Alfabeta - anno I - n. 8- dicembre 1979

lettera di Engels del 1885 a Minna Kautslci,madre di Karl. Letteratura o poesia di tendenza è queUa dove la scelta· socialista è esplicita, e dove spesso, dice Engels, invece del «tipico• che è anche particolare e proprio di un individuo, c'è cun ragazzo troppo, troppo perfetto•, idealizzato. Eogels suggerisce una oggettivazione in cui «neppure prendere ostensibilmente partito•; non consiglia gli eroi positivi; inutilmente, purtroppo... È noto che questo filone interpretativo è svolto ampiamente e con qualche abuso di «estetica marxista• da Luk4cs (e fra l'altro in un saggio del '45 egli distingue però bene il realismo dal naturalismo). Fortini,comealtri teorici italiani, è lukllcsiano, con una specie di ortodossia. Quanto a me, osservo solo a questi che l'ortodossia non è mai il marxismo rivoluzionario, per se stessa, può anzi avere qualche effetto bloccante. L'altro versante si è riferito a Beojamin in Italia negli anni 60, per presentare il coUegameoto fra marxismo e avanguardie. (Via via si è perduto il senso intero del termine di avanguardia, che nelle fonnazioni storiche è connesso o almeno attinente alla posizione politica e inteUettuale di rottura, aldilà dei tennini engelsiani; e si è quindi sostituito tutto ciò coU'innovaziooe tecnico-formale, come se fosse assumibile non superficialmente pur svuotandola di «tensione•). La stessa operazione, implicando con straordinario anticipo la linguistica sino al '60, è stata compiuta da Della Volpe. L'attenzione marxista alle avanguardie artistiche letterarie è tradizionalmente ctroskistait. Benjaroin è oggi, a uno stadio maggiore di conoscenza integrale, difficile; c'è stato un saggiodi R. Di Marco nel '76 con riserve nette sulla sua riferibilità teorica al marxismo; e ora F. Rella in Alfabeta lo ha definito addirittura ccon Freud•. Ritengo che da parte marxista su questo punto ci sono piùmodi del rigore: perché, si può dire, esso non necessariamente nel marxismo si estende a liveUospecifico in senso univoco. Nella ricerca scientifica e culturale, come risulta presso Luk4cs e presso Lenin stesso, e nonostante tutti i tradimenti, ilmarxismovalorizza l'invenzione scaricando i connettivi filosofici-ideologici interni. Come marxisti è dunque bene evidenziare precisamente il proprio criterio: che per me è queUodi rapporto fra marxismo e avanguardie, con una forma di negatività simile a quella di Fortini (o più coinvolta); agendo, dopo un mio ritardo formativo nel dopoguerra, in alternanza più o meno forwsa fra l'avanguardia inteUettuale e quella politica, con tensione globale oeU'una e nell'altra. Da questo punto di vista, risulta sconcertante che, mentre i più esercitano in modo crudo o forte la propria tendenza contro l'altra, culturalmente intransigenti per non essere eclettici, scorre via senza impuntature il criterio combinatorio estremo col quale si è trattato il marxismo dal '45 in poi. È vero che la circolazione del marxismo diviene chiara solo più oltre, a metà del Cinquanta; e come Pasolini stesso diceva, vi è continuità tra fascismo e dopoguerra democristiano. Ma più oltre avviene un pasticciaccio. Dovendosi oggi sviluppare una critica teorica della combinazione (del marxismo con altro, anche tutt'altro) andranno individuati i momenti più netti o consolidati, descrivibili e relativamente positivi: un certo gramscismo vecchio; un «marxismo critico• occidentale, e cioè aggiornato alle nuove analisi in constrasto coUaTerza loternaziooale e i suoi stessi «punti alti•, e trattasi del marxismo più praticato dagli intellettuali in tutto il '60 e oltre, con dubbi slittamenti fluidi; il percorso e gli apporti di materialismo dialettico-storico dentro la nuova sinistra, non ancora accertati, continuamente osteggiati. Dovendo inoltre precisare il rapporto colla ricerca, va detto che il conflitto già storico colle avanguardie corrisponde a una certa ipostasi di se stesse, da parte di tali avanguardie, in senso conoscitivo astratto, intellettualistico o elitario: quando esse vogliono vertere sull'uomo come individuo atomizzato, o sulmolecolare o addirittura sull'empirico. on -riconoscono allora problemi di struttura sociale materiale. E inoltre: il marxismo considera la conoscenza un'approssimazione alla realtà, e il problema deUa conoscenza come centrale e tutt'uno colla pratica, l'attività, il comportamento. Spesso le avanguardie sono soggettivistiche e assumono ilprocesso come processo di idee e di fonne. Quando il conflitto di tendenza si è svolto più maturamente, senza esasperazione reciproca, da parte marxista è ~ stato considerato una contraddizione sociale specifica (e non solo specifica, si badi bene}, che si pone come integrale e insieme a un livello secondo, rispetto al livello sociale generale. Vogliamo perfezionare questo punto, proponendo un nuovo tipo di rigore. Le ragioni conoscitive Ripartiamo da una tesi giovanile di Pasolini. Si definisce come eneo-sperimentalismo• e suona fra l'altro così: «lo deriviamo piuttosto dalla terminologia filologicache da quella filosofica, in quanto graduabile da un massimo a un minimo di valore (dallo sperimen-. talismo incessante di cui parlava Contini a proposito di Dante, allo sperimentalismo del Seicento, per esem- • pio)•; che si ripresenta anche come «un appariscente avanguardismo•, ecc. ecc. (Officina, febbraio 1956, p. 170; poi in Passione e ideologia di P. P. Pasolini). Si può ritenere che Pasolini intendesse includere in questo sperimentalismo il lavoro coetaneo e successivo:pur quello che si è detto «neoavanguardia• con altre ascendenze e ~n scelta politica volutamente impregiudicata. Orbene, da una parte ciò non venne accettato, e i gruppi letterari degli anni 60 preferirono osteggiare anche i predecessori immediati della rivista Officina come nemici, oppure ignorarli; da Pasolini, d'altra parte, come da Roversi anche, il proposito descrittivo globale fu tralasciato. Sono gli effetti deU'uso dogoiatico o della ritorsione, nel CT ( conflitto di tendenza). ti. chiaro che a questo sperimentalismo una volta pasoliniano (più limpido in lui che in altri e a cui non fece egli seguire appunti teorici specifici altrettanto calzanti) sottostà una concezione induttivista: intesa come ovvia e come propria di ogni moderna metodologia scientifica. Non è più cosl. È venuta quindi neUa cultura italiana, riaperta più o meno lentamente al e nuovo• del novecento dopo il periodo fascista e crociano. la verifica linguistica inter- /-u11ces M. Vini «Concerto dialogo di lco Parisi • soggettiva, il «protocollo• di specie viennese; alquanto di soppiatto, senza boom editoriale. Allo stesso modo è venuto quindi il principio popperiano di cfalsificazionismo•. E questo stesso è oggimesso pure in questione, come è noto, da parte di un eneo• empirismo logico, il quale argomenta che in ogni procedimento di sperimentazione fattuale siamo «impregnati di teoria•. Ci sono alcune conseguenze di tutto ciò, di cui tenere conto in ogni campo. loseriamo qui un breve riferimento a Vittorini e quindi a Geymonat. Nei suoi ultimi anni Vittorini, mancata la rivista internazionale Gulliver al cui tentativo io pure partecipai (sostituita dal Kursbuch tedesco e in parte da Te/ quel in Francia), leggeva e studiava; era malato; il suo sforzo di autodidatta lo portava a rilievi insieme estremi e lucidissimi: in uno sviluppo della sua posizione in pane engelsiana d'indagine della «industria•, che si presenta come ben altra a sua volta da quelle che ho già indicate e fra loro divergenti. In questi rilievi, riuniti nella rivista Il menabò poco prima del '68, poi nel libro teorico vittoriniano postumo Le due tensioni per una letteratura ca tensione razionale•, possiamo riferire che cosa è contenuto essenzialmente colle parole stesse di Ludovico Geymonat in un suo scritto: e Vittorini giunse, or sono pochi anni, alla conclusione che 'in realtà la cultura è sempre basata suUascienza'; salvo che quella oggi solitamente chiamata 'cultura umanistica' è a rigore 'una cultura vecchioscientifica'. In altri tennini: essa è una cultura unitaria, universale, impegnata su tutti i grandi problemi, ma irrimediabilmente vecchia, e perciò inadeguata alla nostra epoca. li presunto conflitto fra le due culture - umanistica e scientifica- si presenta dunque, a un esame critico spregiudicato, come uno pseudo-problema: cioè come conflitto fra un aggregato in gran parte disorganico di ricerche specialistiche, non costituenti un'autentica cultura e - di contro- una cultura degna di questo nome ma antiquata, sorpassata, e onnai priva di vitalitàit (Che fare, n. 10, maggio 1972). Su Vittorini, anzitutto: leggeva sia Auerbach che la semiotica, lui leader del «nuovo• accanto al comunismo, con strappi ed errori nel rapporto; e leggeva Marx e le macchine di Fallot, e forse leggeva anche La rivoluzione copernicana di Kuhn col suo nuovo modello di storia della teoria della scienza (ed. originale 1957). Su Geymonat: quando scriveva quelle righe, da cui emerge già il problema della non unitarietà e della problematicità fondativa di una cultura «nuovo-scientifica•, Geymonat era già avviato alla sua complessa ricerca filosofico-scientifica negli anni '70, di cui certamente si avrà da dire molto, e presto. In rapporto anche colla nuova sinistra e col leninismo di Mao, attento già per primo al circolo di Vienna e anche alla epistemologia di Bachelard, Geymonat ha elaborato infatti alcune nuove nozioni di epistemologia marxista: fra le quali quelle di «approfondimento• e di «patrimonio scientifico-tecnico», come supporto processuale, ribadendo anche la «verità relativa», approssimazionale, di Engels-Lenin. Non si può parlare d'una crisi della razionalità scientifica, fino a fame un'attività «costruttrice di simboli», secondo Geymonat, che dimostra interessamento soprattutto per Lakatos. Senza induttivismo, c'è pure un valore di riscontro verificativo nell'esperimento, nel «materialismo da laboratorio•, in rapporto aUa ipotesi data, con osservatore non freddo ma implicato nei dati osservati, e con decisività dei risultati consequenziali o quanto meno esplicabili. Tutt'insieme a ciò, lo sviluppo concettuale relativo, nella tensione, può giungere sino alla parados~ salità; e si deve far consistere il carattere razionale della conoscenza scientifica «nella sua capacità di autocontrollo e di auto-correzione». Ci dovremo riferire anche a questa risorsa, per controbattere oggi non solo la scepsi sul fondamento del sapere, ma l'utilizzo che ne viene fatto. E dovendo cioè controbattere una «mossa• che, a nostro avviso, colla bella parola del pluralismo, vuol buttare via, insieme alla sicurezza fideistica, la criticità netta e gli scopi collettivi. E dunque, in assenza giusta della certezza, proponiamo intanto una condotta sul piccolo punto del conflitto di tendenza. Ci si potrebbe regolare cosi: 1) ogni operazione di ricerca va sempre assunta valutativamente come complessa, verificando cioè come la sua collocazione risponde da una parte alla ragione disciplinare e dall'altra alla contingenza esterna. 2) L'adozione del conflitto di tendenza in un senso o nell'altro è priva di tensione concettuale propria, decadendo di valore, se non è cotta, e cioè: a) se non controUa il proprio eventuale schematismo ripetitivo, ritenendolo non più rigore, ma circoscrizione di area; b} se non considera attivi tutti i movimenti, anche di regresso calcolato, dell'altra operazione tendenziale. Nota del piede di pagina Oltre che alla maggior parte dei libri di storiografia culturale in corso, questo articolo è per caso contraddittorio anche a taluni aspetti dello scritto di R. Barilii intitolato Testorni elcorrierdeeigrandi nA/fabe• ta n. 7 scorso: in quanto, non avendo Barili i presentato mai alcun titolo per la cattedra di rivoluzionario, dice, fra tante belle e interessanti cose per Testori, che Pasolini Pierpaolo (da lui agganciato senza preavviso e per sua propria benevolenza a Testori) è reazionario. E intende dire: non è innovatore perché naturalista, secondo lui. A noi pare assai meglio distinguere fra processi innovativi, specifici, di idee e forme, sia in arte che nella scienza, e processi rivoluzionari sociali, pur sapendo che la necessaria globalità di questi altri non si verifica. ;:: ,., ~ :$ .._ ____________________ .. :::

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