Alfabeta - anno II - n. 12 - aprile 1980

Giornale dei Giornali Glsi candaldiiMarzo Nel «bilancio di sei mesi di stampa italiana» che abbiamo pubblicato nel numero di Alfabela dello scorso settembre, parlando degli scandali e degli affaires di regime, scrivevamo: «La stampa italiana versione 1979 non si trova in atteggiamento molto aggressivo verso il potere economico e politico... la campagna all'unisono sul 'riflusso', lo spazio quasi ridicolo dato alle lotte dei lavoratori .... l'atteggiamento reticente se non omissivo. verso i grandi scandali di regime sono elementi che si ritrovano in tutta la grande stampa 'indipendente' ...». Appoggiavamo le nostre osservazioni soprattutto su tre dati: la scarsa rilevanza accordata all'incriminazione del venice della Banca d' l!alia per i finanziamenli bancari allaSir ( rilevanza dello stesso ordine di grandezza dei negoziati Egitto-Israele e dello sciopero degli assistenti di volo); la grave reticenza sullo scandalo /talcasse anch'esso collegato all'affaire della Banca d'Italia; il disinvolto silenzio con cui la grande stampa aveva coperto il voto della Commissione Inquirente. quando a gennaio Dc e Psi si autoassolsero prosciogliendo i parlamentari implicati nelle 1angentidelle compagnie pelrolifere. Gli avvenimenti successivi del 1979 e del 1980 ci convincono che la nostra diagnosi era esatta. Ma la questione non può essere liquidata con la semplice constatazione dell'inversione di atteggiamento avvenuta nella grande stampa rispetto ai tempi leonini dello scandalo Lockheed o delle «trame nere». li punto centrale sta nel carauere permanenle del momento scandalistico nella vita politica italiana degli ultimi anni e nell'uso dello scandalo come arma politica. come strumento corrente della lotta di potere. È su questo sfondo che occorre collocare e analizzare il comportamento dei mezzi di informazione. Lo scandalo è tale appunto per la sua eccezionalità e per il suo effetto dirompente di rivelazione su un mondo precedentemente celato alla pubblica opinione. Oggi ci troviamo di fronte non più a scandali isolati. eccezionali e dirompenti. ma a un flusso continuo di eventi scandalistici strettamente collegari in uno stesso quadro. Si pensi allo scandalo ltalcasse esploso sulle prime pagine di marzo dopo l'ondata di arresti di banchieri e industriali. È uno scandalo che si trascina nel ridicolo da mesi e mesi. Quasi esattamente un anno fa. il 16 marzo 1979. Eugenio Scalfari in un editoriale della Repubblica da noi citato nel «bilancio della stampa» (Quel muro di silenzio a/torno al covo del/'/- talcasse) scriveva: «Un'attenzione assai scarsa ha dedicato finora la stampa italiana allo scandalo dell'ltalcasse. Sarà perché di scandali politico-finanziari è gremita la storia d'Italia di questi ultimi vent'anni; sarà perché con l'ltalcasse entrano o dovrebbero entrare nelle aule di giustizia i veri Intoccabili del ventennio. Ma è certo che la distrazione della stampa c'è stata ed è assai grave. Eppure quello dell'ltalcasse è uno scandalo diverso dagli altri. Diverso - e molto più grave - perfino da quello pur così traumatico della Lockheed; perché qui siamo arrivati veramente al cuore del Sistema e perché. se gli altri erano scandali di regime. questo è lo scandalo del regime». La «distrazione» della stampa - inclusa La Repubblica - è continuata per un anno. Solo il rumore delle manette ai polsi dei banchieri ha interrotto il dormiveglia. Nell'analisi di questo numero. accanto ai casi Italcasse-CaltagironeEvangelisti. abbiamo inserito anche la vicenda della corruzione nel calcio. Perché? Innanzitutto perché scandali politici e scandalo calcisticosi sono contesi le prime pagine di marzo. in secondo luogo per avere un termine di confronto su cui misurare l'atteggiamento della stampa e un criterio per esaminare che cosa «fa notizia» dal punto di vista della stampa italiana modello 1980. Il 28 febbraio La Repubblica esce con la ormai famosa intervista di Paolo Guzzanti al ministro Franco Evangelisti (Sì, ho preso i soldi da Caltagirone A cura di lndex-Archivio Cri1ico de/l'Informazione. ma non sono il solo). In essa il braccio destro di Andreotti ammette di aver accettato somme dai fratelli Caltagirone per finanziare la propria corrente e il proprio partito. nega di aver ricambiato le donazioni con favori politici e afferma che anche altre correnti Dc sono state finanziate dai Caltagirone. Appare certo che il testo dell'intervista non è stata passata alle agenzie di stampa. come spesso accade in questi casi. poiché nessun altro quotidiano del 28 febbraio reca traccia delle dichiarazioni di Evangelisti. Il giorno dopo. 29 febbraio. accadono cose strane. I grandi quotidiani «indipendenti» relegano la notizia dell'intervista nelle pagine interne. ad eccezione del Giornale e ovviamente della Repubblica. Quest'ultima apre la prima pagina con un grosso titolo di testa: Dopo l'intervista di Evangelisti a 'Repubblica' / Lo scandalo Caltagirone scuote Dc e magistratura/Chiesti alla Camem accertamenti urgenti. Sotto. un editoriale non firmato: Questa volta il silenzio non è d'oro. Il Giornale ricorre a una strana procedura: in prima pagina c'è una piccola «finestra» (Evangelisti [Dc] ammette contributi dai Caltagirone); che rinvia ad un servizio in seconda pagina; ma in seconda pagina il «servizio» appare sotto il titolo li Consiglio Superiore respinge le accuse di Vitalone ai colleghi. Rimangono oscuri i motivi per cui sono state «pastonate» le due notizie. prive di alcun nesso apparente fra loro: il risultato è quello di confondere le acque. La stessa procedura. aggravata. viene adottata anche dal Corriere della Sera. dove non appare neppure il «richiamo» in prima pagina; per trovare la notizia di Evangelisti bisogna guardare a pagina 10 nel sommario di un titolo su due colonne che dice: Martedì parte l'inchiesta del Consiglio Supechi ha beneficiato dei regali di Caltagi• rone; si tratta in effetti di un'altra notizia. quella relativa ad Evangelisti bisogna cercarla nel testo. «Comprensibile» il silenzio dèl quotidiano Dc li Popolo. quasi incomprensibile invece il comportamento di Loua Continua (poche righe nel corpo dell'articolo sulla situazione politica) e del Manifesto. che tace su tutta la linea. Il 1° marzo la notizia. ormai stantia. raggiunge le prime pagine; giornali che l'avevano disdegnata il giorno prima (come il Giornale. li Ma11ifes10. Paese Sera e Lotta Con(inua - non manca l'assortimento. come si vede) ora le riservano i titoli di testa. Ma nel frattempo è arrivata l'immancabile smentita di Evangelisti. poco convinta e convincente (La Repubblica replica sostenendo che il testo è stato letto telefonicamente al ministro). Giornale e Manifesro aprono i propri articoli di cronaca con la smentita di Evangelisti; Manifesro e Lotta Cominua «pastona110»il tutto con il progetto di legge sul raddoppio del finanziamento pubblico ai partiti. Lo stato si fa Caltagirone titola Il Manifesro; incurante della sua poco brillante performance sul caso Evangelisti. scrive: «I grandi giornali. che pure possono allineare al senato schiere di cronisti al contrario del Manifeslo. hanno oculatamente taciuto (A vanti!. Unilà) o scrupolosamente ben celato (Corriere della Sera. Repubblica) la notizia che la commissione bilancio di palazzo Madama ha di botto raddoppiato i quattrini del fi. na·nziamento ai partiti: da quarantacinque a novanta miliardi». li Manifesto ha ragione. ma non si comprende la selettività verso le «disattenzioni» proprie e altrui. «Disattenzioni» che. del resto. continuano. Il Corriere della Sera fa approdare fi. nalmente in prima pagina il caso febbraio La Repubblica collocava l'intervista di Evangelisti in terza pagina. in prima pagina non c'è neppure un «richiamo». Paradossalmente. il primo giornale a sottovalutare la portata del caso Evangelisti è stato quello che lo ha portato alla luce. Gli altri hanno seguito prontamente il cattivo esempio. Come si può osservare nel grafico che abbiamo preparato. il 3 e 4 marzo i cinque grandi quotidiani nazionali pubblicano in prina pagina più articoli sulle vicende truffaldine del calcio che sullo scandalo Caltagirone. li 5 esplode la sensazionale catena di arresti legata all'affare Italcasse. Per altri quattro giorni il binomio ltalcasseCaltagirone supera l'attenzione per il calcio. A partire da lunedì 10 marzo i rapporti si rovesciano e fino al 22 gli articoli sullo scandalo calcistico superano costantemente quelli dedicati agli scandali politico-finanziari. Solo l'arresto dei Caltagirone negli Stati Uniti spezza momentaneamente questa tendenza. ma già dal 24. con l'arresto di numerosi giocatori. il calcio ripren-. de una posizione dominante. Complessivamente. gli scandali politico-finanziari risultano in testa nelle prime pagine dei cinque «grandi» quotidiani del periodo 29 febbraio-26 marzo soltanto in dieci giorni. negli altri diciassette prevale lo scandalo del calcio. Lo scandalo ltalcasse-Caltagirone registra in questo periodo centoventisette articoli di prima pagina. lo scandalo del calcio centoventicinque. Sono dati che si commentano da soli. L'indignazione morale di cui i giornali fanno bella mostra in occasione dei grandi scandali di regime dura lo spazio di un mattino. Non appena lo sport nazionale entra in subbuglio l'attenzione si sposta subito sulla nuova ghiottoneria. I più maligni potranno Dl;-.;,\MICA OEGU SCANDALI NELLE PRIME PAGINE DI S 0U01 IDIANI /\.AZIONALI (Corriere Jcl1;1 Sera. Il G1orn:1k. Il Giorno. La RcpuhN.c-.a.La S1amp.i) ONDAT,\ 01 ,\RRES"I I PER LTI Al.CASSE e DIMIS"-IONI EVANGELISTI riore sulla Procura di Roma. li debole nesso fra le due notizie è suggerito timidamente dall'occhiello del titolo: «Al centro dell'indagine il caso Caltagirone». Nel Giorno bisogna cercare in fondo a pagina 4. dove si legge Comunisti e radicali attaccano Evangelisti; anche qui la spiegazion·e bisogna cercarla nell'occhiello («Per le ammissioni sui soldi presi da Caltagirone»). Per li Tempo. invece. Radicali e missini chiedono le dimissioni di Evangelisti (il .titolo è in un angolo basso di pagina 14. l'occhiello è vago: «Dopo le sue dichiarazioni sul 'caso Caltagirone'»). Anche La Stampa ricorre a un titolo non troppo evidente in pagina interna. ma il tono è più esplicito: Evangelisti, troppo sincero, è nei guai (ha detto: « Presi soldi da Caltagirone»). Nell'Avanti! la notizia· è in prima. su una colonna in basso a sinistra. senza commento e senza ulteriore sviluppo nelle pagine interne. Dopo La Repubblica. il quotidiano ci:Jedà maggiore evidenza al caso è L'Uni1à: in testa c'è un corsivo· di commento (I loro valori). più sotto su quattro colonne Ho preso i soldi da Caltagirone ma non soltanto io, tutta la Dc (il nome di Evangelisti è nell'occhiello}. Strano appare di conseguenza il comportamento dell'ufficioso Paese Sera che si limita a un titolo in prima pagina che suona: Indagine fiscale su ~ ~.anJ,111 l1ak;,,....,.Cal1ai1rOOC'•E,an1,~INr ■•••■ ~.m,.IJloc;dciu ARRESI I CALCIAlORI ,-· ♦ ARRE.lìlO I'\ LSA •• FII.I CAI IAGIRO'\E. •• IHI 11 171 1>1 Mr\RZO Evangelisti. ma con prudenza; intanto si usa il «taglio basso» a piè di pagina (11 caso t:altagirone approda in Parlamento). poi si mettono a sinistra le smentite di Evangelisti e della segreteria Dc. a destra un articolo su una «storia che serpeggia» circa un «favoloso appartamento» che sarebbe finito dai Caltagirone a Evangelisti. // Tempo pubblica. in sedicesima pagina. la smentita di Evangelisti. con evidenza maggiore della notizia originaria (Evangelisti: affronta con serenità la vicenda dei «fondi Caltagirone»); anche li Giorno e La S1ampa continuano a mantenere la vicenda nelle pagine interne. Sulla prima pagina del quotidiano Dc c'è un piccolo titolo a una colonna: Caltagirone: una ·secca smentita della Dc. La Repubblica porta in prima pagina un grosso titolo di testa: Esplode il caso Evangelisti - venerdì processo alla Camera. Per quanto riguarda i giornali. il caso più che «esploso» si può dire che abbia «lievitato» come una torta. Il 2 marzo raggiunge finalmente anche la prima pagina della Stampa; i soli a resistere rimangono li Giorno e Il Tempo che portano in prima lo scandalo del calcio. Il 3 marzo è un lunedì e i casi del calcio prendono ovunque il sopravvento. li 4 Evangelisti si dimeìte. Torniamo un attimo all'inizio. il 28 forse vedere in tutto ciò la volontà di coprire con i clamori di una vicenda «popolare» come quella del calcio gli effetti perniciosi degli scandali politici, soprattutto a poche settimane dalle elezioni. oi non possiamo certo escludere questa ipotesi. tanto più che il comportamento imbarazzato, reticente ed omissivo che abbiamo osservato in alcune testate non fa che suffragarla. Ma forse vi è dell'altro. Vi è anche il culto della notizia e lo scandalo del calcio «fa notizia». almeno secondo i nostri giornali. Molti direttori sarebbero pronti a dirvi che essi debbono tener conto delle esigenze del grande pubblico. mediamente più interessato al più grande scandalo sportivo del dopoguerra che all'ennesimo affaire politico. Noi non sappiamo se le vicende giudiziarie del nostro campionato hanno fatto aumentare le vendite dei quotidiani. Sappiamoperòche questaconcezione del pubblico risponde ad una immagine qualunquista e immotivata di quello che deve interessare i lettori. Dietro questa immagine i giornali camuffano le loro scelte, che sono scelte di natura politica e. in ogni caso, civile. Ciò è tanto più grave nel momento in cui dalle colonne dei giornali irrompono robuste catilinarie dense di senso civico e di altri richiami morali. È tempo che i quotidiani-almeno i «grandi> quotidiani. che non sono né L'Occhio né La Gazzeua dello Sporl - si interroghino sui paradigmi civico-politici che sono sottesi alla scelta della «notizia da prima pagina>. O che almeno Io facciano i gi.rnalisti. denunciando le scelte di editori e direttori. Correre dietro alle «notizie> e ai «colpi di scena» in un'epoca in cui lo scandalo diventa un dato permanente serve a ben poco. diventa anzi sospetto. Ciò che serve è un'attività continua. assidua di sorveglianza e di inchiesta, un lavoro sistematico. un resoconto quotidiano che non venga scalzato dalle prime pagine non appena giunge la «notizia> clamorosa che spazza tutte le altre. In effetti il culto della notizia. come osservava acutamente Antonio Cederna al recente convegno indetto dai giornalisti del Corriere della Sera. porta a effetti paradossali. primo fra tutti quello di arrivare costantemente in ri1ardo. li caso ltalcasse ne costituisce un esempio clamoroso. Già un anno fa Scalfari lamentava il silenzio della stampa in proposito. Per un anno l'affare llalcasse ha vissuto di vita stentata in articoli saltuari nelle pagine interne: ben poco per attirare l'attenzione dei cittadini su quello che - non senza ragione - Scalfari ha definito lo scandalo del regime. Improvvisamente scattano decine di arresti ai danni di banchieri e industriali: la notizia coglie i giornali immersi in meditazioni calcistiche, il giorno dopo «sparano> titoli di testa su 9 colonne sull'Italcasse. La cosa curiosa è che l'ondata di arresti era tutt'altro che imprevista. li 2 marzo la notizia era già in un articolo di prima pagina del Corriere. intitolato Intanto molte nubi sulla vice.nda ltalcasse. Paolo Graldi. dopo aver riferito del meccanismo giudiziario messo in moto dal giudice Alibrandi con la contestazione di un'aggravante agli imputati dell'Italcasse. scrive testualmente: «Si apre un'altra battaglia nella guerra al Palazzo di Giustizia. La Procura non ha via d'uscita. E la contestazione dell'aggravante significherà, per tutti gli imputati. il carcere>. Il giorno successivo. 3 marzo. nella seconda pagina del Giornale compare questo titolo: ltalcasse: il giudice istruttore vorrebbe arrestare 60 imputati. Il 4 marzo La S1ampa pubblica una notizia in seconda pagina secondo cui l'inchiesta «sembra essersi bloccata proprio mentre era vicina alla conclusione>; lo stesso giorno i carabinieri procedono agli arresti. Sull'affare Italcasse esistono in realtà due inchieste parallele: una sui cosiddetti «fondi bianchi> (i finanziamenti illeciti che hanno provocato l'ondata di arresti del 5 marzo}, l'altra sui «fondi neri>. Questi ultimi erano riserve di danaro occulte che l'Italcasse. sotto la gestione del defunto Arca ini. utilizzava per finanziare - attraverso molteplici canali - i partiti del centro-sinistra. L'intreccio fra finanziamento ai partiti e finanziamento «industriale». fa sì che lo scandalo Italcasse. insieme a quello delle tangenti petrolifere ai medesimi partiti di centrosinistra. possa essere considerato il massimo caso di corruzione politica. Ebbene. sesi esaminano le decine di articoli sull'affare Italcasse pubblicati in marzo dai cinque grandi giornali nazionali «indipendenti», si vedrà che gli articoli dedicati ai «fondi neri>, cioè ai finanziamenti ai partiti di centro-sinistra. si possono contare sulle dita. Ciò proprio nel momento in cui l'inchiesta relativa si sta per concludere (alcuni quotidiani hanno dato anche la notizia di imminenti arresti, finora non avvenuti). Davanti alla commissione per l'autorizzazione a procedere della Camera (il cui voto è vincolante per consentire alla magistratura di incriminareparlamentari)pendonocinque richieste riguardanti i segretari amministrativi dei partiti di centro-sinistra. Il fatto è che la commissione parlamentare è inattiva perché senza presidente; si dovrebbe riunire per eleggerlo. ma con la crisi di governo e le imminenti elezioni si procede di rinvio in rinvio. Questo versante della vicenda, che ne costituisce anche il nocciolo politico, è precisamente quello che la gran-

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