L’Acropoli - anno II - n. 14 - febbraio 1946
88 1 ORIENTAMENTI .... t dotti agricoli è per il rifornimento di generi di consumo e di strumenti di lavoro a questa nuova classe _di contadini benestanti. Cosi. sarà r.isolto -anche il problema dell'occupazione operaia nel Sud. Né minore giovamento ne avranno i giovani della media e piccola borghesia, ehe ora sono costretti ·a premere in direzione dei contesi e mal 1 pa,gafr .im~ieghi statali ,e comunali, mentre in av– venire potranno trovare numerose opportunità negli impieghi tecnici dell' in– dustria e dell'agricoltura rinnovata. 3. Riforma dei contratti agrari. In virtu delle misure suddette, molti contadini accederanno a'I possesso della terra; gr~ndi masse di contadini, però, rimarranno nelle condizioni di coloni o di mezzadri. In favore di essi, il P. C. I.· propone una riforma dei contratti . agrari fondata, in primo luogo, sul i:iconoscimento generale del principio del• contratto collettivo, allo scopo di togliere ogni carattere di soggezione personale ai rapporti tra proprietario e lavoratore, e di garentire quest'ultimo, mediante la forza dell'oJanizzazione sindacale, cq-ntro ogni eventuale abuso. l contratl! dovranno stabilire il godimento della terra da parte del lavora-– tore per un periodo non inferiore a tre rotazioni agrarie complete (9-12 anni). È evidente l'aumento che ne conseguirà nella produttività della terra. li con– tadino che sa di dover abbandonare il fondo dopo poco tempo mira a cavarne tutto quel che può, mentre, se fosse sicuro di poter godere i frutti del proprio, lavoro, ne sarebbe ,incoraggiato ad introdurre migliorie nel fondo e nella teénica di coltivazione. Infine, i comunisti richiedono una piu equa partecipazione· del lavoratore nella ripartizione dei prodotti, e ciò non solo nell'interesse di una parte ma nel– l'interesse qi tutto il paese: i lavoratori agricoli, soddisfatti nelle loro esigenze, sono elementi di pace e di tranquillo progres~o sociale, e al tempo stesso es'si offrono all'industria nazionale un soddisfacente mercato interno, con beneficio, quindi, anche degli operai, degli impieg11ti e deì tecnici industriali. Da tali punti' si possono trarre alcune conclu~ioni. Ci troviamo di fronte ad un programma serio e meditato, dedotto da un<! studio accurato delle con– dizioni reali della nostra agricoltura,· lontano da improvvisazioni demagogiche· o da generiche a~trattezze umanitarie. I comunisti propongono di fare ·non ciò che sar~bbe astrattamente desiderabile, ma t:iò che è praticamente possibile ed indispensabile fare. Piu che programma di un partiio, in senso stret,to, questo– è qn programma di interesse nazionale, ispirato dai bisogni attuali dell'immensa maggioranza ilei nostro popolo. Ogni , misura di esso è studiata in vista_ 0 del– l' elevazione della produttività del n·ostro lavoro, e quindi del nostro benes- . ' I sere : novella prova che ogni progresso sociali) è inseparabile qa un progresso economico. e che, viceversa, nessun vero e duraturo progresso economico si-pùò, conseguire' se~za un corrispon.dente progresso socia.le. · 1 1 , . Infine, bisogna anche sottolineare che nessuna delle misqre preconizzate (in par'ticolare qt;èlla dell'esproprio dietro indenqità) esce dai· limiti ddla piu ortodossa legalità' tradizionale, cosi come la via: per la qu~le i coniuni;ti inten– dono gi_ungere al ·conseguimento dei loro obb_iettivi, è quella piu legai!):• l'e- , I • epressione della libera volontà della m_aggioranza; nelle elezioni per la Costi- tuente. NICOLA DE SJ-MONE. BibliotecaGiho Bianco
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