Alfabeta - anno II - n. 13 - maggio 1980

...., juana al doli. Giovanni Battista Ettore Simone/li con gratitudine ieri incontrai una iena idrovora e squamata non sarà una jettatura, mi diss{ come indigena due volte dirubata O quivi. ma il giallognolo maiale rigettato istruisce i sacri mostri nell'igloo daqqua dolce o come l'iguana accidiosa nella buca delle ma oggi. ma oggi che le mot, il nome infamia sintesse dignorantia la sapientia sguainata non lettere puo far fingere di non sapere che le cose malefatte a posteriori dirimono del fiore tuti intendimenti Forse perché si mostrano su tavole di bronzo cosi officiava il sacerdote raggirando con una mano l'ignominia imponendo con l'altra di partire gatta mammona strisciando avanzava sul terreno arrampicandosi coi polpastrelli delle dita più avanti, ridotta a immondizzaio con corpò agilissimo e flessuoso si mise ad arder fuoco rallegrando la gheishia col suo canto quai chi la su gaude ma imanto che con musiche e con danze [artista illumina la valle la paura del diavolo toglieva alla gehenna e la peluria e gli ugne/li morale della favola: qui sollo gattona ci cova, mio caro ripeteva la femmina al suo gatto bellezza un po guasta m'ero messo a cercare il bandolo della matassa l'altro giorno quando incontrai ai margini del letto una sorta di grosso sacco di cotone che parea qui e li fosse imbollito la situazione si faceva sempre più intricata poiché come si sa è difficile parlando d'un simile argomento non trlaciasre parte del sogge/lo o finire col gettarlo su un cuscino di gomma gon fiato, o d'altro fatto si è che la maestra ricoprendo col lenzuolo il suo mathema a stento sollevava le sue maniche, come se si volesse masturbare paideia la parola inclina ad appoggiarsi in forma di ghirlanda io, a11raversoil poroso passaggio Lencarpo dei frulli articolando al cerchio enciclopedico mani piedi calcagni empiriche solane porte smunge il 11asosull'epistola io, auraverso inclavi di saperi giunti a tardi soffi diversi idioleui che mai non empie le bramose voglie dianime, esclamai, con stizza incrociando domina e diavolo diamine 11iiio,vieni qua cantava monotona la sposa ornando di ninnoli e gingilli l'affannoso sigillo nient'altro chodor e fumo dal profondo del Nilo diceva l'i11dianoscivola11do come ni11faper acque nitide e tranquille poi appostai un nido di mitragliatrici tra boschi monti e rivi circondando l'aureola nieve Rammendare Vicienzo Bonazza da dove sei venuta? le fu chiesto temendo per prova di perderne l'affe110 ardo d'un freddo intenso mi rispose sorbendo il suo gelato a forma di ventaglio poi passammo oltre rapidamente gemendo per lamora direi/a all'altro mo11do O gelidezza preziosa e rara gelsomino sommesso di lamenti O rami o foglie o fiori _ simili ad ombrelli11i r bianchi e profumati dolce glu-glu che mi 1rasme11il sonno , se11zachiedermi spiegazioni 11èti ca! di strapparmi le mie foglie nutrienti per paura o per tema diglossina tse-tse che col suo nastro adesivo adibisce della lingua l'oscura glossa a gomitolo di gloria misera e stanca come un cane mastico e rimastico la lassa che scorre agglutinata in breve tempo misera e sta11ca come un cane o rivestendo di cocci la conchiglia che scorre agglu tinata in breve tempo misera e stanca come un cane gelsa Lassa dialefe sono stato davanti al mio signo e come si usa in certi casi anche per rafforzare lungo la linea del diametro NON S.TK.E A -rl<ASTVl-LA'<.VcLO Boy.s . f-ACC.lAMQC,s VNP. GE L--L.A Bl Ql<A22A 1 • a Rosa riparando con la capocchia sfacceuata cio che per 1u110il giorno luminoso avevo infranto ne loscura selva o o dando corpo al dialogo a11raversoil capo dei flamini non permei/o eh esca nulla, mi disse raccogliendo le mie scuse come indigena due volte dirupata presentandosi squadrato in questo modo per negativa gloria incombente o simili poi usci errando qua e la come un pazzo lascito al poeta è superfl~o lo so palesarti del latente cio che ho messo a latere ma al poeta le briglie a casa non si possono lasciare se non vuoi che muta la maschera o simili indossi lestamente il laticlivio la canna a. O. ancora alla mia età mi chiedo se alla canna non sarebbe piaciuto tra un nodo e l'altro d'andare in bicicleua e dagitare la canea antropofaga almeno per l'aspe/lo ti venisse un canchero a quel posto mi risposi sospendendomi l'ascolto sulla vecchia bestia malandata al seguito la misi a fuoco la carogna disponendola distrai/o attorno alle sonore canne come avrebbe detto l'ariosto Fu doloroso certamente gettarla quella c,an11aprima al vento e dopo alle canaglie Ne conve11go ma fu anco necessario altrimenti il suo gregge non sarebbe mai fuoriuscito dalle capanne più i11 là venne il fallo che li ci esse è strutturato come un lig11aggiocome è dello negli ecri linea venti foglio scancellato e 1u110il canneto ne rimase scompigliato in questo il finzi ha fauo bene ad estrarre dal midollo non solo lo zucchero e la cagna ma anche il bastone e il bauipanni che serve come si sa a che il canneggio/cannizzo conservi della bestia il suo splendore Almeno sui lucenti ghiaccioli ma lasciamo stare il lazzi e le lesse (non le cagne) e diciamo klaramente che l'istanza del can can - anatra - nel'i ci esse non è quella cagna che l'anna-la-freud continua a portarsi a passeggio nei canneti del primary love ma al contrario la carne che lacan non cessa di gettare ai cani di a11eo11 affinché no11smeuano d'abbaiare sulla le11erae perché 110 sul suo busto fallo tale mi sembrò l'immagine del/ impronta che 'li fuoco m'apparve voto e va110Certo qualcosa d'importante era già falla Lemme arrivò persi110a parlar di fava o fauve 110nricordo pria d'ingigliarsi i11finoa quella valle No11penso 1u11aviache le anime dei morti brillino faville come si favella nella favola la colpa della bestia non favorisce il fato una pruiia o impudica e invereco11da incrocio di infamia e di improbi quel c'ho fa110per te ingrata no11vorrei rimpro'lerar esclamo furioso l'Ariosto dappoi s'affre110a impugnare la racche11acon l'impulso di contrastare l'entre11eusedispera11do1u11avia verso sera di non farla impressionare lentre cOte no11riesco a penetrare i11 questo abito. No11capisco la coda mi si è faua allungatissima e il muso e le ma11ie i piedi e il pelame 11011'i11gannil'ampiezza del/ emratura rispose emro altre cose la ragazza tra i due la fascia è si s1re11issima ma in fo11do la gonna è molto larga la lima lecca, lecca bocca ornamentale insisteva col suo lieder la fanciulla - simile per soffice peluria, ma il fertile fruttuoso e rigoglioso inceppa ne laere serena la machina del vero a Gi. o, somministrando col cucchiaio la ligustra a limare con la raspa rima e lilla l'affannoso sigillo

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