Alfabeta - anno II - n. 12 - aprile 1980

de stampa ha lasciato nella penombra. Salvo qualche timida eccezione (si veda ad esempio La Repubblica dell'8 marzo) la questione è stata limitata a qualche intermittente notizia di cronaca. Secondo una tecnica che si va generalizzando, uno scandalo ne copre un altro, ltalcasse copre Caltagirone, Italcasse-fondi bianchi copre Italcasse-fondi neri. Ci sembra perciò lecito il sospetto che, alla vigilia della formazione di un governo che rispolvera il centro-sinistra e in assenza di notizie clamorose, i grandi quotidiani preferiscano sorvolare su una vicenda che metterebbe sul banco degli accusati' tutti i partiti della nuova maggioranza. Ciò turberebbe l'operazione-riflusso tanto faticosamente costruita. Se analizziamo i commenti pubblicati in marzo sui vari scandali - di cui diamo a parte una breve antologia - emergono nettamente due tendenze, in parte contradditorie. Da un lato Rassegna dei commenti È cominciata la notte dei lunghi coltelli di Eugenio Scalfari (La Repubblica, 5 marzo). (...) L'emissione dei mandati di cattura arrivadopo quasi un anno emezzo dal!'apertura del!'inchiestagiudiziaria. Arriva - ecco un punto che induce a riflettere - proprio nei giorni in cui un ministro è costretto a dimettersi per aver confessato i suoi legami con i Caltagirone, mentre la tempesta si addensa sul capo di questi ultimi e sospetti pesantigravano su alcunigiudici che sono sembrati stranamente «morbidi» con i tre «palazzinari» romani. Le modalità dell'azione del giudice istruttore Alibrandi possono dunque leggersi in due diverse maniere: come una decisione inflessibile di un Savonarola ingiustamente sospettato di compiacenze verso alcuni imputati o come una ritorsione contro un gruppo avversario, del tipo «muoia Sansone con tutti i filistei». Si racconta - e i cronisti ne fanno fede -che ierimattina apalazzo di Giustizia i magistrati legati a Vitalone non celasserola loro allegriaper gli arresti ordinati da Alibrandi, così come i loro avversari non nascondevano il loro contento per il turbine che aveva investito il ministro Evangelisti rendendo inevitabili le sue dimissioni. È grave che l'azione della giustizia susciti sospetti ed è tristissimo quel tempo in cui il cictadino è indotto legittimamente a dubilare dei propri magistrati. Una cosa è cerca: la notte dei lunghi coltelli è cominciata e non finirà presto. Intanto Evangelisti ha abbandonato il campo. Almeno un segnale positivo e'è: la libera stampa serve ancora a qualcosa in questo paese. Cronache da «basso impero»di Ugo Intini (Avanti!, 5 marzo). (...) Perché sono stati incriminati e arrestati tutti per peculato quando, per l'esistenza del reato, occorre il dolo, ed è certo improbabile che esistesseper un così gran numero di persone una comune volontà dolosa? (...) Diciamo la verità. In molti ambienti polilici, e anche in ambienti giudiziari al massimo livello, si mette in relazione l'ondata di arresti per lo scandalo Caltagirone con le lotte di potere in atto. Quando fu chiamato in causa il ministro Evangelisti, braccio destro di Andreotti, e quando scoppiò lo scandalo dei mancati mandati di cacturacontro i palazzinari bancarottieri, giunsero avvertimenti di stile mafioso: attenzione che i soldi li hanno presi in tanti, che altripotrebbero esserechiamati in causa e che «chi di colte/ ferisce, di colte[ perisce». Sarà un caso, ma dopo il tuono è venuta non soltanto la pioggia, bensì la grandine (...) appare una generale reticenza ad additare con il proprio nome le forze politiche e sociali coinvolte negli scandali. Contrariamente a quanto accadde con lo scandalo Lockheed (che preludeva all'ingresso del Pci nella maggioranza di governo) vi è una generale tendenza a occultare le preponderanti responsabilità della Democrazia Cristiana. Si preferisce parlare di «partitocrazia» oppure (come fanno Ronchey sul Corriere e Cantoni sulla Stampa) di «crisi dell'assistenzialismo». Non crediamo di avere letto neppur un editoriale - parliamo sempre dei grandi giornali «indipendenti» - che inviti esplicitamente i cittadini a punire i partiti coinvolti negli scandali con la sola arma politica coerente con questa democrazia. cioè il voto. Allo stesso tempo. emerge una tendenza che, a nostro avviso, è da valutare positivamente, pur se è contraddetta dal comportamento effettuale dei zione dell'insolvenza e del clientelismo non può che derivare una dilapidazione generale,dalla quale a sua volta non può che derivare prima o poi un'incriminazione generale. (...) Nell'ambito di un simile processo, infine, si è istaurato il più distruttivo circolo vizioso tra un illimitato rivendicazionismo alla base e un illimitato arbitrio al vertice. Da una parte le rivenWanda Wu/tz, Io più gatto (1932) dicazioni dell'assistenzialismo, anche in contraddizione con certi impegni di principio dei sindacati, non possono che favorire i postulanti avventurieri e i pubblici dispensatori di grazie. D'altra parte, questi autorizzano le rivendicazioni ulteriori dell'assistenzialismo, poiché una volta eluse certe regole è facile wilizzare l'apparente immunità dell'arbitrio al massimo dell'azzardo e del gioco di potere. (...) giornali stessi. Vale a dire una crescente insofferenza della stampa a farsi veicolo passivo dello «scandalo», senza indagare da quale parte esso proviene. quali interessi lo hanno determinato e quali interessi va a colpire. Si comincia insomma a rifiutare il contenuto esclusivamente «morale» di cui si ammanta lo scandalismo, per mettere invece a nudo la lotta di potere che lo origina e di cui lo scandalo è strumento. La tendenzà è osservabile con nettezza anche in alcuni dei commenti riportati nella rassegna. In particolare ci sembra interessante lo spunto di Massimo Riva sulla possibilità che lo scandalo. superata una certa soglia di frequenza e complessità, più che nuocere al potere dominante, diventi uno strumento di governo, di stabilizzazione e addirittura di legittimazione. Interessante anche l'articolo di fondo del vicedirettore del Corriere Barbiellinil'autorità: un principio cioè non imposto, ma accettato. Questo principio bisogna cominciare a restaurarloinnanzi tutto nella scuola. Credo che siamo arrivati a un momento in cui la maggior parte dei ragazzi vogliono studiare. Ora bisogna che nellaséuo/a ci siagente capace di far studiare i ragazzi; che ci siano i maestri; che ci siano le persone che abbiano l'autorità del sapere» (...) Amidei, perché finalmente getta un po' di luce (pur se in termini generici) sulle condizioni in cui si trova ad operare la stampa in mezzo alla manovra scandalistica. Una volta tanto ci si rivolge ai lettori per raccontare quello che succede dietro le quinte del giornale. nel processo di produzione dell'informazione. Riemergono qui gli interrogativi che. avevamo sollevato in un numero precedente del «Giornale dei Giornali» (cfr. L'affare Eni-Arabia Saudita in Alfabeta-n. 9, genn.aio 1980) sµlla sostenibilità dello scandalo in quanto forma giornalistica. Nell'a~alizzare la forma-scandalo dicevamo che essa è caratterizzata da un paradigma «morale» che serve a celare le fonti dell'informazione e. con esse, il luogo dove lo scandalo è stato lanciato. Ci chiedevamo se «il 'cui prodest' di una notizia non faccia parte sempre e comunque della notizia stessa e se, come tale, sione di passare, nel più breve tempo possibile, al raddoppio dello stanziamento pubblico. E un'ammissione di oggettiva impossibilità di sopravvivenza. (...) Così per il futuro. E per il passato, soprattutto per il lungo periodo di privato autofinanziamento dei partiti? Il Pci si è fatto capofila di una canea di moralizzatori, che magari predicano Questione morale e scandali di re- da tribune erettecon spregiudicateopegime di Massimo Riva (La Repubbli- razioni finanziarie, le quali sarebbero ca, 8 marzo). «più morali» dei sistemi cui hanno Con impressionante compattezza il dovuto far ricorso i partiti che non debba essere taciuto ai lettori». Probabilmente una situazione di scandalo a ciclocontinuo come quella che attraversiamo in Italia implica un'analisi ancor più approfondita del rapporto scandalo/informazione/potere. Ciò che appare fin d'ora certo è che quanto di episodico, carsico, frammentario vi è attualmente nel modo di informare che i quotidiani assumono in occasione degli scandali è totalmente da rigettare. Occorre che venga in-. dividuato un modo di lavorare e uno spazio permanente attraverso cui i Jet-· tori si possano ren~ere conto di quanto va accadendo giorno per giorno nei maggiori casi giudiziari o paragiudiziari aperti. Probabilmente occorrerà che anche il «Giornale dei Giornali» torni sull'argomento per affrontare il groviglio di questioni che questa volta non abbiamo neppure potuto sfiorare. come un «guasto della partitocrazia» quelle impressionanti degenerazioni prodotte dal sistema di potere democristiano che lo scandalo dell'Italcasseha rivelato. Eppure l'Italcasse è un caso univoco. Scarse sono le presenze perfino di alleati subalterni: diretta sempre da democristiani, ha consorziato Casse di Risparmio presiedute quasi tutte da democristiani. La condotta dei grandi giornali (ripetiamo: salvo eccezioni) è stata talmente disciplinatada ottenere il riconoscimento di un editoriale del Popolo. Non capitava da molti anni, così esplicitamente. I tempi cambiano, dunque. Oggi il «partito del preambolo» cerca di organizzarsi, sia pure tra innumerevoli difficoltà. (...) L'obbligo della speranza di Gaspare Barbie/lini Amidei (Corriere della Sera, /6 marzo). (...) A volte, mentre facciamo il giornaleper l'indomani, cisembra di essere equilibristida circo,affacciatidallavertigin·edi qualche metro su una grande rete:più che una reteè un reticoloclientelare-mafioso di mezze notizie, di mezze allusioni, di indiscrezioni filtrate da chissà dove e dirette chissà dove, di memoriali anonimi ma documentatissimi mandati da chissà chi e direi/i a colpire una coscapolitica o economica o pubblica, nemica di altre cosche che avranno poi, basta coltivare pazienza, altre indiscrezioni, altri memoriali sui quali piangere in futuro. (...) Storie vecchie e nuove, fondi bianchi, fondi neri, f.ondi gialli, appalti e bustarelle, registrazionie rapimenti, liste da cinquecento e listeda cinquemila, storie da pretura e storie da altacoreedi giustizia, storie da commissione inquirente e storie da commissariato, sembrerebbero risvegliarsicome ramarri al sole sfiorati dal passo svelto di qualche congresso, di qualche comitato centrale, di qualche crisi in arrivo o di qualche leadership in partenza. A sera, mentre allineamo i titoli della cronaca chiara e onesta di giornate politiche oscure e allusive, talvolta ci pare di essere capistazione di una ferrovia i cui treni noi non riusciamo con tutta la buona volontà a decifraredonde vengono e dove vanno. I semafori rossi dello stop e verdi del via liberasono in mani che affiorano da una nebbia non nostra, ma di parte della classe politica. (...) potere dominante stafacendo quadrato hanno la « forza morale» di imporre Quando la lotta politica cominciò a l·ntorno a1·suo1·scanda/1· In ejj''-et1s1· tangenti occulte agli italiani per ogni • 1 ' servirsi di poliziotti e magistrati interassiste al/orno e dentro la Dc a un san- fettina di carne importata dall'Est o che vistaa Giacomo Mancini di Fausto De guinoso gioco al massacro fra ministri, la cuociano con gas metano, anch'esso Luca (La Repubblica, 25 marzo). magistrati e parlamentari. Ciascuno importato dall'Est. (...) Ma c'è questo modo italiano di sembra in guerra contro tutti, fuori di I giornali del Pci-l'Unitào il grotte- fare politica, anzi questo modo della ogni disegno strategicoe razionale. Ma sco Paese Sera - in questi giorni trasu- Dc, dello Stato che la Dc ha modellato, attorno a questa lotta cruenta già si sta ciano sdegno perché altri organi di un metodo basato sugli scandali. (...) La corruzione è terrorismo dice stendendo un cordone sanitario, una stampa, trattandodei «fondi neri» o dei Lei dice che questo metodo si è fatto O crack deU'assistenzialismo di Al- Sciascia al «Giornale» di Ottorino rete di protezione, perché il regolamen- «fondi bianchi», parlano genericamen- oggi ancora più virulento? berto Ronchey (Corriere della Sera, 6 Gurgo (Il Giornale, 7 marzo). to di conti si possa chiudere dentro le te di partiti e non specificano - come «Mi domando se contro Andreoui marzo). (...) Ma la gente? La gente? La gen- norme di gioco di un regime.che per l'intemerato Pci vorrebbe -che si tratta non si stiano adoperando gli stessi meC'è una questione fondamentale, che te, fuori. è preoccupata, comincia a decenni ha fauo ricorso al peculato e di Democrazia Cristiana. Viene attac- todi usati contro di me. Certo, se non è passata quasi sotto silenzio nei com- perdere la pazienza? alla malversazione e ora mostra divo- cato anche Leonardo Sciascia che fosse stato l'Andreotti di oggi, lo scanmenti sullo scandalo dell'Italcasse, «La gente è preoccupata più per il lersi perpetuare aggiungendo ai delitti (conoscendo bene le cose in quanto da/o forse non avrebbe avuto la stessa ormai più clamoroso di quello memo- gioco del calcio che per il caso Caltagi- compiuti l'amministrazione degli stessi proviene dal Pci) in una intervista ha violenza». rabiledellaBanca Romana nellapicco- rone. E, poi, forse la pazienza in Italia e la manipolazione degli annunci di omesso anch'egli il nome dellaDc. (...) Che vuol dire? la Italia preindustriale. non ha limite. L'italiano si è mitridatiz- scandalo. (...) A d · bb t I I ·1 Q d I il h l ' S • h • fi ConsiderazionsiulPci.Sitrattasolo " n reow non sare es a O co P 1 0 uan o preva e • principio e e e- wto. e ne sono V/Sietante e e, tn on- tanto duramente se non avesse preso conomia privata o semipubblica o do, nulla può fare impressione. Il mio, I «fondi» dei partiti (e del Pci) - di onestà? di Fausto lbba (L'Unità, 11 certe posizioni in politica interna e inpubblica deve subire oneri antiecono- vede, non è nemmeno pessimismo. È editoriale (Il Popolo, 9 marzo). marzo). ternazionale. Pensi alla questione degli miei e reggersi troppo a lungo su basi una semplice constatazione di cose: è (...) La domanda, in questi giorni di Chi si era illuso, anche nelle nostre euromissili». non competitive o improduttive, tutto il quella che Machiavelli chiamava la ve- legittime preoccupazioni e di strumen- file, di una sorta di irreversibilematu- Vuol dire che Andreotti non gode resto è conseguenza. Allora, nella ero- rità effettuale». tali denunce, ci sembra innanzi tutto razione dellastampa, di una sua impre- più della fiducia degli americani? nicizzazione dell'assistenzialismo, Sciascia, per ricostruire uno Stato questa: erasufficiente la quota di finan- cisata «europeizzazione» (ma come « Forse è così. In ogni caso non vosono inevitabili sia il credito senza ga- serio, pulito, funzionante, da dove si ziamento pubblico a garantire una tra- stanno realmente le cose nei diversi glia fare scenari di fantapolitica, anche ranzie di solvibilità (lo scandalo dei può ricominciare? sparente, autonoma e sicura sopravvi- Paesi europei?), può misurare oggi la se talvolta essi s'impongono quasi di :::: «fondi bianchi») sia il clientelismo po- «Secondo me si dovrebbe ricomin- (lenzaeconomica (quindi anche politi- profondità del suo errore di valutazio- l: litico senza più freni (lo scandalo dei ciarecol restaurareil principio del/'au- ca) dei partiti? Riteniamo che la rispo- ne. Salvo qualche eccezione, i grandi prepotenza». ~ «fiondineri»). Ma dall'istituzionalizza- torità. Non dell'aworitarismo, ma del- sta sia reperibile nella concorde deci- quotidiani sono riusciti a presentare .a, L._;_ _______________________________________________________________________________ ~<i

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