re Lettera ad Alfabeta di Felice Piemontese L'editoriale delpenultimo numero di Alfabeta («A partire dagli arrestidel 7 aprile») e l'articolo di Paolo Volponi pubblicato nello stesso numero sono certamente fra le cose più lucide, e coraggiose anche (al punto in cui sono le cose...) che si siano lette in questi mesi, a partire appunto dagli arresti del 7 aprile e dal dibattito confuso, convulso e molto insoddisfacente che di lì si è sviluppato.' Ma credo che contengano anche, benché allarmati e giustamente allarmanti, elementi di «ottimismo» secondo me fuori luogo. Mi riferisco in particolare all'affermazione che conclude l'editoriale («Siamo consapevoli che l'Italia non è ancora la Germania del Berufsverbot e dei suicidi collettivi nellecarcerispeciali... >) e al tono complessivo de/l'articolo di Volponi, laddove sembra pensare che una serie di sceltefondamentali del Pci in questo periodo siano il frutto di una «sbandata» o di ritardi superabili, e non invece, come a me sembra, la conseguenza di una scelta strategica che, in questi ultimi anni, ha mutato completamente l'immagine, e la sostanza, di questo partilo. E dunque: che l'Italia non sia la Germania è cosa ovvia, e che da noi - nonostante il gravissimo deperimento delle libertà civili cui stiamo assistendo - esistano certamente dei margini maggiori non solo per la ricercateorica ma ancheper il dispiegarsi di attivitàpolitiche di opposizione è abbastanza evidente. Ma ho l'impressione che la differenza si vada attenuando, e sia destinata ad attenuarsi man mano che il processo di deperimento al quale ho accennato va avanti, volgendo la siJuazione, addirittura, a nostro «sfavore», se cosi si può dire. È per esempio messa sotto accusa, sempre più frequentemente, la legge che fissa limiJiprecisi per la carcerazione preventiva. Negli ediJorialidi Valiani, ad esempio, che del resto trovano forse efficacia proprio nel fatto di essere in tutto identici l'uno ali'altro, è questo uno dei punti che ricorrono sempre. Valiani insomma, e non è certo il solo, sogna un paese in cui basta il sospetto di te"orismo o di attività eversivaper tenere in carcerea vitatutti i Toni Negri di questo mondo, senza la fastidiosa necessità nemmeno di trovar prove ed elementi di colpevolezza per i reati che all'imputato vengono addebitati. Ma questo, si dirà, non è ancora avvenuto, e non è affatto detto che i desideri di Va/iani diventino realtà. D'accordo. Ma, per stare ai fatti già avvenuti o che stanno avvenendo, mi pare che i segnali siano comunque allarmanti, e già l'editoria/e di Alfabeta ne indica alcuni. Per fare solo qualche esempio, non mi pare che ci siano differenze sostanziali (se non architettoniche) fra l'Asinara e Stanmhein, e che si sia troppo lontani da~'esercitare sui detenuti politici forme di verae propria tortura. Certo, è questo uno dei tanti problemi che l'escalation del terrorismo ha indotto a rimuovere. Ma non posso fare ameno di ricordare il sincero sconforto di magistrationestamente democratici e riformisti, e perfino di un deputato liberale come /'on. Costa (che attualmente è, mi pare, sotto segretario alla Giustizia) nel vedere cancellati in modo così totale, nelle carceri «speciali» - nelle quali si arriva ormai a rinchiudere anche detenuti in attesa di giudizio come Scalzane e c. - i principi della pur parziale riforma carceraria approvata qualche anno fa. Né mi pare assai lontana dal principio del Berufsverbot la richiesta più volte avanzata nei mesi scorsi da esponenti politici come il sen. Pecchioli a enti come l'Enel e la Sip perché allontanassero gli «autonomi violenti», pure in assenza di qualsiasi pronunziamento della magistratura. Né considero diverso da quello dell'avvocato Croissant il «caso» del/'avvocato italiano Saverio Senese, condannato a una pesante pena detentiva per un reato di cui lo stesso Pm del processo aveva sostenuto l'inesistenza. Un fatto, quest'ultimo, la cui gravità è stata sottovalutata, mi pare, ma che ù1 pratica coincide con un pesante attacco al diritto di difesa ( e non a caso su un piano analogo si sono posti i dirigenti dellAnpi di Padova, quando, scossisi dal meritato letargo, hanno chiesto agli avvocati di rinunziare alla difesa degli imputati 7 aprile). E vengo ora all'artico/o di Volponi, pieno di osservazioni condivisibili e giustamente preoccupato, ma anche di una fiducia nel Pci che, personalmente, considero ingiustificata. E dico questo non a cuor leggeroma sulla base di una lunga e travagliata miliJanza nel Pci, interrotta solo quando talefiducia è del tutto venuta meno. Sia chiaro, condivido l'appello di Volponi allasinistraperché riflettae sia capace di scelte coraggiosamente autocritiche. Ma mi domando anche quale effetto possano mai avere simili appelli rivolti a un partito che, sia pur confuso e disorientato continua a riproporre, almeno per bocca dei suoi massimi dirigenti, quelli che sono stati i capisaldi della sua politica in questi anni: accordo, comunque e nonostante tutto, col partito che è l'unico responsabile della degenerazione mafiosa, del cancro che sta portando alla fine questa repubblica; identificazione con lo Stato e con i suoi apparati anche quando questi sono poco o niente difendibili e degni di esseredifesi; chiusura assoluta, e anche abbastanza ottusa (e talvolta non priva di tragiche conseguenze: vedi l'atteggiamento nei confronti del Movimento del '77, e lascelta terroristicache molti, o alcuni almeno, di quei militanti, hanno fatto quando il Movimento si è dissolto) verso quella che con termine ormai di uso comune si definisce «seconda società» e che solo adesso, dopo il tracollo elettorale, si tenta in qualche modo di recuperare, mostrando caute aperture, per esempio sul tema della droga. Naturalmente mi limito ad accennare questioni, e ad enunziare giudizi che andrebbero opportunamente motivati. Ma mi premeva farlo anche per arrivare all'ultima delle riflessioni sollecitate dagli eventi di questi mesi e dagli articoli di Alfabeta: il silenzio degli intellettuali, la loro incertezza, la tendenza, tutt'altro che minoritariami pare, a non prendere posizione, ad aspettare per vedere come vanno a finire le cose. È un dato drammatico, che del resto si accompagna alla più complessiva incapacità della sinistra di dare una risposta ai molti interrogativi che l'attuale situazione propone e che probabilmente è destinato a diventare ancora più evidente se, come è prevedibile, a un intensificarsi del/la campagna terroristica corrisponderà un aumento del- ['isteria antiterroristica, con probabile ulteriore scivolata delle istituzioni sul terreno autoritario e repressivo. È una vera e propria tragedia che, ripeto, ci coinvolge sia come intellettuali che, più complessivamente, come sinistra politica (e che, per quel che riguarda quest'ultima, si manifesta non solo nella risposta opportunistica e perdente del gruppo dirigente comunista, ma anche col silenzio e l'inesistenza della sinistra una volta detta extraparlamentare e di tutta quella parte non irrilevante del Pci - compreso in certa misura lo stesso gruppo dirigente, almeno a livello periferico - che non si riconosce, o si riconosce solo in parte nelle scelte della segreteria). Anche qui, mi limito a constatare un fatto. Non ho risposte da dare, perché sono anch'io disorientato e confuso. Ma credo che una rivista come Alfabeta svolga un'azione positiva anche semplicemente documentando questo disagio, questa confusione. Sollec11ando a «prendere laparola» nel momento in cui più forte che mai è la tentazione del silenzio, dell'autocastrazione. frammenti rivista semestrale di psicanalisi 2 teoria scrittura poesia ADALBERTO BONECCHI Il tragitto della pulsione: la scrittura FRANCO ARDEMAGNI Istanti onirici ... il tempo di una fiaba SUSANNA BALDI La legge. Nelle scansioni della scrittura ROBERTO CARIFI Note sul luogo della poesia IVANA CORTELAZZI Edipo. la scrittura e la legge LUCIANO TROISIO Lo .scarabeo. del .ragazzo paffuto• ERMINIA LONGINOTTI Teoria, desiderio: nelle fratture del discorso ATTILIO LOLINI La scrittura, attorno ANTONIO BARBI Rilke. Tracce di linguaggio nel percorso della censura ARMANDO PASQUALI Miti del pentagramma Herbert von Karajan, Sir Georg Solti, Ciao dio Abbado, Wilhelm Furtwangler, Bruno Walter, Arturo Toscanini, Carlo Maria Giu lini, Lorin Maazel, Zubin Metha, Rafael K ubelik, Riccardo Muti, Mstislav Rostropovi eh, Gennady Rozhdestvensky, Carlos Kleib er, Leonard Bernstein, Yehudi Menuhin, D avid Oistrakh, Salvatore Accardo, Pablo C asals, Andres Segovia, Herbert Tachezi, H elmut Walcha, Wanda Landowska, Quartet to Amadeus, Quartetto Italiano, Trio Beau x Arts, Trio di Milano, I Musici, Robert Cr aft, Walter Marchetti, Juan Hidalgo, Karlhe inz Stockhausen, Paolo Castaldi, John Cage Uto Ughi, Luciano Berio, Igor Stravinski, R obert Ashley, Nikolaus Harnoncourt, Christ opher Hogwood, Collegium Aureum, David Munrow, Kart Richter, Maurizio Pollini, Wi lhelm Backhaus, Vladimir Horowitz, Gustav Leonhardt, A. Benedetti Michelangeli, Wilh elm Kempff, ALfred Cortot, Dino Ciani, Br uno Canino, Alexandre Rabinovitch, Svjato slav Richter, Edwin Fischer, Lazar Berman, Giancarlo Cardini, Antonio Ballista, Lucian o Pavarotti, Placido Domingo, J oan Sutherl and, Demetrio Stratos, Donella Del Monaco London Symphony, Wiener Philharmoniker, Orchestra del Teatro alla Scala di Milano, P hiladelphia Orchestra, Accademy of st. Mar tin-in-the-Fields, Los Angeles Philharmonic, e molti altri in incisioni: Deutsche Grammophon, Decca, Philips, Ri cordi, CBS, EMI, Nonesuch, Supraphon, T elefunken, Harmonia Mundi, Archiv, L'Ois eau Lyre, Argo, EMI Melodya, Decca Hea dline, Nova Musicha, Cramps, Erato, Cetra Italia, Ars Nova, RCA Uri esempio Verdi: Rigoletto J. Rudel, Philarmonia Orch., S. Milnes, B. Sills, A. Kraus EMI 165 03423/25 3 lp's, lit. 20.100 Ritagliate e spedite a: Disco Club - Disco Mail Casella Postale 602 20100 Milano Telefono 02/8053395 .--------- • O Desidero ricevere il Catalogo-Guida che pagherò in contrassegno e che mi verrà scontato al primo ordine. I 1 □ I □ I Desidero ricevere i dischi come da lettera allegata che pagherò in contrassegno. Desidero ricevere gratuitamente e senza alcun impegno la proposta Discoidea e il Vs. listino prezzi. I cognome____ __;c.._ _______ _ I nome ria' • c111_a______________ _ N.8. Le spese postali sono a carico del destinatar r importi fino a L. 65.000, oltre tale cifra son
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