L’Acropoli - anno II - n. 14 - febbraio 1946

I ·96 RASSEGNE •pellandosi all'opera eroica di qùesto popolo nel Risorgimento quando il termine popolo era, correttamente, sinonimo di nazio~e. Ma a noi questa inesattezza -storica fa molto piacere qua.ndo sentiamo che Togliatti afferma essere l'attuale ,partito comunista l'erede del' Risorgimento e difensore degli interessi razio- nali (p. 21). . I Togliatti ha netta coscienza della possibilità della ricaduta dell' Italia nel fascismo (p. 218). Noi non crediamo con lui che 'oggi, nel mondo intiero, la vit– torià non può spettare che alle forze della democrazia, della lifiertà, del pro– .gresso' (p. 220): le cose pare che da un certo tempo vanno assai diversamente. Ma alla reazione trionfante Togliatti n~n sa opporré altra forma che questa : • bisogna rivolgersi al popolo, bisogna organizzare il popolo, bisogna fare largo .alle energie popolari• e guidare la volontà del popolo a trionfare di tutte· te · resistenze reazionarie'; che è linguaggio moderato di fronte a quello dei clas'. -sisti di destra, ma è sempre linguaggio di lotta ·che serve ai fini polemici de– .gli altri. Il titolo di distinzione del vecchio e de-I nuovo partito, il suo titolo nobi– liare è l,a prova di maturità data sul campo di battaglia contro i fascisti ed i nazisti: su questo insiste il Togliatti e no·n ha torto, perché, se il combattere ,bene non è certo prova di speciali capacità politiche, è documento di una fede, di una sincerità che in un partito rivoluzionario è elemento da non trascurarsi. Ma quando il partito comunista nuovo rompe la tradizi.one col vecchio par– ,tito meramente rivoluzionario e negatore (' per quello che si riferisce ai pro– blemi generali della vita del paese esercitavamo solo un'attività di critica e di opposizione e li ci fermavamo'), e si ~fferma come un partito che intende so– stituire la classe operaia, vergine di ogni responsabilità nella catastrofe fascista; .al posto delle classi borghesi, noi non possiamo accettare ~é in sede teorica né in ~ede pratica la. coefusione di classi dirigei ti con classe ecopomica, né il concetto che la sostituzione di una classe all'altra risolva perciò stesso i pro– blemi politici. Non lo possiamo per ragioni pratiche perché la collaborazione -che muove dalla premessa di scacciare dal governo le classi 'possidenti rea– _zionarie' è negazione della premessa di collaborazione (quando il partito co– munista si mette a definire le vecchie classi possidenti e reazionarie· finisce ,col condannare tutta l'Italia non proletaria), e poi perché, ammessa la tesi co– munista di vaste responsabilità delle classi dirigenti, spodestarle vorrebbe dire ;provocare la guerra civile che non è il modo piu corretto per collaborare, tanto ,piu che il nuovo comunismo spinge il suo carattere nazionale sino a sostituire .al concetto dell'interesse di classe quello- di solidarietà nazionale. Ottima è la delineazione delle correnti politiche italiane (p. 248) : òttima l'im– postazione della posizi~ne comunistica di fronte alle manovre reazionarie (' non .abbiamo nessun interesse a che si crei una situ'azione come qùella del '22 in cui ogni domenica vi ,era un conflitto armato in una località e gli s,trati medi . I .a poco a poco vennero spinti a pensare che classe operaia e socialismo nori volesse di're altro che esercizio di violenza') (p. 2'50) ; ottim~,Ià distinzione 'di rea– _zionari e conservatori e la qelineazioné del metodo conservatore di far risorgere BibliotecaGino Bianco

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