possibili. il lettore scoprirà che si tratta né più né meno che dei secolari problemi della metafisica. Per esempio. in che senso un mondo possibile esiste? Probabilmente non come una sedia o un tavolo; piuttosto come un numero. oggetto astratto nia sufficientemente stabile perché su di esso possiamo compiere operazioni: il correlato oggettivo della nostra capacità di contare. come i mondi possibili sono ilcorrelato della nostra capacità di formulare ipotesi. sperare. desiderare e cosi via. A ltro problema: il Napoleone che ha perso a Waterloo è lo stesso individuo che in un altro mondo possibile ha vinto? Ci sono delle proprietà essenziali che un individuo non può perdere senza cessare di essere se stesso? Leibniz direbbe che tutte le proprietà che un individuo ha e tutte le relazioni che intercorrono tra quell'individuo e tutti gli altri sono essenziali e che quindi a rigore non può esserci lo stesso individuo in due mondi diversi. Ma forse il fatto che una proprietà sia essenziale o contingente di un individuo dipende dal modo in cui lo descriviamo o lo identifichiamo: è chiaro che l'autore di Opera aperta non potrebbe non aver scritto Opera aperta senza cessare di essere se stesso. ma Eco sarebbe Eco anche se non l'avesse scritta. Se le cose stanno cosl. non possiamo mai chiederci se un individuopotrebbe essere diverso da come è. ma sempre soltanto se un individuo «descritto in un certo modo» potrebbe esserlo. In realtà noi diciamo sia «Necessariamente. un autore ha scritto un libro» (una modalitàdedicto, nella terminologia della logica medievale) sia. ed è cosa ben diversa tanto è vero che probabilmente è falso, «Un certo autore ha necessariamente scritto un certro libro» (una modalità de re). La trattazione moderna. matematica. delle modalità di cui l'antologia della Silvestrini dà un'esemplificazione utile anche a scopi introduttivi. mette in luce le connessioni e le differenz.e tra queste questioni e i concetti di possibilità. di esistenza, di identità. Ad esempio. se non potessimo parlare di un individuo se non descrivendolo. fornendo un insieme di proprietà che esso soddisfa. allora ogni modalità de re.sarebbe esprimibile mediante (riduaòile a) una de dicto e viceversa. Eppure c'è chi. come Stuart Mili e Saul Kripke. considera i nomi propri (i tipici strumenti mediante i quali ci riferiamo agli individui) come non connotativi. denotanti in maniera «pura»: «Eco» non significa «l'autore di Opera aperta». non è associato ad alcun aggregato di descrizioni. denota solo un determinato individuo. lo stesso in ogni mondo possibile. Ed effettivamente la riduzione del de dicto al de re non è possibile. questa è la conclusione cui può giungere il lettore della Silvestrini - a meno che non si sia disposti ad ammettere la validità di una inferenza come quella da «c'è necessariamente un vincitore in una partita di scacchi non patta» a «c'è qualcuno che necessariamente vince ogni partita di scacchi non patta» - da una banalità alla vanificazione di qualunque torneo. è chi ama popolare il nostro mondo di possibili.vedere in ogni porta tra gli stipiti duri di cui il senso della realtà avvertiva il vecchio professore. padre di Ulrich. stagliarsi un possibile signore grasso. anzi molti di tali signori. simili gli uni agli altri eppure diversi. «Questi possibilisti vivono. si potrebbe dire. in una tessitura più sottile. una tessitura di fumo. immaginazioni. fantasticherie e congiuntivi» (L'uomo senza qualità, § 4). E c'è chi è contrario a trattare i possibili come cose reali. crede che non debbano esserci nella nostra filosofia più cose di quante ce ne siano in cielo e in terra. ama i paesaggi deserti. Musi! contro Quine. Ma fermiamoci un momento: che strada abbiamo imboccato? Stiamo parlando di letteratura come se si trattasse di scienza. della metafisica come se fosse matematica. Ci manca solo che si parli delle teorie scientifiche come se fossero romanzi e poi non franerebbero forse tutte le vecchie e care distinzioni. le nette demarcazioni su cui si sono affaticate generazioni di filosofi. come quelle appunto tra scienza e metafisica. tra scienza e arte? E la cosa più inquietante è che effettivamente si può parlare di strette somiglianze tra teorie scientifiche. romanzi e miti. Bonomi. nel suo saggio Universi di discorsi. mostra precisamente questo: che i loro universi. l'insieme degli oggetti di cui parlano. sono altrettanti «spazi conoscitivi»organizzati da schemi concettuali in precise strutture. Tali schemi funzionano come apparati ottici attraverso cui osserviamo-costruiamo gli oggetti dell'universo, siano essi elettroni, personaggi della narrazione o persino creature mitologiche e fantastiche come gli unicorni. I problemi logici con cui abbiamo a che fare in ciascun caso - e naturalmente è qui all'opera ancora una volta la semantica dei mondi possibili impiegata in una prospettiva kantiana e husserliana - sono costantemente gli stessi. Del resto. sia l'uso della similitudine percettiva. sia le analogie più profonde messe in luce da Bonomi si trovavano già nei lavori di Kuhn. di Hanson. di Feyerabend (sullo sfondo: Wittgenstein). Come questi. Bonomi sembra accogliere in pieno la relatività del Giancarlo Cardini, Conw, Villa Olnw, Autunno Musicale, ottobre 1979 concetto di esistenza: ciascuna teoria. proprio come ciascun romanzo. ha un suo universo. si costruisce i suoi oggetti e i suoi fatti. se li inventa. È vero che Charlus è un omosessuale nella Recherche; esistono unicorni nel mito; esiste il flogisto ed è vero che l'ossigeno è aria deflogistizzata nella teoria di Priestley. La ragione di ciò è che non abbiamo modo di accertare verità ed esistenza se non relativamente a certi apparati concettuali che sono impliciti nella definizione stessa dei termini impiegati. «Nella transizione da una teoria all'altra. le parole cambiano in modo sottile il loro significato e le loro condizioni di applicabilità. Sebbene la maggior parte degli stessi vocaboli siano usati prima e dopo una rivoluzione. il modo in cui alcuni di essi aderiscono alla natura è in parte mutato» (Kuhn). Diversi apparati ottici danno visioni diverse. ma senza qualche apparato non vediamo nulla. M a le vecchie demarcazioni si basavano su ragioni profonde e. anche se oggi ci appaiono piuttosto come problemi aperti che come salde certezze. non vanno semplicemente cancellate. Perché una teoria non è un mito o un romanzo. Ha senso (per tutti tranne che per Feyerabend) paragonare due teorie diverse degli stessi fenomeni. e dire ad esempio. che l'una è migliore dell'altra e si approssima di più alla realtà. dire che la teoria di Einstein è «migliore» di quella di Newton. Bonomi ricorre. ed è probabilmente l'unica soluzione, a un «principio di corrispondenza» e cioè a «una relazione strutturale tra i diversi domini ... dei morfismi più o meno forti tra spazi diversi». È questa corrispondenza. o possibilità di commisurare due teorie. che ci fa pensare che esistano oggetti al di fuori di esse e indipendenti. degli individui reali. Non sembra che abbia senso invece parlare di una possibilità di confronto, nello stesso senso. tra racconti o miti diversi. Ma allora deve esserci qualche differenza. che rimane da specificare. anche tra gli oggetti che compaiono nel nostro mondo (tavoli, sedie, elettroni) e i personaggi di un romanzo: per questi ultimi non ha senso usare dei condizionali per dire ad esempio che Charlus avrebbe potuto far a meno di incontrare Jupien: Charlus è quello che è. possiede necessariamente tutte le prorietà che possiede. inclusa quella di incontrare Jupien. Un universo narrativo è chiuso. sostiene Bonomi. a differenza di quello reale. Se il primo. provvisoriamente. si apre. se si crea l'illusione della realtà è solo perché il Lettore è intervenuto con le sue immaginazioni. fantasticherie e congiuntivi. PierPaolo PASOLINI Porcile 320 pagine, 7500 lire R:tia da stile C:Onquestetragediesi concludela pubblicaziondeell'operateatraledi Pasolini gli altri titoli: Calderon•Affabulazione- Pilade GARZANTI BIBLIOTECA DELLA FENICE SYU'IAPLATH U!'ITEllEALLAMADRE SYLVIA PLATH • LETTEJtE ALLA MADRE A cura di MartaFabiani, pagine 360, L. 9.500 GUANDA COMfSE tvO~ BA~1AVA,OE,S$0 C. I \JIENE.. ANCHE, LAPR(OCCUPA'Z-IO~EDE\.,D0\70PE.R11 ~ I . u, :l e ■-
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