Università Cattedre «Quest~l,l~t,1111.cio .• » Abbiamo chiesto ad alcuni docenti universitari notizie sui loro corsi, sul servizio didattico complessivo e sul tipo di studio richiesto. Ecco le risposte che ci sono finora pervenute. Altre ne pubblicheremo nei prossimi numeri del giornale. FrancoFortini S ono titolare della cattedra di Storia della critica letteraria alla Facoltà di lettere e filosofia di Siena. Quest'anno il mio corso si divide in due parti. La prima e maggiore ha per suo oggetto iniziale l'ultimo trentennio di critica all'opera del Tasso; la seconda e minore (ma che occuperà la maggior parte delle ore di seminario) verte su alcune questioni di teoria della traduzione e su esempi di traduzioni di poesia moderna e contemporanea. La prima parte del corso si propone di far leggere (oltre ad una selezione dei più importanti studi critici sul Tasso) Aminta e Liberata per intero. un centinaio di Rime. parte del Mondo Creato. del Torrismondo e della Conquistata. ell'ambito dei seminari ci si propone di considerare i temi della cultura del giovane Tasso. con riferimento ai Discorsi dell'Arte poetica e alla polemica sulla Liberata. Conto sul contributo di colleghi docenti per alcune lezioni sull'aristotelismo dei trattatisti cinquecenteschi. sulla magia naturale. sui musicisti dell'età del Tasso (Marenzio. Gesualdo. Monteverdi). sulle arti figurative del suo tempo a Ferrara. Mantova e Roma; e sulla fortuna iconografica della Gerusalemme. (La civica Biblioteca dell'Accademia degli Intronati possiede non poche prime edizioni di scritti del Tasso. che mi auguro di poter consultare insieme agli studenti). La seconda parte del corso si propone di consultare e di far leggere pagine di riflessioni ormai classiche sul problema della traduzione di poesia e. per specifici aspetti. pas i di studiosi contemporanei sul rapporto fra atto critico ~·traduzione. ermeneutica e traduzione. rifacimento. parodia. memoria letteraria. citazione (Terracini. Broch. Benjamin. Ricoeur. Steiner. Nida. Meschonnic); ma soprattutto di esercitare gli studenti all'apprezzamento dei livelli linguistici e stilistici mediante il confronto fra più traduzioni di un medesimo testo. disposte nella loro sequenza cronologica. In particolare. con l'aiuto di ricercatori e di giovani laureati che si sono già occupati con me di questi problemi. esemplificheremo dalle traduzioni italiane delle Fleurs du Mal e dei testi in versi di Rimbaud oltre che dalle versioni che Montale ha compiuto di testi poetici inglesi. Questa parte del corso e dei seminari vuole servire anche ad abituare gli studenti (del primo anno) all'uso di dizionari. repertori. lessici. Per questa seconda parte del corso. oltre che sulle qualità intellettuali di Giacomo Magrini. che lavora con me. faccio affidamento anche sulla collaborazione di colleghi docenti di lingue e letterature straniere. La presenza a Siena deicorsiestiviperstranieri favorirebbe. credo. l'istituzione di un corso di perfezionamento nelle tecniche della traduzione letteraria. Q uello che chiamate «servizio didattico complessivo» è rappresentato da un minimo di cinque o sei ore settimanali fra lezioni e seminari. più un rapporto. senza limiti di orario. con gli studenti e i laureandi compatibilmente alla condizione di 'pendolare' che è quasi normale nell'insegnamento universitario ma che. dopo i sessanta. contribuisce non poco. credo. all'eliminazione fisica dei docenti. Si aggiunga l'altrettanto pesante condizione di 'pendolari' di molti studenti. el mio caso personale. un limite oggettivo è dato anche dalle sovrapposizioni di orari. dovute in parte alla frantumazione e dispersione delle discipline. Chiunque abbia pratica universitaria. almeno nelle facoltà umanistiche. sa che l'università residenziale sarebbe la sola che permetterebbe una reale crescita intellettuale dello studente (e del docente); ma sa anche che le attuali attrezzature (biblioteche. mense. abitazioni. servizi di ogni sorta) rendono quasi impossibile tanto il lavoro di ricerca quanto una didassi esauriente e costante. li progresso. quando c'è. è aritmetico. non geometrico. Si arriva solo fino ad un certo punto; e il salto di qualità. chi vuol farlo. lo paga con la servitù della boria elitaria. docente o studente che sia. Agli studenti chiedo (se vogliono) di redigere un breve scritto su di un libro o su uno o due saggi. a loro scelta in un elenco; libri o saggi che hanno rapporto con uno dei due argomenti del corso. li loro scritto può essere oggetto di discussione con me e con gli altri studenti. Chi segue le lezioni e redige quel breve testo sa cosl di avere. di fatto. già superato l'esame. All'esame. tanto lo studente che ha potuto seguire quanto quello che non ha potuto (e a questi ultimi è proposto un programma particolare) deve dimostrare anzitutto di saper intendere la lettera dei testi ed dei libri è un problema che sembra oggi insolubile. Gli orari delle biblioteche e degli istituti. la scarsità dei fondi per gli acquisti. la mancanza di personale. l'affollamento delle biblioteche dei grandi centri. la frequenza dei furti. la inattitudine al lavoro di gruppo; tutti sanno che questi sono alcuni dei guai che affliggono le facoltà umanistiche. All'origine. una diseducazione scolastica alla lettura sistematica e alla pratica della scrittura. Perchè il povero Torquato? Credo che l'opera del Tasso sia un luogo eminente dal quale avere una straordinaria visione dei problemi politici. ideologici. religiosi e letterario-artistici di un momento decisivo della cultura europea e della vita italiana; e che lo studente possa cosl impadronirsi di una nozione essenziale per intendere la nostra società di oggi. la «società dello spettacolo»; dico. la nozione di Manierismo. La rilevanza delle indagini sulla traduzione non ha certo bisogno di essere chiarita. li numero degli studenti che frequentano è relativo a quello dei nuovi iscritti alla Facoltà. Non scoraggio la loro partecipazione ma sanno che chiedo loro un impegno particolare piuttosto che un esame «difficile». Negli ultimi due anni sono stato seguito da una ventina di studenti per ogni corso. ella grande maggioranza è gente seria. che ragiona e studia. Sono di orientamenti ideologici e politici anche molto diversi fra loro. Sanno benissimo quale realtà di disoccupazione o sottoccupazione li attende. E sanno chi ascoltano. Con loro si può R. Whit1111111, t:. G., New York, Re11he11Gallery, I/ .0(J.ù0. (Foto: R. Wc l::troy) esporli. li corso è soprattutto finalizzato alla formazione di insegnanti. dunque alla preparazione professionale; di qui. anche. l'importanza dell'apprendimento di criteri di discrimine linguistico e stilistico mediante lo studiò di quell'attività critica che è la traduzione. Altro è invece quello che _si chiede ai laureandi (e quello che essi chiedono a te). U na parte dei libri necessari viene proposta in edizioni economiche e semieconomiche; una parte dei testi viene fornita in fotocopia; altri bisogna studiarli in biblioteca. Questo parlare di tutto. Sono contento di poterli stimolare. CarloGinzburg I nsegno storia moderna presso la Facoltà di lettere e filosofia dell'Università di Bologna dal I970. el prossimo anno accademico intendo svolgere due corsi-seminari (spiegherò più avanti il significato di questa espressione): a) «La stregoneria europea e le radici folkloriche del sabba»; b) «Lettura storica di immagini: committenti e iconografia di Piero della Francesca». Un terzo seminario. dedicato all'approfondimento di temi di storia generale ancora da precisare. sarà svolto dal dr. Gianni Ricci. mio collaboratore. L'esame di storia moderna comprende due parti: a) storia generale dell'età moderna. dalla scoperta dell'America ai nostri giorni (è la periodizzazione tradizionale) preparata su un buon manuale per i licei (consigliati quelli di Caracciolo. Legnani. Viliari); b) lettura di due libri scelti nell'ambito di un gruppo di monografie storiche consigliate. La partecipazione attiva a uno dei tre corsi-seminari implica la fiscalizzazione della parte b; tutti gli studenti. frequentanti e non. dovranno sostenere l'esame sulla storia generale. Alla richiesta di giustificare la scelta degli argomenti dei corsi-seminari che svolgerò quest'anno risponderei anzitutto che si tratta di temi che mi interessano e su cui sto attualmente lavorando. È una risposta che richiede un chiarimento. I lettori meno giovani di Alfabeto ricorderanno che uno dei bersagli degli studenti nel '68 (quegli studenti che qualcuno oggi ha il coraggio di additare come i responsabili diretti della disgregazione dell'università italiana) erano i corsi monografici. I docenti venivano accusati di imporre agli studenti le proprie private curiosità di ricercatori. Quest'accusa mi parve cosl giustificata che quando. nel 1970. cominciai a insegnare storia moderna. decisi di scegliere come argomento dei corsi temi molto lontani dai miei interessi di ricercatore. È stata un'esperienza sostanzialmente fallita. Forse non era inutile proporre una lettura minuta. filologica delle Lezioni sul fascismo di Togliatti nell'ambito di un corso su « li giudizio sul fascismo della Terza Internazionale» (mancava allora nella facoltà di lettere di Bologna un in egnamento di storia contemporanea): ma. trattandosi di un argomento su cui non avevo alcuna esperienza diretta di ricerca. potevo soltanto riferire giudizi di seconda mano. inevitabilmente generici. Nel 1973 ho adottato una formula diversa. che non ho più abbandonato. Scartata subito l'idea di parlare di ricerche da me già svolte - esercizio noioso e. in età post-gutenberghiana. quasi sempre inutile - ho deciso di comunicare ogni anno agli studenti una ricerca in corso. Incidentalmente ricorderò che. nel contesto di un mutamento politico e culturale generale. anche gli interessi degli studenti nel frattempo erano cambiati. concentrandosi in maniera via via meno esclusiva sulla storia politica contemporanea. I temi che mi interessavano in quanto ricercatore - la cultura delle classi subalterne. la stregoneria. i gruppi marginali ecc. - che qualche anno prima apparivano a molti curiosità quasi frivole. ora venivano giudicati temi degni di studio. e addirittura alla moda. L a formula dunque è questa: scelgo temi su cui ho già cominciato a lavorare e su cui ho formulato una serie di ipotesi di ricerca. Al principio dell'anno faccio una serie di lezioni introduttive. consigliando alcune letture di base (da cominciare subito). Quindi faccio circolare tra gli studenti un breve dattiloscritto - una specie di semi-lavorato- incui espongo lo stato. provvisorio e in alcuni punti rudimentale. della mia ricerca. A questo punto comincia una discussione collettiva sul mio dattiloscritto. per individuarne i punti deboli. gli argomenti bisognosi di rielaborazione e di approfondimento, e cosl via. Attorno ai temi specifici emersi dalla discussione vengono organizzati dei gruppi di lavoro. Nella seconda parte dell'anno il corso si trasforma in seminario. e i vari gruppi espongono il risultato del lavoro svolto in biblioteca e in archivio. Questo in teoria. Nella realtà le cose qualche volta vanno un po' diversamente. Non sempre al principio dell'anno riesco a preparare un dattiloscritto accettabile. sia pure provvisorio. In questi casi sono costretto a esporre a voce la ricerca che ho già svolto. il che richiede più tempo. e rende meno facile una discussione puntuale con gli studenti. Altre volte la ricerca che mi riprometto di discutere con gli studenti si trova. a metà novembre. in uno stadio ormai troppo avanzato: ciò è male. perché la parte espositiva (il corso) finisce col prendere troppo spazio rispetto al lavoro degli studenti (il seminario). Si tratta di difficoltà forse inevitabi1 i: e in ogni caso non ritengo affatto che la soluzione che ho scelto (tutt'altro che originale. sia ben chiaro) sia una specie di toccasana didattico. Il senso della formula è comunque chiaro: cercare di mettere gli !udenti a ~ontatto con una ricerca reale. non ancora cristallizzata in un libro o in un articolo e. quindi, con i dubbi. le incertezze e. naturalmente, anche gli errori (possibilmente corretti via via) che caratterizzano una ricerca in cor- ~o. Penso che tutto ciò sia più istruttivo e divertente non solo per me. ma anche per gli studenti. Più istruttivo da un punto di vista generale. non professionale. visto che pochissimi o addirittura nessuno tra i partecipanti al seminario diventeranno a loro volta dei ricercatori. Credo che il mio lavoro di docente consista soprattutto nell'insegnare a leggere (una cronaca. un dbcumento d'archivio. un articolo di fondo o un volantino): che sia più utile trasmettere domande che risposte; e che un bagno di incertezze sia salutare. S pero che nessun lettore abbia ricevuto da tutto ciò l'impressione di una schiera di studenti intenti a svolgere un lavoro parceUizzato,coordinato dal docente che poi utilizza il
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