Alfabeta - anno II - n. 18 - ottobre 1980

Lotman,isegnidelpotere Ju. M. Lotman. B.A. Uspenskij «Rol' dual'nych modelej v dinamike russkoj kul'tury (do konca XVlll veka)» [L'incidenza dei modelli duali nella dinamica della cultura russa (fino a tutto il settecento)]. in Trudy po russk.oj i slavjanskoj filologii, xxvm. Literaturovedenie, TGU. Tartu 1977 (= RDM) Ju. M. Lotman «Ustnaja ree' v istoriko-kul'turnoj perspektive» [Il discorso orale dal punto di vista della storia della cultura), in Lingvistiéeskaja semantika i semiotika, L Semantika nominacii i semiotika reéi, TGU. Tartu 1978 ( = URIKP) Ju. M. Lotman «K funkcii ustnoj rec1 v kul'turnom bytu puskinskoj èpochi» [Sulla funzione del discorso orale nella vita culturale dell'epoca di Puskin]. in Lingvistiée skaia semantika i semiotica, ll. Semiotika ustnoj rea TGU. Tartu 1979 (= FURP) Ju. M. Lotman «Povest' o kapitane Kopejkine (rekonstrukcija zamysla i idejno-kompozicionnaja funkcija)» [La novella del capitano Kopejkin (ricostruzione di un progetto d'intreccio e funzione compositiva delle idee artistiche)). in Trody po makovym sistemam, Xl. Semiotika teksta. TGU. Tartu 1979 (= PKK) Ju. M. Lotman «Recevaja maska Sljunjaja,. [La maschera verbale del Bavoso], in Vtorit\- oye modelirujuséie sistemy. TGU, Tartu 1979 (RMS) V.V. lvanov. Ju. M. Lotman. A.M. Pjatigorskij. V.N. Toporov. B.A. Uspenskij Tesi sullo studio semiotico della cultura. a cura di M. Grande. trad. di A. Summa. Parma. Pratiche Editrice. 1980 (= TSC) pp. 72. lire 2.000 Ju. M. Lotman Testo e contesto. Semiotica dell'arte e della cultura. a cura di S. Salvestroni Bari, Laterza. 1980 (= TEC) pp. XLIV-234, lire 12.000 Jurij Michajlovic Lotman è nato il 28 febbraio 1922. a Pietrogrado. in una famiglia ebraica. Dal '42- c'informa la Piccola Enciclopedia Letteraria sovietica - è membro del partito comunista. e dal '63 è professore di letteratura russa all'università di Tartu. in Estonia. Già Tartu-che conta forse centomila abitanti. e sorge non lontano dal Peipus. il lago in cui affondavano. tra lividi zatteroni di ghiaccio. i cavalieri teutoni dell'Aleksandr Nevskij di Èjzenstejn - fornisce un bell'esempio di quelle «rinominazioni» studiate anche da Lotman e da Uspenskij: altalena di nomi. di «battesimi» e «ribattezzamenti». che celebra l'alternarsi dei padroni~ le alterne zampate della Storia. La città fugrad" (gorod")Jur'ev" (il «castello di Jurij. di Giorgio». dal nome cristiano del principe Jaroslav di Kiev. che l'aveva fondata nel I030). fino agl'inizi del Duecento. quando passò nelle mani dei tedeschi e divenne Derpt. Tornò ai russi verso la metà del Cinquecento. e rimbalzò poi a lungo tra polacchie svedesi.Ai primidel Settecento Pietro il Grande la risucchiò dentro i confini russi. E intanto Derpt s'era allungato in Dorpat. Ma il nome della città fu nuovamenteJur'ev dal 1893 al 1917. D'altra parte. Lotman vive oggi nel cuore di un'Estonia che. con il suo milione e mezzo di abitanti. rappresenta - in Urss-il più folto dei nuclei finnici del Baltico sçampati all'infiltrazione germanica e. soprattutto. all'espansione slava. Nella regione leningradese. gl'izori sono ormai ridotti a un migliaio di unità; i vodi. a meno di cento. In territorio lèttone rimangono trequattrocento livoni... Quello dei rapporti interculturali è. del resto. uno dei temi prediletti di Lotman (e di Boris Uspenskij). E principalmente a Lotman e Uspenskij son dovute le TSC. le cosiddette Tesi del I 973. Qui. a costituire l'interesse di fondo degli autori è la maniera in cui determinate culture (e le culture slave. nella fattispecie) vedono e rappresentano se stesse. si «automodellano». e la maniera in cui-dal proprio interno. attraverso il prisma dell'immagine che coltivano o vogliono dare di sé - conformerl_y, . . - Remo Faccani posito che non entrino in vigore». agli ukàz zaristi che nella Russia del Settecento vietavano la pratica delle «bustarelle» («per lottare contro le 'bustarelle'. sarebbe bastato far applicare le leggi esistenti. anziché promulgarne di nuove. identiche alle vecchie»; ma quel che importava al governo era «il fatto della promulgazione di una legge. non già la sua applicazione»). Agli abitatori dello spazio «extraculturale» è talvolta negato persino il possesso (o il pieno possesso) della parola. Mercanti e avventurieri di ovgorod fin dall'XI-Xll secolo avevano raggiunto e varcato la «Pietra». ossia gli Urali. Ma le tribù ugrofinniche stanziate sulla Pecora e ad oriente . , -, ,,.- , . • ............ i .......... ,, • cepiscono e «modellano» lo spazio culturale esterno. che è sovente. per antonomasia. spazio «extraculturale». fluttuante nella terra incognita e nebbiosa del caos. del disordine. dell'anomìa. o prigioniero di un'«organizza- :zione diversa». quindi estranea. inammissibile. E c'è subito da precisare che l'«automodello» di una cultura non è raro che incarni una forma assai ambigua di «autocoscienza»: può essere (e molte volte lo è) falsa coscienza di una classe egemone. strategia e manipolazione attuata dal Potere o finalizzata al Potere. Si pensi- per valersi di un esempio significativo proposto da Lotman - al caso delle «leggi promulgate col prodi questo fiume restavano. per il cronista medievale russo. dei «popoli muti». cioè «incapaci di esprimersi». «privi di un linguaggio comprensibile (e. dunque. realmente umano)». A ll'internodella tradi:zioneculturale russa. segnata da fratture così programmaticamente radicali come le riforme di Pietro il Grande e la Rivoluzione d'Ottobre. non sorprende l'attenzione di Lotman (e di Uspenskij) per l'antitesi «vecchio - nuovo» in quanto dicotomìa assiologica. in quanto linea divisoria che attraversa e taglia in due un sistema di valori. Nella storia della cultura russa. scrivono Lotman e Uspenskij (RDM). «ogni nuovo periodo». si tratti del passaggio al cristianesimo della Russia di Kiev. sullo scorcio del X secolo. o del regno di Pietro (l'analisi dei due autori si arresta alla fine del Settecento. ma è chiaro che potrebbe venir estesa ben oltre questa data). «mira a rompere in maniera nettissima col periodo precedente». Si direbbero «caratteristiche» della Russia. «nelle sue diverse epoche». le «tendenze reazionarie e progressiste». e mai quelle «conservatrici». L'opposizione «vecchio - nuovo» è così pregnante. «attiva e carica di significato». agli occhi dei depositari della cultura russa. fra la conversione al cristianesimo e le riforme di Pietro. che finisce .. , .... ,--·' ..... ) , , , .. ·: . per inglobare e annettersi «altre opposizioni fondamentali» («Russia - Occidente». «cristianesimo - paganesimo». ecc.). La «nuova» Russa cristiana. con i suoi «uomini nuovi». può addirittura venir contrapposta alla «vecchia»Bisanzio(cristiana).e secoli prima che questa fosse espugnata da Maometto II. (Io aggiungerei che talvolta. per esempio in un .testo epico medievale come il Canto di Igor'. la designazione di «vecchio» sembra voler contrapporre a un tempo «nuovo». «storico». un passato ch'è ormai rifluito in una _speciedi tempo «mitico». Tuttavia. i rapporti fra il «nuovo» e il «vecchio» restano molto più ambivalenti di quanto si crederebbe. Solo il persistere del «vecchio» contribuisce a far percepire il «nuovo» come tale. a consolidarne lo statuto; e, d'altra parte, il mettere l'accento sulla «novità» è un modo di esorcizzare la sopravvivenza del «vecchio». Così, in Russia, «si potevano conservare forme precristiane di comportamento». proprio in quanto forme di «anti-comportamento» riconosciuto. «legalizzato». Queste trovano un loro posto nella «nuova» cuitura cristiana. grazie al «rovesciamento speculare» delle funzionì che erano chiamate ad assolvere. bai punto di vista della cultura russa. il paganesimo - sinonimo di «religione altra ed estranea» e il cattolicesimo-simbolo di «vecchia fede» cristiana - potevano anche finire per identificarsi. Sicché nulla impediva al metropolita cinquecentesco Makarij di attribuire ai «pope» cattolici questo singolare «jus primae noctis». uscitoparrebbe - dai recessi di un qualche paganesimo vero o verosimile: «La primissima notte il pope giace con la sposa nel sacrario. dietro l'altare, sopra un tappeto. e fa il segno di croce sulle vergogne femminili e le bacia. E dice : mi fosti madre e adesso mi sei moglie. E giace con lei ...». Ciò che qui ed ora è vietato. altrove (nel tempo. nello spazio) e in un altro universo religioso può (e deve) essere consentito. Il «nuovo». così. non si limìta a incorporare il «vecchio»: lo genera. Più tardi. e in particolare nella seconda metà del secolo XVIII. con la predicazione dell'eresiarca Avvakum - che difese fino al martirio. fino al rogo sulla piazza di un villaggio dell'estremo Nord. la tradizione cristiana russa. contro il restauro filologico dei testi sacri e della liturgia voluto dal patriarca di Mosca. Nikon -. «vecchio» prende il significato di «vero, autentico. originario». mentre «nuovo» equivale a «falso. diabolico. pagano». La «nuova fede» e il «nuovo Cristo» delle riforme di Nikon non sono che «apostasia» e «Anticristo». E il mondo «altro». «estraneo» torna a fondersi in una massa indistinta e indistintamente peccaminosa. Proclamava Avvakum: «Noi siamo ortodossi; ed ecco (invece) la puttanesca sagacia della chiesa di Roma e dei suoi bastardi. dei polacchi e degli uniati di Kiev. e di questi nikoniani di casa nostra ...». Il regno di Pietro e il Settecento rimetteranno in auge ·la «novità». Si riparlerà di «nuova Russia» e di« nuovo popolo» (russo). Ma già nel suo articoloHistoria sub specie semiotica e. del 1974 (ora tradotto in italiano nel volume La semiotica nei Paesi slavi. a cura di C. Prevignano. Feltrinelli. Milano I 979). Uspenskij ha analizzato il modo in cui Pietro il Grande usò la tradizione cuiturale russa. ricorrendo a tutta una serie di «anti-comportamenti». di «inversioni speculari». quasi alimentando di proposito le «aspettative escatologiche dei tempi». le fantasie di chi sospettava in lui I' Anticristo: «L'avvento del!' Anticristo - nota Uspenskij- era atteso per il 1666; ma poiché non s'era verificato. si cominciò ad attenderlo per il 1699 (1666+33= 1699). E a_ppenaqualèhe giorno prima dell'inizio di quell'anno» (l'anno nuovo in Russia cominciava allora il primo di settembre). «Pietro rientrava ... dal suo primo viaggio all'estero» (e quasi immediatamente, con i suoi fedelissimi. si diede a sforbiciare le barbe ventose dei boiardi russi. a strappargli di dosso i venerandi caffetani...). Insomma.affermanoLotman e Uspenskij. «la nuova cultura russa (pospetrina) è assai più tradizionale di quel che non si ritenga solitamente». Essa «era costruita non tanto sui modelli della cultura 'occidentale' (benché oggettivamente fosse sentita come 'occidentale'), quanto piuttosto sul tracciato strutturale 'capovolto' della vecchia cultura». Un curioso episodio di questa «europeizzazione soggettiva» del costume russo settecentesco fu

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