Alfabeta - anno I - n. 6 - ottobre 1979

Mensile di informazione culturale ottobre 1979 Numero 6 - Anno I Lire 1.000 d'Italia lrbasino critica. Poes Redazione. amministrazione Multhipla edizioni 2013 7 Milano Piazzale Martini :i Telefono (02) 592. 684 Spedizione in ahhonamento po~tale gruppo 111/70 Printed in ltaly GLENGRANI" ilpuro\fflisky di puro maltdo'orzo. stare IIIOlto • • an11n • -· •... Freda, •

RISTAMPA Gilberto Sacerdoti FABBRICAMINIMA E MINORE PREMIO MONDELLO 1979 OPERA PRIMA • NOVITÀ. R. Scholes - E. Rabkin FANTASCIENZA Scoria-Scienza- Visione Unastraordinariaesplorazionealla scopertadi capolavoritrascurati dallestoriedellaletteratura. • DI PROSSIMA PUBBLICAZIONE J. Laplanche - S. Leclaire L'INCONSCIO UN SAGGIOPSICANALITICO In una relazionedi importanza storicagli autori delineanouna illuminantee ineditaprospettivadei rapportiche intercorronotra l'inconscioe il linguaggio. • Peter Szondi .INTRODUZIONE ALL'ERMENEUTICA LETTERARIA I compiti dell'ermeneuticaletteraria nellastraordinariaesposizione dell'autoredi Teoria del dramma moderno Disrribuz.ionc PDE in tutta Italia SOCIETÀ DI POESIA PER INIZIATIVA DELL'EDITORE GUANDA È sin troppo noto che lo squilibrio. sempre più vistoso. tra «domanda» e «offerta» di libri di poesia italiana ha progressivamente ridotto il numero delle case editrici disposte a pubblicarli. Prendendo atto di questa situazione. è sembrato necessario a un gruppo di amici. riuniti per iniziativa dell'editore Guanda. ricercare soluzioni diverse. efficaci da un punto di vista cullurale e autosufficienti da un punto di vista gestionale ed economico. È cosi nata la «Società di poesia» per sottoscrizione di quote da parte di tutti coloro - poeti. critici. operatori culturali. rappresentanti del mondo editoriale. semplici appassionati - che hanno a cuore la conoscenza e la diffusione della poesia italiana. La «Società di poesia» si è costi1uita il 3 marzo. a Milano. con l'assemblea fondativa dei soci- circa duecento- che hanno eletto il consiglio di amministrazione e il comitato di lettura con il compito di scegliere i testi - in numero di sene - da pubblicare nel 1979. L'uscita dei primi quattro volumi è prevista per la prima settimana di giugno. La «Società di poesia» intende inoltre porsi come punto di riferimento organizzativo e come centro propulsore di iniziative. sul tema della poesia contemporanea. sia italiana che straniera. Per questo la «Società di poesia» ha dato vita al «Club amici poesia» con l'intendimento di riunire atlorno alla casa editrice tutti coloro che. anche senza esserne soci. intendono seguire la sua attività. sostenere le sue iniziative. porsi come centro organizzativo di manifestazioni - a livello locale. in sede nazionale o a carattere internazionale - per una maggiore e più qualificata conoscenza della poesia. VIA TURATI b • 20121 MILANO CEDOLA ABBONAMENTO CLUB AMICI POESIA Desidero entrare a far pane del CLUB AMICI POESIA e ,,erserò la quo1a per il 1979. di L. 20.000:D con assegno bancario O con1rasscgno. al rice"imen10 dei primi \'Olumi La mia adesione al CLUB mi darà dirino: - a rice"ere gratuitamen1c i sene libri pubblicali dalla socic1adi Poesiaintroil 1979: - a parlecipare gra1ui1amente a tulle le manifcs1azioni organizzale o patrocinate dalla SOCIETÀ DI POESIA: - a essere costantemente informato sulla attività della SOClf.TÀ DI POESIA. NOME ..... VIA CITTÀ Editoriale: A gartire dagliarrestidel 7 aprile N on possiamo nascondere una crescente preoccupazione, che potrebbe ben presto tramutarsi in vivo allarme ove non apparisse sollecitamente una inversione di tendenza, sul deperimento delle condizioni delle libertà civili in Italia. A partire dagli arresti del 7 aprile, ma già prima che essi si verificassero, la sensazione che sia in auo una vasta e bene artico/araoffensiva contro leposizioni ideali e lescelte di azione politica di una parte dei ciuadini, appare via via confermata dallo svolgersi successivo della inchiesta contro la cosiddeua area dell'autonomia, i suoi dirigenti, i suoi teorici, le sue stesse pubblicazioni. I capi d'accusa si fanno sempre più pesanti - 46 ne sono stati contestati ad alcuni ciuadini considerati tra i principali esponenti di questa costei/azione politica, mentre le prove a sostegno si sbriciolano (Nicotri, Bianchini, Serafini ...) - le perquisizioni si moltiplicano, e vengono spesso condotte con metodi forse «iegali » ma che sbigouiscono l'opinione (esemplare il caso di quella a/l'abitazione di Enzo Colloui), i sequestri di stampa si moltiplicano (il caso de Il Male, fa testo). Né va dimenticato che-con l'ausilio dell'allargamento delle prerogative di polizia (legge Reale), decine di ci/ladini, innocenti o colpevoli: ma comunque in nessun caso passibili di pena di morte -sono stati uccisi ai posti di blocco, organizzati talvolta da irriconosciSommario Editoriale A partire dagli arresti del 7 aprile ... pagina 2 Franco Rella Benjamin con Freud (Gesammelte Sachriften; Angelus Novus; L'origine del dramma barocco; Avanguardia e -rivoluzione; Briefe; Lellere /913-1940, di Walter Be11jamin; Metaphorein; Materialien zu Benjamins Thesen « Ueber den Begriff der Geschichte» pagina 4 Egle Becchi De-finire l'infanzia (Padri e figli ne~'Europa medievale e moderna, di Philippe Ariès; illfanzia e storia, di Giorgio Agamben; Co-ire, Album sistematico dell'infanzia, di René Schérer e Guy Hocquenghem; Nouvelle Revue de Psychanalyse; Recherches) pagina 5 Nadia Fusini Une chose femelle (Literary Women, di Ellen Moers; A Literature of their own, di Elaine Showalter; Language and woman's piace, di Robin Lakoff; Jacqueline Risse/ e Gabriella Caramore, in Lessico delle donne; Eperons, di J. Derrida; La venue à I'écriture, di Cixous, Gagnon, Ledere) pagina 6 François Jacob Sessualità e diversità umana pagina 7 Claudio Pogliano Certezza e fallibilità (Dimostrazioni e confutazioni. La logica della scoperta matematica, di Imre Lakatos; I modelli della scoperta scientifica. Ricerca sui fondamenti conce11ualidella scienza, di Norwood Russe/ Hanson) pagina 10 Marisa Fiumanò La psicanalisi è un risveglio contro natura («Ornicar?»: Colloquio all'Unesco di Parigi; « Prospeuive della Psicanalisi»; « Psicanalisi, clinica, insegnamento»; « Lembi di reale»; Bulletin périodique du Champ freudien) pagina 11 Angelo Guglielmi Domande per Italo Calvino (Se una noue d'inverno un viaggiatore, di Italo Calvino) pagina 12 bili agenti in borghese; come agenti in borghese - da inequivocabili testimonianze -si sono visti sparare ad altezza d'uomo mescolandosi alle ma11ifestazioni particolarmente sgradite ai pubblici poteri. La gravità di questi comportamenti dell'apparato d'ordi11edello Stato viene giustificata con le esigenze della /oua contro il terrorismo; è un argomento che fa presa sulla pubblica opinione e che spiega, in parte, la debolezza della reazione civica di fronte allemisure e ai comportamenti sopra indicati. Né si può dire che - di fronte a tale stato di cose - la stampa e gli altri mezzi di comunicazione di massa, le forze politiche che si affermano garanti delle libertà, gli stessi grandi organismi sindacali, che da ogni diminuzio11e della libertà sono i primi ad essere chiamati in causa, abbiano assunto una chiara posizione, appunto, se non altro di preoccupazione e di allarme, quando addirittura non hanno avallato freuolosamente e acriticame111ele ipotesi di colpevolezza le più aberrami. Questo stato di cose ci sembra ormai giumo a un tal punto di gravità che lo stesso dibauito - anche se non certo inutile - sul «garantismo» rischia di assumere tulle le modalità di un discorso accademico e privo di effeui. Solo un vasto movimento di opinione, che investa e coinvolga in primo luogo le molteplici organizzazioni dei Guido Fink Cain: scritto sempre due volte (Mildred; La falena; li postino suona sempre due volte; Sere11ata,di James M. Cain) pagina 13 Bice Mortara Garavelli In principio era il testo (Current Trends in Textlinguistics, di Wolfang V. Dressler; li viaggio testuale. Le ideologie e le strul/ure semiotiche, di Maria Corti; Lector i11fabula. La cooperazione interpretativa nei testi narrativi, di Umberto Eco; Semiotica filologica. Testo e modelli culturali, di Cesare Segre) pagina 15 Nicola Trafaglia Fumetti d'Italia (Storia d' ltalia, voli. l-11-IV-Vf-VIJ, di AA.VV.; Storie d'Italia, voli. I-li, di Alfredo Chiappori; Storia d'Italia afumeui, di Enzo Biagi) pagina 18 Tito Tonietti L'innovazione tecnologica (Lavoro e Capitale Monopolistico, di Harry Braverman; Prometeo Liberato, di Davide S. Landes; Perspectives on Technology, di Nathan Rosemberg; Tec11icae Cultura, a cura di Tomàs Maldonado; Walter Rathenau e il suo ambiente, di Massimo Lacciari) pagina 19 Giornale dei Giornali Il romanzo delle vacanze. Sindona. Ventura. Freda. Piperno ... a cura di lndex-Archivio critico de/l'informazione pagina 22 Le poesie Henrik lbsen tradotto da Luigi Di Ruscio pagina 15 Ai Qing tradotto da Anna Bujatti pagina 18 Le finestre Paolo Volponi Deve stare molto auema la sinistra pagina 3 Maurice Duverger -Sollo il nome della scienza pagina 9 Porta - Olivieri li vedere reso visibile pagina 14 Cesare Segre Ultime dalla critica pagina 17 Un biglietto di Arbasino pagina 19 I .l' foto Luca Pizzorno: Castel Porziano lavoratori, ma si estenda a tulle le categorie e le associazioni che vedono unirsi i cittadi11i,dalle chiese e dalle associazioni religiose, a quelle professionali e culturali, può fortemente i11cidereper co111ras1artendenze e falli che rischiano di far retrocedere il livello generale di libertà conquistato a11raversola Resistenza antifascista, le ba11ag/ieoperaie, le lo11edemocratiche, 11e/nostro Paese. Senza auribuirci alcun ruolo particolare, noi della redazione di Alfabeta, colpiti in modo dire110dal coinvolgimelllo de/l'ideatore e fondatore della nostra rivista, Nanni Balestrini, souoposto ad oscillazioni ormai paradossali dell'i11chiesta, riteniamo ormai indispensabile e urgente richiamare lapubblica auenzione su questo stato di cose, invitando coloro che condividono il nostro disagio e le nostre preoccupazioni ad assumere pubblicame/1/e le proprie responsabilità di ci11adi11i, chiedendo allo Stato, al Governo, al Parlamento, ai Partiti, ai Sindacati, una seria riflessione e una chiara presa di posizione i11 merito alle condizioni artua/i delle libertà costituzionali 11elnostro Paese. Tanto per essere chiari: siamo consapevoli che l'Italia non è ancora la Germania del Berufsverbot e dei suicidi col/euivi 11el/ecarceri speciali; ma non vogliamo diventarlo, sollo 11essun pretesto, e souo nessuna copertura. Annunci • • econom1c1 I testi degli annunci economici vanno inviati a Alfabeta, Piazzale Martini 3, 20137, Milano. Tariffa: L. 500 per parola pià I.V.A-14% • Parigi - giovane scrittore francese vorrebbe scambiare suo studio centralissimo contro identico a Roma. per brevi periodi occasionali. Potrebbe dunque scambiare suo altro studio in Berlino-Ovest. Bernard da Costa 5, rue J. J. Rousseau. Paris ler • Esce Automatico, rivista introvabile. Cercatela. • Editore/ Agente Letterario esamina gratuitamente opere letterarie edite / inedite (romanzi. raccolte di poesie. raccolte di racconti. commedie per la radio e la TV. biografie. saggi. articoli. ecc.) per pubblicazione e lancio su larga scala. in Italia e all'Estero. presso importanti Editori. Forti anticipi e diritti agli autori pubblicati. Inviare opere accompagnate da breve nota biobibliografica tramite plico raccomandato. Alberto Andreozzi Editore - Viale G. B. Valente. 31 - 001 77 Roma. • Baby-sitter offresi da settembre a giugno. solo mattina. Tel. 6560188 Roma alfabeta mensiledi informazioneculturale Comitato di redazione Nanni Balestrini. Maria Coni. Gino Di Maggio, Umbeno Eco, Francesco Leonetti, Antonio Porta. Pier Aldo Rovatti, Gianni Sassi. Mario Spinella, Paolo Volponi Coordinatore Nanni Balestrini Art director Gianni Sassi Grafico Bruno Trombetti Direi/oreeditoriale Gino Di Maggio Redazione Valentina Fonichiari Segreteriadi redazione Eleonora Molinari Redazione,amministrazione Multhipla edizioni. 20137 Milano. Piazzale Martini. 3 Telefono (02) 592.684 Composizione GDB fotocomposizione via Commenda 4 I. Milano. Tel. 544. I 1.5 Tipografia S.A.G.E. S.p.A .. Via S. Acquisto 20037 Paderno Dugnano (Milano) Distribuzione Messaggerie Periodici Abbonamenti annuo L. 9.000. estero L. 12.000 (posta ordinaria) L. 15.000 (posta aerea) Inviare l"importo a: Multhipla edizioni. Piazzale Martini 3. 20137 Milano. Conto corrente posta n. 3/49769 Autorizzazione del Tribunale di Milano n. ]Il I del I975. Responsabile G. Di Maggio Il piccolo Hans Rivista di analisi materialistica 23 luglio-agosto 1979 Dal sommario: Ermanno Krumm: Una leuura ritardata di Freud Pietro d'Oriano li secondo ospite di Wiugenstein Giorgio Orelli Un soneuo di Zanw((o Stefano Agosti Il pensiero della poesia Sergio Finzi Note sul sogno Giuliano Gramigna Le scarpelle rosse de/l'inconscio Tomaso Kemeny Due poesia e una nota Mario Spinella Classepolitica, cultura e legiuimazione li piccolo Hans, Rivista trimestrale diretta da Sergio Finzi Dedalo Libri. Bari. Casella postale 362 Abbonamento annuo L. 9000. e.e. Postale I 163970.5 70100 Bari Un fascicolo L. 2.500 ~ < ali :;: è .;; e .~ .S! <:; 2;:. i u .o ~-; ~ i~ ,..;- 1~:1 Cli -~N .5 ~ t ~i! = 1=~ e.I ~ t a Cl) ~ -~~ ;> t !oi:a::t Cli .... ~ ;: § -:ai= eJ~i Q Q,. ~ hU ::s Q g~!~ "' .. e;15 Q ;::> .. - c5 I:! ... ~ f~tl ·e ..:~i~ 2~=0 .. ~:~~ a Q ~ .lUi ·= e.I ~~Si Cl) = ~~!•i ~ :a~-:; Cli "'i f. e.I 00 s:>: 1!! = ~ ·== e.I .2 ~i E ai f,j i Cli ~ -.. .il,·. !.i= " A :sg .2 ~ ~ ].l!o Q ~~ f'""' ~ 1i e.I 0 "C "C "'li .S! e " .e .. s -~ ... i:i=.5 Parole nel buio, musica effervescente, dai chioschi di bibite al microsolco. KINOTTO® l'ultima sfacchinata degli

Devestaremoltoattentalasinistra Paolo Volponi M i sembra proprio giusto che sia la sinistra ad animarsi ne/l'analisi, fin'anche a scomporsi nei contrasti e nelle polemiche, del fenomeno del 'terrorismo' e più ancora delle sue cause e implicazioni teoriche e non, reali quanto ipotizzate. Com'è giusta, dall'altra parte, l'unità compalla della destra nel deprecare e respingere il terrorismo e qualsiasi suo dintorno proprio con lo sdegno storico e interessato dei potenti e con l'ipocrisia delle finte vi11ime. Dentro la sinistra quindi, che ha l'esigenza vitale di conoscere e partecipare ad ogni movimento sociale nellaprospelliva della trasformazione di tutta la società, il diballito deve essere spregiudicato e vivace, come l'allenzione critica nei confronti del 'giudizio' sul terrorismo, sulle sue aree e sui suoi confini, deve essere vigile sia in senso politicoculturale che in senso istituzionale. Infalli la magistratura con un giudizio strettamente proprio e appropriato può bloccare la legillimità e la spregiudicatezza dell'analisi eaddirittura portare la difesa dello Stato e delle istituzioni democratiche a occupare lo spazio di qualsiasi territorio di critica, di ricercae di novità. Questo è ciò che spaventa gli intellertuali, e i non intellettuali, anche soltanto dotati della più generica buona volontà per le sorti della Repubblica. Ciascuno di questi volenterosi prova e deve esprimere ora un senso umano e civile di preoccupazione di fronte al modo in cui viene condo110 il processo del 7 aprile. L'istruttoria invece di progredire ordinatamenre con capi di imputazione e prove che via via si inregrino e si distendano con chiarezza anche di fronte all'opinione pubblica, si espande a macchia d'olio o meglio ancora prorompe come una valanga mossa da diversi punii e da diverse iniziarive. spesso rapide quanto incrociarese non addirittura conrrasranri.Tanro che nella verriginosa, disordina/a discesa copre e ribalra ciò che ha appena assumo e mosrraro. E questo in un processo po/irico di così vasw risonanza è il peggio che possa accadere, proprio perché disorie111al"opinione pubblica e finisc<' per dare /'impressione di inrervenri a caso, di circosranza, addirittura di iniziarive di supporlo, prese via via secondo il flusso di 111a1ccanimenro fobico o lo scrosciare di un avvenimento nawrale. La sressa accusa viene in progressione rivolra co111rouna sequela inarres1abiledi indiziari, /o111anmi ille miglia ji-a loro, nella realràcome nelle idee, e della più dispamra esrrazione e provenienza. L "istrurroriasi alimenra e cambia - secondo correnri i111ernee esrerne - principi, rempi, modi, circosranze, luoghi, 111nnerip, arole, persone. Giomo per giorno combatte rurro dapper111110in: sede polirirn, giuridica, giornalisril'a come in quella reale degli avvenimenri. Talvolra pare'che il procedi111e11v1a0da ava111ciome una parri1adi poker, aumverso rilanci. E proprio 1111 rilancio sembrn /'acrnmulazione confusa, gremira di rnpi di acrnsa, allesriraper conrroba_uerela prima decisione della 111agisrrn111franncese di negare /'esrmdizione di Piperno. Il processo indiziario così esreso e pubblicizzato, dove ogni indizio diventauna indiscrezione di portata nazionale e ogni indiscrezione, la più piccola e vagante, un indizio - finisce per essere celebrato, prima che nelle debite sedi e con la solennità della sentenza, giorno per giorno nelle coscienze popolari attraverso suggestioni e alrernanze sapientemente disposte dai mass-media, al servizio della destra e del suo vittimismo, per enfatizzare la mostruosità dei fatti e dei personaggi: l'empito del dramma quanto la biecapresenza della colpa. L'accusa cioè sembra avere una natura maligna, e un'andatura da giuoco di potere, dove ogni colpo è possibile, come in un tipico processo inquisitorio nel quale come si sa il giudice ha già pronto inpartenza il reato e deve trovare e adal/are dentro di esso il colpevole. Tale reato essendo soprattutto denrro la coscienza morale e istituzionale del giudice è o/rre che fatale e incombente, amioso e mohile. e quindi può comprt'111lere 1·ia l"ia ,,11,tl.1ii1.1i 1 t•ji11ule::a. Starà al colpevole prescelro il compito di scansarla da sé, 1101w11110di annullarla perché è certo impossibile rimuovere con prove oggettive 1111s0tato. di 'coscienza' e di 'cultura' che altri si sono fatti, specialmenre se questi alrrisi idenrificano con lo Sraro. Ed è su quesro punro che deve srare molro auenra la sinisrra e soprattullo il PCI d1ene è laforza più numerosae organizzara. lnfaui quella coscienza accusmrice nell'ansia della difesa dello Srmo può giungere a configurare come attacco al medesimo qualsiasi movi111e11r1n0lrumle, po/irico, sociale e cercare di bloccarlo per conse111ireal medesimo Srmo di srare in ordine, fermo e rmnquillo come app11111s0i conviene alla sua srmualirà asrmtta: immagine co111pos1acon i segni di 11111i i poreri dominami, da/l'impero romano al papa re, dal fascismo all'unità savoiarda, dalle guerre sempre giuste e villoriose al dororeismo. Ma la sinistra storicamente sa che sotto, sopra, di fianco allo Stato si muove la società, cioè si agitano conflitti, si fanno studi, ricerche, pensieri, progetti, ecc., e che proprio da questo motivo nascono i.motivi e le forze della sua grande corrente: come nel caso nostro, in Italia, adesso, i motivi dell'unità storica popolare, le ragioni della cosiddetta crescita popolare, la realtà de/- l'opposizione alla crisi, al mal governo, al decadimento della Repubblica. Accettare quindi che le punte estreme, sia pure agitate, delle opposizioni vengano per principio ricondotte e murate dentro il terrorismo, significa alimentare e subire un processo che può bloccare tutta la vivacità, la vita stessa della sinistra. Non si tratta tanto di trovare un nesso sintallico o logico fra la disperazione e l'insufficienza del- /''auronomia • e le esplosioni del /errori- .\Il/(), </llll/1/tJ 1111r,1pp"rw jm /'ortlin,· morale, /'organizzazione e gli obieuivi della sinistra storica e queste tendenze sincopate e disperate che sfuggono alla sqa capacità culturale e politica. Occorrerebbe almeno distinguere tra rerrorismo e opposizioni anche violenre: tra homhe e pagine, rragenre cal/uraw con il mitra in pugno o nella clandesriniràe 11/rrapresa dierro una scrivania o un hanco di lavoro. A quesri ulrimi più che imporre bavagli e carene dovrebbe essere spiegatodove, quando e perché sbagliano: per loro sressi e anche per 1111n1oii che da quegli sbagli porremmo rmrre inseg1ufme111i. Se si toglie in sosranza la liberrà del movime1110di opposizione non si ouiene solo di riordinare ruuo nell'auuale scacchiere po/irico: dove uno degli age111i,l PCI, porrehhe essere indouo a pemare di recuperare così qualcosa (almeno in rermini eleuomli) dallo spegnimenro di quelle spinre cemrifughe; ma si avvierebbe un meccanismo che nei suoi apperiti e nella sua logica finirebbe via via per criminalizzare qualsiasi morivo ed allo di opposizione. Si bloccherebbero cioè quei canali che storicamente, politicamente, umanamente, biologicamente hanno alimentato e alimentano la classe. Ecco perché occorre una definizione da sinistra del terrorismo e di tul/i i fenomeni che oggi vengono ad esso frettolosamente assimilati. La sinistra non può limitarsi apensare che il terrorismo «è quella piaga che è e che viene da dove viene»; ma deve aprire un diballito sulle esplosioni vere del terrorismo come su tutte le associazioni che la destra lega ad essoper usarlo come grande correttivo sociale e come imponente censore culrurale. La destra può così comodamente applicare la tattica del fuorigioco, fissando con la linea delle proprie comparibilitàl'area della corre/lezzo democrarirn e della difesa dello Staro. \111 proprw /'11.11, e il co11.11111w ciel rerrorismo e del bacino scavarogli inrorno dovrebbero far capire da cheparreS/(/nnogli ingredienri e la virrùfinale della loro riceua. La lenrezza del PCI ne/l'affrontare quesro dibauiro -anche per la ricosriruzionedi una po/irica auiva dell'opposizione, per il progeuo della cosrruzione del socialismo nel Paese proprio auraverso l'esame più profondo delle novirà dell'ansia e dell'impazienza dei dari dell'anima che sembranoaveresconvo//olestesseragionifisiche del corpo della classe - denuncia una incerrezza d'idenriràe anche un'inrima morivazione, forse fi/rra/(/ dall'originaria aggressivirà ribellisrica e ancora non chiarira nella coscienza rivoluzionaria: una specie di rendenza ossessiva, con relarivo senso di colpa. E in più l'amor proprio e l'orgoglio sociale di e.uere un perfeuo prowgoniS/(/ della democrazia, puliro ed edurnro come un cadeuo, a norma di galmeo, e con una fila di noti ed onorati padri alle spalle. Questo senso di colpo ho impediJo al PCI un 'analisi originale dd tororismo, delle sue cause e della sua condoaa e anche delle posizioni ddla nuova sinistra, come se fosse stato frenato dalla paura di dovere ritrovare a un certo punto il nesso di una parentela o di essere ricacciato nel vivo di un conJagio. Quindi rimuovere, allonJanare, cancellareanche le tracce. Ma questo non è né politico né scientifico; ma è, nell'ipotesi più benevola, paternalistico; e può diventare via via autoritario, opportunistico, repressivo fino all'instaurazione di quella acquietante fomwla che è la persecuzione, perfena proprio perché di pertinenza del trascendente, dell'immutabile. E di seguito le grandi, profuse, ripetute dichiarazioni di fedeltà allo Stato (che qualche volta converrebbe guardare meglio come sta indosso alla Repubblica) e via via all'impresa, al mercato, e quindi alla CEE, allo Sme, alla Nato, ecc. Non si deve davvero dare conto agli altri dei propri sentimenti e delle proprie pene perché siano essi agiudicarli e ad omologarli, ma si deve allargare la propria capacità di studiare, di intervenire per risolvere sentimenti e pene e poi mettersi con animo e con tesra sgombri e potenti di fronte agli altri, nella qualità piena di agenti sociali tanto del più piccolo movimenro di periferia che delle grandi correnti popolari. La ragione storica del/'allargamenro de/l'analisi e del diballiro traspare anche dalla verità della sostanziale tenuta elettoraledel PCI, ancora più vincolanrenel confront o con la dispersione delle alrreforze della sinistra, avvenura nella forma del rifiuto e del risentimento come in quella del mascheramento o della drammatizzazione aurocelebrati1•a. Infine, un altro grande argomento per 'stare fermi' dentro l'ordine democrarico al/ua/e, fra la legge Reale e il Codice Rocco (egli slanci di tanti magi- .,-rrarinvasati custodi dello Staro) sarebbe la paura o l'incombenza del 'golpe'. Ma il 'golpe' è nella s1ru11uramenraie della desrra: non c'è bisogno di 'mosse azzardare' della sinisrra per suscitar/o. Il golpe è in allo sempre nelle democrazie capira/isriche, anche quando funziona solo come ricauo isriruziona- /e, come condizionamenro per impedire qualsiasi mutamenro delle srrullure economiche e di porere, sia della loro logica che della loro priorirà. Il regime golpisra non ha necessariamenre il viso di un gendarme chiodato, ma può anche avere, e non diminuito nella portaw srorico-sociale, quello dei diagrammi di un piano di razionaliuazione capitalistica. Cerro le disrinzioni rra le due facce esistono e comportano siruazioni diverse per /'a11iviràdella sinisrra. J:;d è propno d1 quesre siruazioni che la siniwra deve servirsi per la sua lolla: alrrimenri resw ferma nella conremplazione iHiruzionale, incanwra dai suoni e dai consumi di liherrà minori. Il che sarebbe come ammeueré che essa può fouare praricamenre solo in clandesrinirà.

Walter Benjamin Gesammelte Schriften. Band I (1-3) Frankfurt. Suhrkamp. 1974 (L'opera omnia. in sei volumi. si concluderà nel 1982. Finora voli. I-IV) Angelus Novus Torino. Einaudi. 1962 (e ristampe successive) pp. 289. lire 4.000 L'origine del dramma barocco Torino. Einaudi. 1971 pp. 268. lire 3.400 Avanguardia e rivoluzione Torino. Einaudi. 1973 pp. Xll-233. lire 6.000 Briefe Frankfurt. Suhrkamp. 1978 (per l'ed. economica) Lettere 1913-1940 Torino. Einaudi. 1978 pp. Xlll-409. lire 10.000 Metaphorein n. 3. Napoli. 1978 lire 2.500 Materialien zu Benjamins Thesen «Ueber den Begriff der Geschichte» a cura di P. Bulthaup Frankfurt. Suhrkamp. 1975 ,#,#Come nei mosaici permane la '' maestà nella frammentazione in tessere capricciose. così la trattazione filosofica non teme l'oscillazione». Infatti «metodo è via trasversa. Presentazione in quanto via trasversa». Questa parole della premessa gnoseologica all'Origine del dramma barocco (G.S.. I. 1. 208) anticipavano il tipo di lettura che sarebbe stato imposto dagli editori di Benjamin. Solo ora. infatti. è in corso in Germania la pubblicazione delle opere complete di Benjamin. Quest'edizione non ha rimosso ogni polemica. ma per i materiali che finalmente ha messo a disposizione «permette oggi ai lettori di Benjamin la necessaria distanza dai suoi interpreti» (vale a dire da Adorno e la sua scuola. Cfr. R. lnfelise-Fronza. Aut Aut n. 169). In Italia. dopo la stupenda antologia curata da Solmi nel 1962 (Angelus Novus). che fissava. malgrado alcune inesattezze. dei punti decisivi per la lettura benjaminiana. la pubblicazione degli scritti di Benjamin è avvenuta per tessere tanto capricciosamente disposte da far temere che la «via trasversa» dovesse mutarsi inesorabilmente in un vicolo cieco. Anche l'edizione recentissima delle Lettere e di Critiche e recensioni appare incredibilmente mutilata. senza che vi sia nemmeno un curatore che si assuma la responsabilità di spiegare i motivi di tale mutilazione. Inoltre la collocazione dei vari scritti. sparsi in diverse collane. sembra voler fissare disciplinarmente diverse immagini di Benjamin: il saggista. il filosofo. il sociologo. lo scrittore della nostalgia ... Quasi a cristallizzare quei momenti che invece investono tutta la sua opera costituendola come una costellazione carica di tensioni. In questa costellazione. parafrasando Benjamin. ilgroviglio dei fatti viene a costituire un ordito. in cui si disegnano conoscitivamente le tensioni che attraversano il nostro spazio storie?: _lospazio della crisi in cui ancora noi siamo. Ora è annunciato. presso l"editore Einaudi, ravvio delredizione italiana delle opere complete di Benjamin. a cura di G. Agamben. che ha già dedicato alla prÒblematica benjaminiana alcune pagine importanti del suo Jnfan~ia e storia (Torino. Einaudi. 1978). Lo 'spazio· per questa nuova edizione è stato. per così dire. aperto da una serie di contributi e di saggi. che hanno iniziato a spezzare il cerchio stretto delfe interpretazioni benjaminiane - tra Scholem e Adorno e la sua scuola-. che non era stato scalfito dall'uso quasi marcusiano che nel sessantotto era stato operato del testo di Benjamin. Mi limito qui solo a citare alcuni di questi saggi. tra quelli che mi sembrano offrire nuovi motivi per affrontare il 'viaggio' dentro la «costellazioneBenjamin». Oltre al bellissimo Der historische Materialist als dialektischer Historiker di Krista R. Greffrath (in Materialien ). tra quelli italiani: M. Cacciari. Di alcuni motivi in W. Benjamin (Nuova Corrente. n. 67. 1975); F. Masini. Brecht e Benjamin (Bari. De Donato. 1977); F. Desideri. Benjamin, Adorno e il Passagenwerk (Nuova Corrente nn. 74 e 75. 1977 e 1978) e li nano gobbo e il giocatore di scacchi (Metaphorein. n. 3. 1978. che contiene anche due testi brevi di Benjamin); R. lnfelise-Fronza. Una proposta: Walter Benjamin (Aut Aut. n. 169. 1979). Importantissime sono. infine. le pagine che R. Bodei dedica al concetto di tempo e storia nell'area culturale e teorica che è anche di Benjamin in Multiversum. Tempo e storia in Ernst Bloch (Napoli. Bibliopolis. 1979). I testi che ora si possono leggere nelle Gesammelte Schriften. permettono di cogliere la via stretta e tortuosa che Benjamin cercava di tracciare verso un nuovo tipo di razionalità. La via che passa attraverso le macerie della ragione positivistica e che cercava di sfuggire da un lato alla regressione delle teorie dell'Einfiihlung (che Benjamin stesso traduce con «immedesima~ zione affettiva»). e cioè alle «filosofie della vita» che precipitano in una pura e semplice riattivazione di una soggettività prescientifica e in fondo subalterna alla ragione del dominio. ma che - d'altro lato -. cercava di sfuggire anche a quella che R. Bodei ha definito !'«ipertrofia della ragione strumentale». Il programma di Benjamin può essere riassunto in un frammento del Passagenwerk: «Rendere coltivabili territori su cui finora cresce solo la follia. Avanzare con l'ascia affilata della ragione e senza guardarsi né a destra né a sinistra. per non cadere in preda all'orrore che attira a sé dal profondo della selva primordiale». E questo anche il programma freudiano - spietatamente razionale. anche se di una razionalità ancora da descrivere nelle sue articolazioni - che conclude la 31" lezione dell'Introduzione alla psicoanalisi. Dunque un programma che si propone di «rendere coltivabili». attraversabili e percorribili. quei territori che sono stati resi stranieri dalla ragione dominante. Che sono stati trattati come «domini» subalterni (della fantasia. del sentimento. dell'arte ...) o che sono stati addirittura demarcati come alterità insanabile: appunto follia. malattia. orrore. Ma questo compito razionale non può essere portato a termine con gli strumenti che la ragione del dominio ci ha messo a disposizione. Tali strumenti sono storicamente quelli che. nella storia dei vincitori. sono stati ereditati da chi via via si è assicurato il dominio. È proprio la storia il banco di prova. Nemmeno il «materialismo storico». in quanto debitore della ragione classica che ha allineato i fatti n-eltempo omogeneo del progresso (in cui una ferrea catena di cause ed effetti garantisce l'inesorabilità del dominio dei vincitori e che fa di ogni storia una sola storia. la storia appÙnto di questo dominio) può farcela. Per farcela. dice Benjamin (Tesi. in Angelus Nov11s) deve prendere al suo servizio il «nano gobbo della teologia». - Non si tratta però di una ritraduzione (o conversione) del materialismo storico alla teologia. Paradossalmente la teologia serve proprio a «concepire la storia ateologicamente» (G.S.. I. 3. 1235). È. come dice K. Greffrath (Materialien. cit. p. 209). una costruzione ausiliaria. per la costruzione di una «prosa integrale». un linguaggio plurale per descrivere la pluralità della storia. «La pluralità delle 'storie' è simile alla pluralità dei linguaggi. La storia universale nel senso attuale può essere solo una sorta di esperanto» (G.S.. I. 3. 1238). Non può essere detta in un linguaggio lineare. ma solo in questo testo complesso in cui deve essere possibile leggere anche «ciò che non è mai stato scritto» (1238): il passato oppresso. il passato degli oppressi. Se le tesi sono un 'frammento' incompiuto. lo sono proprio. come dice ancora K. Greffrath. perché «esse non hanno portato a termine il loro programma». che era proprio quello di scrivere. attraverso la via trasversa della teologia. la storia in termini ateologici. Il grande programma della costellazione materialistica del libro sui Passaggi. La 'figura' della teologia dunque non è risolutiva. Agisce solo «al servizio del materialismo storico». È la mossa strategica che permette all'interno della logica dominante (che la socialdemocrazia aveva integralmente accettato e fatto sua) di riproporre radicalmente l'interrogativo e la risposta che chiudono il Processo di Kafka: «C'erano eccezioni che erano state dimenticate'.' Certo che c'erano. La logica è incrollabile. ma non resiste a un uomo che vuole vivere». Questa è l'immagine che lampeggia nella mente di Josef K. quando il coltello passa sopra la sua testa nella grottesca pantomima dei suoi esecutori. È l'immagine che al soggetto della storia «si presenta improvvisa nel momento del pericolo». Questa è l' «ora della sua conoscibilità». È. per lo storico materialista. «la coscienza acuta della crisi» (G.S.. I. 3. 1243). Nella crisi. infatti. diventa percepibile la possibilità di percorrere altre strade. di tessere altre storie dentro l'ordito del presente. di avanzare. come si proponeva anche Bloch. verso «un razionalismo dell'irrazionale». Q uesto metodo sembra condurre «in modo perturbante in un'arte investigativa filosofica» (Bloch). Cioè verso uno «spaesamento» del linguaggio e della concettualità lineari. Tutto ciò è stato colto acutamente da Adorno. i cui saggi su Benjamin (Prismi e Note per la letteratura, Torino. Einaudi 1972 e 1979) rimangono fondamentali. anche per ciò che di Benjamin non accettano. Adorno parla di «sguardo medusiaco». di «extraterritorial!tà». di «repus» come «modello della sua filosofia». di «enigma». di «mistero». di «sguardo saturnio». di «filosofia effettivamente inumana». In una parola. precisamente. di pensiero contrassegnato. come aveva visto anche Bloch. dalla Unheimlichkeit, di un pensiero che induce perturbazione e spaesamento. che pone la dialettica e il movimento «in stato d'arresto» (perché di questo si tratta. e non di «quiete» come purtroppo è stato spesso tradotto). in «uno sfrenato abbandono all'oggetto». in ciò che esso ha di minimo. periferico. di inesorabilmente contrassegnato dalla caducità. Adorno si era ritirato da questa «vicinanza micrologica ai contenuti» quasi inorridito. Questa vicinanza gli pareva cospirare «in modo quasi demoniaco contro la possibilità di una sua interpretazione» (Lettere. 362. Su ciò si veda anche Agamben. cit.): una sorta di «punto stregato» posto «all'incrocio tra magia e positivismo» (ivi. 365). Ma aveva anche riconosciuto (Prismi. 235 e segg.) che proprio questa prossimità alroggetto finisce per lacerare l"interiorità che è il «fantasma che impedisce l'immagine possibile delruomo» e per produrre !'«intenzione soggettiva». Alrinteriorità viene contrapposta l' «esteriorità corporea> ed è così che «il pensiero incalza la cosa. quasi volesse trasformarsi in un tastare, in un fiutare, in un gustare [ ...]. Egli obbliga il concetto a operare esso stesso ad ogni istante ciò che altrimenti è riservato all'esperire aconcettuale. Il pensiero deve raggiungere lo spessore de/l'esperienza e tuttavia non rinunciare a nulla del suo rigore» (Prismi. cit.). M a come leggere. nelle cose e nei fatti. questa «intenzione soggettiva»'.' Come costruire questo pensiero. che ha lo «spessore dell'esperienza» ma anche un assoluto «rigore»? Sono interrogativi decisivi per la comprensione di Benjamin. Segnano il limite a cui si era fermato Adorno. nella lettera citata. il limite a cui si ferma la metafora della teologia nelle Tesi. Infatti il pensiero micrologico. la Detektivkunst. la filologia così come la teologia. provocano un arresto. ci mettono di fronte a una «rappresentazione stupita della fatticità». Si limitano a scoprire ciò che è occultato. ci mettono di fronte ad eventi finora sconosciuti. Ma non si procede oltre. È questo il limite dell'interpretazione. I fatti e gli oggetti sono cosi sottratti al .:museo» dei «beni» dello storicismo. ma a questo punto sembrano aprirsi solo due strade: o il collezionismo di Fuchs (che Benjamin definisce una fase aurorale della storiografia materialistica) o la mediazione dialettica adorniana. che ricompone oggetti ed eventi nella teoria. salvandoli dalla cattiva empiria. Benjamin abbozza una risposta a questo interrogativo in una lettera che risponde alle perplessità di Adorno (9.12.1938. Lettere. Briefe citate). Ma questa soluzione percorre tutti i materiali del Passagenwerk. i grandi saggi su Baudelaire. le Tesi. Come Freud. anche per Benjamin la filologia. l'interpretazione. non è che un lavoro preliminare. «La filologia è l'ispezione di un testo che procede attenendosi ai particolari. che fissa il lettore magicamente su di esso». Ma questa «magia» deve essere superata. esorcizzata dalla «filosofia» intesa come costruzione. Infatti «l'apparenza della chiusa fatticità. che è inerente all'indagine filologica[ ...] svanisce nella misura in cui l'oggetto viene costruito in una pr-ospettiva storica. Le linee prospettiche di questa costruzione confluiscono nella nostra propria esperienza storica. Con ciò l'oggetto si costruisce come monade. Nella monade diventa vivo tutto ciò che come reperto testuale giaceva in mitico irrigidimento». Solo in questa prospettiva «l'opera può essere colpita. per non dire scossa dall'interpretazione» (Lettere. 371-72. Briefe. 794). Benjamin ci ha dato un esempio straordinario di questo superamento della dimensione puramente filologica-interpretativa nei suoi saggi su Baudelaire (G.S.. 1.2). Il suo gesto è simile a quello freudiano quando. in Costruzioni ne/l'analisi. si afferma l'inadeguatezza della interpretazione e conseguentemente. anche. della pura e semplice ricostruzione. Infatti. come dice ancora Benjamin in un frammento inedito del Passagenwerk (cit. da G. Mensching in Materialien. p. 191): la costruzione di «un contenuto cosale storico deve essere assolutamente distinta da ciò che generalmente è definito "ricostruzione". La "ricostruzione" è una cosa sola con l'immedesimazione affettiva. La "costruzione" presuppone la "distruzione"». L'interpretazione con la sua attenzione micrologica individua le tracce che stanno nascoste negli oggetti e negli eventi. e le dispiega davanti agli occhi stupefatti. Ecco la stupita fatticità che aveva colpito Adorno che qui. a questo punto. si era fermato. L'interpretazione spezza la catena d'acciaio che lega gli eventi in un continuum omogeneo di cause ed effetti. ma non per questo tali eventi diventano o sono storici. per noi. ora. L'atto decisivo sta proprio nella «forza della costruzione» che connette questi eventi alla nostra propria esperienza storica: in una monade carica di tensioni. È questo che distingue il metodo benjaminiano (ma anche quello freudiano) da quel paradigma indiziario di cui Carlo Ginzburg (Ombre Rosse. n. 29. 1979) ha studiato l'origine tra l'Otto e il Novecento. Il metodo puramente indiziario si limita a evidenziare quelle tracce di eventi che. nella crisi dei grandi sistemi della razionalità classica. appaiono dispersi e incomprensibili. Ma fine di questo lavoro è riconnettere queste tracce - vere e proprie spie di un ordine non più immediatamente percepibile. ma pur sempre esistente e po'tente -. in un disegno unitario. Si tratta qui. dunque. di un'opera di restaurazione e ricostruzione (di guarigione. obbedendo all'origine medica di tale paradigma). Al contrario. il gesto benjaminiano presuppone proprio la distruzione di quell'ordine e di quella ragione. È a questo punto - nelle Tesi e nei grandi saggi su Baudelaire (tra i più grandi del nostro tempo) - che si illumina la proposizione che aveva letteralmente aperto L'origine del dramma barocco: «È proprio della letteratura filosofica. ad ogni svolta. trovarsi di nuovo di fronte alla questione della rappresentazione». Di fronte alla crisi. in questa scena storica. a questa svolta. non è solo questione di porre. dentro l'ordine dato. l'esigenza di un futuro migliore. redento «per le generazioni future>. !'«ideale per i liberi nipoti». In ciò è fallita la socialdemocrazia (cfr. la 12" Tesi). È proprio questo «ordine» che deve essere distrutto per porre la questione di una nuova rappresentazione: vale a dire di un nuovo rapporto con il reale. E questo nuovo rapporto è costruibile solo rompendo le regole del gioco. facendo esplodere le regole della ragione che domina la storia. È così che «la distruzione è il clima dell'umanità autentica>. È cosl che si possono amare le macerie per la via che vi passa attraverso (// carauere distrunivo, in Metaphorein). Al tempo dei vincitori deve essere opposto un altro tempo. che non è semplicemente il passato. ma propriamente il futuro inscritto nel passato: «il passato ha depositato in sé immagini che possono paragonarsi a quelle che si fissano su di una lastra. Solo il futuro può svilupparle: quelle che sono abbastanza forti perché possa apparire l'immagine in tutti i suoi dettagli» (G.S.. I. 3. 1238). L'esperienza degradata del nostro tempo. quella che ha trasformato il passato nel trofeo delle prede dei vincitori può essere superata con un gesto che pone «l'inumano tra noi come messaggero di un più reale umanesimo» (Avanguardia e rivoluzione. p. 132). Dire questo «inumano>. penetrare nei «territori su cui finora cresce solo la follia». è il nuovo compito della rappresentazione filosofica. a questa svolta. nella svolta di questa crisi. Q uesto è il lascito che dal passato di Benjamin si presenta davanti a noi. come un compito futurq. L'opera di Benjamin si è impressa sulla lastra sensibile della cultura del secolo per essere sviluppata in tutti isuoi dettagli dai reagenti della crisi che ora noi stiamo vivendo: nel momento che a noi. come a Benjamin pochi mesi prima della sua morte. appare chiaro che il «fantoccio del materialismo storico» da solo non può farcela. È proprio in questa situazione che l'opera di Benjamin entra in tensione. fa costellazione e monade. con un'altra opera radicale del nostro secolo: quella di Freud. Che io sappia il rapporto Benjamin-Freud non è mai stato studiato. E certo che Freud non conobbe Benjamin. È certo ché Benjamin avvertì l'importanza di Freud

(non solo nell'uso che ne fece nel saggio ~u Baudelaire) proprio nel momento in cui andava definendo i suoi .concetti capitali di storia e costruzione. In una lettera a Horkheimer (G.S .. I. 3. 1068) Benjamin afferma che ad ogni passo le concezioni psicoanalitiche pre~entano i loro problemi a chi si propone una «presentazione materialistica della storia» e che «tale confronto» può essere definito «urgente». Ma questo non basta a giustificare la mia affermazione. che l'opera di Benjamin e quella di Freud sono in una prossimità impressionante. che insieme fanno una costellazione decisiva al compito di costruire una nuova razionalità che non si limiti a legittimare la pluralità delle sue strategie (da Lakatos a Feyerabend a Kuhn questo è già avvenuto) ma che sappia dare ragione Philippe Ariès Padri e figli nell'Europa medie\lale e moderna Bari. Laterza. 1976. 2 voli. pp. 492. lire 5.600 Giorgio Agamben Infanzia e storia Torino. Einaudi. 1978 pp. 148. lire 3.000 René Schérer - Guy Hocquenghem Co-ire. Album sistematico dell'infanzia Milano. Feltrinelli. 1979 pp. 176. lire 5.000 ou\lelle Revue de Psychanalyse n. 19. Printemps 1979. «L'Enfant». Paris. Gallimard pp. 330. Fr. fr. 55 Recherches n. 37. Avril 1979. «Fous d'enfance. Qui a peur des pédophiles?». Paris. Cerfi pp. 216. Fr. fr. 58 L e celebrazioni del 1979. «anno internazionale del fanciullo». a esaltazione e tutela dell'infanzia. sono state ennesima occasione per definire il bambino in termini di oggetto che è per altro e di cui si parla. ma che non ha discorso. Tuttavia in tale kermesse di ufficialità psicologiche. sociologiche. pedagogiche. sono apparsi discorsi nuovi. diversi da quelli proprii di una certa conclamata scienza evolutiva dell'uomo. la quale si dice valida a dare significato all'infanzia in ogni tempo e in ogni luogo. Al bambino en général. che si può connotare nella misura in cui di esso c'è una definizione previa e univoca. si è tentato di sostituire. appunto da tali ottiche contestatarie e paradossali. un 'infanzia non più assolutizzata. ma calata in vicende storiche e culturali diverse. finora ignote o stigmatizzate. Si è cercato. insomma. di ridefinire - o meglio. di de-finire in modi plurimi - la prima fascia d'età. mettendola in relazione con situazioni e agenti del vivere umano in cui essa si trova impigliata e di osservare. in tali contestualizzazioni. che cosa all'infanzia stessa viene consentito o impedito. Questo allo scopo di fame emergere un discorso di per sé. un insieme di possibilità e implicazioni nuove. meno di comodo. che permettano. nei suoi confronti. trattamenti diversi. non solo e non tanto teorici. quanto morali. sociali. giuridici e educativi. Familiarizzazione del bambino Gli esordi di tale operazione non sono recentissimi e vanno datati nel momento in cui ci si è chiesti quando e perché l'infanzia sia stata istituita a anche di ciò che dalla ragione fino ad oggi è stato escluso. - -ÌI rapporto con il passato. la nozione di verità storica.(quale Freud sviluppa negli ultimi saggi. da Costruzioni nel- /'a~alisi a Mo.1."tela religione monoteistirn ). il metodo micrologico e la centralità gnoseologica della costruzione. sono cÒncetti co'inuni all'una e all'\)ltra opera. Concetti che si sviluppano a partire- in entrambi i testi-dalla radicalità dell'accettazione della Vergiinglichkeit. della caducità. che ci pone inesorabilmente di fronte alla misura del nostro tempo storico. Ciò che in questi anni si è mosso. anche confusamente attraverso una psicoanalizzazione del linguaggio. attraverso la teoria dei bisogni. attraverso l'emergere di frammenti di sapere che pongono al loro centro il tema della corporeità e della soggettività. ha indicato uno spazio centrale alla pratica teorica e politica. Questo spazio è però ancora sile11~ioso. non ha ancora trovato una sua «rappresentazione». Non può essere detto nella lingua (nelle lingue) dei vincitori (di chi cioè ha risolto ogni conflitto). Ora. l'importante per queste nuove «forme di vita» (e per il sapere e i valori che esse già esprimono e producono) non è tanto sottrarsi alla ragione dominante. lasciandone inalterato il parere. Importante è produrre una ragione che abbia più potere. più capacità di rapportarsi al reale e a quelle zone del reale in cui la ragione classica non è mai penetrata. In q';;esto itinerario. in questi percorsi della soggettività. verso nuove forme di ragione. ci troviamo di fronte a questa costellaDe-finirle'infanzia realtà autonoma dell'esperienza umana e le siano stati quindi attribuiti valore e dignità peculiari. qualità di soggetto a sé stante e di destinatario di intervento sociale e educativo specifico. Philippe Ariès ha inaugurato questa riflessione nel 1960. nella prima edizione de L'enfant et la vie familiale sous l'ancien régime. su cui è condotta la versione italiana di Padri e figli. La zona sotto indagine è quella della società francese tra '500 e '700; i gruppi messi in luce. i contadini. la nobiltà. più oltre. e soprattutto. la nascente borghesia. Al centro. la famiglia. le sue vicissitudini culturali e giuridiche. le sue modificazioni strutturali. il suo 'sentimento'. da cui dipende - e che provoca - quello dell'infanzia. Come filo conduttore. il lento farsi autonomo del non-adulto rispetto alla 'classe' adulta. il suo configurarsi quale personaggio in sé e per sé. in un mondo tradizionalmente e persistentemente • ibrido. dove ruoli. funzioni. scopi. condotte sono stati per molti secoli confusi. dove piccoli e grandi. giovani. giovanissimi e meno giovani partecipavano in comune a condizioni. stili e difficoltà di esistenza. L' Ariès segue il progressivo definirsi dell'infanzia dalla e nella società degli adulti. il suo faticoso emanciparsi da una promiscuità. in cui sviluppo biologico e emotivo e atti formativi specifici apparivano impediti. indifferenti. rari. L'analisi Egle Becchi del demografo francese si presenta quindi come il resoconto di un riscatto travagliato. quello del bambino dalla sua implicazione totale nell'adulto. e nella sua storia si vede come una realtà nuova si istituisca a oggetto di sapere e su tale oggetto si siano esercitati. a loro volta definendosi. saperi e soprattutto poteri diversi. nuovi. stimolanti o avvilenti: quello dei moralisti. dei maestri e dei precettori. e soprattutto quello del padre e della madre. La posta in gioco non è irrilevante: è la comprensione - e la conseguente cattura - dell'individuo che cresce. il suo irretimento nel sociale. l'individuazione e responsabilizzazione di agenzie dove e per cui mezzo tale crescita e tale socializzazione vengono promosse. La famiglia ha in questo una funzione sempre più importante; essa si segmenta in progressiva autonomia dal corpo comunitario e diventa tramite tra questo e chi - il bambino - si affaccia alla collettività; ingloba in sé l'infanzia. per difendersi da - e nel contempo prepararla a - il sociale. La definizione dell'infanzia. quale periodo della vita a sé stante. si configura allora come una sua reclusione nel domestico. un suo condividere sempre più fortemente la sorte privatizzata dell'istituzione familiare. un suo inglobamento via via più stretto nella realtà parentale. dove essa assume significato e consistenza. Per essere sociale. il bambino. è quindi pregiudizialmente. della famiglia. ne condivide destino e struttura comunitarii. in forme semmai più eteronome e povere di sostegno. L' Ariès ha continuato questa sua opera di storicizzazione dell'infanzia e della sua immissione in trame istituzionali e culturali diverse. A. J. B. Pontalis e a F. Gantheret che lo intervistano in maniera provocatoria per la Nouvelle Revue de Psychanalyse (Entretien avec Philippe Ariès, spec. pp. 20 sgg.). egli accenna a un «sentimento» più recente e ancora diverso dell'infanzia. iniziato nell'800 e che si sarebbe accentuato progressivamente. secondo un itinerario che va dal bambino centro della casa borghese prima dell'89. all'infanzia martire del proletariato e sottoproletariato del secolo scorso. alla prima età prigioniera e vittima nella famiglia di ceto medio dei nostri giorni. Caduta dei tassi di natalità. disagio pedagogico parentale. progressivo distacco dei luoghi di esistenza del non-adulto da quelli dell'adulto sono i segni di questo riorientamento della cultura dell'infanzia da quasi due secoli a questa parte. E segni che vanno identificati e letti soprattutto nei contesti in cui con ostinata tradizionalità si colloca ancora oggi l'età bambina. Fra questi un posto preminente spetta ancora alla famiglia o meglio alla relazione genitori-figli. dove il non-adulto è quasi soltanto per il pazione - Benjamin e Freud - da attraversare. da dissodare completamente. Con ogni attenzione filologica. ma senza i~sere presi d;illa mag.a di ciò che la filologia sprigiona. senza irrigidire questi testi come «emblemi» del ovecento. E quindi in modo «costruttivo». e dunque avanzando con «!·ascia affilata della ragione». Distruggendo anche. Benja~in ha dipinto cÒ~gesto kafkiano questo paradosso nel testo Il carattere distruttivo (Mewphrorei11, 3): «Il carattere distruttivo ha la coscienza delruomo storico. il cui sentimento fondamentale è un"insormontabile diffidenza nel corso delle cose. nonché la prontezza con la quale prende nota del fatto che tutto può andare storto. Perciò il camttere distruttivo è la fiducia stessa». dre e per la madre. e vive degli investimenti parentali. nel potere e nella legge di chi lo ha generato. Pertanto - e su questo Ariès conviene implicitamente con tutta una tradizione di psicoanalisi ortodossa e meno-l'infanzia risulta una condizione domestica della vita umana e. come tale. è naturale e indiscutibile. Nella famiglia il bambino nasce. cresce. definisce i suoi ruoli e le sue capacità. e a una famiglia «sana» o «risanata» - oppure a un maestro o a un terapeuta che fa le veci di un padre o di una madre buoni. o ancora a un'istituzione modellata a guisa di famiglia - va consegnato. perché sia educato. eventualmente si riabiliti e si salvi. La definizione dell'infanzia si configura quindi. oggi. come una familizzazione del bambino. una sua reclusione in specifiche istituzioni che gli assegnano alcuni significati. sottraendone altri. gli permettono determinate vie e modalità di crescita. impedendogliene molle e diverse. La storia del bambino è. allora. il susseguirsi delle sue vicende singole. dei suoi scambi con certi adulti e non altri. del suo ritagliarsi nel privato per poter essere sociale. Solo così recintata. dell'infanzia sembra darsi non solo sapere ma anche potere sotto forma di censure e divieti. che sono tutto sommato quelli della famiglia e della scuola. E questo tanto più in quanto la prima età è considerata oggi. come dice Foucault (M. Foucault. G. Hocquenghem. J. Dranet. «La loi de la pudeur». in Fous d'enfance. p. 77). «frazione fragile della popolazione». «fascia sociale che va protetta». A un gruppo sociale in pericolo non si riconosce né pienezza di diritti né di conoscenza. Esso va gestito pertanto da quella pedagogia della sorveglianza e in quel registro di impedimento conoscitivo di cui i testi di Foucault sono testimonianza. E tra i saperi e i poteri che in tale ottica custodialistica sono negati all'infanzia. quello del corpo è in primo piano; di un corpo come sessualità e piacere che una resistente pruderie borghese ha minimizzato. consegnandolo con cautela a genitori e maestri. guardiani di un eros esclusivizzato al generare. Certo. tanta scienza del profondo ha insegnato che il bambino ha una sua sessualità. con sue pulsioni specifiche. sue latenze. suoi periodi di forza genuini e determinanti per il suo divenire. Ma proprio per questo tale sessualità non va contaminata dall'adulto. bensì da lui salvaguardata. tanto da non essere oggetto né di discorso («si crede che [i bambini] non siano suscettibili di sessualità né siano capaci di parlarne» afferma ancora Foucault. ibid .. p. 81) né di insegnamento né di incontro erotico. È proprio qui: nel sapere e nel potere della sessualità. di cui l'infanzia dev·essere ignara e deprivata. e a cui non va dato ascolto. che sta il punto di peri-

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