Alfabeta - anno III - n. 21 - febbraio 1981

te non didascalica e nelle intenzioni neppure colonialista, non è detto che l'assieme non continui a coesistere, come invece non s'è verificato in un caso analogo a Parigi, quando nel penultimo autunno Victor Garcia, smarrito regista di mitici spettacoli, ha convocato per il suo geniale Gilgamesh . una compagine composta esclusiva- •mente di arabi di diverse nazionalità e lingue, costringendoli a recitare nell'arabo antico del Corano. Scarno e po- <;leroso,l'allestimento era fondato sulla contrapposizione dei corpi all'immensità del palcoscenico a più livelli, sulla rivalutazione della verticalità sotto magistrali luci sagomate e radenti, con la scena che si apriva a dividere le zone emerse e far emergere la vita sotterranea, mentre un terzo grado veniva individuato negli attori ruotanti nell'aria su piloni elementari illuminati dal disotto. Ma il risultato superbo dal punto di vistà espressivo acquistava significato dalla scelta razziale e linguistica: per la relazione cosi ristabilita con un testo frammentario e arcaico, ma anche per la provocatorietà sovversiva della proposta, maturata all'interno di una macchina ufficiale e prestigiosa come il Festival d' Automne, riuscendo come conseguenza a farsi boicottare non solo dal pubblico benpensante ma anche dall'interno della stessa organizzazione promotrice - e a non farsi vedere, né capire, dalla comunità immigrata. «li nomade 11011 è affauo l'emigrante; poiché l'emigrante si sposta principalmente da un punto a un altro anche se quest'altro è incerto, imprevisto o mal localizzato. Mentre il nomade non va da un punto a un altro che per conseguenza e necessità di fauo: di norma considera i punti come soste lungo il percorso. Nomadi e emigrami possono mescolarsi in molti modi, o formare un gruppo; ma le cause e le condizioni restano comunque del 1uuodiverse (per esempio, quelli che raggiungono Maomeuo a Medina possono scegliere tra un giuramento per il nomadismo o i beduini, e un giuramento per l'egira o l'emigrazione)» (Gilles Deleuze, Félix Guauari). Bello questo preludio agli anni ottanta, con Garcia che approda all'antico della geografia del nuovo, con la consapevolezza a un tempo delle frontiere etniche linguistiche spaziali da abbattere, e del principio di dissoluzione già immanente alla sua scelta di un gruppo. Ma non è che un preludio, da non aggettivare coi canoni della valutazione estetica: lontani sono i tempi in cui un recensore al tavolino veniva pagato per attribuire giudizi di merito, promuovere o bocciare, anziché descrivere, tramandare, far conoscere o, al massimo, riconoscersi. Quando, già dentro quest'ultima nuova era, scambiandosi di ruolo coi comici girovaghi o intersecandone le linee di movimento, è lo scrivente che si fa pellegrino, per andare a cercare gli spunti della sua cronaca tra questi nuovi barbari, piuttosto che fiutare l'elemento di sorpresa nel gran spettacolo del mondo, sembra inseguire soltanto le tracce del proprio cammino, sperse lungo reconditi labirintici arabeschi di cui un giorno forse si scoprirà la chiave. Ora vi si possono leggere solo vaghe assonanze con lo spostarsi dei protagonisti e col dilagare - assieme a loro - di una condizione di estraneità. E è questa a venire in risalto negli spettacoli incontrati, fermandomi ovviamente a qualche esempio significativo, nell'appiattirsi dei valori e nel conseguente perdere di senso dei termini qualitativi. ...S'è visto Kantor in esilio a Firenze abbisognare di mesi di prove e di centinaia di milioni, non tanto per ricavare una nuova linfa dall'essenza della Classemorta, quanto per riuscire a individuare da lontano, come mai gli era avvenuto prima; il suo radicamento nella cultura polacca e nei suoi umori BIBLIOTECA DELLA FENICE religiosi militareschi strapaesani non poi così profanati: perché in Wielopole Wielopole il perpetuarsi di repechage di materiali attinti alla prima avanguardia storica («Io sono un dadaista polacco») si dichiara senza equivoci al servizio d'un impianto e di una concezione fondamentalmente realistici ... ...Provato in Perù a casa o in Giappone, presentato indifferentemente a Ferrara o a Roma, a Trappeto o a Bordeaux, a Monaco o in Polonia, ma sempre solo per inviti a un pubblico di spettatori-amici, l'ultimo spettacolo dell'Odin Teatret, Ceneri di Brech1, esalta l'oggettività di una lettura a linee sovrapposte: la cronica di vita del poeta e la sua pratica di teatro, la realtà dell'autore e degli attori e quella dei loro personaggi, la quotidianità e la storia, il testo detto in originale e la sua distanziazione attraverso il doppiaggio; ma tutti questi elementi sono, variando le latitudini, riducibili alla concretezza dell'interpretazione, per cui è un gruppo che rivive il processo della creazione letteraria e scenica e la dialettica dei propri rapporti, confrontandosi col proprio passato e col messaggio di un maestro, scritto nelle pagine e nei giorni ... ...Pina Bausch nei suoi balletti narrativi o nella sua prosa danzata ci rappresenta sempre e inevitabilmente una condizione scenica, quella dell'alienazione dei suoi attori nella cavità del palcoscenico nudo che il festival di cui di volta in volta è ospite le offre; anche se da una presentazione all'altra cambiano gli accessori, la costruzione e il titolo (può trattarsi di Arien o di Lui le prende la mano e la conduce al castello, gli altriseguono, di Cafe Muller o della Leggenda della castità), è inevitabilmente la stessa produzione che si ripete: la dilatazione dei tempi, e la relazione con lo spazio possono riportarci a Wilson, la tematica a Fellini, ma suo è il gioco dei passi e delle rincorse che sbocca in un vuoto 1edesco, dato con mezzi sensoriali come usano gli americani, con assai maggior intensità di PROSA CONTEMPORANEA GEORGESPEREC quando il regista George Tabori esteriorizza a Monaco, su una piattaforma-acquario in preda a delirium tremens-da sensurround, il tramonto di una coscienza nazionale e europea cantato da Enzensberger nella Fine del Titanic ... ...Venerabile mostro sacro giapponese, Kazuo Ono ha incontrato nel '28 il fascino di un tango argentino e assai più di recente la voce di Maria Callas: con l'aiulo di un travestimento femminile e di una rosa (racconta a Nancy per la prima volta in Occidente), ma per-Jui è la mille e millesima replica, la sublimazione di questi stimoli nella sua danza aldilà della danza, in una presenza aldifuori delle date e del tempo, che è la conquista e l'appropriazione di uno stile... «L'indifferenza ai paesaggi attraversa- . ti, alle culture esotiche, non ci inciterà alla passività, all'indifferenza alle materie, agli organi e ai luoghi del corpo animale?» (Paul Viri/io). P iù che i singoli spettacoli con la loro carica spiazzante, contano i luoghi che, attraverso il tipo di attività prodotte o la scelta degli ospiti, delineano una mappa per generi. Allora Nancy (Festival Mondial du Théatre) diventa non solo lo spazio privilegiato della scuola giapponese, ma quello che cammina col passo della nuova danza. E Belgrado (Bitef) la sede del teatro dissenziente delle repubbliche democratiche, che può esprimersi in un Ba/con ungherese dove per l'immagine della rivoluzione di Genet si recuperano dei filmati del '56 a Budapest, o in un Amleto sul dopo-Tito in cui l'invasione finale di Fortebraccio è una trasparente allusione al pericolo sovietico, o semplicemente in una ricostruzione simbolistica di un testo canonico del realismo come li gabbiano, operata dal polacco Gregorzewskij. Ancora Monaco (Theater-Festival) offre il suo ricetto ai clawn, Santarcangelo apre al Terzo Teatro e Pistoia alla Post-Avanguardia, mentre il Mickery di Amsterdam - locale guida dell'underground negli anni sessanta - rappresenta l'ultima spiaggia per l'avanguardia americana che ormai ritrova Il la sua unica casa; in patria è ormai stroncata o spenta, tanto è vero che Richard Schechner, dopo aver lasciato il suo Performance Group, le ha anche fissato una data di morte, identificata con la chiusura del teatro di Foreman nel '79 (il quale Foreman infatti il suo ultimo spettacolo è venuto a montarselo a Roma, unendo alla sua primattrice dei neofiti italiani). Non lontano da Nancy, al Teatro Nazionale di Strasburgo, s'è invece insediata la scuola neo-concettuale dei nipotini di Griiber. Lì da qualche tempo André Engel, Bemard Pautrat, Miche( Deutsch, lo stesso Jean-Pierre Vincent, decontestualizzano testi ripresi da Hòlderlin, da Brecht, da Kafka, da Beckett, conducendoli in vecchie soffitte abbandonate, in stanze d'albergo, in terrains vagues, in cave minerarie, ricalcando con freddezza l'impronta del regista tedesco, senza però vantarne la genialità teatralizzante. Né diversamente si può dire di Hannes Klett, antico assistente di Griiber, arrivato a maggio da Berlino per smontare il Lenz di Biichner e ricrearlo nel vento gelido in cima alla cattedrale in una platea tra le guglie, davanti allo spettatore non ancora riavutosi dale vert1g1m dell'ascesa; ma questa resta l'emozione vera al cospetto dello sfidare poi davvicino tra il monumento autentico e le giunte posticce di Titina Maselli, degli illustri personaggi resi assai improbabili sia dal loro eloquio retorico che dai travestimenti carnevaleschi, tra tempi pieni e livide pause con un'alternanza rubata anch'essa a Winterreise. II folclorico son et lumière s'accende di nuovo solo al finire, quando al racconto in terza persona di una scalata di Lenz, la montagna arriva a indentificarsi con la cuspide gotica sovrastante PROSA CONTEMPORANEA RÉTIF DE LA BRETONNE L'ANTI-JUSTINE UN UOMO CHE DORME WERNER HERZOG SENTIERI NEL GHIACCIO UN LIBRO U.NICO, IL PIÙ FOLLE, IL PIÙ SORPRENDENTE E IL PIU SCANDALOSO CHE Cl SIA AL MONDO Guillaume A.pollinairt pagine 140, lire 10.000 GUANDA BIBLIOTECA DELLA FENICE WILHELMFRAENGER IL REGNOMILLENARIO DI HIERONYMUSBOSCH ILTRIITICODELLEDELIZIEALLALUCEDI UNA STRAORDI1'1ARIA IPOTESI CRITICA pagine l/8, lire /J.000 con 18 illustrazioni fuori ttsto GUANDA PARIGI ALLA VIGILIA DEL 0 68: UN UOMO SI NUTRE DELLA PROPRIA INDIFFERENZA IN ATTESA CHE IL MONDO SI TRASFORMI pagine 96, Ure 6.()()() GUANDA TESTI E DOCUMENTI DELLA FENICE ANDREA CAPPELLANO DE AMORE UN TESTO FONDAMENTALE DELLA LETTERATURA AMOROSA A CURA DI GRAZIANO RUFFINI pagin, XXXV/-380, /ir, 31.()(/() GUANDA I ' AMO QUESTO LIBRO PIÙ DI TUTTI I MIEI FILM Wl'rner Heno, pagine 80, /ir, 5.5()() GUANDA BIBLIOTECA DELLA FENICE MARIUS SCHNEIDER PIETRE CHE CANTANO RARI SONO I LIBRI CHE POSSONO CAMBIARELA VITA DI CHI LI LEGGE. QUESTO € UNO DI ESSI. Elhnirr Z,,1/a pagine /44, lire /0.000 eon JO illustrazioni fuori testo GUANDA

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