oO Fumettid'Italia AA. VV. Storia d'Italia voi. I: Nascita della borghesia voi. Il: Le lotte per le costituzioni voi. IV: Brigante o emigrante voi. VI: Le canzoni dell'altra storia voi. VII: Storia di una colonia Milano. Edizioni Ottaviano. 1977/'78/'79 pp. 752. lire 15.500 Alfredo Chiappori Storie d'Italia Voi. 1 (1848-'70) con commento di F. Della Peruta pp. 172. lire 6.500 Voi. II (1860-'70) con commento di G. Candeloro Milano. Feltrinelli. 1978 pp. 180. lire 6.500 Enzo Biagi Storia d'Italia a fumetti Milano. Mondadori. 1979 pp. 189. lire 10.000 A Imeno per l'Italia la novità è innegabile: non è da molto tempo che ci si attenta a coniugare i fumetti con la Storia (opportunamente maiuscolata). I precedenti. a cercarli con attenzione in un passato più o meno remoto. si possono sempre trovare. E non mancherà forse tra qualche anno chi andrà ad esumare i protofumetti storici. Anzi se tra essi si includono tutte le strips di marca italiana o americana. che parlano di episodi definibili come storici. c'è soltanto l'imbarazzo della scelta. Senza andar troppo lontano. viene in mente l'uso che dei fumetti ha fatto il fascismo ricostruendo velocemente ad uso e consumo dei balilla e dei giovani italiani le vicende risorgimentali o quelle di Roma antica. E altri esempi potrebbero farsi fruttuosamente. La novità di oggi sta in altro. soprattutto in due tratti caratteristici. Il primo consiste nel fatto eh~ questa volta non si contrabbandano fatti storici all'interno di una narrazione dichiaratamente fantastica ma si dice al contrario che si vuol scrivere la storia d'Italia (o del mondo) attraverso i fumetti. Il secondo è che. almeno nel volume di Biagi e nella serie delle edizioni Ottaviano. c'è uno scoperto intento didattico rivolto in eguale misura a ragazzi e ad adulti: si vuole istruire divertendo e far accostare alla Storia con la maiuscola lettori che forse per altra via non vi si accosterebbero e che con la Storia hanno sempre avuto un rapporto legato strettamente alle immagini (guardando un film. seguendo una trasmissione televisiva). Non sono novità da poco. e. a quanto pare. hanno trovato subito un'accoglienza tutt'altro che tiepida. Due edizioni e settantamila copie per la Storia d'Italia Mondadori. ristampe per i fumetti di Chiappori. e così via. C'è da stupirsi a prima vista che l'iniziativa abbia tanto tardato. È noto che ogni settimana si vendono in Italia milioni di copie di albi a fumetti (spesso di cattiva qualità) e d'altra pare incalzano generazioni che fondano sempre di più nelle immagini il proprio apprendimento. Non solo. Si può aggiungere che la divulgazione storica segna il passo nel nostro paese: la divisione netta. anzi la contrapposizione tra «scienza» e «divulgazione» è una tradizione dura a morire. Il linguaggio della «scienza» resta il più delle volte oscuro. criptico. riservato agli addetti. Quello della divulgazione è di solito scorretto. sciatto. inattendibile. Poiché gli accademici (e comunque gli studiosi) disdegnano divulgare. il compito viene lasciato a chi scrive di tutto. soprattutto di quello che non conosce direttamente. Per fortuna dei lettori. alcuni giornalisti hanno dimostrato in questi anni di saper scrivere. e bene. di storia contemporanea: basta citare i casi di Bocca e di Del Boca (ma se ne potrebbero fare altri. qualche altro almeno). Si tratta tuttavia di casi troppo li!T)itati di fronte alle esigenze della divulgazione e testimoniano di un tratto essenziale della nostra cultura accademica. tenacemente attaccata alle proprie consuetudini ottocentesche. da società preindustriale. Ora è chiaro che proprio una simile situazione spiega il fatto che questi nuovi esperimenti Nicola Tranfaglia didattico-divulgativi arrivino tardi e si affaccino con timidezza nelle nostre librerie. e inque anni fa. presentando il Libro di Storia di Elmqvist. Jonsonn. Langemar e Rydberg tradotto e pubblicato dalle edizioni Savelli - la nuova sinistra. Gianni Sofri (che è ildiretto antesignano delle novità di oggi). consapevole dello scandalo che quella Controstoria del mondo moderno (1400-1974). avrebbe provocato tra i 'colti'. sceglieva l'attacco come miglior difesa e osservava tra l'altro: «So solo che la storia non è un nobile gioco letterario. come credevano gli antichi. ma un campo di battaglia tra opposte classi e ideologie. E in battaglia. si sa. ognuno si sceglie le armi che può: preferibilmente le più efficaci. Il fumetto. oggi. mi pare efficace e credo che questa opinione sia autorevolmente condivisa dai compagni cinesi e angolani che hanno usato ampiamente questo tipo di linguaggio per alfabetizzare. nel senso più ricco del termine. i loro popoli. Mi pare sia condivisa anche dagli esperti e tecnici più avanzati della pedagogia borghese. statunitense in prima fila. e tanto mi basta». Anche a non esser del tutto d'accordo col linguaggio guerresco di Sofri (forse la storia. che non è sicuramente un nobile gioco letterario. è qualcosa di più complesso di un campo di battaglia...) e neppure sulla qualità (piuttosto mediocre. a mio avviso) del Libro di Storia. è difficile non accettare il nucleo centrale del discorso che ho riportato. Sollevare sottili distinguo sulle contaminazioni che i mezzi di comunicazione di massa inevitabilmente apportano quando si pongono come tra.miti del sapere scientifico ci farebbe correre il rischio di riportare il dibattito a quindici anni fa, ai tempi di Apocalittici e integrati. con tutto quel che ne segue. Sarebbe soprattutto un esercizio meramente accademico dopo un decennio che ha visto in Italia mutare e allargarsi le forme di trasmissione della conoscenza storica altraverso il cinema e la televisione. per non parlar di quotidiani. settimanali. dispense illustrate e cosi via. Oggi. nella pratica quotidiana.- nessuno rifiuta di usare i mass media per la narrazione storica e non si vede perché i fumetti dovrebbero esserne esclusi pregiudizialmente. Certo. più d'uno a questo punto sostituirebbe un'obiezione diversa a quelle usate da sempre dai sostenitori della non-contaminazione culturamass media. Direbbe forse che cinema e televisione non possono paragonarsi ai fumetti: sia per il grado estremamente raffinato di perfezione tecnica che hanno raggiunto sia perché dall'inizio si sono rivolti come mezzi di comunicazione a un pubblico anche colto ed esigente. a differenza dei fumetti che per troppo tempo hanno scelto la strada del facile. dell'elemen- -tare. del semplificato. Ma anche una simile obiezione è accettabile soltanto in parte. e per una piccola parte. giacché ormai la storia dei fumetti conta esperienze «colte» in numero non trascurabile ed ha ottenuto. nella rappresentazione grafica. risultati di complessità e varietà che non si possono sottovalutare. Può essere questione di gradi diversi rispetto al film. ma non di una differenza cosi radicale da porre i due mezzi su piani del tutto incomunicabili tra loro. Sicché il problema muta e non è sicuramente quello della legittimazione generale del fumetto di fronte alla storia (questa volta possiamo usare la minuscola) ma quello di verificare di fronte a questi che sono. pur con tutte le precisazioni già fatte. i primi esperimenti del genere. quali sono i risultati raggiunti. i problemi aperti. le difficoltà riscontrate. E allora è necessario ricordare al lettore che i tre casi. a prima vista vicini tra loro. sono per molti versi lontani. quasi inconfrontabili. comunque profondamente diversi. A priamo a caso uno dei volumi di Chiappori. quello che racconta la formazione dello stato nazionale in Italia. il decennio che apre e segue l'unificazione. I personaggi non sono soltanto Cavour. Vittorio Emanuele Il. Garibaldi. Mazzini più alcune figure secondarie della Corte. Accanto a loro. compaiono le masse popolari e contadine. Per raccontare gli esordi e le ragioni del brigantaggio. Chiappori usa un linguaggio di grande efficacia e immediatezza: i dialetti meridionali. le espressioni più colorite della lingua popolare. Brevi didascalie fanno da raccordo a strisce che si concludono di solito con una battuta. spesso capace di riassumere il «senso» dell'avvenimento così come è visto dall'autore. Senonché. un vero e proprio testo scritto costituito dal dialogo tra Chiappori e Giorgio Candeloro segue e accompagna i fumetti. allarga i temi contenuti nei diseg,ni. ;ipprofondisce il significato (o i significati) delle battute conclusive. La caratteristica di fondo del libro è quello di essere destinato al lettore «colto». il dialogo tra Chiappori e Candeloro (come d'altronde tra, Chiappori e Della Peruta nel volume sul 1848-'9) costituisce un percorso diverso ma parallelo rispetto al fumetHenriklbsen La mia patria Così lontano come la mia poesia brucia il suo fuoco, così lontano corre i confini della mia patria. Dal quaderno dei programmi del componista Orfeo ha impresso con le sue note pulite anima negli animali feroci, fuoco alle pietre. Di pietre ne abbiamo abbastanza in Norvegia; di animali feroci ne abbiamo a branchi. Suona! Così che le pietre scintillino! Suona! Sino a che la scorza de/l'animale si spezzi! Ad un amico rivoluzionario Lei dice che io sono diventato un conservatore. Sono quello che sono stato per tu/la la vita. Non sono fatto per spostare le pedine. Sarò con voi se porterete il gioco alle conseguenze finali. lo ricordo una sola rivoluzione che non sia stata truccata, e si è caricatadi IL//tele gloriefuture. Certamente intendo il diluvio 11niversale. Ma anche q11el/avolta Lucifero f11truffato e Noè, come lei sa, si investì della dittatura. Dobbiaino rifare 11woancora 1111vaolta in maniera radicale, sono necessari 110111i1e1oiratori. Voi allagate il mondo e io con gioia metto sol/o l'arca la mina. I Quattro versi Vivere è la lo/la con i mostri nel profondo del cuore e del cervello scrivere è tenere giudizio finale contro se stessi. Il potere e la memoria Ascolta! Sa lei come l'addomesticatore insegna al suo orso quello che non sarà mai dimenticato? Lega l'animale in un tegame di ferro e sol/o il tegame fa fuoco. Nello stesso tempo suona ali'orso con l'organetto la canzone_«goditi la vita». Per l'atroce dolore i sensi pelosi appena percepiscono 11011 può stare fermo e deve danzare. Quandorisuonerannoper lui la melodia sf11ggeal pericolo rifacendo la danza diabolica. Quella volta mi è stata bruciacchiata la pelle; la bruciatura è fissa per sempre nella memoria, e ogni volta che risento quelle note, è come se fossi ancora legato a/l'infernale tegame. Semo che infilzano alla radice delle unghie e hallo con tlllti i piedi dei miei versi. Le navi bruciate Rivolta la prora della nave dal nord. Cerca i luminosi dèi, le giocate traccie. Ma le prore delle terre gelate rimasero incastrate nel mare. Solo i fauni solari appagar poteva l'ansia. Così bruciò le sue navi. - Azzurrino fumo come striscia di un ponte verso nord sparisce. Un cavaliere ogni notte cavalca dai boschi delle spiagge assolate verso i tuguri glaciali. In quel posto stavano i due seduti (Primo lavoro preparatorio per il costruttore Solness) Stavano seduti loro due in così riparata casa calda ne/l'autunno e nei giorni invernali. Poi la casa bruciò. Tutto cadde in squallore e rovina. I due ora devono rastrellare nella cenere, perché in quella cenere della casa bruciata è nascosto un gioiello che non può bruciare. Se fedelmente cercheranno potrà anche accadere che lui o lei lo ritrovino. Ma anche se i due bruciati ritroveranno il prezioso incombustibile gioiello, mai lei ritroverà la bruciata fede, mai lui ritroverà la bruciaw felicità. (Traduzione di Luigi Di Ruscio)
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