Alfabeta - anno II - n. 15/16 - lug.-ago. 1980

P.Imperiali V. Zeichen Meriteresti tutta l'allegria 1 Meriteresti tu/la l'allegria mia. e sia sorriso-cratere lunare si spappola e i pappi e i pappi ricordi? Se soffi se soffi un nucleo stecchito zi_11ito uomo da polpi che sputano inferno. Meriteresti tu/la l'allegria mia. e sia Orgasmo-miasmo stelluto imbwo infecondo io su sponde calcinate a te allegria concedo unghiata verdastra di lidi malsani Meriteresti tulio l'allegria mia. e sia Prona succhio da falica terra visçidi pro to pia sma ti ci umori cannule altre fallaci fandÙllo E il gioco-odio t'annullerebbe. mia. e sia Meriteresti tuua l'allegria E la follia contagia 2 E la follia contagia non puoi più rovesciar/a a sacco nel mare nero come pece d'oblio Sale lenta alla radice dei capelli te li a11orcigliad'un subito e tira su verso le cime di pini profumate. E n appeso agli agri aghi o spicchi i voli della mia follia o t'impicchi o sballi il culo sulla terra pia11a La strega t'ha preso risucchiato in grembo hai risalitu il suo utero caldo ed ora sei la sua saliva tiepida Trepida impasterà uova colorate spruzzi di ginestre cuori di gelsomino i suoi sputi di stelle ingemmeranno le fronti dei cieli Non divincolani spezzeresti la nostra spirale au contraire tenerameme auorcigliata alle code di stormi bianchi in volo. I rifornimenti deUa scrittura 1 Nella prima, ollimistica versione di Guerra e Pace già intitolata Tuuo è Bene Quel Che Finisce Bene, si riconosce all'opera della compagnia Genio/Pontieri del Volga quelle soluzioni che consentirono a/l'autore di motivare i congegni narrativi prima anchilosati al suolo. 2 Concentrare in Gran Bretagna un milione di soldati ed altre/tante tonnellate di equipaggiamenti: camions, cannoni semoventi, blindati, cacciabombardieri e disarmati ricognitori. Puntare su di una onorevole percentuale di rischio, vedere venire meno i conforti dei bollettini metereologici indispettendo gli anfibi da sbarco inondati dalla neutrale inimicizia del mare burrascoso; sbarcare il bagaglio oltre la'manica, sul continente, stabilirvi una testa di ponte per poi gettare le riserve accatastate, nella bauaglia manovrandone le sorti da giocatore mobile che punta le fiches su tavoli disparati in un casinò vasto quanto la Normandia. 3 La rettorica militare, con felice lapsus riconosce a certi «corpi» il merito di aver scritto sul «campo» «autentiche pagine di gloria». Non è illecito ridomandarsi chi sarebbero i grandi narratori moderni inventori del romanzo insiemistico ad azioni individuali, multiple e parallele; soltanto Musi/, Kafka, Proust? o vi aggiungeremmo scrittori come Eisenhower, Guderian, Zukov riservati scopritori della narrativa logistica Ilvero/falsodel 11Male'' e ome è nato/[ Male? Se provassimo a dare una spiegazione di tipo genetico. probabilmente, potremmo individuare vari filoni compresenti sin dall'inizio nell'esperienza. Ma questa non sarebbe una spiegazione. Certo è, che prima del Male esistevano i Quaderni del Sale: c'era un gruppo di disegnatori satirici che faceva riferimento o a Lotta Continua o a Paese Sera; c'erano alcune esperienze «anomale" che avevano trovato nel falso il terreno più fertile per l'invenzione poetica; c'era, infine, la frattura linguistica apportata dalle radio libere. Questi frammenti, però, non ricostruiscono un discorso. Né la banale tautologia che in Italia si sentiva il bisogno, già prima del Male, della Satira Politica (notare la strana configurazione nell'ordine del discorso della tautologia a posteriori), spiega assolutamente niente, come mostra la crisi del Male e delle esperienze che volevano imitarlo. Piuttosto sarebbe interessante capire se realmente il Male sia stata un'esperienza di satira politica. Se si leggono i classici della satira politica - ad esempio il Canard e il Krokodill ci si rende conto che il Male è stato un'altra cosa: il Male è stato l'irruzione del comico sulla scena, la voce di Arlecchino che fuori tempo dal dialogo teatrale spiega cosa si stanno dicendo i «veri attori" sulla scena. Ma qual'era la rappresentazione che teneva banco in quel periodo in Italia? Per chi ha visto 1941 di Spielberg la situazione è chiara: sulle spiagge di Hollywood- era stato avvistato un sommergibile giapponese: la nazione si mobilita, il pericolo giallo è alle porte. Ma l'Italia non è gli States, una consapevolezza ormai millenaria permette di distinguere i pericoli veri da quelli immaginari. Il sommergibile con la bandiera nera dei pirati della Tortuga non fa paura a nessuno. I mass media invece lanciano il messaggio: «Si salvi chi può!"; Paolo VI, imitando il suo predecessore Leone I, si inginocAngelo Pasquini, Piero Lo Sardo, Giga Me/ik e Mario Canale chia ai piedi di Attila: «Uomini delle Brigate Rosse ... »; Pertini, intanto, si sente Coriolano. Ma il dramma per essere recitato abbisogna di penetrare nelle fibre più profonde, di protagonisti all'altezza ... E invece. qui e U,scappa la stecca clamorosa, la perdita del ritmo, il suggeritore che deve urlare perché il vecchio al/ore è sordo: anni fa, durante una tribuna politica televisiva, si manifestò clamorosamente il primo segno di questa tendenza alla recita della commedia su un cannovaccio tragico. L'on. demonazionale Covelli, al colmo del pathos, allargò le braccia esclamando: «Italiani, avete davanti a voi uno spettacolo di desolazione». Quale geniale intuizione! Il Male si è, allora, mosso puntigliosamente alla ricerca del lapsus che permettesse di illuminare la scena, dando il senso più profondo del testo. A questo punto il falso(') diventa il linguaggio del Male, non come semplice parodia, opera di raddoppiamento, ma come puntigliosa ricerca del lapsus, della ripetizione, della stecca; il falso come scenario possibile, dove i protagonisti continuano a muoversi con le loro ripetizioni, i loro tic, le loro ossessioni. Di fronte alle guerre mondiali, all'incontro con gli extraterrestri, niente cambia nel linguaggio di Scalfari o di Leo Valiani. L'ordine del loro discorso non può subire interruzioni perché è un ordine paranoico e invece la loro prima preoccupazione è azzerare l'evento, ricondurlo alla normalità. on c'è posto per: stupore, sorpresa, meraviglia, sgomento. n loro discorso si sfrangia: quello che dovrebbe essere un discorso di «senso» diventa solo una collezione di lapsus, di umorismo involontario. Non c'era autore dietro i -testi del Male, attraverso il Male continuavano a parlare gli attori-autori di sempre, si apriva cosl uno spazio per la suggestione; eventi desiderati, auspicati, temùti (ma sempre nell'ordine del possibile) rifiutavano il senso che veniva loro imposto, recalcitravano, rendevano buffi i padroni della parola. E, come usa oggi, il Male colpiva nel segno sottraendosi: facendo recitare da soli i propri attori; assegnato un cannovaccio, da quel momento in poi lavoravano a soggetto. E il Male ha funzionato cosl, per continue sottrazioni, rifiutando di collocarsi in un luogo, di assumere un punto di vista: «Un segno noi siam, che nulla indica» dice Héilderlin ed aggiunge Heidegger «Bello non è ciò che piace, ma ciò che viene a trovarsi in quel destino della verità, che accade quando ciò che da sempre non appare, e rimane di conseguenza invisibile, perviene al più appariscente apparire». Il falso di Ugo Tognazzi, capo delle B.R. chiude il ciclo vitale del Male, il gioco si svela, il copione sotterraneo, a cui tutti davano un contributo involontario, si mostra da solo; malgrado i morti e i feriti, si tratta sempre di commedia all'italiana. Una di quelle strane coincidenze che si verificano spesso a chi percorre i sentieri dell'aleatorio apporterà il Sigillum Mundi alla storia del falsi. L'on. Fanfani trasformato in maschera comico-tragica da una straordinaria tirata d'orecchie al funerale d'Aldo Moro, entrerà di un balzo fra i manifesti elettorali della Estate del '79. Svelato lo scenario i/ Male comincia ad avviarsi verso le acque più tranquille e navigabili della satira politica. Al posto della sceneggiatura teatrale comincia lentamente a farsi strada il commento moral-qualunquista, già vecchia vocazione di qualcuno dei redattori. on vi dice niente lo pseudonimo di Tersite? Ed il salto avviene con una certa rapidità: da scenario a protagonista della commedia all'italiana il passo è breve. el Settembre del '79Arlecchino non sa rinunciare alla vecchia vocazione di trasformarsi da servo in padrone ed alcuni redattori del Male si fanno fotografare seminudi su un finto (ahinoi) rogo composto da copie del settimanale sequestrato sulla copertina di Panorama. Il gioco è finito, comincia la satira. Il Cdna, questo sconosciuto «Saremo dunque noi, uomini di questa generazione a dover scrivere un elogio del falso, perché le future generazioni riscoprano il sapore intenso della verità». (Diderot) «Dall'episodio della donazione di Costantino in poi (2) è possibile rinvenire nel processo di fondazione dei capisaldi della civiltà moderna la testimonianza del corroborante intervento del falso storico: il falsificatore lavora a stretto contatto con il fedele cronista ... Ove la tecnica raggiunge il più alto grado di perfezione, la n6tizia falsa s'invera producendo cioè l'effettivo verificarsi dell'evento. La capacità di anticipazione da parte del falsificatore riduce ad un ruolo nettamente subordinato l'attività del semplice cronista; ecco allora spiegato come questo genere -di attività vada assumendo nel corso dei secoli connotati sempre più leggendari, fino a spostarsi dal campo dell'informazione ... a quello dell'attività artistica in cui smarrirà definitivamente la sua funzione. Il produttore di notizie false al giorno d'oggi. denigrato da una campagna stampa allarmistica, perseguitato da leggi profondamente ingiuste, ha finito per potere operare solo attraverso le smagliature del rigido apparato di controllo dei mezzi d'informazione». (Da Zut n. 2 Dicembre 1976). Questo brano è tratto da un lungo elogio del falso scritto dai soci del Cdna (Centro di diffusione di notizie arbitarie). Il club nato con lo scopo di una propaganda dell'arbitrio in vari settori della società civile diede vita ad una serie di iniziative nel campo dell'informazione che ebbero in gran parte la sventura di incorrere in quelle «leggi profondamente ingiuste» a cui viene fatta menzione nel documento. Il falso era per i membri del Cdna uno strumento per il risveglio dell'intelligenza critica: innumerevoli •«falsità» corroborano, infatti, il sistema informativo - anzi, lo stesso sistema informativo con l'arbitrarietà dei suoi scarti e dei suoi residui può di fatto essere pensato come un vasto sistema di falsificazione (3). Lungi dal contestare questo fenomeno - il surplus d'informazione rende privo di senso un concetto di verità fondato sul rapporto significato significante - il Cdna voleva porre le basi per un sistema più liberale di informazione in cui vero e falso fossero restituiti alla loro identità originaria ( 4), in modo tale che l'assegnazione del contenuto di verità spettasse solo al fruitore dell'informazione. Un esempio del valore educativo del falso viene a tutt'oggi offerto dai musei, nei quali il rapporto con l'opera si riduce a quello con la firma degli autori. I soci del Cdna proponevano, invece, l'introduzione sistematica dei falsi nei musei per rendere la visita in un museo più simile ad una ricerca di Sherlock Holmes che ad una serata davanti alla televisione. Purtroppo per tutto un periodo le aspirazioni progressive del Cdna furono fraintese ed alcuni membri del club furono perfino imprigionati con l'accusa di istigazione a delinquere ed associazione sovversiva. Questa catena di qui pro quo ha costellato diversi episodi della vita dei soci del Cdna, alcuni dei quali diventati poi redattori del Male, dando vita ad una serie di eventi ora comici ora grotteschi, ma nei quali era sempre possibile rintracciare la confusione fra realtà e rappresentazione. Più di una volta la Digos ha fatto irruzione nei locali del Male cercando le tracce dei messaggi in codice o criptogrammi segreti, come quando fu pubblicata la cartina dell' Asinara tratta dalla Enciclopedia Britannica, o cercando il vero senso di una lettera tratta dai diari di Solgenizyn. La concezione del falso del Cdna era però una concezione più strettamente educativa: puntava sul Falso perché puntava sull'intelligenza. Nel Male, invece, il falso diventa «osceno», Ugo Tognazzi è tangibilmente culinario, porta con sé gli odori di una gastrono-

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