ateniese(21 ), cerimonia agonistica, il loro movimento perpetuo si situa al di là della morte del «simile», al di là del politico; essa ci pone la questione dell'identità del vivente. La «pubblica piazza» diviene insieme cimitero del politico e foro «transpolitico». Se le donne degli internati cileni potevano ancora recarsi allo stadio per avere notizie dei detenuti, se le vedove degli iraniani dovevano riunirsi nei cimiteri, quelle degÌi scofnparsi argentini non hanno altro ricorso che quello di rendere pubblica la loro assenza ... Rifiutando con insistenza l'incertezza sulla sorte dei loro congiunti, dei loro parenti, le «folli della piazza di Maggio» inventano una domanda decisiva; tra l'agorà dell'identità politica e il cimitero pubblico bisogna scegliere, poiché la loro comune.abolizione è resa impossibile dalla nostra stessa presenza qui(22). L'atto di presenza sostituisce l'atto di nascita dell'autoctonia, l'opposizione alla tirannia non è più quella dell'ideologia, essa è quella della vita, dell'enigma dei corpi viventi misteriosamenti presenti nel tempo. Si può sopprimere lo spazio civico o evacuare la capitale politica( 23 ), ma-non si abolirà il cimitero pubblico se non sterminando simultaneamente ogni discendenza. La fondazione funeraria delle società è più forte dell'erezione della Città, la vendetta della presenza impedisce il carnaio dello Stato. Note (') L'autochtonie athénienne - Le myth dansl'espacecivique- N. Loraux, Anna/es. Gennaio-febbraio 1979. ( 2) Per Clausewitz,lo Stato politico è «un mezzonon conduttore che impedisceil rigetto completo...• ( 3) li primo agosto 1793, la Convenzione votava lo sterminio completo della Vandea. «Incendiamo i villaggi,questa misura di rigore sarà un atto di giustiziaperché gli innocenti che sono in mezzo ai rivoltosi sono dei vigliacchiche non dobbiamo risparmiare». E Carrier (quello degli annegati di Nantes) esclama: «Faremo della Franciaun cimiteropiuttostoche non rigenerarla alla nostra maniera!• (4) In particolarein Brasile.In Argentina, dal febbraio 1978, il governo richiede la registrazione di tutte le associazioninon cristiane per megliocontrollarle. (5) Vedere su questo argomento, nel Monde Diplomatique, dicembre1980- «La révolte des indiensdu Brésil•. (6) Nascita della clinica e l'insiemedei lavori di M. Foucault. ( 7) La planète des bidonvilles, B. Granotier, éditions du Seui!- 1980. ( 8) Vedere «Io squadrone della morte•, «lamano bianca»,e «Orden• l'organizzazione creata dal generaleMedrano... Scienzae modelli lahoma sarebbe stato giudicato almeno frivolo e un po' tocco». Dai modelli siamo quindi rimandati alle teorie. Esse saranno, nella fattispecie, generatori di modelli. Naturalmente questa caratterizzazione è puramente descrittiva: nulla dice sui meccanismi interni di quella sorta di «scatola nera» che è la teoria stessa. Eppure sono questi «meccanismi interni» che permettono di mediare tra la analogia - di necessità vaga e ambigua-che permette al modello di simulare un frammento di realtà e gli aspetti linguistici, calcolistici, ecc. che d'abitudine sono presenti (almeno nei modelli scientifici). La mia prima tesi, in questa comunicazione, è che se sappiamo qualcosa di più su questa «scatola nera» lo dobbiamo alla grande filosofia scientifica del Novecento, quella filosofia che si venne costruendo per gli sforzi congiunti di filosofi e scienziati militanti, Giulio Giare/lo intrecciandosi fortemente con alcuni dei più vivi programmi scientifici. Tanto per fare nomi: la filosofia dei Mach, dei Poincaré, degli Einstein, dei Boltzmann e ancora, di coloro che sono stati posti sotto l'etichetta comune di «neopositivisti» pur nella loro notevole diversità: Schlick, Reichenbach, Carnap, ecc. Che poi la filosofia della scienza oggi più viva sia nata in contrasto con tesi neopositivist~ o che comunque con tali tesi si sia trovata a polemizzare (come è stato più volte il caso: da Pop-. per a Kuhn, da Lakatos a Feyerabend) è uno dei meriti più notevoli del neopositivismo, almeno se crediamo che il conflitto tra programmi rivali sia un fattore di crescita nella scienza come nella filosofia. Sarà opportuno allora muovere proprio da quelle «procedure di controllo» dei modelli che sembrano caratterizzare la modellizzazione scientifica. Intanto, con cosa controlliamo? Usualmente si risponde che un controllo scientifico non può avvenire che mediante «.constatazioni» di specifici eventi spazio-temporalmente localizc zati. I «fatti» dei (vecchi) positivisti, le «constatazioni elementari» di Schlick, gli «enunciati protocollari» di Neurath e anche gli stessi «asserti base» di Popper non sono altro che alcune caratterizzazioni - più o meno riuscite - di quello di cui ci si serve per controllare un modello. Ma, dato·anche il diffuso impiego di «modello» e di «teoria» come sinonimi in molte versioni della spiegazione scientifica, vale la pena di chiedersi anche: che cosa è davvero controllato? Leggi scientifiche universali - osservavano agli inizi degli anni Trenta non pochi neopositivisti - in virtù della loro stessa formulazione linguistica sfuggono al controllo (inteso come verifica), dunque non scientifici ( 1) Si può anche osservare una industrializzazione del vivente con le banche di organi per i trapianti, le banche di sperma per la . fecondazioneartificiale,la recente utilizzazione di feti umani per il trattamento dei diabetici,cosicome quella di cadaveri freschi usati come «manichinispeciali• nelle ricerchedella sicurezzaautomobilistica. ( 10 ) Etudes - ottobre 1977.L'articolodi A. Rouquié: «Argentine, anarchie militaire ou Etat terroriste?» e «Argentine: dossier d'un génocide• - éd. Flammarion, 1978. Nel numero di nov-dic. 1980 della rivista Economie et humanisme, l'articolo consacrato al rapporto industrialenord-sud. ( 11) Il 31 gennaioe il 1°febbraio 1981si è tenuto a Parigi, al Senato, un incontro internazionel su: La politica di scomparsa forzata delle persone, organizzatoda numerose associazionidi giuristi. ( 12) Nicole Loraux - Anna/es, genn-febb. 1979. ( 13) NicoleLoraux. ( 14) DietrichBonhoeffer. ( 15) Paul Klee. ( 16 ) NicoleLoraux. ( 17) Philostrate, «Perygymnastiches•. ( 18) In questa«civilizzazionediconcorso», incui lademocrazianon è che un nomeche dissimula«ilgovernodell'élitecon l'approvazionedella foUii• (Platone): «Maratona è come il prologo indispensabilealla storia di Atene e quindialla storiadell'Impero di Atene, Impero che Salamina inizia realmente e che il partitodemocraticosognadi ricostituire.Ora, il primo atto storicosi allontana .sempre poco dalle frontiere· del mito; è qualcosadi analogoalleprimegesta del nobileo alla provache deve affrontare l'eroe per affermarsiin quanto tale, qualcosa di iniziatico: inparticolare, la rapidità con cui la villoria appena riportata è stata subi/O annunciata, non evoca forse una corsa, rito di transizione e di integrazione in una società guerriera?», NicoleLoraux- «Marathonou l'histoire ideologique», (p. 29), in Revue des Etudes Anciennes, 1977. ( 19) Victor Hugo. ( 20) «Esthetiquede la disparition• - Paul Virilio,ed. André Balland, 1980e Traverses n. 7: «Maquiller•. ( 21) Jean-PierreVernand - Mythes et pensées chez /es grecs, ed. Maspero. ' ( 22) AParigi,comeinaltrecapitali,la stessa cerimoniaha luogo davanti alle ambasciate ogni giovedlà mezzogiorno,da due anni, e ciòmalgradoil rapimentoe la tortura di numerose «folli del Maggio»,come Noemi Esther Gianotti de Molfino,scomparsa a Lima il 12 giugno 1980, ritrovata morta a Madrid il 21 luglio,giustiziatasecondo suo figlioda agenti argentini in collaborazionecon membridei servizisegreti peruviani. ( 23) Per esempio:Phnom- Penh, evacuata durante il regnodell'Angkar cambogiano. in senso proprio, ma solo «regole» per formulare asserti verificabili in senso stretto mediante constatazioni elementari - e dunque scientifici. Nella stessa epoca Popper rovesciava il guanto: se ammettiamo che le leggi scientifiche siano tali proprio in quanto vietano particolari accadimenti, sarà possibile «controllare» teorie universali mediante asserti singolari, cercando cioè - detto in breve - l'esempio contrario che le falsifica. In linea di principio dunque, una teoria scientifica deve essere falsificabile; tanto meglio poi se, di fatto, essa resiste a «sinceri tentativi di falsificarla». D ue brevi osservazioni: a) Lo stato delle proposizioni organizzative della conoscenza (delle «teorie») è dunque diverso da quello delle descrizioni di eventi spazio-temporalmente determinati. Solo questi ultimi ci sono «noti»: sia per Schlick come per Popper «spieghiamo il noto mediante l'ignoto» (le teorie); b) per ammissione dello stesso Popper si falsificano sempre teorie applicate ( cioè «leggi» o «teorie pure» più ipotesi ausiliari, come condizioni iniziali, ecc., cfr. per es. Logica della scoperta scientifica, tr. it., Einaudi, Torino 1970, p. 63 e anche p. 74). Un caso storico sarà qui pertinente. 1781: W. Herschel identif;ca telescopicamente un nuovo pianeta, Urano. Nei decenni successivi A. Bouvard calcola la traiettoria del nuovo pianeta facendo uso della meccanica newtoniana, della legge di gravitazione universale e delle condizioni inizia/i accet-

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