,.. Bachmannlr,i.garay e altrisilenziélelledonne Ingeborg Bachmann Poesie a cura di Maria Teresa Mandalari Milano. Guanda. 1978 pp. 132. lire 3.500 Luce lrigaray Questo sesso che non è un sesso trad. it. di Luisa Muraro Milano. Feltrinelli. 1978 pp. 180. lire 3.000 Peter Handke La donna mancina a cura di Anna Maria Carpi Milano. Garzanti. 1979 pp. 102. lire 3.500 Sarah B. Pomeroy Donne in Atene e Roma trad. it. di Laura Camoglio Torino. Einaudi. 1978 pp. 270. lire 15.000 '' ... la parola/ non farà/ che tirarsi dietro altre parole./ la frase altre frasi./ Così ilmondo intende/ definitivamente I imporsi./ esser già detto. I Non lo dite ... ». Cosi Ingeborg Bachmann (da A voi parole, in Poesie, p. 123). La violenza della parola e il silenzio; la volontà di ricomporre la realtà attraverso il linguaggio e il dovere di tacere davanti all'indicibile. La violenza del morto sul vivo. della parola reificata sulla vita. sulle emozioni. sulle contraddizioni. Impossibilità di esprimersi se non all'interno di regole già predeterminate. di schemi chiari e distinti. di evidenze cartesiane. Ingeborg Bachmann. 'insignita' all'inizio degli anni '50 di vari premi letterari. che accoglie con disincantata e trascurata lucidità. interpreta l'esigenza di valicare i confini del noto e dare voce al silenzio. L'opposizione della Bachmann consiste nella tensione continua verso ilsuperamento dell'afasia. temuta come la maggior tentazione al disimpegno. alla solitudine e alla sconfitta: poeta è chi parte per il futuro. anche se incerto e vago. chi osa navigare su fragili vascelli. chi non rimpiange «l'Europa dai parapetti antichi». «li grande carico dell'estate è imbarcato./ nel porto è pronta la nave solare. quando il gabbiano dietro a te stride e cade. I Il grande carico dell'estate è imbarcato./ Nel porto è pronta la nave solare. I e sulle labbra alle polem: spunta / nudo il sorriso dei lemùri. , Nel porto è pronta la nave solare. Quando il gabbiano dietro a te stride e cade. I arriva da occidente l'ordine di affondare: I ma nella luce a occhi aperti annegherai. / quando il gabbiano dietro a te stride e cade» (Il grandi' carico, p. 21). Ma l'impeto combattivo della Bachmann forse si attenua sul discorso d'amore. e non a caso. L'amore. come luogo privilegiato del rapporto con l'altro da sé. subisce la tentazione del monologo. della sfiducia nella parola. del silenzio cosi temuto dalla Bachmann: è significativo che la sua combattività si affievolisca proprio nella specificità del sentimento d'amore. schematizzato dal razionalismo maschile. «Bocca. che ha pernottato dentro la mia bocca:/ occhi. che hanno sorvegliato i miei occhi; / mano-/ e come mi annientavano. quegli occhi! / Bocca che ha pronunciato il verdetto./ mano che mi ha giustiziata!» (Canti durante la jùga, XII. p. 107). Forse è meglio tacere se le parole usate impongono un amore stantio. di seconda mano. perché creato da altri. T ragicamente dubbiosa se usare l'unico linguaggio esistente o astenermi. se dichiarare la morte della parola o se usare il silenzio come strumento di offesa. come violenza di quella che non parla. sono a volte presa dall'incanto di poter mutare la realtà attraverso il linguaggio: utopico retaggio illuministico o tentativo rivoluzionario? Che cosa c'è fuori del conchiuso discorso della cu.ltura. della filosofia 'maschile'? Niente. «L'adonna. wna di silenzio» come rammenta Luce Irigaray in Questo sesso che non è tm sesso. La ricerca di un nuovo linguaggio. di un parlare donna. infrangendo le regole del discorso dominante. cioè maschile. vuol dire rintracciare in tutta la cultura occidentale una concezione del femminile. del sesso femminile. come dipendente e derivato dal maschile. Il femminile è la mancanza. l'indistinto, il negativo. che è servito solo per definire meglio il maschile. unico sesso. unico linguaggio. unica filosofia esistente.« ... li dominio del logos filosofico viene in gran parte dal suo potere di ridurre ogni altro ne~economia del Medesimo. Il progetto finalisticamente costruito che esso si dà comprende sempre il trasferimento. lo sviamento, la riduzione dell'altro al Medesimo. E forse nei termini più generali. la cancellazione della differenza dei sessi nei sistemi autorappresentativi di un " soggetto maschile"» (p. 60). Il maschile significa tutto ed è presenza totalizzante. La cultura sessuata al maschile mostra la volontà dell'uomo di inserire tutto all'interno del razionalismo e della chiarezza e di allontanare e di negare la possibilità di un discorso e di una esistenza del femminile. avvertita nella sua sfuggevole e irrazionale oscurità come pericolosa e invischiante. «La psicanalisi tiene sulla sessualità femminile il discorso della verità. Un discorso che dice ilvero della logica della verità: ovvero che il femminile in essa non ha luogo se non all'interno di modelli<' leggi e111a11daarisnggerri111asclriEgle Lauzi diverse 'strade'. Ce ne vogliono anzi parecchie. almeno» (p. 60.passim ). La Irigaray vuole scoprire il diverso dal maschile. affermare due realtà. all'unicità totalizzante del presente universo maschile sostituire un linguaggio capace di esprimere la differenza. «Se non inventiamo un linguaggio. se non troviamo il suo linguaggio. il nostro corpo avrà troppo pochi gesti per accompagnare la nostra storia. Ci stancheremo degli stessi. lasciando il nostro desiderio latente. sofferente. Riaddormentate. insoddisfatte. E restituite alle parole degli uomini. I quali sanno da tanto tempo. Ma non il nostro corpo. Sedotte. attirate. affascinate. estasiate del nostro divenire. resteremo paralizzate. Prive dei nostri movimenti. Immobilizzate. mentre siamo fatte per cambiare continuamente. Senza aver bisogno di balzare o di cadere. E - senza ripetizione» (p. 177). Una scrittura altra comporta necessariamente una donna diversa. non più zona di silenzio? «Non so se la scrittura si trovi dalla parte dell'effetto o della causa ... » (p. 108). dice la Irigaray e io aggiungo di non sapere se i tentativi ermetici di un nuovo linguaggio abbiano incidenza al di fuori di una ristrettissima élite. Una cosa è certa: se psicanalisi e filosofia hanno prodotto la giustificazione ideologica dell'oppressione pratica e quotidiana della donna. possono. anzi devono. anche essere usate per tentare una critica al canone supremo dell'Occidente: il razionalismo. eterno simbolo e mito del potere maschile. e per mostrarne l'incon,istcnz:i e la vanità se considerato )1((//1 I !idalgo, Lo11do11, \Jrrrn Ce11rre, (J'}_(J'l.li/J. li. Ciò implica che non esistono realmente due sessi ma uno solo. Una sola pratica e rappresentazione del sessuale. Con una sua storia. con le sue necessità. i suoi rovesci. le sue mancanze il suo/i suoi negativi [ ...] cui il sesso femminile fa da supporto. Questo modello. fallico. partecipa dei valori promossi dalla società e dalla cultura patriarcale. valori iscritti nel corpus filosofico: proprietà. produzione. ordine. forma. unità. visibilità [ ...] erezione» (p. 71). E «... è proprio il discorso filosofico che occorre interrogare. e scompigliare. perché è quello che detta legge sugli altri. è il discorso dei discorsi [ ...]. Si rende perciò necessario 'riaprire' le figure del discorso filosofico - l'idea. la sostanza. il soggetto. la soggettività trascendentale. il sapere assoluto - per farne risaltare i prestiti al I del femminile. far loro 'rendere' quello che devono al femminile. Ciò si può fare nei vari modi. per come mezzo unico. privilegiato e discriminante. Se l'uomo comune si classifica come essere irrazionale. irriflessivo e sensitivo. e come tale mi emargina e mi rinchiude nel ghetto dei sentimenti e dell'affettività. è perché la filosofia.summa del pensiero occidentale. ha dato una giustificazione metafisica dell'inadeguatezza della donna alla logica. Al difuori del discorso maschile non c'è niente. È necessario adeguarvisi oppure optare per il silenzio? 11 femminile è muto. proprio come La donna mancina di Peter Handke: non ha nome. è enza tempo. è egnata da un destino differente. vive di attimi fuggenti e di sensazioni irripetibili. Non vive mai in situazione. hic et nunc. «Aveva trent'anni e viveva in un quartiere residenziale di bungalow che terrazzava il pendio meridionale di un monte non alto. giusto al di sopra dei fumi di una grande città. Aveva i capelli castani e degli occhi grigi che anche quanto non guardava nessuno. talvolta si riempivano di luce. senza che per questo il suo viso avesse a mutare» (p. 7). La risposta della donna mancina. oggetto di violenza da parte degli altri. che attraverso il linguaggio totalitario impongono un comportamento conforme alla norma. è la quiete e la solitudine. La donna mancina. emarginata tra gli altri emarginati della società. non comunica con loro. si culla nella sua alienazione. gode della sua impotenza. «Erano seduti dirimpetto, immobili; lui sembrava quasi adirato; a un tratto si precipitò fuori dal locale. La donna rimase seduta. in mezzo agli altri. senza muoversi> (p. 77). È priva di rabbia ed è muta. «Era alla macchina da scrivere. Il bambino le si accostò in punta di piedi e si strinse a lei. Lei lo respinse con un movimento della spalla. ma lui rimase in piedi li accanto. La donna lo tirò a sé e fece per strozzarlo; gli diede uno scossone; poi lasciò andare e distolse lo sguardo. Nella notte la donna era al tavolino; piangeva senza suono. senza moto> (p. 50). Uccisa la cultura fallo-cratica non c'è niente? Handke lo spera. li disimpegno. l'accettazione della sconfitta come unica soluzione possibile è la risposta che Handke dà alla donna mancina. Pure per Handke il problema cosmico è quello di adeguare il linguaggio alla vita. intesa come esperienza irripetibile ed emotiva. ma ogni parola è già un giudizio. è una imposizione che prescrive modi di pensare e di agire. Solo un linguaggio intuitivo. provvisorio. mai codificato in regole. sarebbe esaustivo. «Se in futuro qualcuno mi spiegherà come sono. anche se vuole lusingarmi o incoraggiarmi. respingerò questa sfacciataggine» (p. 27). Ma l'aggressione linguistica ai modelli di vita tradizionali è astratta e intellettualistica. Mutare la realtà attraverso il linguaggio è il tentativo dell'anima bella. virtuosa e graziosa. che teme di sporcarsi le mani. magari anche solo con una letteratura 'dell'impegno'. Ecco perché la donna mancina di Handke può rispondere all'oppresione e all'emarginazione al massimo con ambigui vaneggiamenti di liberazioni impossibili. mentre rimane ancorata alla sua solitudine quotidiana appagata e appagante. La donna mancina è sempre altrove ed è sempre altro da sé. Niente cambia in lei anche se il mondo si muove intorno a lei. Il disimpegno e l'accettazione della sconfitta come unica soluzione possibile è la risposta che Handke dà al silenzio della donna mancina. P eter Handke è senza dubbio un seguace di Pericle che nel logos più riccodi 'logos' di tutta la letteratura occidentale afferma: «Gran vanto per voi dimostrarvi all'altezza della vostra femminea natura; grande è la reputazione di quella di cui. per lode o biasimo. si parli il meno possibile fra gli uomini>. Il passo è tratto dall'orazione funebre per gli eroi caduti della guerra del Peloponneso che Tucidide (2. 45. 2) mette in bocca a Pericle. primo degli uomini di Atene. li silenzio delle donne e sulle donne deve essere totale. Una raccolta di prove sono le 250 pagine di Donne in Atene e Roma di Sarah B. Pomeroy. «La schiacciante preferenza in epoca antica e moderna per la storia politica e militare. aggiunta alla generale attrattiva esercitata dalla storia delle acquisizioni dell'intelletto. ha offuscato le· testimonianze di coloro che ilsesso e la classe escludevano dalla partecipazione alla vita politica e intellettuale della società a cui appartenevano> (p. X.Ili). Lo studio della vita delle donne nell'antichità classica permette di conoscere e interpretare le origini delle odierne contraddizioni. «La storia delle donne dell'antichità dovrebbe essere narrata ora. non soltanto perché. a buon diritto. è un aspetto della storia sociale. ma perché il passato illumina i problemi contemporanei nei rapporti fra uomini e donne. Anche se la cultura moderna si distingue dall'antica per la tecnologia scientifica e per il diverso modo di vedere la religione. è estremamente importante notare la persi- ~tenza con cui alcuni atteggiamenti verso.le donne e il ruolo di queste nella società occidentale si sono protratti attraverso i secoli> (p. XV s.). E così infatti dimostra Jacques Lacan: «Colui al quale suppongo il sapere. io lo amo [...] . Esse non sanno quello che dicono. è tutta la differenza tra loro e me> (in lrigaray. cit. p. 71). «L'uno. che se lo tengano. Il privilegio. il dominio. il solipismo dell'uno: anche del sole» (Irigaray. cit.. p. 171). Chi più solo di Ùnsimile dio? di un dio autocosciente. onnisciente. auto- ,ufficiente? Solo un uomo poteva aspirare a un simile deserto e proporlo come sublime esempio di verità e vita contro il magma indistinto. ~o, invischiante della 'passione'. Faust non è ancora sprofondato nel haratro infernale; gli idola di un'esi- ~tenza asservita al razionalismo mi perseguitano ancora. Fantasmi. agitati da un vento funebre. vogliono spingermi là. nella terra di nessuno. Il mito di Zarathustra che danza lieve sugli abissi. che sussume in sé l'occidente meccanicista del moto perpetuo. lldl'uomo-dio. del materialismo storico e l'oriente estatico del supremo equilihrio. mi tenta ancora. Ma di fronte all'uomo-dio non più parole. solo eufemismi. Fatevi linguis. La perfezione e l'immortalità: la gioia di Rabelais e la serenità di Epicuro sono il premio per l'uomo-dio. A che fine la rivoluzione copernicana dell'Io assoluto. dell'io empirico e del non-io. se non per riaffermare l'amore di Sé? Il folle razionalismo regna incontrastato, solo. L'anima bella non è mai morta; l'uomo-dio non conosce cedimenti, paura. angoscia: fedele alneque ridere, neque lugere, sed intellegere,-procede sicuro tra due filari di cipressi. L'uomo-dio è imperturbabile: «prendere senza esitazione. lasciare senza difficoltà>. A tale legge si inchina l'uomo-dio. incurante di calpestare più di un fiore innocente lungo il proprio cammino. L'uomo-dio. sempre novus et semper idem, è sempre uguale a se stesso; infatti non conosce altro da sé e. per dio. è un uomo d'onore.
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==