6 - Martedi La Cina si ritira, Hanoi mobilita Questo titolo di testa del Giorno riassume il contenuto della maggior parte dei titoli di fronte all'annuncio ufficiale diramato ieri da «Nuova Cina» alle ore 12.30 italiane: «Il governo cinese annuncia che a partire dal 5 marzo 1979 tutte le truppe di frontiera verranno richiamate in territorio cinese». Dopo aver rinnovato la proposta di trattative, la Cina aggiunge che «si riserva il diritto di rispondere nuovamente» al ripetersi di provocazioni da parte del Vietnam. Hanoi ignora il comunicato cinese e lancia un appello Le posizioni più nette sono state assunte dai «nuovi venuti» La Sinistra e Ouobre (entrambi i giornali non erano ancora usciti nei giorni della guerra cambogiana). Ouobre si è schierato senza esitazioni a fianco del Vietnam e contro la Cina. in base a un atteggiamento sostanzialmente pro-sovietico; la cessazione delle pubblicazioni alla fine di febbraio non è forse senza legami con dissensi provocati dalla stessa questione cino-vietnamita. Anche La Sinistra. schierata invece a fianco della Cina di Deng e di Hua. non è uscita indenne dal conflitto: ai primi di marzo il direttore Raffaele De Grada Evoluzione quantitativa nei titoli di testa dei quotidiani inizio dell'attacco annuncio del ritiro cinese 4 6 7 9 IO 18 20 21 22 23 27 28 febbraio marzo alla mobilitazione popolare. Anche a Mosca l'annuncio è accolto con scetticismo. Ipotesi della stampa sulle operazioni militari di sganciamento e su un eventuale «inseguimento» da parle delle truppe vietnamite. I commenti La Sinistra e la «Guerra Socialista» Una delle principali conseguenze del conflitto cino-vietnamita è data dall'impatto ideologico che esso ha avuto sulle diverse componenti della sinistra. D comunismo non abolisce la guerra era un titolo· della Repubblica apparso in gennaio in occasione dell'intervento vietnamita contro il regi~ me di Poi Pot in Cambogia; La prima guerra comunista/ È cominciata un'epoca faceva eco un fondo di Ronchey sul Corriere della Sera. Entrambi gli articoli mettevano in causa il principio leninista secondo cui la guerra è il prodotto dell'imperialismo capitalista. Questa tematica si ripete dopo l'intervento cinese in Vietnam. Il 20 febbraio il Corriere della Sera pubblica un articolo di Giuliano Zincone. Orfani. in cui l'autore si dichiarava appunto «orfano» dei miti del '68. Gli adoratori di scimmie è il significativo titolo di . un commento di Giorgio Bocca apparso sulla Repubblica del 28 febbraio. sulla scia della «confessione» di Zincone («la generazione del '68 si sente orfana perché il suo modo onirico di far politica non ha resistito alle dure rettifiche della storia»). Cadaveri eccellenti è un fondo del Giornale del 25 febbraio in cui «(...) ci si chiede come faccia il PCI a restare imperturbabile di fronte al crollo dei caposaldi della sua dottrina». Mettendo tra parentesi differenze talora consistenti. è però evidente che la stampa «indipendente» ha esercitato nel suo insieme una forte pressione sull'intero arco della sinistra circa le conseguenze ideologiche da trarre dagli avvenimenti in Indocina. Vediamo quali sono stati gli schieramenti e le reazioni dei quotidiani della sinistra. si dimetteva motivando pubblicamente il suo dissenso con l'atteggiamento assunto dal giornale. La Sinistra accoglie infatti la tesi di Pechino secondo cui l'azione contro il Vietnam è un atto difensivo nei confronti dell'«egemonismo» sovietico, di cui Hanoi è divenuta strumento. La Cina «non ha voluto fare la fine della "primavera" di Praga» scrive il 20 febbraio. L'iniziativa cinese è «un invito a rompere la spirale dell'inerzia e del terrore, a pagare prezzi limitati prima di doverne pagare di spaventosi» (28 febbraio). Sul piano ideologico. La Sinistra nega che vi sia una rottura fra la linea di Mao e quella dei suoi successori: «La Cina ha difeso la sua integrità nazionale, ma non ha intenzione di sostituirsi all'azione autonoma dei popoli del mondo. Non c'è un ritorno alla teoria del "campo socialista"» (27 febbraio). «Se crollano i "miti". dunque. essi sono quelli to~ gliattiani». cioè quelli legati alla dottrina del «campo socialista» e della distensione (4 marzo}. Più complesse le posizioni assunte dal Manifesto e dal Quotidiano dei Lavoratori. Il primo aveva duramente criticato l'attacco vietnamita alla Cambogia definendolo «non meno grave dell'invasione sovietica della Cecoslovacchia» in un articolo di Michelangelo Notarianni ·(Non dire bugie. 9 gennaio); in verità. nell'articolo si leggeva una frase poco profetica: «Noi non abbiamo. è noto. simpatia alcuna per l'attuale indirizzo politico esistente in Cina popolare. Ma questo non può oscurare. ai nostri occhi. la verità elementare che la Cina non hà un soldato fuori dalle sue frontiere (...)». All'indomani dell'attacco cinese contro il Vietnam. Rossana Rossanda scrive che «non è corretto certo un confronto con l'invasione in Cecoslovacchia. Qui non si tratta di un invasione. giacché la Cina non occuperà il Vietnam». Tuttavia «questa scelta non può essere giustificata» (Logica di potenze. 18febbraio). Mao avrebbe fatto questa scelta? «Non crediamo» risponde la Rossanda in un lungo articolo del 4 marzo. La discontinuità fra la politica di Mao e quella dell'attuale gruppo dirigente è la chiave di volta dell'interpretazione del giornale. Questa posizione è espressa con nettezza da Edoarda Masi. la quale si interroga sulle cause sociali che hanno portato alla «sconfitta di Mao» (7 marzo). Il Quotidiano dei Lavoratori aveva già polemizzato sulla questione cambogiana con il Manifesto e altri. definendo «inquietante» l'intervento vietnamita. ma rifiutandosi di negare a priori l'esistenza di una rivolta contro il regime di Poi Pot (Vittorio Borelli. 10 gennaio). Il 20 febbraio Luigi Vinci. dopo aver ricordato la critica espressa contro l'intervento vietnamita in Cambogia. afferma: «abbiamo le carte in regola per scrivere [...) che in questo nuovo conflitto l'aggressore non dispone, a differenza del Vietnam [...) di alcuna giustificazione o attenuante parziale». Il 23 Romano Luperini aggiunge: «Molti ci chiedono l'autocritica. Ma nel '68 non avevamo torto•. Dopo aver sottolineato la discontinuità fra il tentativo di Mao e HoChi-Min e la politica dei loro successori. Luperini sostiene che Mao e Ho «cercarono di battere una strada nuova, ma non criticarono radicalmente la vecchia». Il 27 Piero Bernocchi radicalizza ulteriormente la posizione: «Non è più credibile parlare di società non consolidate, fluttuanti e in transizione (...) La definizione di "capitalismo burocratico-monopolistico di Stato" mi sembra la più adeguata (...] per l'URSS» ma anche per «i regimi esistenti in Cina, Cuba. Corea, Vietnam, nei paesi dell'Est e, molto probabilmente. in alcuni paesi emergenti del- !' Africa». L'atteggiamento di Lolla Continua è definito da una generale condanna della politica militaristica del Vietnam quanto della Cina, dell'URSS e degli USA. D comunismo di guerra ha distrutto il comunismo in Asia è il titolone sulla prima pagina del 20 febbraio. Si può ricordare tuttavia che l'atteggiamento era stato meno «equidistante» sulla questione cambogiana, dove, a fronte della condanna netta dell'intervento vietnamita, la politica del gruppo Poi Pot veniva definita «drastica» e «semplificata», ma spiegata dalla «relativa debolezza e dalla scarsa esperienza politica del nuovo gruppo dirigente Khmer» (9 febbraio). Sul piano ideologico Lolla Continua reagisce con un atteggiamento antimilitarista e pacifista: Disertiamo è il titolone del 22 febbraio; il 25 viene lanciata la proposta di un «grande convegno aperto» per discutere «senza dare nulla per scontato». Il giornale dà inoltre grande spazio al problema dei diritti civili, ospitando documenti di esiliati vietnamiti e un articolo di Glucksmann. Non è facile definire con esattezza l'atteggiamento dell'Avanti! di fronte al conflitto. Non c'è una esplicita condanna della Cina per l'attacco al Vietnam, pur riconoscendo la violazione del di1itto internazionale; l'editoriale che accompagna il 18 febbraio la notizia dell'operazione cinese ha toni più accesi verso il Vietnam per l'intervento in Cambogia che verso la Ci_nastessa. Ugo Intini inoltre afferma che i fatti indocinesi «seppelliscono definitivamente l'internazionalismo comunista e anche la visione di un mondo combattutto tra forze imperialiste e antiimperialiste che ha influenzato intere generazioni della sinistra». li 22 febbraio. accanto a un nuovo editoriale di lntini che critica la posizione assunta dal PCI. appare in prima pagina un articolo di Jiri Pelikan intitolato: Ma in Europa orientale la simpatia va ai cinesi. in cui si afferma che «le responsabilità delle tensioni attuali vengono attribuite quasi esclusivamente ai dirigenti sovietici». Nell'articolo si chiede inoltre il ritiro «contestuale» delle truppe in Cambogia e in Vietnam. Il 25 febbraio compare un fondo di Carlo Ripa di Meana. in cui si legge che «l'invasione della Cambogia da parte delle truppe vietnamite. con l'appoggio sovietico. e l'espulsione persecutoria delle minoranze cinesi dal Vietnam sono all'origine di questa reazione a catena». Ripa di Meana continua però allontanandosi dalla linea del «ritiro contestuale delle truppe» e citando positivamente le posizioni di Parigi e di Bonn: «si delinea una resistenza diffusa in Europa occidentale alla logica americana tripolare e all'azzardo conseguente. Si chiede giustamente agli Stati Uniti di non schierarsi con una delle due superpotenze comuniste contro l'altra. salvandosi poi l'anima con qualche flebile frase all'ONU (...]». Più netta la posizione sul piano • ·a/fabera n'. h maggiiJ</979,pagina 22 ideologico. L'Avanti! dello stesso giorno contiene un articolo di Massimo Salvadori che pone al centro la «bruciante questione della natura dei regimi chiamati socialisti»: «se le masse lavoratrici fossero davvero al potere nei paesi "socialisti" non vi sarebbe più davvero speranza. La verità è che in quei paesi manca ogni reale democrazia». La posizione dell'Unità e del PCI tende a sottolineare gli aspetti politico-strategici del conflitto, più che gli aspetti ideologici, soprattutto quelli sollevati dai quotidiani «indipendenti» (su Rinascita del 23 febbraio compare un editoriale in cui si legge: «È bene ricordare a Zincone che gli slogans ch'egli riporta come emblemi di un'epoca( ...] furono in realtà branditi, nel nostro Paese, proprio contro di noi, e fummo proprio noi comunisti a isolarli e sconfiggerli fra le grandi masse popolari [...]»). Sul piano propriamente politico, l'Unità in un corsivo editoriale del 27 febbraio scrive: «affiora l'esigenza di una visione autonoma dei problemi internazionali (...] E in questo senso vanno le preoccupazioni espresse di recente nell'incontro parigino tra Giscard d'Estaing e il cancelliere Schmidt, poi ribadite in documenti e interviste, dov'è apparsa evidente una presa di distanza, una critica alla leggerezza con la quale Carter e Brzezinski hanno voluto giocare in senso antisovietico la "carta cinese">. Sugli aspetti specifici della situazione indocinese, già il 9 gennaio l'Unità, in un fondo di Romano Ledda, si rifiutava di condannare l'intervento di Hanoi in Cambogia come un'«invasione» e sottolineava «l'ampiezza della rivolta interna». li giorno precedente l'Unità aveva intitolato: Pnom Penb presa dagli insorti. Successivamente, il discorso di Berlinguer a Livorno esprimeva «aperta riprovazione verso l'attacco cinese al Vietnam», tacendo qualunque legame con la questione cambogiana (19 febbraio). Il docuI temi dominanti di marzo Nella tavola compaiono i risultati dell'analisi quantitativa delle prime pagine dei cinque maggiori quotidiani a diffusione nazionale: Corriere della Sera, Il Giornale, Il Giorno, La ReSettimana da/I' I al 7 1. Crisi di governo 2. Conflitto cino-vietnamita 3. Sentenza Processo Lockheed 4. Negoziato Egitto-Israele (Viaggio di Carter} 5. Elezioni in SQagna Seuimana dall'B al 14 1. Crisi di governo 2. Negoziato Egitto-Israele 3. (Viaggio di Carter} Agguato a Torino e Uccisione Reina a Palermo 4. Entrata in vigore dello SME 5. ScioQero assistenti di volo Settimana dal 15 al 21 1. Crisi di governo 2. Sequestro case sfitte 3. Proroga sfratti ScioQero assistenti di volo 4. Negoziato Egitto-Israele 5. Anniversario raQimento Moro Sellimana dal 21 al 28 1. Morte di La Malfa 2. Crisi di governo 3. Caso Banca d'Italia 4. ScioQero assistenti di volo 5. Negoziato Egitto-Israele: firma del trattato di Qace Le vicende della crisi di governo hanno fatto da sfondo a tutti gli altri avvenimenti di marzo, dominandoli nettamente. La crisi dei rapporti internazionali che si è verificata tra febbraio e marzo ha posto in primo piano il negoziato fra Egitto e Israele (viaggio di Carter nelle due capitali; firma del trattato di pace a Washington) e il conflitto cino-vietnamita. Nella seconda metà del mese i temi di politica internazionale sono andati via via calanda. Dopo la crisi di governo il tema interno che ha maggiormente attirato l'attenzione dei giornali in marzo è stato lo sciopero degli assistenti di volo. Notevole lo spazio accordato anche all'altro tema di interesse sociale, il sequestro degli aUoggisfitti. ordinato a Roma dal Pretore Paone, insieme alla proroga degli sfratti. È interessante notare che i due temi di caraueresocia- /e che hanno avuto maggior rilievo hanno dato luogo nella stampa «indipendente» a un vasto pronunciamento conservatore a favore della regolamento della direzione del PCI pubblicato il 21 febbraio. invece. «ribadisce che la ricostruzione della Cambogia deve avvenire in piena indipendenza e libertà. senza alcuna forma di limitazione della sovranità». ma non fa alcun cenno esplicito alla presenza delle truppe vietnamite. È interessante notare due passaggi presenti nel discorso di Berlinguer e assenti nel documento della Direzione: nel primo si afferma che «i comunisti hanno superato ogni visione mitica degli eventi rivoluzionari e della soluzione dei problemi che sorgono a seguito di rivoluzioni vittoriose. specie in certi Paesi e in certe regioni del mondo»; più avanti si precisa che in questi Paesi «le rivoluzioni liberatrici (...] hanno avuto caratteristiche specifiche nelle quali, con l'elemento di una presenza proletaria a volte assai esigua si è intrecciato l'elemento contadino e soprattutto il fattore nazionale». lndiaizioni utili Per una ricostruzione degli sviluppi nelle relazioni Cina - Vietnam che hanno portato al conflitto: «The omens fora Communist Federation in Indocina» di David Housego, Financial Times, 10 gennaio 1979; «Les visées de la Chine» di Xavier Luccioni, Le Monde Diplomatique. marzo 1979. I testi delle più importanti dichiarazioni ufficiali diffuse durante il conflitto dai contendenti e dagli altri stati interessati si possono trovare in traduzione italiana nei numeri 9, 10 e 11 ( 1979) del settimanale dell'Istituto per gli Studi di Politica Internazionale, Relazioni Internazionali. Per le scarse notizie disponibili sul movimento di opposizione alla guerra contro il Vietnam che si sarebbe manifestato in alcune città cinesi, segnaliamo l'articolo «China's Antiwar Movement» pubblicato da Newsweek (12 marzo). pubblica, La Stampa. li valore T indica la quantità di colonne occupate dal tema nei titoli di testa; il valore P indica il numero di volte- in cui il tema è comparso sulle prime pagine. T % p % 114 41.9 31 100 54 19.8 29 93.5 36 13.2 11 35.5 15 5.5 •11 35.5 10 3.7 9 29 83 30.4 26 83.9 57 20.9 27 87.1 42 15.4 9 29 27 9.9 13 41.9 10 3.7 16 51.6 84 30.7 26 83.9 45 16.6 18 58.1 35 12.8 18 58.1 25 9.2 14 45.2 17 6.2 8 25.8 69 31.4 13 52 35 15.9 17 68 30 13.6 18 72 21 9.5 13 52 12 5.4 13 52 - mentazione del diritto di sciopero e della de-regolamentazione della proprietà immobiliare. I due temi maggiormente legati a scandali di potere, sentenza Lockheed e caso Banca d'Italia-SIR. hanno invece registrato un interesse relativamente più tiepido (del resto già in febbraio i quotidiani avevano dato uno spazio abbastanza ristretto anche alla sentenza per Piaz. za Fontana). Moderato il rilievo dato agli episodi di violenza politica e terrorismo tranne nei giorni dell'agguato contro una pattoglia di polizia a Torino, che molti quotidiani hanno affrettatamente «pastonato» anche nei titoli di testa con l'a~inio dell'esponente DC Reina a Palermo come «terrorismo», quando la natura politica o mafiosa déll'episodio resta del tutto incerta. L'altro assassinio «misterioso» di marzo ( caso Pecorelli) ha ottenuto un rilievo mediocre nella stampa quotidiana. mentre Panorama gli dedica la copertina.
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