L’Acropoli - anno II - n. 14 - febbraio 1946

' 72 ANTONIO PESENTI evidente,. rpantiene una certa funzione, correttrice, ma i piani apche locali non sono piu indivi,duali, ma spciali. Del resto, ques~i piani economici vi sono anche in. tutti i paesi capitalistici moderni, ~ sono le direttrici della politica economica. Con quest~ differenza, però : che nell'Unione Sovietica tali direttrici devono servire al1o sviluppo di tutto il paesè, alla creazione del regime socialista; nei paesi capitalistici servono a mantenere la si– tuazione monopolistica esistente. Come in Italia, per esempio, dove era la Montecatini a stabilire come si dovesse sviluppare l'industria chimica, e magari anche l'industria marmifera, perché si trovava che anche ·Jale industria aveva affinità con qu_ella chimica: ! In un paese sticialista, invece, è l'intera società che determina secondo i criteri di progresso ec_onomico il piano di sviluppo: nel caso dell'Unione Sovietica, questi criteri si sono dimostrati giusti .. L'esempio che essa ci ha dato della creazione di un enorme complesso industriale, di· un miglioramento enor.me del t~nore di vita e della cultura della . popolazione ci dice che l'esperimento è riusc'ito. La convenieòza del regime socialista non è quindi una questione astratta. È una realtà. Noi possiamo· vedere che i postulati di ottimo economico dei primi economisti vengono a mano a mano annullati e dj~enticati dalle forme attu~Ji di produzione borg,\iése, mentre vengono attuati nel regime socialista. Oggi noi ci troviamo di fron~e al problem~ d~lla ricostrnzione economica del nostro paese che è stato portato alla rovina dai gruppi monopolistici clie sostenevano il, regime fascistçt per distruggere· le forze organizz.ate delle masse popolari, loro nemiche. Le volevano distruggere per non trovarsele antagoniste nel campo economico, per poter fare i piani economici che setvisserp al potenziamento , sempre maggiore delle forze capitalistiche e che. dovev.ano portarci all'attuale. rovina. Ora, è possibile ricostruire creando di nuovo queste forze che non hanno piu una furtzione progressiva nella sto.– ria ? È possibile lasciare. che lt nostre poche risorse vadano nelle , ,mani di speculatori ? È possibile che gli 1 aiut~.che ci ven:~nno d~gli altri paesi siano lasciati' al primo che li potrà accaparrare ? È pos– sibile distribuire mezzi di produzione, materie prime, .ad esclusivo profitto dei capitalisti ? È possibile distribuir~ tutti questi beni scon– sideratamente; o, dovremo n-01 pensare che non dobbiamo sprecare Biblioteca Gino Bianco . ,

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