Alfabeta - anno III - n. 22 - marzo 1981

'O "' " ~ .!, O() " e,. .... oO °' .... o ~ " E "" ' ' ::: !:a ., .e:, ~ " la forma della cultura 'contadina e nella società industriale quella della cultura operaia. Di qui nasce l'ingenua ricerca delle forme culturali contadine presso la classe operaia (simboli carnevaleschi nei cortei di scioperanti, ad esempio, ma soprattutto canti di lotta operai come prosecuzione dei canti contadini tradizionali). Va detto che né l'una né l'altra ipotesi reggono ad una seria critica e che, cosl formulate, impoveriscono la dinamica culturale e la rendono piuttosto simile ad uno scontro di manichini. Ma erano idee chiare, nette, capaci di un forte impatto, che non richiedevano un particolare impegno di pensiero (come invece le tesi di Gramsci e De Martino), ma potevano essere consumate come slogan. In più si aggiunga l'intenso lavoro di Bosio (il suo «attivismo un po' parrocchiale», dice Merli, p. 13), e una 'grande trovata: la «via canora al socialismo», come è stata maliziosamente chiamata. e ontestualmente alla «scoperta» del canto sociale, molto importante anche dal punto di vista strettamente scientifico (vedi Leydi, Canti sociali italiani, Avanti!, Milano 1963), e anticipata da alcune note di De Martino sui canti della Ràbata, il Nuovo Canzoniere Italiano si impegnò in una intensa attività di diffusione culturale di massa del canto popolare e della canzone politica attraverso spettacoli (tra cui Bella ciao di Leydi e Crivelli, Spoleto 1964, e Ci ragiono e canto di Bermani, Coggiola e Dario Fo, Torino 1966) e dischi. Proseguendo l'esperienza pionieristica del gruppo torinese di Cantacronache e riferendosi ad esempi inglesi e americani il Nuovo Blackout Blackout è una nuovarubricadi Alfabeta. Rubrica assai particolare e delicata, come il lettoresi accorgerà.Essaè destinata a raccogliereinterventi,documenti, informazionicheper varieragioni(politiche, giuridiche,di mercato)subiscanouna forma di silenziostampa. Alfabeta non per questo condividerà necessariamentei contenutidei testi pubblicati,anzi talorapotrà essere indisaccordo con essi. Né A/Jabeta sarà falsamente neutrale: gli scritti saranno frutto di una sceltae nondi atteggiamentoindiscriminato. Blackoutconterràinfani riflessionie notiziecon le qualiriteniamogiustoconfrontarsi (aldilàdelle singoleopinioni)e ingiusto mantenere il silenzio. La libertà di espressionee la qualità dei contributi restano dunque i nostricriteri fondamentali, le ragioni stesse della nostra rivista. Per Balestrini (pensieri politici), di Francesco Leonetti La modernità comporta, fra i caratteri suoi propri, un rapporto fra le lotte di base e le avanguardie intellettuali. La modernità così intesa («progetto incompiuto» dice Habermasj ha subìto in Italia uno scaccoe via viaun regresso generale e una perdita di senso a cominciare dalla data del 7 aprile '79, con la persecuzione di centinaia di giovani militanti. E oggi nei carceri i seminari di studio vertono spesso, seguiti di malavoglia, su un «mistero» degli anni 60-70, il Pci... E ora la destra cresce e incalza; forse per questo l'insieme delle sinistre potrebbe liberarsi del suo dissidio interno, che è il peggiore, del «fronte interno» come diceva Gramsci, dell'autofagia... A salire nello studio de/l'avvocato, con questi pensieri in mente, e a leggere tulto Ciampani nella sua requisitoria finale contro l'autonomia, pagine I 55 poste sulle cinquemila o quindicimila degli armadi, emerge un punto: che mi ricorda quando, fanciullo, vidi in casa con spillo sulla cravatta da tait un certo signore,magistratos,ostenitorediRocco (invano venuto a confabulare con mio padre magistrato)... Supra un punto semplificato e ossessivo, sempre, si concentra il cervello che vuole «giudicare», scongiurando il reale, la complessità... Oggi questo punto si presenta così: c'è la democrazia che è un'agorà, una piazza, dove tutti sono uguali (dinanzi alla legge) e Canzoniere Italiano diede vita al movimento del «folk revival» (vedi Leydi, li Folk Music Revival, Flaccovio, Palermo 1972), che ebbe il principale animatore in Roberto Ledyi, il quale, attraverso l'esperienza del jazz e l'incontro con Alan Lomax, trasferl in Italia le istanze del folk revival americano, movimento prodotto dalla politica culturale dell'Amministrazione Roosevelt, tesa all'unificazione della nazione americana attraverso il recupero della misconosciuta America del lavoro (pionieri, negri, braccianti girovaghi, operai). L'operazione di Leydi rappresenta il proseguimento dell'«esperienza americana» di parte della cultura italiana degli anni Cinquanta (Vittorini e il «Politecnico», Pavese, ecc.). Il folk revival scatenò migliaia di giovani a caccia di vecchi canti popolari e di nuove canzoni di lotta, e indirizzò gran parte della ricerca demologica nell'Italia settentrionale verso il filone del canto popolare. Anche qui possiamo mettere in evidenza un'ipotesi di fondo che postulava una continuità tra le varie forme di canto (popolare, politico, revival): Bosio parlava di «canto sociale inteso come canto popolare contemporaneo» (p. 67), e la prassi del movimento estendeva l'omologazione alla nuova canzone politica, contribuendo ad aumentare ulteriormente la confusione. La strategia dello scavalcamento dell'Università e dell'Accademia, e dell'appello diretto alla base (ai giovani, ai militanti, agli studenti, ai gruppi di base- tra cui va citato almeno quello di Piàdena) fu molto importante, perché introdusse i temi della cultura popolare tra le masse giovanili e gli tuttiparlano; non ce ne sono più forme, quella rappresentativa, quella di base, e quella dinamica con lotte di massa; c'è - solo la democrazia legalisticaassoluta, e come tale è il bene o dio; è criminale tutto ciò che non la rispetta, che si muove, che ha un'organizzazione diversa, una comunicazione differente, un silenzio dissimile... Alla pagina I 23 troviamo la situazione particolare dell'imputato Baiestrini, che trascriviamo integralmente (pp. 123-/24). «All'imputato, residente all'epoca a Roma, si sono rivolti per telefono Fioroni e Scalzone al fine di rintracciare Feltrinelli, quando a Genova non trovarono quest'ultimo a causa di un ritardo (fine dicembre 1969). Il nome di Balestrini figura più volte nell'agenda Negri del 1975 in relazione alla redazione Rosso: è stato già precisato il significato di Rosso nel campo della lotta armata. I due citati elementi dimostrano una ininterrotta continuità di presenza ed azione del Balestrini nell'organizzazione». Si osservi bene questo «tratto»: perché i due riferimenti alle relazioni di lavoro e di amicizia di Balestrini, uno del '69 e l'altro del '75, disegnano certo un arco di tempo, cinque-sei anni, inducendo l'immagine me111aldeella continuità. Ma, insieme a ciò, nella loro inconsistenza reale, essi sono entrambi emersi posteriormente all'incriminazione di Balestrini due anni fa (provenendo da Fioroni e da materiale in esame). Su questa cosa così ricucita, si è indotti anche a percepire qui dentro (coi sensi divenuti per forza sottili e con la fantascienza): un complessivo fattore occulto di giustificazione aggiuntiva, con valore di protrazione di decisioni giudiziarie precede111i,in un ambito processualmente differenziato ... /mendo dire per esempio: le Br si sono sviluppate ulteriormente, con stacco forse di posizioni rispetto al passato (chè è quello analitico, ortodossisca e guerrigliero,deimaterialirecentidi Palmi); intanto l'autonomia è stata riunita in carcere;ma non è affatto accaduto per essa un ritocco delle imputazioni relative; anzi la «sovversione» e la nuovissima «insurrezione», che sono reati di. «pericolo», non sono stati posti in rapporto a predisposizioni concrete e proporzionali al disegno, ma solo enunciate... Ciampani conclude infatti in un intellettuali di sinistra e radicò alcune idee elementari (non tutte giuste, in verità) che facevano finalmente giustizia della vecchia immagine «folkloristica» della cultura popolare, vista come «bizzarria» e «colore locale». Fu un procedimento sostanzialmente gramsciano, che permise di creare un nuovo «senso comune» che, seppure distorto e impoverito, tuttora persiste e costituisce una indubbia duratura conquista. Bosio e la sua scuola legarono i temi modo incredibile e ineffabile: l'insurrezione col suo pericolo non dalle armi derivava (perché allora, teorizza, sarebbe stato solo un golpe), ma dalla propaganda e dai periodici rivoluzionari... E anzi: pare che i quadri Br e PI oggi siano in generale (presso un «comando» ignoto) ritenuti manovrabili e utilizzabili in operazioni speciali future ... mentre quelli d'agitazione po/iricasono ritenuti molto dannosi, da tenere comunque ben chiusi, per un'ipotetica (e da predisporre) «retrovia pulita» ... Certo, l'analisi approfondita e previsionale manca da un pezzo.Qui dico fantasticherie. E certo si pensava nella sinistra storica che la dispersione delle forze più giovani di nuova sinistra non avesse effetti rilevanti, perché tutti i compiti sarebbero stati assolti dalle organizzazioni storiche...Ma, per dire un proverbio, è peggio che andare di notte. In un intervento, fra gli altri suoi giornalistici con attenzione alla realtà dei casi, che Bocca ha svolto nel/' Espresso del 22 scorso, giorni fa, egli ha ragione a dire che Balestrini non ha nulla di cui rispondere alla giustizia... Bocca ha già parlato precedentemente di altri; ora s'impone alla sua attenzione l'agenda di Negri del '75: questa pergamena, velenosa ne~applicazione giudiziaria, dove Toni, fra la cattedradi Padova e la casadi Milano e le lotte, lui che nel vivo conosce con passione milita/Ilegli aspetti delle lotte operaie eproletarie, segna qualche cosa fra tante, produce taluni trattidi scenografiadella sua me111ep, er osservare - come, si può ricordare di lui, teneva molto ad osservare - i suoi impegni ... Già nel «Manifesto» un anno e mezzo fa mi è accaduto di sostenere che la responsabilità di Balestrini verteva sul piano politico-culturale e sulla comunicazione basistae critica;e assai capace l'abbiamo conosciuto tutti a srimolare le idee... Ma il problema non è questo. Ciò chesi è discussoa lungonon è infatti la liquidazione in corso delle avanguardie delle lotte: ma la liquidazione del marxismo, perché sia una «fine» (come vuol pure Tronti) e non una crisi; e tutt'.insieme a questa si è discussa, proprio, la responsabiÌilà del teorico sulle conseguenze attivistiche del suo discorso. Strano tema. Ora mi pare che si possa obiettare ad esso che della cultura popolare al politico in' modo stretto e immediato. Il momento di massimo fulgore, e di massima incidenza, si ebbe nel periodo di preparazione al Sessantotto. La morte di Gianni Bosio nel 1971 segna la fine della fase creativa della clinea nordista», i cui resti saranno travolti dalla successiva crisi dell'impegno politico. Infatti alla fragilità delle ipotesi culturali suppliva lo stretto legarne con le lotte; l'impegno politico immediato fungeva in qualche modo da salvagente e da giustificazione anche sul piano scientifico. Ho accennato in altra occasione all'irrilevanza scientifica del lavoro di Bosio: intendo dire che l'importanza della «linea nordista> si colloca sul piano della politica e dell'organizzazione culurali, dove in effetti è stato sì, certo, il teorico è «responsabile»; ma di qualche cosa di simile è responsabile chiunque è vivente e ha qualche specie di pratica: perché, in quanto vivente, se non è assolutamente passivo, compie qualche atto di contraddizione, induce in altri qualche chiarezza e dubbio e stimolo, ha qualche suo coraggio non eroico, ha qualche aspetto in cui si trasforma (benché «debolmente», per accontentare gli irrazionalisri d'oggi), ecc. ecc. Allora non si sa più la discriminante fra la dignità della riflessione, laspinta ad altri a viverepiù pienamente, e ilmodello insubordinativo, e l'atto, ecc. ecc. La vicenda del decennio è complessa; richiederà un altro decennio ad essere chiara. E occorre ora sostenere che una cosa ben srranaè la viagiudiziaria, realizzata nei modi della repressione e con principi confusi: perché, non volendo ripetere direttamente il codice Rocco, per la successiva perversione di questa soluzione, mira pure a sceverare ciò che è legalitariamente puro da ciò che è proprio del movimento operaio e dell'opposizione ai «regimi»... Si usa dire «strano», nel movimento, ciò che è nuovo, non riconducibile strettamente al periodo fascisranè costiruzionale: da sottopporre all'analisi che manca... Unacosa invece non strana ma storica e sicura è la storia politica coi suoi principi e i suoi motivi. La discussione criticae reoricapuò, accanto alla difesa dei carcerati, vertere su tutti gli aspeui di questa differenziazione (che porta a dubitare che il periodo resistenziale abbia modificato i.-reversibilmente la realtà istituzionale italiana «moderna»). La differenziazione a mio parere passa anche sosranzialmente fra - da una parte - la lotta armata come raie, che è ««strana» anch'essa ora, con la sua assolurizzazione astrattae disastrosa per la sinisrra in Italia; e - d' a/ira parte -il problema delle «forme di lotta», già classiche del movimento operaio epoi selezionate, quindi ripresenel decennio: sia quelle più o meno ammesse come la ma11ifes1a1.iocnoen scontro «imprevisto», sia quelle rirenute assurde per l'etica produuivisrica dominante, o perché immediate e previsre, come il luddismo (il guasto alle macchine). E fra esse c'è anche - selezionala e soppressa dal '45 - la comunicazione col giornale politico di piccola minoranza come «collettore», con un livello compiuto un lavoro di enorme rilevanza e, come vedremo, dalle conseguenze molteplici e durature. Ma non sarebbe serio accordare una qualche rilevanza al lavoro strettamente scientifico, che tra l'altro non pare interessasse veramente. In tanti anni di parole sulla cultura operaia, non è venuta fuori una sola decente analisi che mostrasse cos'è, e come funziona, la cultura operaia. Sui rari lavori demologici di Gianni Bosio (come l'Jnchiestasulln visione del mondo ad Acquanegra sul Chiese) è meglio stendere un velo pietoso. Perché, ripeto, l'importanza dei «nordisti> è tutta politica. .. E agevole documentarsi su queste vicende poiché l'Istinto De Martino, diminuita l'incidenza politico-culturale, si è dedicato a una produzione torrenziale di storiografia su di sé: una storiografia in qualche modo «a futura memoria>, ma indubbiamente utile. Si veda anzitutto, di Bosio, l'edizione postuma dell'Intelle1tuale rovescialo. Interventi e ricerche sull'emergenza d'interesse verso le forme di espressione e di organizzazione «spontanee» nel mondo popolare e proletario (gennaio 1963-agosto 1971) (Edizioni Bella Ciao, Milano 1975), con l'introduzione di C. Bermani e C. Longhini Bosio, lunga, devota, minuziosa (e maniacalmente para-filologica, com'era nel costume di Bosio). Quindi si vedano i quattro fascicoli della terza serie del «Nuovo Canzoniere Italiano>, usciti tra il 1975 e il 1977. Infine l'utile reprint Il Nuovo Canzoniere Italiano dal 1962 al 1968, curato da Bermani (Mazzotta-Istituto De Martino, Milano 1978). La «linea nordista> è oggi un capitodi 1ipoorientativo, non già occulto ma «interno al movimento». Ed è il livello, questo, caranerisrico dei «comi1a1ipolitici operai» (CPO), presenti nei volantini magari e non nei giornali dell'autonomia (o altri «comi1a1i)>, espressioni provenienti dalla base, - a cui forse è riconducibile 1alora il «livello occulro» del quale si parla in sede giudiziaria con una conlinua generalizzazione. Tali comitali erano pieni di strani compagni autonomi, centrifughi e generosi, figli sociologici ribelli del «decentramento produnivo, che, appunto, da cene analisi i daro come matrice strutturale della ricomparsa di fenomeni e di forme anarchiche già proprie del capitalismo delle origini. Ora rutti ricordiamo ciò che si disse quando cominciarono, quasi due anni fa, le accuse terribili sui compagni del- /' «aur.op.» Si disse che per slima della magisrratura occorreva auendere il vagliodelleprove, la verificadegli indizi, dei segnali, delle voci, delle delazioni (mistiche o preparate o indone o depressive, con la loro varia lipologia e morivazione). Molti ime/leuuali sono sratizelanti di quesr'attesa; i più. Alcuni sono imervenuti subito a/l'incontrario, e presto zittiti (e segnali nel «libro» per avere il silenzio addosso). Alcuni alrri, signori dei mass media, sono riusciti a parlarepiù volte, con loro onore, urilh.- zando bene la loropossibilità di dire nei «canali» alcune cose (fra le quali una cosa giusta, altre di copenura di quella giusra, come serve)... Ora comincia un tempo in cui il modo della riflessione può, deve, divenire stringente: non solo per solidarie1à,o per fideismo in qualche principio di cerrezza relativa, ma per resrare «moderni» ... Già in una definizione di Hegel il carcereè un luogo di contrazione (quasi un luogo senza «luogo») ... Viene in esso contratto, immobilizzato, tendenzialmente impierrito benché resisra, un vivente:allascopochenonmanifestila sua vita e lasua cultura. Perché la virae la cultura contengono sempre una comunicazione globale di ripo criricoe alternativo: più o meno debole che sia - come questa stessa «Alfabeta>, certamente debole, dove si è pro/ungaro accanto al nostro, con varia tensione valutativa interna o giusta o inevitabile su ceni punti, il lavoro di Balestrini.

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