Devestaremoltoattentalasinistra Paolo Volponi M i sembra proprio giusto che sia la sinistra ad animarsi ne/l'analisi, fin'anche a scomporsi nei contrasti e nelle polemiche, del fenomeno del 'terrorismo' e più ancora delle sue cause e implicazioni teoriche e non, reali quanto ipotizzate. Com'è giusta, dall'altra parte, l'unità compalla della destra nel deprecare e respingere il terrorismo e qualsiasi suo dintorno proprio con lo sdegno storico e interessato dei potenti e con l'ipocrisia delle finte vi11ime. Dentro la sinistra quindi, che ha l'esigenza vitale di conoscere e partecipare ad ogni movimento sociale nellaprospelliva della trasformazione di tutta la società, il diballito deve essere spregiudicato e vivace, come l'allenzione critica nei confronti del 'giudizio' sul terrorismo, sulle sue aree e sui suoi confini, deve essere vigile sia in senso politicoculturale che in senso istituzionale. Infalli la magistratura con un giudizio strettamente proprio e appropriato può bloccare la legillimità e la spregiudicatezza dell'analisi eaddirittura portare la difesa dello Stato e delle istituzioni democratiche a occupare lo spazio di qualsiasi territorio di critica, di ricercae di novità. Questo è ciò che spaventa gli intellertuali, e i non intellettuali, anche soltanto dotati della più generica buona volontà per le sorti della Repubblica. Ciascuno di questi volenterosi prova e deve esprimere ora un senso umano e civile di preoccupazione di fronte al modo in cui viene condo110 il processo del 7 aprile. L'istruttoria invece di progredire ordinatamenre con capi di imputazione e prove che via via si inregrino e si distendano con chiarezza anche di fronte all'opinione pubblica, si espande a macchia d'olio o meglio ancora prorompe come una valanga mossa da diversi punii e da diverse iniziarive. spesso rapide quanto incrociarese non addirittura conrrasranri.Tanro che nella verriginosa, disordina/a discesa copre e ribalra ciò che ha appena assumo e mosrraro. E questo in un processo po/irico di così vasw risonanza è il peggio che possa accadere, proprio perché disorie111al"opinione pubblica e finisc<' per dare /'impressione di inrervenri a caso, di circosranza, addirittura di iniziarive di supporlo, prese via via secondo il flusso di 111a1ccanimenro fobico o lo scrosciare di un avvenimento nawrale. La sressa accusa viene in progressione rivolra co111rouna sequela inarres1abiledi indiziari, /o111anmi ille miglia ji-a loro, nella realràcome nelle idee, e della più dispamra esrrazione e provenienza. L "istrurroriasi alimenra e cambia - secondo correnri i111ernee esrerne - principi, rempi, modi, circosranze, luoghi, 111nnerip, arole, persone. Giomo per giorno combatte rurro dapper111110in: sede polirirn, giuridica, giornalisril'a come in quella reale degli avvenimenri. Talvolra pare'che il procedi111e11v1a0da ava111ciome una parri1adi poker, aumverso rilanci. E proprio 1111 rilancio sembrn /'acrnmulazione confusa, gremira di rnpi di acrnsa, allesriraper conrroba_uerela prima decisione della 111agisrrn111franncese di negare /'esrmdizione di Piperno. Il processo indiziario così esreso e pubblicizzato, dove ogni indizio diventauna indiscrezione di portata nazionale e ogni indiscrezione, la più piccola e vagante, un indizio - finisce per essere celebrato, prima che nelle debite sedi e con la solennità della sentenza, giorno per giorno nelle coscienze popolari attraverso suggestioni e alrernanze sapientemente disposte dai mass-media, al servizio della destra e del suo vittimismo, per enfatizzare la mostruosità dei fatti e dei personaggi: l'empito del dramma quanto la biecapresenza della colpa. L'accusa cioè sembra avere una natura maligna, e un'andatura da giuoco di potere, dove ogni colpo è possibile, come in un tipico processo inquisitorio nel quale come si sa il giudice ha già pronto inpartenza il reato e deve trovare e adal/are dentro di esso il colpevole. Tale reato essendo soprattutto denrro la coscienza morale e istituzionale del giudice è o/rre che fatale e incombente, amioso e mohile. e quindi può comprt'111lere 1·ia l"ia ,,11,tl.1ii1.1i 1 t•ji11ule::a. Starà al colpevole prescelro il compito di scansarla da sé, 1101w11110di annullarla perché è certo impossibile rimuovere con prove oggettive 1111s0tato. di 'coscienza' e di 'cultura' che altri si sono fatti, specialmenre se questi alrrisi idenrificano con lo Sraro. Ed è su quesro punro che deve srare molro auenra la sinisrra e soprattullo il PCI d1ene è laforza più numerosae organizzara. lnfaui quella coscienza accusmrice nell'ansia della difesa dello Srmo può giungere a configurare come attacco al medesimo qualsiasi movi111e11r1n0lrumle, po/irico, sociale e cercare di bloccarlo per conse111ireal medesimo Srmo di srare in ordine, fermo e rmnquillo come app11111s0i conviene alla sua srmualirà asrmtta: immagine co111pos1acon i segni di 11111i i poreri dominami, da/l'impero romano al papa re, dal fascismo all'unità savoiarda, dalle guerre sempre giuste e villoriose al dororeismo. Ma la sinistra storicamente sa che sotto, sopra, di fianco allo Stato si muove la società, cioè si agitano conflitti, si fanno studi, ricerche, pensieri, progetti, ecc., e che proprio da questo motivo nascono i.motivi e le forze della sua grande corrente: come nel caso nostro, in Italia, adesso, i motivi dell'unità storica popolare, le ragioni della cosiddetta crescita popolare, la realtà de/- l'opposizione alla crisi, al mal governo, al decadimento della Repubblica. Accettare quindi che le punte estreme, sia pure agitate, delle opposizioni vengano per principio ricondotte e murate dentro il terrorismo, significa alimentare e subire un processo che può bloccare tutta la vivacità, la vita stessa della sinistra. Non si tratta tanto di trovare un nesso sintallico o logico fra la disperazione e l'insufficienza del- /''auronomia • e le esplosioni del /errori- .\Il/(), </llll/1/tJ 1111r,1pp"rw jm /'ortlin,· morale, /'organizzazione e gli obieuivi della sinistra storica e queste tendenze sincopate e disperate che sfuggono alla sqa capacità culturale e politica. Occorrerebbe almeno distinguere tra rerrorismo e opposizioni anche violenre: tra homhe e pagine, rragenre cal/uraw con il mitra in pugno o nella clandesriniràe 11/rrapresa dierro una scrivania o un hanco di lavoro. A quesri ulrimi più che imporre bavagli e carene dovrebbe essere spiegatodove, quando e perché sbagliano: per loro sressi e anche per 1111n1oii che da quegli sbagli porremmo rmrre inseg1ufme111i. Se si toglie in sosranza la liberrà del movime1110di opposizione non si ouiene solo di riordinare ruuo nell'auuale scacchiere po/irico: dove uno degli age111i,l PCI, porrehhe essere indouo a pemare di recuperare così qualcosa (almeno in rermini eleuomli) dallo spegnimenro di quelle spinre cemrifughe; ma si avvierebbe un meccanismo che nei suoi apperiti e nella sua logica finirebbe via via per criminalizzare qualsiasi morivo ed allo di opposizione. Si bloccherebbero cioè quei canali che storicamente, politicamente, umanamente, biologicamente hanno alimentato e alimentano la classe. Ecco perché occorre una definizione da sinistra del terrorismo e di tul/i i fenomeni che oggi vengono ad esso frettolosamente assimilati. La sinistra non può limitarsi apensare che il terrorismo «è quella piaga che è e che viene da dove viene»; ma deve aprire un diballito sulle esplosioni vere del terrorismo come su tutte le associazioni che la destra lega ad essoper usarlo come grande correttivo sociale e come imponente censore culrurale. La destra può così comodamente applicare la tattica del fuorigioco, fissando con la linea delle proprie comparibilitàl'area della corre/lezzo democrarirn e della difesa dello Staro. \111 proprw /'11.11, e il co11.11111w ciel rerrorismo e del bacino scavarogli inrorno dovrebbero far capire da cheparreS/(/nnogli ingredienri e la virrùfinale della loro riceua. La lenrezza del PCI ne/l'affrontare quesro dibauiro -anche per la ricosriruzionedi una po/irica auiva dell'opposizione, per il progeuo della cosrruzione del socialismo nel Paese proprio auraverso l'esame più profondo delle novirà dell'ansia e dell'impazienza dei dari dell'anima che sembranoaveresconvo//olestesseragionifisiche del corpo della classe - denuncia una incerrezza d'idenriràe anche un'inrima morivazione, forse fi/rra/(/ dall'originaria aggressivirà ribellisrica e ancora non chiarira nella coscienza rivoluzionaria: una specie di rendenza ossessiva, con relarivo senso di colpa. E in più l'amor proprio e l'orgoglio sociale di e.uere un perfeuo prowgoniS/(/ della democrazia, puliro ed edurnro come un cadeuo, a norma di galmeo, e con una fila di noti ed onorati padri alle spalle. Questo senso di colpo ho impediJo al PCI un 'analisi originale dd tororismo, delle sue cause e della sua condoaa e anche delle posizioni ddla nuova sinistra, come se fosse stato frenato dalla paura di dovere ritrovare a un certo punto il nesso di una parentela o di essere ricacciato nel vivo di un conJagio. Quindi rimuovere, allonJanare, cancellareanche le tracce. Ma questo non è né politico né scientifico; ma è, nell'ipotesi più benevola, paternalistico; e può diventare via via autoritario, opportunistico, repressivo fino all'instaurazione di quella acquietante fomwla che è la persecuzione, perfena proprio perché di pertinenza del trascendente, dell'immutabile. E di seguito le grandi, profuse, ripetute dichiarazioni di fedeltà allo Stato (che qualche volta converrebbe guardare meglio come sta indosso alla Repubblica) e via via all'impresa, al mercato, e quindi alla CEE, allo Sme, alla Nato, ecc. Non si deve davvero dare conto agli altri dei propri sentimenti e delle proprie pene perché siano essi agiudicarli e ad omologarli, ma si deve allargare la propria capacità di studiare, di intervenire per risolvere sentimenti e pene e poi mettersi con animo e con tesra sgombri e potenti di fronte agli altri, nella qualità piena di agenti sociali tanto del più piccolo movimenro di periferia che delle grandi correnti popolari. La ragione storica del/'allargamenro de/l'analisi e del diballiro traspare anche dalla verità della sostanziale tenuta elettoraledel PCI, ancora più vincolanrenel confront o con la dispersione delle alrreforze della sinistra, avvenura nella forma del rifiuto e del risentimento come in quella del mascheramento o della drammatizzazione aurocelebrati1•a. Infine, un altro grande argomento per 'stare fermi' dentro l'ordine democrarico al/ua/e, fra la legge Reale e il Codice Rocco (egli slanci di tanti magi- .,-rrarinvasati custodi dello Staro) sarebbe la paura o l'incombenza del 'golpe'. Ma il 'golpe' è nella s1ru11uramenraie della desrra: non c'è bisogno di 'mosse azzardare' della sinisrra per suscitar/o. Il golpe è in allo sempre nelle democrazie capira/isriche, anche quando funziona solo come ricauo isriruziona- /e, come condizionamenro per impedire qualsiasi mutamenro delle srrullure economiche e di porere, sia della loro logica che della loro priorirà. Il regime golpisra non ha necessariamenre il viso di un gendarme chiodato, ma può anche avere, e non diminuito nella portaw srorico-sociale, quello dei diagrammi di un piano di razionaliuazione capitalistica. Cerro le disrinzioni rra le due facce esistono e comportano siruazioni diverse per /'a11iviràdella sinisrra. J:;d è propno d1 quesre siruazioni che la siniwra deve servirsi per la sua lolla: alrrimenri resw ferma nella conremplazione iHiruzionale, incanwra dai suoni e dai consumi di liherrà minori. Il che sarebbe come ammeueré che essa può fouare praricamenre solo in clandesrinirà.
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