Alfabeta - anno III - n. 20 - gennaio 1981

ErcolBe ellucci ei particolari A non essere lì la casa decrepita intoccabile come il letto e la coperta un interrato che fa da.camera e cucina doppio l'uso del lavandino sporgente ! attiguo al gabinello socchiuso acceso quando siamo entrati I come se ci fosse qualcuno ! che interviene al momento giusto a sbarauarsi del cadavere pesante per una donna o a.filmare l'intreccio • a sorvegliare dall'andito scuro dove lei si dirige tronfia e sfrontata obligata com'è a consegnare i soldi , ricevuti uno sull'altro a chi sa i fino all'ultima lira che infila per fortuna nella tasca di un grembiule appeso si può dire all'inferno ; ll rilomorallenty di un teleporno fotogramma appannato corroso quanto repentino • evita curiosità che andrebbero eccitate insistite sulla massa carnosa che estranea al primo tallo ripugna e la camera che uno si costruisce nei particolari necessariamente astraili ancora non funziona : il contai/o successivo della pelle in dettaglio le natiche consistenti etc. Finalmente inchiava la porta spegne l'interrutlore che io voglio acceso capisce il genere di cliente da come si toglie i vestiti, e - ... Letteratura si appoggia alla spalliera se non peggio, meticolosi occhiali sulla tovaglia tirata da una parte con gli avanzi secchi della cena Giardini Allo sconosciuto in subbuglio che riconoscono li apposto dalla sera precedente chiedono di accendere e magari: saprebbe indicarmi una pensione da poco? Dove si accontentano di un cesso s1re110come una tomba la porta verniciata gialla ostruita da gabbie di coca & birra, la luce abbie11a introvabile per il traffico nel corridoio pesto il pavimento che devono sempre per pulirlo sporcarlo con la segatura CarmelFaratantonio Fonnato tessera Lo sgabello che gira per sfondo una tendina tre foto mille lire mi hanno scollato l'anima in un flash Occhi abbagliati sorriso obbligato capo piegato da un lato ho dato la mia prima elemosina Ìll bianco e nero Mi scortavano seri i pendolari striscia di carta moschicida un bimbo ci ha lasciato le dita da un gruppo in gita di scolari Hanno asciugato il mio destino correnti ad un incrocio di binari - questa ciocca sopra l'orecchino Lo sandalo (è la normalità) Ho messo in lavatrice i miei pensieri per stenderli bianchi e presentabili raschiato via le incrostazioni aperto i rubineui mescolato i miei sogni col limone per farli commestibili spazzato anche negli angoli spruzzato il DDT perché neanche un briciolo restasse del mio miele spalancato gli armadi sbattuto i materassi sul balcone perché non un alone suggerisse la mia spudoratezza rinviato a tempi estremi la rivelazione dell'inganno quando la prenderanno per una crisi di senilità I Maternità Avrei potuto avere mille amanti subire esplorazioni scavi trincee Avrei potuto essere frustata coperta di ferite e cicatrici tinta d'inchiostro forata alle narici Avrei potuto essere rapata morsa da cavalle/le sfigurata e rimanere intera tesa come un elastico implacabile Avrei potuto spargermi di polline e aspeuando il ronzio pescare nell'alveo - inalterato - il granello argentato dell'io L'ho visto invece rimbalzare via riprodursi in copie quasi identiche perdersi dietro gli angoli all'infinito duplicabile Quando ho stretto le ginocchia era già in fondo ali'anestesia Il '1 Dietro la porta Le bambole sbauono gli occhi nel buio saltano giù dalle mensole si consultano intorno al tuo letto Inanimata ti lasci vestire svestire legare i capelli truccare allacciare le scarpe imboccare smontare le gambe e le braccia rimetterle al posto sbagliato accarezzare curare scuotere il memo picchiare mellere in piedi girare urtare contro gli spigoli con l'indice e il medio respingere sopra le molle Sfogliano i tuoi quaderni sbadigliano al primo chiarore dietro la porta ti chiamano per la colazione Coazione a ripetere Devono esserci strade a Varsavia che hanno muri di carta e i lampioni venature di foglia Devono esserci ponti scorticati di vimini e rotaie che di colpo finiscono nella campagna Devono esserci nebbie dove aliti scampano dall'embolia Devono esserci notti che l'insonnia ti spinge a segnare un portone a riattraversare Varsavia sopra gli spilli GiorgioFicara I. Piazza della Signoria Di gelati colorati al Rivoire credo che hai fatto saccheggio. Fuori la testa mozzata il cavaliere e il bellissimo David erano ombre nel tuo pattino iridato. IL Fiesole Cosa dicevi sollo l'ombrello blu? Ma stasera che la pioggia non c'è e la valle s'è fatta colore del sole puoi parlare d'amore anche a me. ID. Je sens un feu secret Amore mio ti amo soltanto un petit peu, e questo è il guaio mio che invece a te chissà perché dà tanta allegria. IV. Addio Quando sei partita in treno com'era nero il cielo. Ma io - che non ero passeggero - per vederti andare mi tenevo appeso a un grande arcobaleno. V. Lontana Da Lignano Sabbiadoro mi mandi ogni giorno foglie/li e baci. Dici che là c'è pure il Luna Park: così ti posso guardare giocare con la mia lente di mago. VI. Sinfonietta Nel parco, alle tre del mattino alzava una nota il violino: potevamo ballare uno slow sui rami degli ippocastani Ma un coniglio bianco ' che saltava ci dava un più perfeuo show. VII Giochi col cerchio giochi all'orchestra sei direi/ore e maestro. Ma spogliata va via la follia. VIU Un giorno, a Firenze, portavo un paltò color pioggia, largo come il vento. Ma sotto l'ala del Brunelleschi lii nemmeno ci pensavi alla tempesta. IX Sulla rotonda lo balli il boogie-boogie? È cosi a picco sul mare che si potrebbe sbagliare. Ma l'onda ti accarezza con eccessiva dolcezza e tu non sai più dove guardare. Titolo della raccolta: Nove avversative d'amore MarinaPizzi Della speranza degli stinti sismi 1. L'avara posta decretò all'inizio quando mi stinse dal suo amor ridendo. 2. L'usura càlino del tempo i figli Vulcano subdolo il varo all'esistere urgenza stima di stimate perdite, prolisse stigmate a continuar 11ma1s1entiero dagli innamorati. 3. Ignari crebbero aggiogati i figli Amor che si modella come spezia zigote unico di trambusti e vemi, come d'incanto desta la parità dei climi nei miti ludici del probo inganno. Poi, borsaioli, sempre ruberanno sacro il vaccino per sapere il lido che li portò dal nido ben più trànsfughi. 4. Cerchia in tua voce un'eco più lontana, sbarazza il tempo dal presente ermetico, testimonia del monito chè ti conosce tisico! 5. Sindrome nuova di prezioso addome Di suicidi colbacchi i vermi non voglio, genesi rotte alla speranza, zaini di pietre nel sangue cademi, ma de111irsµ/i a dir soltanto i trìboli boli rolli nel/'auo di inghiouirsi il tiro avuto dal rovescio ghiouo. Ghigliottinato il torto darà musiche, sindrome bella, raddrizza gioia.

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