Alfabeta - anno III - n. 22 - marzo 1981

cBisogoa vedersi sempre per l'ultima volta• (Pascal Jardin) S e ieri il primo atto POLITICO consisteva nel far apparire la forma della città, contemporaneamente alla figura della cittadinanza, da cui l'interesse, il senso stesso dei riti di fondazione e dei riti autoctoni nello spazio civico antico('), sembra che oggi, al contrario, si assista alle anticipazioni di un rovesciamento fondamentale: non formare più cittadini «autoctoni> da stranieri usciti da un qualsiasi sinecismo, com'era il caso della città ateniese; ma, all'inverso.far scomparire la cittadinanza trasformando in «stranieri dell'interno> i residenti, nuovo genere d'intoccabili, in uno Stato transpolitico e anazionale in cui i viventi non saranno che dei «morti viventi> in libertà provvìsoria permanente. La cerimonia delle «folli di Maggio> fa dunque eco a quella degli antichi riti, poiché essa punta a far riapparire gli scomparsi d'Argentina sostenendo, attraverso la presenza delle donne sulla piazza di Maggio a Buenos Aires, la presenza politica degli uomini assenti. Se l'agorà o il foro circoscrivevano una scena per la liturgia, per gli atti del popolo, la piazza di Maggio non delimita più che uno schermo per la proiezione di un teatro di ombre i cui veri attori sono effettivamente scomparsi. Al giornale murale di una nazione condannata al silenzio politico succede dunque logicamente la processione di una popolazione votata all'assenza. In effetti, se la stella gialla faceva uscire l'ebreo dalla folla anonima, il foulard bianco che portano le pazze della piazza di Maggio evoca il rifiuto del lavoro del lutto, la negazione della vedovanza. Al segno di appartenenza succede la segnalazione degli scomparsi, la dichiarazione di assenza. L'inversione sembra dunque radicale: se lo Stato politico prescriveva un diritto di città o un'identità nazionale, lo Stato transpolitico implica al contrario una perdita d'identificazione, il discredito pcogressivo di ogni cittadinanza di diritto. «Dove sono gli scomparsi?>... Lo slogan delle donne e delle madri della piazza del Maggio segnala un'innovazione, l'invenzione di una nuova economia della messa in disparte, in cui le prigioni e i campi di detenzione saranno essi stessi in via di scomparsa. Ultima forma della nazione, Losterminio avrà così sterminato il campo, cioè il principio sostanzialmente politico della sua limitazione. Estendendosi all'insieme del vivente, lo Stato transpolitico realizzerà, come temevano gli strateghi della guerra politica, un rigetto completo( 2) in cui la POLIZIA invisibile di una inquisizione generalizzata succederà alla POLIS visibile di una popolazione di diritto. Come dichiarava recentemente il cancelliere della Germania occidentale: cl/ valore supremo non è più la nazione, è la pace>. Questa frase traduce perfettamente l'al di là del politico, il rigetto civico. La pace tende a sostituire la nazione, lo stato di pace totale succede allo Stato nazionale, da cui l'importanza accresciuta della nozione di «sicurezza» al di là del principio di «difesa», troppo implicato nell'antico stato, geograficamente limitato. Poiché ormai la volontà del potere pubblico consiste meno nell'assicurare la perennità di una nazione attraverso la difesa o l'estensione delle sue frontiere che nell'assicurare perpetuamente la pace, la realtà politicamente dichiarata del «nemico» scompare a ~ua volta a profitto dell'indeterminazione di «minacce» costantemente rinnovate. Secondo l'espressione di un presidente americano: «Gli Stati Uniti sono la nazione più potente del mondo, ma una nazione la cui natura è nuova, poiché la sua potenza non è imperialista e le conquiste territoriali non l'interessano assolutamente. Ciò che essa propone è solamente un modo di vita, ciò che essa vuole è che le altre nazioni possano studiarlo e adottarlo» (Richard Nixon). Come abbiamo capito, questo modo di vita è: lapacifiàJzione che sostituisce Lanazionalizzazione, e divenendo l'ultimo ciuadino più passivo che attivo, il nemico della costituzione non è ormai tanto «un nemico interno» dello stato nazionale, quanto una «minaccia» per la pace civica, un pericolo per la costituzione della pacificazione interna. In questa specie di lotta di classe che oppone quasi esclusivamente i_ cmiiiTransR.Qlitica tari» ai «civili», in cui il guerriero si muta in poliziotto, si indovina che lo sterminio come forma superiore dello stato di pacificazione sterminerà la morte, cioè la de/imitazione della vita transpolitica: attraverso l'incertezza minacciante di una improvvisa scomparsa, l'innovazione di un soggetto «morto-vivente», non più del tipo dell'ilota spartano o dello schiavo romano, ma di un ultimo genere di «zombi» che popola i limbi di una vita pubblica avvilita. La pace totale li sottocontinente latino-americano sembra dunque divenuto un'immensa laboratorio in cui le popolazioni-cavia Cosi interi paesi divengono progressivamente luoghi di sterminio sociale, campi di manovra per forze armate incapaci di superare le proprie frontiere, forma insidiosa di coalizione «militar-poliziesca» paragonabile all'Interpol, congiura tra eserciti per sacrificare la potenza civica e politica dei popoli, in cui anziché sacrificare se stessi per la salvezza della nazione si sacrifica la propria popolazione in nome di uno stato di passività generalizzata ... già ai tempi della guerra totale, guerra ai civili più che alle forze armate (ricordiamoci del calcolo comparativo delle vittime civilie militari), si era superato un limite, quello del «campo di battaglia», per entrare nello sterminio masdella guerra civile che permetterebbe all'ONU di intervenire contro forze dell'ordine che praticano l'eliminazione sistematica della propria popolazione nazionale, come fu il caso della Cambogia, come è oggi il caso del Salvador. Notiamolo, la soppressione brutale del potere politico civile non è, nel colpo di Stato latino-americano, che il primo stadio (sic) di un rigetto di ogni istanza civile, di ogni opposizione, perfino di ogni esitazione alla collaborazione con la polizia, poiché, come scriveva nel 1977 uno dei signori della guerra interna, capo della Zona Strategica 232, nella provincia di Misiones in Argentina: «Il sostegno della popoAppelloperBalestrini Il 7 aprile di due anni fa veniva spiccato un mandato di cauura per «associazione sovversiva» e «banda armata» nei confronti di Nanni Balestrini, ideatore e coordinatore del giornale Alfabeta, di cui stava allora per uscire il primo numero. Nanni Balestrini, poeta e romanziere già noto a livello internazionale, è un esponente di grande rilievo della vita intelleuuale italiana negli ultimi venti anni anche per la sua a//ività di organizzatore cui/Lira/enel campo de/I'editoria, del giornalismo leuerario, dello spellacolo. È stato costreuo alla latita11za, alla lontana11zadal suo co11testo,in una privazione panicolarn:_zentedolorosa. Balestrini 111//aviaha continua/o la sua collaborazione e la sua presenza auiva e sollecitaw nelle pagine del nostro giornale, il quale ha voluto professare il rispeuoso ri11vioal giorno delle precisazioni della magistra1ura, prima di dichiarare la propria posizio11e, nonoswme la lunga e assai discussa vicenda dell'is1ruuoria del 7 aprile. Oggi, con l'esame della requisitoria relativa, deposita/a dalla Procura geneservono a sperimentare procedimenti transpolitici per una «classe militare» dispensata dal combattere il nemico esterno dalla geopolitica delle zone d'influenza; incapaci d'altronde di partecipare alla dissuasione nucleare e allo sviluppo dei nuovi armamenti, gli eserciti dell'America latina perseguono indefinitamente la sofisticazione della guerra psicologica introducendo continuamente nuove minacce, nuove opposizioni per perfezionarne la loro liquidazione. Dopo aver abbandonato su domanda del Pentagono il Principio dell'avversità esterna, principio di legittimazione della potenza militare, si inventa una serie infinita di varianti, di rischi o di pericoli con lo scopo essenziale di riattivare il principio dell'avversità interna, principio pol,ziesco per eccel\;nza ... 'O' I ~ raie, noi conswtiamo che sul conto di Ba/estrini non è st(l(Oindividuato alcun fauo concreto, né alcuna precisa responsabilità che possa giustificare le pesanti incriminazioni a s110carico. ( li Jrauo della requisitoria che riguarda Balestrini vie11eintegralmente dato nella rubrica « 8/ackow» in questo numero di Alfabeta.) Rite11iamodunque quanto meno sostenibile che la persecuzione giudiziaria nei confronti del nostro co11dire11ore voglia invece colpire la sua libera auiviJàdi scriuore politicamente impegnato ne/l'ambiJo del movimento di nuova sinistra. Ne siamo allarmati profondameme, tanto più se collochiamo questo episodio nel/'auuale corso repressivo della libertà di opinione in Italia, di cui sono segni gravissimi i recenti casi di arresti di giornalisti e di responsabili di pubblicazioni. Noi riproponiamo perciò, mentre no11ci è parso wile prima, il mezzo de~'appello firmato dagli intel/euuali, già da noi stessi criticato perché di tipo solidaristico e di scarsa efficacia. Oggi il deterioramemo di alcuni seuori delle istiwzioni ripropone 1111 significato siccio delle popolazioni avverse. ella pace towle (latino-americana), si persegue la stessa logica, ma interiorizzandone le procedure, non è più in nome della guerra ad oltranza che si sacrificano le popolazioni civili nemiche e che si accetta il sacrificio dei suoi da parte dell'avversario, questa volta è in nome della pace ad oltranza (la sicurezza nazionale) che si decide di sacrificare da se stessi una parte crescente della propria popolazione. Con la dissuasione atomica i militari non dichiarano più la guerra se non ai civili, wuo quello che non è direuamente arruola/O ne/l'esercito diviene una minaccia potenziale per la swbililà interna dello simo, da cui la proposta recente di una estensione della convenzione del l 948 sul genocidio a questo •~lato di guerra interna», al di là orientativo agli schieramenti di opinione. E riprendiamo questo mezzo allo scopo di chiedere, per un necessario senso di giustizia, che dopo due anni Nanni Balestrini - e insieme a lui tu/li gli altri imputati del 7 aprile a carico dei quali no11risultino aui penalmente rilevanti - venga immediatamenle pr<>- sciolto dalle gravi imputazioni di cui viene fauo oggeuo e restituito al suo lavoro di scriuore. Richiediamo agli intelleuuali italiani e degli altri paesi l'adesione alla nostra iniziativa, che vuole assumere ogni sviluppo utile ad ouenere l'auenzione e l'imervemo in questa vicenda rapprese11wtivasia della scella politica rigorosa di 1111 ir;telleuuale sia della recente situazione repressiva in Italia. li gruppo redazionale di Alfabeto: Vincenzo Bonazza, Omar Calabrese, Maria Corti. Gino Di Maggio, Umberto Eco. Maurizio Ferraris, Carlo Formenti. Marisa Giuffra. Francesco Leonetti. Gigi Noia. Antonio Porta. Pier Aldo Rovatti. Gianni Sassi. Mario Spinella. Paolo Volponi. /azione deve essere totale, ed è per questo che elimineremo i neutrali fino agli indifferenti, perché nessuno deve essere 'assente' da quesw loua». Da qui il carattere forzatamente utopistico di una pacificazione pubblica incapace di trovare un termine, di ·mettere un freno politico, poiché:« La lolla intrapresa non riconosce alcun limite, né morale, né naturale, essa si situa al di là del bene e del male» (tenente-colonnello Pascarelli). Si comprende meglio ora il principio del «rigetto completo» enunciato da Clausewitz: Al di là del POLITICO, è totalmente illusorio sperare un termine allo sterminio. Lo scivolamento progressivo del nemico reale verso la minaccia e il sospetto potenziale implica di fatto una perpetua riconduzione dei fini ultimi, una perpetuazione dell'eliminazione: delle persone anziane che si ricordano del passato, degli adolescenti che conoscono i costumi e la lingua del paese, memoria coUettiva abusiva per i nuovi p9droni del Tempo come l'ANGKAR cambogiano, che dichiara a proposi/o della popolazione Khmer di età adulta: «Conservarli in vita non ci è di nessun vantaggio, lasciarli morire non ci è di nessun svantaggio». Da qui l'avvento, al di là della regolazione biopolitica tradizionale, di una deregolazione tra11spo/itica, la finzione di uno «stato di pacificazione» che non accetta più il termine dellà vita fisiologica come la persistenza di limiti naturali e morali e che non si contenta più solamente di uccidere categorie successive di oppositori, di esitanti o di indifferenti, ma che si arroga anche ilpotere di decidere chi è vivo echi è morto, o «morto vivente»(3). Questo messianismo militare procede assieme a un tentativo nuovo di favorire in America Latina l'apparizione di «culti di sostituzio11e» molto largamente sostenuti dalle autorità e destinati a soppiantare progressivamente il monoteismo giudeo-cristiano, ultimo avversario ufficiale delle tirannie nell'insieme del subcontinente( 4). Sotto il pretesto di assicurare la salute, la salvezza di un «Essere nazionale», contro la minaccia di una sovversione generalizzata, con l'assistenza degli squadroni «parapolizieschi», specie di anticorpi secondo l'espressione dell'ammiraglio Guzzetti, il «guerriero» tenta di impadronirsi degli attributi del «prete», da cui l'opposizione concorrenziale agli intellettuali e poi ai religiosi. Fedele una prospettiva escatologica, in cui l'ideologia della sicurezza allarga all'intero corpo sociale i sintomi clinici dell'ideologia sanitaria, il «falso prete» sostituisce la sopravvivenza eterna promessa dopo la morte con una sopravvivenza potenziale in cui bisogna vivere per meglio morire, cioè per perpetuare lo sterminio, ilculto dello Stato, la STATOLATRIA di uno Stato allo stato puro, monoteismo di una «divinità presente» presentita da Hegel... Come spiegava uno specialista anglosassone del «diritto alla morte», variante del diritto alla scomparsa: « La gente non vuole morire, vuole essere morta». La scomparsa legale E cosi se dopo il 1945 i paesi sviluppati hanno saputo perfezionare logisticamente lo Swto nucleare, i paesi sottosviluppati dell'America latina hanno sofisticato indefinitamente lo Stato suicidario, sforzandosi ciascuno alla propria maniera al superamento, al rigetto completo dello Stato politico. La logica della dissuasione si è anch'essa sviluppata a due livelli: quello di una dissuasione nucleare strategica e quello di una dissuasione popolare politica, costantemente rinforzato dall'arsenale giuridico di legislazioni speciali. Questa vocazione particolare del subcontinente americano può spiegarsi a mio avviso, non solo per il suo ruolo di rifugio privilegiato dei criminali della guerra totale, ma specialmente per l'esistenza al suo centro di una delle ultime sottopopolazioni: gli indiani d'Amazzonia, il cui statuto politico è inesistente poiché sono ufficialmente considerati come minori, e perciò quando non sono puramente e semplicemente abbattuti si meuono og11isorta di imralci alle relazioni tra tribù, con lo scopo evidente di perseguire più facilmente la captazione fondiaria del loro territorio( 5). Il progetto di legge depositato il 22 agosto 1979 dal governo argentino che concerne la scomparsa di massa delle persone, e che tanto ha commosso le organizzazioni internazionali, non è dunque in nessun modo la soluzione finale del problema ma un'anticipazione della politica del peggio. // progeuo puma in effeui a considerare come morta ogni persona che non si presenta entro 90 giorni davanti al giudice, e la convocazione viene falla unicamente a//raverso la stampa ... Questa legisla- "'> zione che permette alle famiglie degli _ 5 scomparsi di ritirare l'indennità di ~ morte, la pensione e le assicurazioni "'- stabilisce ilcortocircuito tra «sicurezza ;;;; nazionale» e «sicurezza sociale»; il ~ principio dell'assicurazione contro tutti i rischi si estende cosi dalla salute dei corpi alla sicurezza del corpo dello Stato. "'l AIJesocietà massacranti di un passa- : to arcaico, adepte della messa a morte S! rituale e legale, erano succedute nel- ~ l'età classica società reclusionarie, dal- .s;, l'incarcerazione giudiziaria e sanitaria <i

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