Alfabeta - anno I - n. 1 - maggio 1979

Sommario Editoriale pagina 2 Roberto Masotti Tavoli e foto pagina 2 Umberto Eco La lingua. il potere. la forza (Leçon, di R. Barthes Foucault: il potere e la parola, a cura di P. Veronesi Les trois ordres ou l'imaginaire du féodalisme, di G. Dufy La guerra e le armi nella storia dell'Europa, di M. Howard) pagina 3 Augusto Graziani Le inclinazioni del Piano triennale (Il Piano triennale) pagina 5 Pier Aldo Rovatti Il Lacan dei seminari (Il seminario. Libro I, di J. Lacan 1956-/959. Seminari di Jacques Lacan, a cura di J. B. Pontalis La scission de 1953, a cura di J. A. Miller • Lacan et la réthorique de l'incoscient, di A. Kremer-Marietti) pagina 6 Daniel Lagache La scissione pagina 7 Francesco Leonetti In un vuoto di rivoluzione (Quel che deve cambiare nel partito comunista, di L. Althusser Sulla dittatura del proletariato, di E. Balibar Il pianeta irritabile, di P. Volponi) pagina 8 Patrizia Vicinelli Non sempre ricordano poesia pagina 8 Mario Spinella Capirsi a Dachau (Deviazione, di L. d' Eramo A colloquio con l'autrice di «Deviazione», di I. Bignardi Luce d'Eramo parla del suo romanzo «Deviazione», di G. Massari) Pagina 10 Renato Barilli L'antologia della restaurazione (Poeti italiani del Novecento, di P. V. Mengaldo) pagina 11 Giuliano Gramigna La lingua della giovane poesia (La casa di Arimane, di D. Ferla Esercizi I, di R. Giorgi Piumana, di C. Viviani Minusgrafie, di C. Ruffato I sensi meravigliosi, di A. Maugeri La parola innamorata, a cura di G. Pontiggia e E. Di Mauro) pagina 12 Maria Corti Gli infiniti possibili di Manganelli (Centuria, di G. Manganelli) pagina 14 Ugo Volli I mondi impossibili della fantascienza (La storia della fantascienza, di J. Sadoul Mondi interiori - Storia della fantascienza, di A. e C. Panshin All'ombra degli dei, di autori vari La spada di Shannara, di T. Brooks Il signore degli anelli, di J. R. R. Tolkien Il Silmarillion, di J. R. R. Tolkien La botanica parallela, di L. Lionni) pagina 15 Franco Bolelli Non è solo Rock and roll (Velvet Underground & Nico, dei Velvet Underground White Light White Heat, dei Velvet Underground First Album, dei Fugs Aftermath, dei Rolling Stones The Doors, di J. Morrison Are You Experiences, di limi Hendrix Metal Machine Music, di Lou Reed Horses, di Patti Smith Radio Ethiopia, di Patti Smith Waves, di Patti Smith Live at CBGB's, di Gruppi Vari) pagina 16 Patti Smith La tua tribù poesia (Traduzione di Antonio Porta) pagina 17 Cesare Segre Cases. la figlia del macellaio e la logotecnocrazia (Il poeta e la figlia del macellaio, di C. Cases Insegnare la letteratura, a cura di C. Acutis) pagina 18 Marina Valcarenghi Verdiglione supercalifragilistichespiralidoso (La dissidenza freudiana, di A. Verdiglione La psicanalisi questa mia avventura, di A. Verdiglione) pagina 19 Giornale dei giornali Il conflitto cino-vietnamita a cura di Jndex-Archivio Critico dell'Informazione pagina 21 I • Editoriale A lfabeta è un mensile di cui appariranno undici numeri ali'anno (non d'agosto perché sarebbe difficile convincere edicolanti di sperdute stazioni balneari e montane a esporre la rivista). Alfabeta si presenta come giornale di recensioni. In senso lato: si recensiranno libri, ma anche articoli, documenti, film, eventi 1eatrali,mostre. Diciamo che il punto di partenza sarà sempre dato da qualcosa che in qualche modo circola e che il lettorepuò reperire; ma poi si parlerà anche di altro. Anzitutto Alfabeta non è un notiziario, non parlerà di tutto quello che accade, ma solo di quello di cui redazione e collaboratori riterranno utile parlare. E, specie recensendo libri, si partirà da libri che consentano di parlare di altri libri. Per questo (anche se non si escludono le recensioni singole) si avranno di solito recensioni multiple: discorsi itineranti attraverso libri (o altri eventi) diversi, ovvero attraverso campi di problemi. Accadrà che una recensione possa mettere insieme un romanzo, una serie di saggi critici e un manuale di biologia. Se accadrà, saràperché il collaboratore ritiene che da direzioni diversedel discorso culturale emerge uno stessoproblema, una linea di tendenza, e oggetto dell'articolo saràproprio quel problema. Anche se i libri o gli altri eventi non dovranno servire di mero pretesto: se si parlerà di qualcosa è perché quel qualcosa ha stimolato l'avvio della discussione. Per il resto, letture trasversali. Qualcuno potrebbe suggerire:letture di desiderio, letture di godimento. Non necessariamente. Letture di necessità, piuttosto, perché i libri non vivono da soli, stabiliscono dei riferimenti, richiamano un tessuto intertestuale,parlano proprio perché fanno parlare accanto, dietro, davanti a loro altri testi. Non voremmo escludere che, recensendo un libro attualissimo,. appena uscito, si recensisca nello stesso «pacchetto» di proposte anche l'Odissea o il Codice Napoleonico. Maperché partireproprio da eventi e non da grandi interrogativi? Per avere una giustificazione, per farsi perdonare in nome dell'informazione culturale il desiderio di abbordare una questione che magari ossessionava l'autore da anni? Qui dobbiamo spiegare una scelta di metodo pratico che però rivela anche una sceltaculturale e politica più profonda. Quando abbiamo pensato a un lettore ideale ci è venuto in mente il lettore della generazione che si vuole definire come postsessantottesca; a proposito della quale rifiutiamo di parlare, con un termine troppo alla moda, di generazione del riflusso. Non neghiamo che politicamente si stia vivendo una svolta conservatrice. Neghiamo che questo momento che coinvolge le classi dirigenti di tutta Europa, e del mondo intero, implichi necessariamente e per tutti una fuga nel non politico, nel neo-religioso, nel neo-magico. Implica, questo è vero, un momento di letture disordinate e personali, in cui ciascuno si rimette a fare i conti col sapere, sia esso la produzione poetica, la filosofia, gli studi storici, la psicoanalisi o quanto altro vorrete. È come se una grande illusione di attività fresca e frenetica, che poteva liquidare il «già detto» come inutile, abbia lasciato il posto al bisogno di leggere o rileggerequanto era stato detto e quanto è ancora da dire, anche quando è stato detto da coloro che non si ritenevano della propria parte. Questo per noi non è riflusso, è momento assai utile e importante di riflessione critica. . Riflessione critica vuol dire in prima istanza cercare di ricollegare membra sparse di discorsi che non si erano ascoltati o si ascoltavano troppo in chiave (ideologo capitalista,pensatore rivoluzionario, poeta democratico, reazionario inguaribile, e tutti gli altri cliché che vi verranno in mente), per cercarci altre connessioni, vedere da dove vengono e dove ci sembra che vadano. Chiameremo allora le nostre pseudo-recensioni esperimenti di rilettura fatti tra i banchi di una libreria o di una biblioteca circolante (o delle pagine della riviste e dei giornali). Queste i". alfa)J.IJ!p 'm'l!,',nwggio.,J.IJ.7'9;:,pa'g.2n)o riletture saranno fatte dai redattori o dai collaboratori più vari (faremo in modo che siano molti, e di diversa estrazione) ogni volta che gli stessi redattori e collaboratori, più che insegnare a rileggere, vorranno imparare essi stessia rileggereo a leggereper laprima volta qualcosa. Non si tratta di una espressione ipocrita, di una ostentazione di falsa umiltà. Anzi c'è molto orgoglio in quello che stiamo per dire. Visto che il nostro editore è disposto a rischiare almeno per un anno, vogliamo prenderci il gusto e il lusso, ogni volta che vorremmo capire meglio qualcosa, di commissionare un articolo- invece di andarlo a cercare in edicola. Poi se l'articolo non convincerà qualcuno dei redattori o dei collaboratori, se ne farà un altro, sul numero successivo, per allargare la discussione. Così, se per ragioni di metodo ci siamo disegnati l'immagine di un lettore giovane che sta cercando di orientarsi in un campo di parentele e opposizioni, alla ricerca di nuove chiavi di lettura, scriveremo però anche per i lettori meno giovani, tra cui anche molti dei redattori. Tutto quanto si è detto ci porta ora a rispondere a una domanda che i lettori si porranno e la stampa si è già posta prima che Alfabeta uscisse: perché questo «strano» raggruppamento redazionale che ha dato origine alla rivista? Bene, non vi presiede alcuna alchimia particolare, è un ponte di San Luis Rey, con una sola componente unitaria, tutti risiedono a Milano. Ma si sa, anche su un ponte pericolante un gruppo di persone non si trova mai per caso. Per ragioni non casuali, anche se ancora poco chiare, i redattori di Alfabeta si sono incontrati e hanno deciso di fare questo giornale proprio ora.· Non formano un gruppo omogeneo. A (umè di naso, si può dire che si muovono tutti in un ambito culturale «di sinistra». Ma il problema, o almeno uno dei problemi, non è proprio, oggi, di sapere che cosa sia ancora una cultura di sinistra? Siccome i nomi dei redattori sono riconoscibili, ciascuno avendo al proprio attivo una produzione più o meno vasta ma ormai di dominio pubblico, i lettori si accorgeranno che essi vengono da esperienze politiche e culturali diverse. Che negli ultimi dieci anni si sono persino combattuti da sponde abbastanza distanti. Che alcuni vengono dallapratica accademica, altri da ciò che si definisce come attività letteraria free lance, alcuni hanno vissuto avventure di grupf!O o di partito, altri erano cani sciolti. Epensabile che siano legati e siano sempre rimasti legati per lo meno da stima reciproca e da reciproco interesseper ciò che fanno. Ma la difformità delle loro storie personali saràgaranzia non dell'oggettività (brutta parola) ma del loro impegno critico, gli uni nei confronti degli altri, redattori e collaboratori, e tutti nei confronti dei lettori. I quali poi saranno chiamali a far sentire la loro voce attraverso una rubrica di lettere che inizierà nel prossimo numero (non abbiamo voluto avviarla con le solite leuere false). E la stessa scelta dei collaboratori rifletterà la situazione conflittuale dei redattori, quando ci sarà. Collaboratori più anziani e collaboratori più giovani, anche dell'ultima generazione. Dipenderà da chi verrà visto come più adatto a trattarein modo interessante un dato argomento. Ma (questa è stata l'esperienza di avviamento) non si partirà tanto dal nome di chi po1ràscrivere l'articolo, quanto dal tema, avvertito come urgente. Poi si troverà chi ha voglia di leggere o rileggere quel tema in modo da suscitare altre discussioni. Troverete qnche una rubrica fissa, un'analisi della stampa quotidiana italiana che ogni numero prenderà in esame uno di grandi avvenimenti che hanno dominalo i giornali nelle settimane precedenti: uno slrumento di controllo e di critica de/l'informazione, e abbiamo pensato anche ai molti s1udenti che a scuola incominciano a usare la stampa come libro di testo. Poi vedremo, man mano che si va avanti. Alfa, beta, ecce/era. Compitare. Su quello che c'è e su quello che si farà. Le immagini di questo numero Roberto Masotti Tavoli e foto L a frase «you turned the Jables on me ... » (sorta di «tu mi prendi in giro...»), che inti1ola ques1a f010serie, mi è stata suggerita da Steve Lacy, ed è parte (anche Jitolo) di una canzone di Mitchell Alter, interpretata, tra altri, da Billie Holiday. Ora, è sbagliato scrivere questa frase «you turned the tables on me ... »? Questo «errore» deriva forse dal fat10che la forma del /avolo che uso (coslantemente) per questi ritratti è ro10ndo (round); o si riferisce al fatto di viaggiare (1our)portando con me questo /avolo attraverso diversi paesi, seguendo evidentemente un istinto alquanto irrazionale ed una insana al/razione per la «nuova musica». Quesla serie non è staia concepita come catalogo, ma vuole piuttos10 rappresentare uno sguardo più ampio alla musica «contemporanea» (in tutte le sue tendenze radicali e sperimentali), evitando, il più possibile, .categorie e divisioni ormai inutilizzabili. Il 1avolino: una breve sloria. . È sfato trovalo e acquis1a10, in un pomeriggio assolato del maggio '74, per una·somma vicino alle mille lire, in un campo di zingari che vivevano tramite compravendita di cose vecchie e rottami di ferro. È sfato usato, incidentalmente, come tavolino, per la prima volta, come supporto di oggetti, mentre slavo facendo un rifratto di Juan Hidalgo, musicis1a fluxus, e nuovamente, ma senza oggetti, accadde pochi giorni più lardi con WalJerMarchetti che forma con Hidalgo il gruppo Zaj. Da qui è partita l'idea di produrre una serie di ritratti basati sulla compresenza di musicisti e dello stesso lavo/o. Migliaia di rifratti fotografici sono stati eseguili nell'ouocento usando una piccola colonna o una seggiola come supporto; perché non usare un piccolo tavolo quindi? Così proprio questo tavolino è diventato l'elemento unificante della serie, una presenza costante; solo piccole variazioni sono state introdotte, casualmente. (Roberto Masotti) alfabeta mensile di informazione cu/JUrale Comi1a10 di redazione Nanni Balestrini, Maria Corti, Gino Di Maggio, Umberto Eco, Francesco Leonetti, Antonio Porta, Pier Aldo Rovatti, Gianni Sassi, Mario Spinella, Paolo Volponi. Coordinatore Nanni Balestrini Art direc/or Gianni Sassi Direuore editoriale Gino Di Maggio Redazione, amministrazione Multhipla edizioni, 20137 Milano, Piazzale Martini 3. Telefono (02) 592.684 Composizioni GDB fotocomposizione via Commenda 41, Milano, Tel. 544125 Tipografia S.A.G.E. S.p.A., via S. Acquisto 20037 Paderno Dugnano (Milano) Distribuzione Messaggerie Periodici Abbonamenti annuo L. 9.000, estero L. 12.000 (posta ordinaria) Inviare l'importo a: Multhipla edizioni, Piazzale Martini 3, 20137. Milano, Conto corrente posta n. 3/49769 Autorizzazione del Tribunale di Milano n. 281 del 1975. Responsabile G. Di Maggio

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