L’Acropoli - anno II - n. 14 - febbraio 1946
DALLA STAMPA ITALIANA E STRANIERA 91 misure di salute pubblica che ci si aspettava, ci vengono offerte delle varia– zioni sui vec_chi temi. di Vichy, diremo che (questa nazione) 'non comprende? (Aloert Bayet, La Voix de Paris, 10 gennaio 1946). Il giornale della Falange spagnuola, Arriba, pubbli_ca alla vigilia della Con– ferenza delle Nazioni Unite un programma in dieci punti. Vi si invoca ' lo spirito di libertà ed il primato della, morale nelle relazion._i umane'. Vi si sot– tolinea che 'fra la Spagna, l'Inghilterra ed i paesi mediterranei esistono basi r~ali per lo stabilimento di un'amicizia sincera', Mi sembra d'aver già udito altra volta lo stesso discorso. La ' Divisione azzurra antibolscevica' esprimeva senza dubbio '1~ spirito d~lla libertà ed il . primato della morale' come un tempo li esprimevano nella guerra cosiddetta civile il 'Tercio' e i 'regulares '. La ',ci~iltà c1istiana ' di cui le prigioni franchiste ci offrono un saggio sarebbe certo unà base conyeniente per stabilire un ' ordine internazionale ' ; ma poiché Hitler ce ne ha applicato per quattro a~ni una varietà chiamata 'ordine nuovo ', I , noi preferiamo non ritornarci. (Pierre Hervé: Il faut en finir avec Franco !, in L' Humanité, 8 gennaio 1946). * ~a costituzione del nuovo governo francese,_ presieduto dal compagno so– cialista Félix Gouin, e basato interamente sui tre grandi partiti democratici usciti vincitori dalle elezioni per la Costituente - i comunisti, i socialisti e i cattolici del M. R. P. - è uno degli avvenimenti pi6. importanti che si siano svolti in Europa, sul terreno politico, dopo la fine della guerra. Ma soprat– tùtto perché il popolo di Francia, raccolto attorno ai partiti di mas~a che hanno org,nizzato e diretto, sin dai giorni tragici della caduta d\ Parigi, la lotta contro gli invasori stranieri e contro i nemici interni, . è riuscito a consolidare la sua unità e ad orientare finalmente la volontà di rinascita della nazione verso la realizza~ione di programmi democraticj, anziché verso velleità perso– nalistiche e pericolosi ritorni del vecchio nazionalismo. (Ambrogio Donini, L'Unità, 29 gennaio 1946). La crisi francese è stata pi6. che una crisi politica: è stata la crisi di una poli– tica, la politica finanziaria ed economica del governo De Gaulle. De Gaulle si è dimesso in séguito ·al riavvicinamento social-comunista. Ma l'atteggiamento so– cialista, a sua volta, è stato ~olivato d;lla crescente impopolarità del governo. La rµassa dei Francesi non riesce a capacitarsi del fatto che, mentre la situa– zione alimentare ed economica del Belgio va progressivamente migliorando, quella della Francia segue i'nvece un cammino inverso. (M. C. : La' crisi fran– cese, Il Globo, 3.o· gennaio 1946)·. * Metodico, paziente, mortificante è il piano tattico del partito comunista : disgregare e annientare gli avversari, usando a volta a volta le armi della le– galità e quelle della illegalità, il sorriso e il randello. Prima tappa è la disgre-
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