Alfabeta - anno I - n. 7 - novembre 1979

Il piccolo Hans Rivista di analisi materialistica 23 luglio-agosto 1979 Dal sommario: Ermanno Krumm: Una lettura ritardata di Freud Pietro d'Oriano Il secondo ospite di Wittgenstein Giorgio Orelli Un sonelto di Zam:.otto Stefano Agosti Il pensiero della poesia Sergio Finzi Note sul sogno Giuliano Gramigna Le scarpelle rosse dell'inconsdo Tomaso Kemeny Due poesie e una nota Mario Spinella Classepolitica, cultura e Legillimazione ILpiccolo Hans, Rivista trimestrale diretta da Sergio Finzi Dedalo Libri. Bari. Casella postale 362 Abbonamento annuo L. 9000, e.e. Postale 11639705 70100 Bari Un fascicolo L. 2.500 JeanBaudrillard LOSPECCHIO DEUAPRODUZIONE ............ ~~ .. multhiploedizioni Per prenotazioni e richieste catalogo generale scrivere a Multhipla Edizioni Piazzale Martini 3 LudwigKlages DEU'EROS COSMOGONICO •on•u....c.a. .. muhlùpl,edizioni Per prenotazioni e richieste catalogo generale scrivere a Multhipla Edizioni Piazzale Martini 3 Cacciari. ad esempio. in Krisis usa la categoria di «trasformazione» in riferimento al quadro che la filosofia di Wittgenstein dà delle operazioni cognitive. di rappresentazione. li gioco linguistico appare il luogo in cui il soggetto. operando. forma. trasforma. si forma. Non è chiaro se e come. anche. si trasformi. Anzi. l'inesorabilità delle regole. che queste acquisiscono per il fatto stesso di essere le regole del gioco che viene giocato, lo impiglia in un reticolo da cui non può uscire. Sono, almeno in parte. i problemi da tempo affrontati da Rossi-Landi. dell'aspetto produttivo del linguaggio e dell'alienenazione linguistica. Ma quel che tentava Wittgenstein era proprio cambiare i termini del problema. Non tutto ciò che egli indica come attività trasformatrice ed autotrasformatrice del soggetto è produzione. li paradosso della scala del Tractatus sta. appunto. in questo: si cambia una situazione, pur non producendo nulla. La felicità, nei Quaderni. è descritta allo stesso modo: il mondo del felice non contiene nulla in più. è complessivamente un mondo diverso da quello dell'infelice. Se in queste espressioni giovanili c'è possibilità d'equivoco - il mistico, la felicità, possono sembrare tappe finali e statiche di un processo - l'espressione matura della stessa concezione è, invece. dinamica; appunto, interstiziale. La chiarezza consiste nel poter smettere di filosofare quando si vuole. Ci segue di volta in volta. contrappunto silenzioso all'agire, liberando di volta in volta dalla coazione a ripetere. Ciò posto. il problema centrale diventa: è vero. o no. che questa prospettiva impone di aderire al dato? Cacciari. seguendo in questo certe interpretazioni anglosassoni degli anni '50. legge il richiamarsi di Wittgenstein al linguaggio quotidiano come l'assunzione del gioco linguistico cosi com'è come fondamentale, irriducibile. in qualche modo definitivo. Così pur ammettendo che l'impostazione wittgensteiniana della 'crisi' rende pensabile una prospettiva del gioco come trasformazione che sia anche autotrasformazione (si veda. oltre a Krisis. anche il saggio su Nuova Corrente cit.). non trova che un passo del genere sia già reperihile in WittgenGii111er Brus, Mue11che11, Aktionsraum I, 19.06.70. (Foto: K. Eschen) stein stesso. Ne responsabilizza l'impostazione logico-formalistica del filosofo. la sua incapacità a introdurre la nozione di soggetto come presenza determinante nel gioco; un certo 'feticismo' del gioco linguistico; l'incapacità ad usare della filosofia per 'rompere' ilgioco normale finora giocato. Ma, quando Wittgenstein parla di «impiego quotidiano». è «impiego» e non «quotidiano» la parola che va sottolineata. L'impiego quotidiano del linguaggio non va guarito. semplicemente perché nessun impiego che sia un impiego è malato. Perché appunto è un impiego: relativo a un contesto, a degli scopi. a degli effetti. e via dicendo. Wittgenstein si richiama al linguaggio quotidiano non perché gli sembri rilevante come esso sia nel nostro caso particolare. ma per mostrare in esso la dimensione. più evidente che aitrove. dell'impiego. e chiarire le dinamiche del giocare. In questa prospettiva. non è pertinente cercare in Wittgenstein trattazioni compiute. forse neanche proposte suggestive. su che cosa sia il quotidiano o che cosa sia il «senso comune» in esso presente. Una contrapposizione tra scientifico e quotidiano. quale quella che propone Gargani nella sua introduzione a Della Ceriezza. può essere strumentale a evidenziare gli spesso misconosciuti rapporti di dipendenza del secondo dal primo. Effettivamente. il sen o comune «non è l'autore del suo presunto discorso»: se con ciò intendiamo dire che si danno certezze. solo in quanto c'è un sapere il quale. per il suo esser costituito da operazioni. azioni. rimanda a dei presupposti - a delle regole dell'operare. Ma ciò. neppur per equivoco. dovrebbe assomigliare a collocare l'operatività. il sapere. nello scientifico. e le certezze nel quotidiano. Le sopra accennate proccupa~ioni di Cacciari rispetto alla supposta adesione di Wittgenstein al quotidiano sembrano. quindi, basate su di un fraintendimento. Il quotidiano non è. in quanto tale. un terreno su cui l'attività logica. razionalizzatrice cammina. Consta di giochi. dotati di scopi e regole. contenuti 'a fuoco' e presupposti. come constano di giochi. analogamente organizzati. le fascie via via meno 'quotidiane' dell'attività sociale degli uomini. Le ultime sezioni di Della Certezza si propongono esplicitamente di mostrare la continuità. l'affinità strutturale. tra operare e conoscere quotidiano ed operare e conoscere tecnico-scientifico, quello matematico incluso. Nonché l'analogo ruolo dei presupposti - le cosiddette certezze - in ciascun caso. P er finire. qualche suggerimento. In che rapporti Wittgenstein ponga gioco. soggetto. regole, è un problema interpretativo finora scarsamente affrontato. E rimanda a un problema teorico d'importanza centrale. È vero che Wittgenstein non dà in mano al suo soggetto alcun metagioco (la 'filosofia' in una certa eccezione ...) per la trasformazione delle regole. Non è invece vero che egli vincoli con ciò il soggetto al contenuto delle regole del gioco dato. I giochi non sono dati. sono fatti. Fatti da chi gioca. (11dato è che si gioca). È altresì da scartare. a mio avviso. un'ipotesi che affiora nell'introduzione a Della Certezza di Gargani. Il dove egli propone d'identificare il senso comune con la conoscenza (implicita) delle regole del gioco. con un sapere avente per oggetto la grammatica. L'analisi dovrebbe e ere condotta in modo più cauto e dettagliato prima di dare risposte definitive: ma. in linea di massima. non sembra che l'idea di competenza che possia1110individuare in Wittgenstein corrisponda a quella cognitivista della competenza linguistica chomskiana. Le regole non sono oggetto di un sapere. ma presupposti di un fare e della sua comprensione come un fare significativo. E. più in generale. i presupposti non sono operazioni compiute tacitamente e preventivamente, 'decisioni' immotivate e un po' misteriose - econdo un'immagine che emerge qua e là nei testi cui abbiano fatto riferimento - ma hanno realtà solo in quanto contrappunto implicito dell'agire. condizione della sua interpretabilità proiettata all'indietro verso il luogo virtuale della oggettività dell'agente. In questa prospettiva. che l'agire sia il dato non è in contrasto con la possibilità di agire in infiniti modi diversi. Persino cambiando continuamente le regolé (si vedano le Ricerche. pp. 55-6). con l'unico limite del persistere di un accordarsi implicito. quasicontrattuale. dei soggetti in interazione sui punti di riferimento che di volta in volta essi si danno per e nel comprendersi reciproco. La nozione dinamica del soggetto e della relazione tra il suo agire e le regole. che in questa lettura di Wittgenstein si delinea. è interessante e polemica. Un soggetto capace di autotrasformarsi nell'(inter)azione. Delle regole che sono coordinate di comprensibilità dell'(inter)agire- fatte per il gioco. non questo per loro. Sono proposte metodologiche dotate di notevole portata chiarificatrice nelle scienze sociali. li dibattito di metodo in linguistica. pragmatica linguistica. psicolinguistica. o negli studi sociologici sull'interazione. ruota effettivamente intorno a questi temi. Ma non solo. Dal punto di vista teorico. ci troviamo davanti ad una proposta di ristrutturazione radicale del discorso sulla soggettività. che. via la ridefinizione del rapporto dei soggetti alle regole del loro gioco. investe sia le tematiche della 'normalità'. sia quelle della 'transizione'. È nell'individuazione e nella discussione o nello sviluppo di questa complessa proposta che va ricercato. suggerisco. l'auspicato approfondimento di in che cosa consisla la non-ase11ici1àdi Wi11genstein. BibliotecadellaFenice I SYLVIA PLATH: LETTERE ALLA MADRE Unastraordinaritaestimonianzadellavita di una delle più grandiscrittricicontemporanee. Un documento che non cessa di stupire per la sua naturale capacitàdi amalgamaregli spontanei materialiautobiograficialla volontà, disperata, di creareletteratura. N. SC01T MOMAOA Y CASAFATIA 01 ALBA N. SCOTT MOMADA Y: CASA FATTA DI ALBA Con la traduzionein italianodi questo volume, ScottMomadayesce definitivamentedai confini americanie si rivela autore di respirouniversale.Un romanzo che ha il saporedell'esorcismoe, allo stesso tempo,tuttele caratteristichedella liberazione attraverso la scrittura. Guancia PierPaolo PASOLINI Porcile 320 pagine, 7500 lire Orgia Bestia da stile Conquestetragediesi concludela pubblicaziondeell'operateatraledi Pasolini gli altri titoli: Calderon• Affabulazione- Pilade GARZANTI

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