L’Acropoli - anno II - n. 15 - marzo 1946

\ RASSEGNE 143 anzi trae origine proprio dagli anni del ifascismo, allorchè nella rigida censuFa del temp.o quasi tutti gli studiosi di sentire .antifascista·- giovani o già ~sperti e maturi che fossero - eran divenuti maestri nel polemizzai;e, attraverso il vele della storia e del passato," con ' la triste realtà del presente. Chi non i:icorda di avere in quegli anni lodato o sentito .lodare dei libri perché li si riteneva spiritualmente e politicamente u_tili in quel momento é si tacèva ;rii lati deboti nei confronti della_ scienza che tali lavori eventu_almente presentavano? Qui non si vuol indulgere a pessimismo di sorta e pensiamo che forse dall'attuale eccessivo politicizzarsi la cultura italiana trarrà del bene, ampliando il suo respiro e ric_evendone un fiotto di calda vita. La migliore storiografia si è sempre avuta dopo un periodo di robusta vita politi-ca o al margine di essa. Ma obiettività di diagnosi ci ha costretto a profilare anche l'eventualità: opposta, che i giovani - una volta spentesi quelle nobili voci del p;ssato - continuino, con le migliori intenzioni possibili , e con ben - diversa elevatezza, morale ma con effetto parimenti ,dannoso, 'quello svuotamento che della storia· aveva perpetrato il fascismo: Ecco perché la collana ' Historia' pone già con la sua stessa esistenza questo, delicato problema ·p,olitico-culturale e fa intravederi, la possibilità di soluzione. Nei due volumi finora usciti (Carlo Morandi: La sinistra al potere; Gaetano, Salvemini ·: La politica estera dell'Italia) ci sembra, infatti, di poter indicare-' un modello di giusto contemperamento delle due esigenze, non sempre opposte· ma spesso assai diverse,. della politica e della storia. L'a,rida ricerca documentaria è in essi schivata: non sono libri che si ri– volgano precipuamente a specialisti; ma nello stesso tempo è schivata la cri– tica politica, il servirsi della storia come strumento politico a sussidio dei no· stri programmi pratici. E appunto per questo netto carattere di ·opere seria– mente e sodamente pensate, ma nello stesso tempo col p~nsiero rivolto ad u-na vasta cerchia di lettori, questi due volumi finiscono col fare un ottimo seivizio e alla storia e alla' polaica: alla storia, per il disinteresse e l'obiettività della ricerca non scevra da passione e da vivacità espositiva: alla politica, perché, senza ·dimenticare il passato ·per il presente, finiscono per dare quella consa– pevolezza della molteplicità e complessità dei problemi che· costituisce la base migliore ,per chi vaglia operare politicamente. E di :'un altro fatto va data ampia lode al direttore della collana : quello di averla iniziata con due opere che riguardano due momenti e due aspetti– l'avvento della sinistra e la politica estera italiana dal 1870 al 19],4 - capitali della vÙa politica della nazione. Oggi, in fondo, la nostra attenzione è polariz– zata nella' riflessione sulla nostra politica estera e sulla vita democratica un po' stentata, del giovane regno, proponendoci ancora una volta il quesito delle conse~uenze del trasformismo. E _giacché -. r_ebus_ ipsis dictantibus - _1~ no~tra riflessione -assume attualmente un tono pohhco, e bene che due sen stud1os1 ci illustrino con contenuta passione e con vivo SGl'Upolo per_ la verità le ori•' gini sto;iche di ambedue i fenomeni. No~ è il caso qui di ~saminare a fondo le singole opinioni del Moi:andi ..

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