Il sistemasecondLouhmann Niklas Luhmann Potere e complessità sociale Introduzione di D. Zolo Milano, Saggiatore, 1979 pp. 195, lire 7.500 Sistema giuridico e dogmatica giuridica Introduzione di A. Febbrajo Bologna, il Mulino, 1978 pp. 163, lire (i.000 Stato di diritto e sistema sociale Introduzione di A. Febbrajo Napoli, Guida, 1978 pp. 214, lire 5.500 Raffaele de Giorgi Sciem.a del diritto e legittimazione. Critica deU'epistemologia giuridica tedesca da Kelsen a Luhmann Bari, De Donato, 1979 pp. 225, lire 7.000 D opo Schmitt, Luhmann. Nella quieta dissolvenza intimistica che fluttua a sinistra, benvenuta la durezza dei teorici di destra! Al vitalismo flebile o eversivo preferiamo la sobria esposizione delle regole del gioco. L'epistemologia di Luhmann - citiamo dalla terza parte dell'eccellente libro del De Giorgi - «è la prima costruzione che abbia saputo descrivere l'intrecciarsi genetico, strutturale e funzionale della scienza con il capitale,., liquidando le presupposizioni ontologiche su cui si sorreggeva (e da sinistra si tende ancora a sorreggere) la strategia del recupero fittizio della persona-valore razionale, descrivendo l'equivalenza delle funzioni capaci di stabilizzare il sistema, capovolgendo l'immagine mistica del soggetto razionale e integrandolo nel sistema. Non senza alludere discretamente all'opportunità di recuperare il mondo dei valori attraverso un'adeguata privatizzazione di ciò che è meglio non politicizzare: l'amore, la verità, il denaro. L'illuminismo sociologico di Luhmann è una teoria della scarsità dei mezzi, della necessità perciò di trattare in modo riflessivo risorse esigue di potere, denaro, amore e attenzione per moltiplicarle in un gioco di specchi al fine di ridurre la complessità del • mondo, di predisporre una serie limitata di scelte nell'illimitatezza di quelle possibili. Ogni sistema «aperto,., mutevole e soggetto a entropia per conservarsi stabile deve selezionare, nell'ambiente in cui è immerso, esperienze e scherni di azione contingenti, che cioè espongono al rischio di fallimento e delusione; il sistema stesso è un «frammento di mondo,. a complessità ridotta. che media fra la sovrabbondanza di possibilità del mondo e la scarsa potenzialità di senso dell'esperienza. è «connessione fornita di senso di azioni sociali che si riferiscono tra sé e si lasciano delimitare da un universo di azioni non relative a quella connessione,.. II sistema si costruisce fissando confini rispetto all'ambiente, stabilizzando un confine entro il quale è possibile mantenere invariato un ordine di complessità ridotta e articolandosi al proprio interno in modo tale da specificare la complessità del mondo in problemi di mantenimento del sistema stesso e da distribuirli a vari livelli elaborando le informazioni relative. La capacità selettiva del comportamento umano viene cosi potenziata dalla riduzione delle alternative possibili predisposta e filtrata attraverso i confini del sistema. relegando il grado reale di complessità in uno stadio di latenza. A ciò giovano più la cibernetica e la teoria dei giochi che non la fiducia protoilluministica nella discussione pubblica e nel rischiarainento razionale. Senso. dentro un sistema. è una determinata strategia del comportamento selettivo in condizioni di alta complessità, è un taglio nella ricchezza del mondo. affidato a ulteriori selettività. Con il vantaggio di una migliore utilizzazione, in ogni costellazione, dello scarso potenziale di attenzione e la correlata impossibilità di un'identificazione fra «senso» e razionalità universale, di un qualsivoglia attingimento del noumenon. La riduzione di complessità, per ogni tipo di sistema, prevede strategie: dislocazione del problema verso l'interno con adattamento ai limiti prestabiliti del sistema stesso; doppia selettività, mediante il reciproco riferimento delle selezioni in modo da costruire un processo graduale (per esempio il linguaggio come preselezione di un codicedi significati possibili entro cui applicare altri codici più specifici);schermature di altre alternative possibili ma non prese in esame, al fine di garantire un terreno non problematico sul quale poggiare i piedi, generalizzazione delle aspettative di comportamento attraverso l'istituzionalizzazione dei ruoli e la sopravalutazione artifici~sa ~el patenziale di e~- Augusto 1/luminati ragionevole che la riduzione di complessità suggerita da un lato·venga resa operante dall'altro, anche se è possibile una decisione diversa. Il potere non è «detenuto»-foucaultianamente - da nessuno. li problema non è tanto l'eccesso di potere quanto l'inefficacia, il suo deficit. quindi un turbamento entropico dei livelli di comunicazione e di ordine del sistema nel suo rapporto con l'ambiente. ambiente e che necessariamente la difc ferenziazione interna del primo implica la moltiplicazione dei contatti di frontiera. «Il senso e la funzione della formazione di sistemi- e questa è l'innovazione più importante - non vengono più intesi nell'ordine interno di parti di un'unità, ma nella formazione di un confine, cioè di una differenza di ordinamento fra sistema e ambiente eh~. all'interno del sistema, permette un agire caratterizzato da una comi I punto di partenza sta in un radicale plessità ridptta» (Sdss, p. 148). rovesciamento degli schemi tradì- Ma - con quello che Febbrajo chiazionali di filosofia politica (vedi il ma un «gioco di campi e contro-camsaggio «Complessità e democrazia» in pi», per cui nella prospettiva macrosoSdss, pp. 67-9). In essi si definiva va- ciologica la società è sistema e l'uomo riamente la società un tutto formato da ambiente, mentre in quella microsocomponenti come un organismo è ciologica le strutture sociali sono l'am~ composto di parti viventi la cui vita è biente da cui provengono gli stimoli essenziale. Analogamente, il singolo per un adattamento dei comportamenindividuo costituiva la cellula della ti individuali (introd. a Sdss, p. 6) - società quale insieme di uomini e non, ecco che Luhmann rivela bruscamente per esempio, di azioni, interazioni, che «in ogni caso, tutti i sottosistemi ruoli, strutture selettive. Luhmann. della società, tutte le organizzazioni e .,,...r-,.-,.- .. 1-'ìeroMarussig, Nuao (o Venereaddormentata), 1926 (Biennale di Venezia, 1930). senso disponibile (meccanismo riflessivo di differenziazione interna). Il sistema sociale è uno dei possibili sistemi, che organizza la riduzione della complessità mediante vari sottosistemi fra cui spicca quello politico, a sua volta comprendente i sottosistemi dell'amministrazione e dei partiti. Anche il diritto è una specifica struttura che, all'interno del sistema sociale, facilita le aspettative: la sua prestazione selettiva consiste esattamente nell'operare scelte di aspettative di comportamento che si lasciano generalizzare in maniera congruente nelle tre dimensioni temporale, materiale e sociale, in base a meccanismi di generalizzazione compatibili. li potere,.. nel (sotto) sistema politico-è un mezzo di comunicazione simbolico (come in altri sottosistemi sociali l'amore. il denaro. la verità), cioè un codice di simboli generalizzati- preferibilmente in forma di codice binario - che consente e disciplina la trasmissione di prestazioni selettive da un soggetto all'altro . .Ilpotere non si identifica con la coercizione, consiste piuttosto nella possibilità di cui dispone un soggetto di scegliere con una propria decisione un'alternativa per altri soggetti. Nel meccanismo di riduzione della complessità. per evitare l'indeterminazione. è necessario che il potere di influenzare sia dissimmetrico, pur non configurandosi mai rigidamente nella coppia comando/ubbidienza.(') In teoria non c'è rapporto causale in questa dissimmetria. piuttosto c'è ineguaglianza di quote del potere. probabilità con mossa profondamente anti-antropomorfica, rigetta il soggetto-persona come «parte> del tutto sociale (non - lo si vedrà - la persona tout court) e dissolve sia quello che Bobbio chiama il modello «aristotelico» sia il modello «giusnaturalistico». La creazione del dominio politico sopra i legami parentali e l'autonomia dell'uomo in quanto individu.o sono considerate soltanto una tappa storica, in cui l'autorealizzazione resta legata alla forma e alla legittimità del potere politico. La teoria sociologica dei sistemi sociali rompe con questa tradizione «perché non considera più l'uomo come parte del sistema sociale, ma come ambiente problematico del si• sterna stesso». Di qui due conseguenze altrettanto importanti. di cui una ben illustrata da De Giorgi, Zolo e Febbrajo, l'altra soltanto episodicamente e parzialmente ricordata da Febbrajo. La prima è che nella teoria sistemica l'accento si sposta sul rapporto sistema-ambiente, sulle strutture che permettono la stabilizzazione del sistema aperto verso l'ambiente (vedi lo studio su M. Weber, sempre in Sdss )-secondo un'analogia biologica e non più macchinistica -; che si abbandona l'astratta razionalità del rapporto scopomezzo per la nuova ragione strumentale delle straregie di autoconservazione; che le azioni soltanto costituiscono il sistema. mentre i processi più «personali» di motivazione e legittimazione sono relazioni esterne del sistema sociale con l'ambiente particolare dei suoi membri; insomma che il punto cruciale diventa il confine fra sistema e anche il sistema politico in generale possono essere intesi solo nel senso che non comprendono la totalità dell'identità dell'uomo, poiché nessun uomo è interamente contenuto in essi». L'ospedale psichiatrico è l'unica «istituzione totale», altrove la società mette l'uomo in condizione di progettare un mondo infinitamente aperto, estremamente complesso e ontologicamente indeterminato (contingente) e di usarlo come «fonte» di scelte parimenti contingenti. Cade così ogni contraddizione fra tecnica e umanità e fra democrazia e tecnocrazia,purché si consideri il riferimento dei sistemi sociali all'uomo e l'umanità delle loro istituzioni nello schema sistema/mondo e non in quello tutto/parte (cfr. Sdss, pp. 68-9). e on questo brillante escamotage Luhmann libera lo Stato di diritto da ogni ingombrante riferimento umanistico-comunicativo (tipo Apel Habermas) ed esonera la pratica politica dal controllo democratico-partecipativo (che sarebbe soltanto sorgente di indeterminazione decisionale e di frustrazione delle aspettative), ma allo stesso tempo conserva a parte, in qualità di «mondo», la persona-valore.(2) Giunge così a perfezionare la liquidazione kelseniana del soggetto giuridico antropomorficamente inteso e la società resta «open» in senso kelseniano-popperiano senza doversi istituzionalmente riferire a valori esterni. Esemplare, al riguardo, è la trattazione delle trasformazioni del diritto (cfr. i due primi saggi di Sdss). L'abbandono di ogni riferimento alla legge di natura si è compiuto per tappe, attraverso la concezione del dominio politico come macchina razionalmente costruibile, la sostituzione della finzione contrattuale con giustificazioni di tipo funzionale, la trasformazione del diritto naturale in diritto razionale che lega l'uomo alla ragione ancora mediante un elemento naturale, la messa in opera di legami interni (prodotti dalla divisione dei poteri) in luogo dei legami sociali ed esterni del sistema politico, infine con la completa positivizzazione del diritto, reso ormai dipendente da decisioni organizzate e sotto la responsabilità di un apparato opportunamente specializzato. Si opera così una decisiva riduzione di complessità e sua interiorizzazione da un mondo esterno (di «natura») a un sistema specifico. li giusnaturalismo presupponeva un 'interpretazione dell'ambiente a bassi livelli di complessità e con priorità del passato sul futuro (predominanza di uno stile di vita tradizionale); con la «modernizzazione» emerge tutta la complessità reale dell'ambiente e il sistema sociale deve differenziarsi per farvi fronte e specializzare un sottosistema politico che prenda le,decisioni un tempo giustificate in nome dell'evidenza naturale o razionale. Il diritto non ha più pretese di permanenza, ma si apre flessibilmente all'indeterminata contingenza del futuro, mediante la separazione dei programmi decisionali dall'invarianza relativa della struttura giuridica. Di qui l'apologia dell'apoliticità del diritto e dell'impermeabilità della dogmatica giuridica a considerazioni di ordine sociologico, presiedendo l'una all'input, le altre agli output del sistema. In altri termini: non solo ildiritto (e il suo personale specializzato) non devono essere influenzati dalla politica, ma servono esattamente, grazie alla loro «neutralità», a neutralizzare molte decisioni del potere politico: grazie alle aspettazioni di non-politicità di quella sfera è possibile tanto riservare ai partiti forme più aleatorie di razionalità (per esempio la concorrenza elettorale, le manovre clientelari, al limite la corruzione) quanto far scivolare questioni spinose dal legislativo all'esecutivo al giudiziario, secondo tattiche adeguate.(3) Si arriva così al punto cruciale della «legittimazione»: questa non può riposare più, come nello Stato di diritto a base giusnaturalistica, su principi naturali o razionali distinti dall'ordinamento, ma sta nella pura legalità di sistema, cioè nella sua durata in un ambiente mutevole. Legittima è una decisione vincolante del sistema politico il cui riconoscimento acritico viene istituzionalizzato, cioè aspettato a livello sociale e non imputato a livello personale: è un problema di aspettative sociali di-comportamento, insomma di riduzione di complessità. I processi di legittimazione divengono problematici nella misura in cui il diritto viene trasformato da naturale in positivo e perde ogni sostegno in valori esterni, ogni residuo teologico. Il sistema politico deve allora provvedere alla legittimità mediante processi consapevoli e organizzati di elaborazione delle informazioni. La democrazia serve qui soltanto da tecnica di controllo, non da fonte o forma del potere; anzi è meglio che i mezzi di motivazione siano altamente astratti, opportunisticamente compatibili con molte condizioni e con singole decisioni. Il coinvolgimento dei destinatari nei processi decisionali nella forma di consultazioni elettorali su temi di discussione estremamente generici e con meccanismi delegati fissa i termini minimi di disponibilità di consenso. Questo e non altro è la legittimità, che si riduce dunque a procedure di trasformazione consentite in modo astratto ma sufficienti a isolare i dissenzienti. Per il malcontento residuo .. .. .. ..
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