IIIJSifllJI~ )ll~f~1\NIflIJlf Prezzo: f 2000 Lst.1,50 Fr.f.12 DM4,80 Fr.s.4,60 $ 2,90. PER.IODICO MECCANICO-MUSICALE. Anno l° n. 2 Febbraio 198o. Musique mécanique, Pordenone /980 Postille semiologiche ad un saggio di C. Ginzburg. Se un amico che non avesse leuo l'ultimo saggio di Ginzburg («Spie. Radici di un paradigma indiziario» in Crisi della ragione di AA. VV, a cura di A. Gargani, Einaudi), mi chiedesse di cosa si tratta, dovrei rispondere che si tratta sia di un modello per la conoscenza della storia, sia di un modello per la storia della conoscenza; dovrei poi aggiungere che questi due aspetti in realtà sono uno solo poiché assolutamente indistinguibili. Infatti nel saggio di Ginzburg l'analisi dell'indizio offre uno scandaglio per la conoscenza della storia tout-court in quanto solo auraverso la traccia, l' indizio si è in grado di ricostruire tuuo quel sapere sommerso (episteme) di cui la traccia è segno; si trattadi quella historia sub specie semioticae di cui parla Uspenskij. Il «paradigma indiziario» è un modello di conoscenza antichissimo che mimeticamente riproduce la millenaria auività venatoria e divinatoria dell'uomo; però solo oggi la coscienza semiotica dell'epistemologia è in grado di leggerlo, di decifrarlo e di cogliervi quegli aspetti che lo determinano come struttura fondamentale di molte scienze umane contemporanee. Prime fra tuue la semiotica e la psicanalisi che si sono costituite sull'ipotesi che il segno e il sintomo siano i tramiti fondamenta/i per la conoscenza di realtà altrimenti insondabili. Quello che vorrei notare qui non è tanto la pur innegabile portata semiotica del saggio di Ginzburg (basterebbero le riflessioni sullasemiotica medica a confermarla), quanto il fatto che questa ricercasarebbe stata inconcepibile fuori dall'ambito ormai capillarmente diffuso della semiotica; o meglio di quella semiotica che si concepisce come prospettiva intersegnicaentro cui collocare l'analisi dei processi culturali, geometriche figure cui i concetti «forti» di segno, codice, comunicazione ecc., conferiscono una profondità nuova e spesso insospettata. Sul terreno epistemologico questa semiotica rimette in discussione (ed è la cosa più importante) le tradizionali divisioni del sapere, l'illusione ottica di una conoscenza concepita come somma aritmetica di discipline differenti ed avanza/O sviluppo tecnologico come quello della cultura contemporanea. Bene; nel saggio di Ginzburg mi sembra si possa cogliereun percorso di ricerca che le cantine geografiche del sapere tradizionale non indicano per niente. Ecco perché ci «servono» le tracce e non i segnalt una pigna e non una freccia stampata. La semiotica ha sempre opposto l'indizio ( o il sintomo) come portatore di comunicazione involontaria, indiretta, non codificata, al segnale come portatore invece di comunicazione volontaria, diretta, stabilita sulla base di un codice noto all'emittente e al ricevente. Nella scia di Ginzburg, si potrebbe estendere epistemologicamente questa dicotomia e sostenere l'esistenza di una dialettica tra un sapere codificato/abile i cui segnali sono garanzia di comunicazione e di trasmissione storica, e un sapere indiziario, sommerso, fatto di tracce, di residui, un sapere non formaliuabile, spesso «altro» rispetto alla stereo* coscienzialità (cfr. Freud). In questo senso decifrazione si opporrebbe a decodificazione; cifra vs codice. Il sapere indiziario si può solo decifrare nell'incertezza (e nel fascino) dell'aleatorietà mentre il sapere codificato, fatto di macro-evidenze, si può solo decodificare nellasicurezza (spessofalsa) della scientificità. A me sembra non illegittimo stabilire questi due tipi estremi di sapere entro i quali, ovviamente, vi sono infinite sfumature e graduazioni; senza contare le interferenze e i rovesciamenti di campo. Probabilmente ogni cultura s10ricamente determinatasi non gerarchizza solo i suoi codici, ma anche questa dialeuica tra indizi e segnali. L'indizio, o la traccia, lascia al frui10re un margine ampio d'interven/0 interpretativo (e creativo), offre non una sicurezza, ma lapossibilità di verificare /'immaginario (il rappono con l'immagine originaria del proprio io: il cacciatore per l'uomo transindividualmente inteso) nel simbolico inteso come ordine «culturale» strutturante il soggetto. La decifrazione, in questo senso, sarebbe ques/0 processo di accesso al simbolico. Alla fine del suo saggio Ginzburg si chiede se un «paradigma indiziario» possa essere rigoroso quanto lo sono i paradigmi del sapere codificato; a me sembra che si possa rispondere senza dubbio affermativamente. «Spie. Radici di un paradigma indiziario» non è solo una proposta me10dologica ma è anche un esempio concre/0, applicativo, di tale proposta. Mi sembra che il saggio di Ginzburg sia in mise en abime; voglio dire che Ginzburg ricostruisce le fonti del «paradigma indiziario» con un me10do a sua volta indiziario, «a tracce». Non conosco testopiù rigoroso di quello che si pone come esempio verificabile dei modelli teorici che propone. Giovanni Palmieri (Milano) pubblicatutto il cinemadi Garzanti Federico Fellini in libreria il primovolume Lacittà delledonne di F. Fellini, B. Rondi e B. Zapponi in preparazione: Lo sceiccobianco-Provad'orchestra QuaderndiellaFenice O.li. LAWRENCE GEORG GRODDECK LA DONNA CHE FUGGÌ A CAVALLO QUESTIONE DI DONNA pagine 96, lire 3.800 pagine 88, lire 3.800 Uno dei più perfetti racconti dell'autore «La donna non conosce limite al pensiero, dell'Amante di Lady Chatter/ey: oltre non si adatta a nessun sistema, non è la crisi della civiltà occidentale, verso ancora stata scoperta. L'uomo perisce, un nuovo rapporto con l'eros e la natura. ma la donna è eterna». Guanda Djuna Barnes Lev Nikolàe~ic Tolstoj .e BOSCO DI NOTTE LA FELICITA DOMESTICA introduzione di T.S. Elio! a cura di Clemente Rebora L. 3.500 introduzione di Boris Ejchenbaum Radin, Jung, Kerény L 4 500 ~ IL BRICCONE DIVINO L 4000 Henry James Shemuel Joseph Agnon LA PANCHINA ~ E IL TORTO DELLA DESOLAZIONE DIVENTERÀ DIRITTO E ALTRI RACCONTI traduzione di Carlo lzzo L. 3.500 prefazione di Agostino Lombardo ~ L. 5 000 Roland Barthes LA RETORICA ANTICA L. 3.500 Fedor Dostoevskij i LA MITE Daniel Defoe introduzione di Leonid Grossman LA PESTE DI LONDRA postfazione di Marina Mizzau a cura di Elio Vittorini L 4 000 ·a L. 4.000 Albert Camus Max Weber IL MITO DI SISIFO -~ LA CITTÀ prefazione di Corrado Rosso introduzione di Livio Sichirollo L 4 500 prefazione di Enzo Paci L. 4 000 § Nathaniel Hawthorne WAKEFIELD E ALTRI RACCONTI a cura di Eugenio Montale ~ introduzione d1Claudio Gorl1er L 4 500 ., . ,., .. . ., . -
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