o carcere o territorio. è la stessa cosa). In definitiva. il 'qualcuno' contro cui è rivolto il sintomo è luomo. questo bambino appena partorito (Foucault) e già morto. essendo esso- il sintomociò che manca /uomo, sia nel nenso del bersaglio mancato da parte dell'Uomo sia nel senso di ciò che manca all'uomo per divenire - mi si passi la 'bètise' - un Uovo. Qualcosa cioè di rotondo e pieno come un uovo. La droga è il buco aperto nell'uovo del discorso dominante. I.i Roba» «Buco» «Overdose» ~ «Trip» «Mamma» «Farsi» (da non prendersi come segno della pulsione incentuosa) ecc. Dall'eco verghiano della roba è facile capire come i moderni Malavogliasi se,otano-e giustamente- minacciati di esproprio. Esproprio che. se pur non proletario. di questo conserva. tuttavia. la sua connotazione «criminale». E un fatto che gli attentati alla proprietà-al patrimonio- vanno di pari passo col dilagare della domanda sociale di roba. E non sono appunto i furti la cosa che più preoccupa Lor Signori? Che li manda in bestia e che scatena in loro. ad un tempo. sia il furore umanitario che i furgoni della «Mamma»? ( ota: Gli interventi della polizia sono la causa immediata di quegli effetti disastrosi che si «addebitano> alla cosa, per fame quella cosa cattiva che deve servire a giustificare il loro intervento. e cioè a) la restrizione del mercato - i sequestri di droga - con relativo aumento del prezzo della dose. b) l'abbassamento della qualiJà della stessa («il borotalco»). Per un effetto di verità che si cela sempre in un significante posto in posizione dominante. da roba si scivola. come abbiamo visto. a rubare. Rubare per la roba e rubare/a roba. qui valgono per la stessa cosa. In essa. nella roba. è impresso il marchio di fuoco della sua origine. le tracce di sangue che accompagnano la sua Storia. Accumulata o rubata. la storia della «roba» è una storia infame. Ora. è proprio questa storia che la droga ripercorre. ricordandone l'infamia a quanti imiraggi del benessere tendono di far dimenticare. e cioè ai servi senza nome e senza storia. «Farsi un buco». «bucarsi». Luovo pieno del discorso è qualcosa di asfissiante e mortifero per cui romperne l'involucro è come uscire all'aria aperta e respirare a pieni polmoni - assieme alla polvere di talco e di gesso - l'aria bianca e senza immagini del paradiso abbandonato dagli angeli e dagli dèi. Il «trip» che scaturisce dal buco Lettere Lettera aA/fabeta di Marco Francisci. Sellano (Perugia) C è chi insegue «prontamente> i giovani e chi manifesta invece dei cronici ritardi mentali, prima ancora che culturali, vedi gli «abitanti>del Pci, i quali a dieci anni dall'«inafferrabile> '68, decidono che la foga liberatrice e sconvolgente dei giovani, la loro ambiguità iconoclasta, è salutare, rappresenta, cioè, il giusto momento di antitesi sul «cammino della disalienazione» in un vortice dialettico, preludio di una nuova era (non legge/e Bocca leggete Hegel) e così via fino a Dio. E ancora: i giovani non ostentano nessun comportamento irrazionale, tutt'altro, essi rappresentano il polo razionalizzante della storia, come a suo tempo Losono stati della Resistenza (incongruenza derivata). Ma c'è sempre il losco sistema in agguato che, vestitosi per l'occasione con i panni della Cultura, fa di tutto per infinocchiare i giovani, facendogli ascoltatre Beethoven, aiutato in ciò dai soliti intriganti mass-media, di cui i più infidi rappresentanti sarebbero il pluricitato Bocca e, udite udite, Lotta continua. Questo è il Pci, un partito a cui siamo costretti, nonostante tutto, a dare il voto, un partito lontano anni luce da quei giovani che dice di voler riscattare a/L'improvviso (eda me: sono un ventiduenne). Se c'è una cosa che noi giovani abbiamo scoperto, col nostro «veramente» confusionario modo di essere, è l'angustia e la tristezza che genera il credere ai progetti sociali, così come alle utopi.efinalistiche e alle realizzande ere felici. La nostra contraddiltorietà,la nostra incoerenza è realee non strategica, agisce nel momento; la nostra voglia di provocare non rappresenta altro che Laricerca immediata del piacere e aperto sul corpo della «Mamma» - la società moderna - equivale allo striptease a cui vengono sottoposte. nei momenti di grazia delle sovversioni sociali - le maschere obbrobriose del dominfo e della violenza: la 'parure' della Democrazia. il visone della Libertà. la scollatura della Giustizia. le mutandine rose dell'Uguaglianza. i merletti del Progresso. i belletti dell'Umanesimo. l'acqua di colonia delle Umane sorti e Progressive. in breve la toilette del! Civiltà Moderna. L a droga dunque come sovversione? E la Classe operaia? E il Prole- • tariato? Già. la classe operaia. il te-dalla-Resistenza e divenute ormai eterne e intoccabili come le presidenze dei consigli dc... Adesso ... Beninteso. Siamo cresciuti abbastanza per chiedere a Marcuse - che a nostro avviso. e senza irriverenza. sta bene dov'è - di darci in prestito i suoi esclusi o i suoi emarginati. a noi che abbiamo perso i nostri proletari. No. non si tratta di questo. I proletari. come pure gliesclusi e i marginati. noi. gli intellettuali. non li abbiamo mai avuti né li vogliamo. Come loro. noi siamo posseduti. A tanto all'ora. In buona pace per quelli che si credono e lasciano credere Indipendenti Liberi e Disponibili. La questione è più radicale e meno ser;nplice di quanto può I et.mmi kudu, Paris, Ce111reA111érirni1d1es Arti.wes, 26.UJ.64. proletariato. Fino a che esso s'aggirava come uno spettro per i corridoi del Capitale. qualcosa era lecito sperare che poteva ancora accadere. almeno virtualmente. Ma adesso che pare che abbia finito per trovarlo il suo corpo. per quanto martoriato e lacertato. nelle Istituzioni-della-Repubblica-Uscidel divertimento; noi ci nutriamo della Cultura non per usarla come arma contro se stessa, ma semplicemene per stimolare la nostra voglia di vivere: una voglio tutta borghese. Spero che Gianni Sassi mi abbia capito. Cordiali saluti Domanda per Angelo Guglielmi attorno a Italo Calvino da parte di Francesco Leonetti Caro Guglie/mi, ci troviamo noi redattori del/' Alfabeta in una massa recensiva fittissima, che cresce, da noi incrementata con semi buttati giusti; e ora ci avvolge. Non si sapiù delle piante letterarie, o di quelle semiotiche o di quellepolitiche (ecc. ecc.) in quale consequenzialità di sviluppo stanno. È certo che prossimamente ci sarà un ordine analitico nuovo. Intanto c'è il gusto di una criticitàprofonda, rispetto allo scibile, messa in azione nell'edicola, da parte di un gruppo misto di /eueraticon ambizione encicplopedista (e dunque labirintica). Giunge in questa situazione la tua freccia a Calvino nel numero scorso. Si colloca dove ci sono già celebrazioni e giochi per altri. lo sono d'accordo con te in parte, sono molto allento al tuo elaborato dopo che mi hai capito dentro la tua Carta stampata (Coop. Scrittori '78) ecc. E del tuo pezzo, che è di genere teorico, approfiuo insomma per svolgere qui il genere delle «leuere»: che avevamo previste anche fra i redai/ori ed amici e nemici, a rendere vivace la corrispondenza di geme di lettere (quale è forse l'impresa alfabetiera). Tu dunque dici che il Viaggiatore di Calvino (che mi pare un po' desiderante il decamerone e un po' desiderante la biblioteca di Babele) tidà l'impressione di un innamorato che dispera, più o meno freddamente, di «avere» la donsembrare. Certo. la droga pone degli interrogativi (non problemi) e terribili alle masse innumerevoli di drogati da questa società. Ma da dove trovare le risposte? E perché saremmo noi a dover rispondere? Per conto di chi? Non abbiamo forse anche noi i nostri interrogativi? E poi c'è anche il fatto na di un suo amore-passione. Sei insoddisfallo delle rotture, intermittenze e fa/selli (e delle esistenze supposte). E non caschi nella scusa del lettore o destinatario che diventerebbe il dio del libro, riscrivendolo lui, nella moda barthesiana. Condivido questo disagio. Peraltro non mi convince del tutto l'astuzia della teoria dei «possibili» (non presente in Calvino ma in altri): con la quale si potrebbero invece scrivere romanzi e trattati andando oltre la controversia noiosa fra la «mimesi» (dei ragazzi di vita, ma anche secondo Auerbach nella Wool/), oppure il tutt'altro (il tapis roulant di Vii/orini, se vuoi, con personaggi che pigliano nome via via, col linguaggio senza mediazione strella di storia epersonaggi, o per dire meglio lo Zoo di Sk/ovskiy, ecc. ecc.). Ora, il problema dell'avere la donna è anzitul/o un rompicapo già classico, prima della questione moderna posta sul piacere del narrare naturalistico. È quello in generale del tempo che si perde con l'arte come donna, per non ripetere mai. E ti domando anzitutto quanto segue. Ammelliamo che questo «avere» esprima bene (e con franchezza utile di nuovo, dopo la lunga critica • del rapporto genitale assoluto) il pieno rapporto reciproco o reciprocamente illuso. Ma se esso manca non si potrà dare qualche relazione? l'avere relazione? scambiarsi parole e aui vari? Calvino fa intravedere un tema insurrezionale alla Stazione; ci porta quindi più oltre in un istitllloglottologica (dove pare che siamo ricoverati noi 1u1ticolla leueratura oggi); tenta persino, in modo inedito presso di lui, una mimesi coitale con ritmi entro vestaglie orientali... e che cosa fa sempre? forse, come dicono i semiotici, «parte», per mettere in al/o una generazione di testo ' (quando il libro «si scrive da sè» come stabilisce Sklovskij fin dal '20); e invece no, Calvino arresta la macchina e riparte, troppo sembra desideroso di che le «masse» non parlano. che anche a loro è stata tagliata la lingua. Forzeremo il loro silenzio per parare alla nostra angoscia? Vero è che la droga è un nodo. non di vaste dimensioni. ma nodo comunque. legato attorno al collo di Lor Signori e che non si tratta di scioglierlo questo nodo ma di stringerlo ancora un poco. giusto ancora un poco («Francesi.ancora uno sforzo»). L a droga (e i drogati) rappresentano l'immagine rovesciata- il rove- • sciamento possibiledell'immagine del dominio-per tutti coloro che sono violentemente (e quotidianamente) privati della parte di «overdose» che spetta loro di diritto. di quella parte di «roba» che il lavoro salariato ha loro sottratto e che non cessa di sottrarre. di quel «buco» che è il solo spiraglio o spiffero attraverso cui «qualcosa» • (ecco il qualcosa del sintomo) del loro desiderio mostruoso e indicibile può venire ad essere contro l'avere (di diritti. di status. di riconoscimenti. d'alimenti o di po sedimenti ecc.). sia esso garantito o no. di una pienezza solo immaginaria. La questione che la droga pone al proletariato urbano - e di campagna - è se esso alla fine continui a rincorrere il miraggiodi un riconoscimento sociale. in quanto classe e in quanto classe capace di governare questa società - che solo Lor Signori possono elargirgli perché solo loro sono i depositari 'riconosciuti' dell'acqua santa. - oppure di arrestarsi e riconoscere finalmente il proprio desiderio come desiderio di distruzione e di rovina. dell'ordine esistente innanzi tutto. e poi del resto. È per questo che la droga e i drogati fanno paura. È per questo che bisogna metterli a tacere e prima che le masse sfruttate e diseredate. seguendo il loro esempio. comincino a «farsi» (a disfarsi) anche loro dei loro laccidi sempre e intraprendere quel 'viaggio'. («trip»). orgiastico e senza scopo. di una rivoluzione attorno al mondo. che non cesserà di rotolare sotto i colpi di una overdose di violenza e di sangue. di furore e di morte - di godimento. L'uomo o ilbuco.Questo ilproblema. E ad ogni modo. a che serve un uovo senza il buco? La droga-è chiaro. no? - è il buco aperto nell'uomo perché possa essere succhiato. E evacuato. «Farsi» la 'Mamma' e «Disfarsi» dell"Uomo'. Questo è l'eccesso del drogato. il suo plus. Questa è la sua overdose. E ti sembra poco. o mio lettore? Ma non chiedermene di più. questa 'dose' che ti ho dato. per il momento. ti basti. quegli avviamenti o inizi che Valéry diceva provenire dal dio. Ed è tanto autoritario che non svolge, e finge di pensare solo al Leuore e di non essere un autore autoritario... Ma non sarà, questa, una difficile vicenda d'amore? che è scomoda e perciò simile a quelle che come autori abbiamo oggi? con una qualche relazione intanto intrauenuta? e non sarà questo insomma il tema o il modo della «Stazione» o « Notte» di Calvino? Tu colpisci più a fondo, però, sul piano teorico, o tecnico, in genra/e. Calvino mette in questione la propria identità e ipotizza tanti autori possibili: ma questa cosa, oltre che vecchia ormai -e per me proveniente da Biancho/ nel '60 - non può essere usataapprossimativamente, solo per «far camminare il meccanismo narrativo», come tu dici; ma solo per mosse più radicali in lelleratura. Va/111iamointanto Calvino con questa tua critica centrata; io devo dir meglio che nel Se di Calvino non ci sono avviamenti o partenze, ma ci sono degli arrangiamenti, dei compendi, dei frammenti esemplari e finti, dei torsi, delle mimesi parzializzate: e dunque c'è un'operazione relativamente innovativa, più o meno riuscita (perché non c'è solo quella, fosse a sua volta ripetitiva, del versantedell'auto-riflessione). Inoltre lafinzione che la «carta»di Calvino meue in auu è, come dire? orizzontale, invece che prospeuivistica. lo preferisco stavolta il «Pianeta furioso» di Volponi; ma c'è innovazione interessantepure qui. Non ti pare? E non discutiamo solo di Calvino. Discutiamo dello specifico (e dellepoetiche, dice Porta). Ci dev'essere una certa specie di consapevolezza dello scrittore. E lui pure Calvino su ciò intervenga prima o poi. Teorizziamo sul razionaleda frullare in leueratura, dico io; tedrizziamo anche, fra l'altro, col tentativo di star dietro al virtuosismo semiologico in corso, su questo campo che è nostro (con incertezza). RISTAMPA Gilberto Sacerdoti FABBRICAMINIMA E MINORE PREMIO MONDELLO 1979 OPERA PRIMA • NOVITÀ R. Scholes - E. Rabkin FANTASCIENZA Storia-Scienza-Visione Una straordinaria esplorazione alla scoperta di capolavori trascurati dalle storie della letteratura. • DI PROSSIMAPUBBLICAZIONE J. Laplanche - S. Leclaire L'INCONSCIO UN SAGGIOPSICANALITICO In una relazione di importanza storica gli autori delineano una illuminante e inedita prospettiva dei rapporti che intercorrono tra l'inconscio e il linguaggio. • Peter Szondi INTRODUZIONE ALL'ERMENEUTICA LETTERARIA l compiti dell'ermeneutica letteraria nella straordinaria esposizione dell'autore di Teoria del dramma moderno DistribuzionePOEin tutta Italia GIOéARECON L'ARTE Quaderni per l'educazione alla comunicazione visiva Perchéla fa111asiadei bambini scopra e riveli /'ane. Un metodo vivo, una nuova collana direi/a da Bnmo Munari COCA FRIGERIO I SEGNI L 3.200 RENATE ECO ILROSSO L. 3.800 MARIELLE MUHEIM I FORMATI L. 2.400 ALBUMDI SCIENZAATTIVA I ragazzi delle elementari e delle medie fanno amicizia con la scienza. Grandi temi della natura in esperimenti semplicissimi. S. F. KING SCIENZAE ARIA L. 2.600 S. F. KING SCIENZAE TEMPO L. 2.()()(J S.F. 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