Alfabeta - anno I - n. 7 - novembre 1979

L'ordinRetiihiatrico Robert Castel Lo psicanalismo Torino. Einaudi. 1975 pp. 291. lire 4500 cl medici e i giudici». in: Io, Pierre Rivere, ... Torino. Einaudi. 1976 pp. Xlll-310. lire 4.500 cLa contraddizione psichiatrica», in: Crimini di pace Torino. Einaudi. 1975 pp. 478. lire 4500 L'online psichiatrico. L'epoca d'oro dell'alienismo F. Castel. R. Castel. A. Lovell Milano. Feltrinelli. (d'imminente pubblicazione) La société psycbiatrique avancée: Le modèle américain Parigi. Ed. Grasset. 1979 L a versione italiana del primo volume dell'Ordine Psichiatrico - L'epoca d'oro de/l'alienismo di Robert Castel. ci permetterà di meglio conoscere un autore che. nell'ondata di riferimenti alle attualità culturali francesi che caratterizza il dibattito italiano di questi ultimi anni. è rimasto in qualche modo nell'ombra. È già. questa. una domanda su cui vale forse la pena di soffermarsi: perché Castel non «fa moda»? In Italia. ma neanche in Francia? Certo. si potrà invocare la struttura non agevole dei suoi libri. di non facile lettura; Castel non sembra inserirsi in quella tradizione di saggistica tutta francese. a metà strada fra l'opera letteraria e la pubblicazione scientifica. cui siamo abituati. e che ci ha fatto spesso imbattere in testi teorici cimportanti» che riescono a darci il piacere di un romanw. Il rigoroso procedere analitico della dimostrazione attraverso un materiale denso. l'apparato critico spesso pesante. richiedono più uno studio che una lettura. Ma non è appunto questo. fra l'altro. che ai cbrillanti» autori francesi viene spesso rimproverato di sottovalutare con una pretenziosità forse troppo facile? Ebbene. qui. non c·è nessuna delle «facilità» che urtano cosl spesso la sensibilità degli intellettuali d'oltre-esagono; eppure. o forse paradossalmente proprio per questo. Castel resta un personaggio minore. noto solo a qualche sociologo ben informato. popolare solo all'interno di un ristretto gruppo di operatori sociali che potremmo genericamente collocare nell'area dell'antipsichiatria. li perché deve dunque essere più complesso. Probabilmente. se qualcosa risulta ostico nel discorso di Castel. e ad un tempo ne determina la relativa impopolarità e ne guida la lettura secondo schemi analitici più familiari. è proprio il particolare profilo del suo percorso. e l'intento che esplicitamente lo sostiene: inassimilabile alla tradizione sociologica di analisi delle istituzioni. lo è anche. in realtà. ai versanti più cpolitici» del discorso antipsichiatrico. La nuova cartograffa degli assogget• t..menti. Di formazione filosofica. come la stragrande maggioranza dei sociologi francesi della sua generazione - aveva studiato a Strasbourg con Eric Weil ed era stato assistente di filosofia all'Università di Lille -. Castel ha lavorato in seguito con Pierre Bourdieu e JeanOaude Passeron nel Centre de Sociologie européenne. là dove sono maturate quelle analisi del sistema d'insegnamento ( Les Héritiers) che avrebbero trovato improvvisamente nel Maggio '68 una risonanza forse paragonabile a quella che ha avuto da noi la Lettera a una professo ressa della Scuola di Barbiana. Il Maggio aveva però spostato il problema dell'analisi critica del funzionamento di un'istituzione. come la scuola e l'università. ad una interrogazione radicale sulle forme di vita che le istituzioni. ed ildiscorso scientifico che ne legittima la pratica concreta. producono. L'università. ma anche la politica e le scienze sociali. come la miriade di istituzioni cui offrono il loro linguaggio. diventavano oggetto dell'attenzione critica e delle lotte. da cui le aveva sino ad allora preservate il ruolo tradizion·almente subordinato che era stato loro assegnato. come luoghi della riproduzione ideologica del senso di una società che si forgiava. • peraltrro. centralmente altrove. Era l'inizio di quel dislocamento. per effetto del quale il fatto massiccio della dominazione scoppiava in un proliferare di attacchi locali. in quella «friabilità generale dei suoli. anche e forse soprattutto i più familiari. i più solidi ed i più vicini a noi. al nostro corpo. ai nostri gesti di tutti i giorni». di cui parla Miche! Foucault. Le esperienze di lotta sulle prigioni e sull'istituzione psichiatrica sono solo esempi. importanti per quegli anni. dello spazio che veniva cosi ad aprirsi per una riformulazione teorica del conflitto nelle nostre società. È in questo ambito di problemi che l'analisi dei meccanismi concreti di funzionamento dal basso del potere è apparsa. fra l'altro. come uno strumento analitico utile al compito che si delineava ormai con urgenza: arrivare a descrivere una nuova carto- !..!n1fia dt..·t.di :1,,o~~ct1an1t..·nti. Jc,111 Jan1m·.1 Ld,d, L.011tl,m. Africa Centre, 09.09.66. L'istituzione, luogo di governo. È di questo periodo l'accostarsi di Castel al seminario di ricerca condotto al Collègé de France da Foucault. nel cui ambito maturano i suoi contributi all'analisi dei rapporti fra medicina ed apparato giudiziario (cfr. / medici e i giudici). e per questa via la lettura dell'istituzione medica si arricchisce di nuove possibilità teoriche. Attraverso il recupero della conflittualità che era stata all'origine della trama di nuove spartizioni del potere amministrativo fra questi due momenti della gestione delle popolazioni; attraverso la riscoperta di tutto quel sapere minore depositato in pagine e pagine di dibattimenti processuali. di perizie medico-legali. di polemiche accademiche o giornalistiche. ecc.. che erano poi i momenti in cui le teorie giuridiche come quelle psichiatriche prendevano vita nell'arena delle pratiche quotidiane e nella foga dei loro rappresentanti;attraverso tutto questo. ritorna alla luce una corposità nuova di quel fatto sociale che è un'istituzione. permettendone la lettura al di fuori di ogni astrazione meccanicoformale di tipo sociologico. Complessità di lettura. che pretende si di accostarci ad un'istituzione nella sua singolarità ed integrità. ma intesa quest'ultima non nel senso della coerenza organizzativa o logica. quanto in quello di un rapporto intrinseco fra il suo luogo. il suo discorso ed i suoi effetti. Il luogo è individuato nel problema di amministrazione che quell'istituzione è stata chiamata a. e si è offerta di. risolvere. li discorso è analizzato come l'insieme di linguaggi e di pratiche di esercizio specifiche che quel luogo vengono ad abitare. Gli effetti che ne derivano sono assunti come parte integrante di quest'unità logistico-discorsiva. ed in quanto tali qualificanti il contenuto peculiare dell'istituzione stessa. Se problema di amministrazione vi è. esso va inteso come uno spazio che all'improvviso viene a scoprirsi nella capacità di una società di amministrarsi. irriducibile cioè ai principi di funzionamento di cui dispone. fonte di una contraddizione che non va risolta ma gestita tecnicamente. Perché sfruttare la contraddittorietà esistente nel corpo sociale è la forza di una società che. come le nostre. si caratterizzi per un esercizio del potere nel corpo sociale e non al di sopra di esso. Contraddizione. ad esempio. fra sicurezza pubblica e libertà individuale - ci indica Castel in un articolo del '75 a proposito della fondazione dell'istituzione totale-. cui il manicomio offre. attraverso la nozione alienista di internamento. al punto d'incrocio fra misura terapeutica e sequestro poliziesco. la possibilità tecnica di esercizio. Ma potremmo anche dire. contraddizione fra partecipazionismo integrativo ed esclusione. dietro la fine del mito alienista di un'esistenza segregativa e lo sviluppo di tutta la serie di tecnologie re- /azionali nell'assistenza non solo psichiatrica. cui la psicanalisi dà il contributo decisivo (che Castel analizza ,1 proposito degli Stati Uniti). O ancora. .:ontraddizione fra «liberazione del lantasma» e «passaggio all'atto». cui l'istituzione psicanalitica offre tutta la 11.:cnologidaella «neutralità analitica». Quel che mi sembra importante da raccogliere. è quest'indicazione che l,1 contraddizione è intrinseca al fatto ,1orico dell'emergenza di un'istituzione: non il neo nel suo funzionamento. quel che andrebbe denunciato o eliminato. come ci viene spesso suggerito dalle analisi in termini di finalità laten1i e finalità manifeste dell'istituzione. ma proprio quello che la costituisce in quanto tentativo di dare una copertura 1ecnica ad un problema di potere. In questo senso. finalità terapeutiche e funzioni politico-amministrative sono due volti che concorrono. ed esplicitamente. a descrivere il ventaglio di istituzioni dell'assistenza alla malattia mentale. Psicanalismo, postpsicanalismo ed antipsichiatria. Descrivere questo ventaglio è l'intento che da anni le analisi di Castel perseguono e ci propongono. con l'ostinata esaustività di chi si dà delle urgenze teoriche: ripartire dalla materialità multiforme di una zona dell'organizzazione sociale. per rimetterci in grado di «valutare» forme di vita in cui siamo coinvolti. rompendone l'evidenza «progressista». ma anche sottraendosi alle facilità riduttive dello schema analitico in termini di ideologia. Come dire. in tutt'altra prospettiva di quei discorsi che hanno alimentato in questi anni. se non la categoria. almeno la tendenza nota come antipsichiatria (come ha riconosciuto lo stesso Jervis). Se pure si son fatti eco di nuove direzioniche la riflessionecriticasulle nostre società andava conquistandosi. e l'hanno indubbiamente arricchita di spunti importanti su tematiche che coinvolgevano ben altre popolazioni da quelle direttamente toccate dall'organizzazione psichiatrica. i discorsi antipsichiatrici son rimasti. tuttavia. debitori- per la loro sistematizzazione d'insieme ma anche per i loro riferimenti analitici-. delle semplificazioni teoriche che schiacciano ancor oggi troppo spesso il dibattito politico: l'atteggiamento di denuncia. il tema del recupero. l'oscillazione fra radicalismo critico ed ottica del progresso. In quanto discorsi antiistituzionali. hanno grosso modo esaurito la loro carica aggressiva nella denuncia dell'istituzione. e del suo «cattivo» funzionamento. nel doppio senso tecnico e morale dell'aggettivo. e di qui si son mossi verso l'elaborazione di una serie di esperienze alternative. che. per quanto radicali. trovavano il loro punto d'innesto ·originario nelle disfunzioni dell'istituzione che la parte critica aveva messo in evidenza. Senza accorgersi però che quell'istituzione non era poi così acritica: che essa stessa riconosceva i limiti del suo intervento e cercava altre vie su cui prolificare. che dalla sua rigidità altre contraddizioni si aprivano a gestioni tecniche diverse. grazie anche al pungolo ed all'inventiva dei suoi critici più accaniti. Senza accorgersi. cioè. che dalla matrice «malattia mentale» si era ormai venuta distaccando tutta una batteria di tecniche che. attraverso la gestione della sofferenza e non più della malattia. hanno operato una trasfo:·mazione della nozione di salute in ideale di vita. ideale normativo e mai raggiunto. che già nel 1932 al I Congressp internazionale d'Igiene mentale W.A. White indicava come «obiettivo primordiale»: «La mediciana si è ormai data abbastanza a lungo come ideali quello di liberare dalla malattia e di allontanare la morte. E venuto il momento di sos1i1uirlicon ideali di vita. di vera e lTl':lli,:1 l'l':ili11:11iPnl' I ... I. J a ,:tlull' è· (i .. \lt-1:.~a. Il. l 't1.11c//, .·\/ I l,11111•11, Londo11, A/i-ica Centre, 09.09.66. ùll concetto positivo e non negativo» (cit. inCastel. La Sociétè psychiatrique avancée. p. 51). Oppure. quando se ne sono accorti. hanno gridato scandalizzati al recupero. al delitto di «lesa innocenza». Recupero invece. dice Castel. non c'è stato. L'utilizzazione dell'ospedale psichiatrico per una segregazione che. sotto la copertura terapeutica. ha costituito un'importante valvola di sicurezza nello scontro con tutta una serie di comportamenti «devianti». non è stata l'effetto dello stravolgimento malintenzionato di un potere politico rispetto alle buone intenzioni qi un corpus teorico neutro. ma ha «costituito» la psichiatria findall'imporsi dell'istituzione totale come modello esemplare della gestione psichiatrica della malattia mentale. e l'ha poi accompagnata in tutte le sue mutazioni. Ma nemmeno per la psicanalisi vale il tentativo di salvarsi dietro il preteso «carattere rivoluzionario» che sarebbe poi.guardacaso.smentitoadognipie' sospinto- cioè ad ogni intervento pratico che le si riferirebbe - perché «recuperato da tutta una politica di cure psichiatriche a base essenzialmente pedagogizzante» (Maud Mannoni; cfr. Lo psicanalismo. p. 17): lo psicanalismo. in quanto reintroduce nella psicanalisi dei suoi effetti sociali - «gli effetti della sua astrazione dal sociopolitico» - e quindi riconduzione dell'extra-analitico a definire l'intra-analitico. ci permette di riportare la psicanalisi .'tlle responsabilità che era stata chiamata ad assumere. di vedere cioè come essa abbia potuto farsi matrice di altre forme di gestione tecnica della cosiddetta «devianza». L'accento «terapeutico» messo sulle relazioni. anziché sull'isolamento. l'apertura ad una sociogenesi del disturbo mentale ben arginata da una tecnologia della neutralità. la duttilità di strumenti capaci ad un tempo di rivendicare rigidamente una purezza aristocraticamente legata sul divano ma pure di riproporsi nelle forme più contaminate. la posizione particolare che le consente di sfruttare fa sua distanza critica dalla medicina positivistica per aprire un campo nuovo al vocabolario della cura: tutto questo ci dà la possibilità di leggere un aspetto che è sempre più presente nella nostra socialità. e cioè che la normalità è diventata essa stessa un compito. oggetto di un lavoro. di tecniche terapeutiche (sessuali. familiari. comportamentali. ecc.). « on solo non c'è più separazione netta fra normalità e patologia. ma la normalità diventa essa stessa il sintomo da trattare. il che implica un lavoro tecnico sulla personalità della gente capace di renderli conformi al ruolo che son chiamati a svolgere nella vita sociale» (intervista di Castel a Liberation. 3 maggio 1979). Proprio l'aver trattato insieme. ed alla stessa stregua. psichiatria. psicanalisi e forme attuali di «terapie per normali» ha d'altronde consentito a Castel non solo di restituirci il percor- ~o delle mutazioni che storicamente hanno attraversato questo settore. e di darci così una chiave di lettura della ,ua mobilità. ma anche di indicarci rnme forme diverse di intervento possano coesistere. Se la·descrizione dell'istituzione psidiiatrica avrebbe potuto ridursi - come è spesso successo- a denunciare forme tullo sommato ormai non più ,entrali di amministrazione di un problema (esso stesso visibilmente mutaIO). e lasciare così lo spazio acl illusioni. tecnocratiche o no. di modernizza1ione. bisognava anche evitare che l'adozione del mito antiistituzionale portasse a credere che il manicomio non µiochi più alcun ruolo oggi. La coesistenza. accanto alle forme più tradi1ionali tullora in vigore (dalla segreµazione ai farmaci. alla psicochirurgia). di interventi preventivi e di terapie di salute. che Castel ci descrive a partire dall'esempio americano. ci appare allora come la condizione stessa per quest'estensione della terapia verso la normalità. Resterebbe da chiedersi perché la materialità di vita che quest'opzione descrittiva riesce a darci sia passata sistematicamente in secondo piano. nell'accoglienza che i libri di Castel hanno trovato. rispetto agli spunti di sisrcmatizzazione del suo particolare approccio sociologico; perché. invece della concreta differenza che le sue analisi esplorano- differenza di popolazioni. di modelli di gestione. di strategie-. se ne sia molto più spesso ripresa l'ipotesi che. al di là di quest'eterogeneità. ci debba essere. a Iivello della rappresentazione che una società si dà. una razionalità unica e coerente. le cui falle andrebbero inesorabilmente richiuse. Perché si siadovuto ridurre l'apporto di queste analisi alla descrizione di un controllo che la struttura sociale (o il «sistema») estenderebbe a macchia d'olio auraverso meccanismi sempre più raffinati. La risposta forse è che. no.nostante le 'impasses' che da ogni parte si lamentano nel nostro pensare. non riusciamo ad accettare neanche provvisoriamente un pensiero che proceda per frammenti. a rinunciare alla rassicurazione di «mettere tutto in ordine»; o forse semplicemente. perché non possiamo nominare l'insopportabile di quel che viviamo senza attribuirne immediatamente la colpa. ,...

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