L’Acropoli - anno II - n. 14 - febbraio 1946
70 Guardando al nostro paese, se i 'grandi husts monopolistici, le grandi fabbriche che dànno il 70-80 per cento della produzione to– tale, fossero guidati, invece che da interessi particolari, ancqe stra– nieri, da un centro direttivo nazionale, che differenza ci sarebbe ? Da un punto di vista tecnico-organizzativo nulla, tranne u,n risparmio di costi per la ·possibile eliminazione di doppioni inutili ; dal punto 1 di vista della produzione, enorme, perché il mercato, invece di es- . sere dominato da pi'ccoli gruppi che agiscono nel proprio• interesse, sarebbe dominato da una forza sociale che agisce nell'interesse col– lettivo. È ciò che è successo nell'Unione .Sovietica, in cui i grandi I • complessi industriali, pur avendo da un punto di vista tecnicò le stesse caratteristiche della produzione capitalistica, sono tutti uniti come ùn enorme 'complesso ', permettendo, in questo modo, di poter , applicare ,i principi - che ,si leggono 'in og9i testo universitario - ' dei 'costi congiunti'. D'altronde, secondo questi stessi criteri noi 1 possiamo, p~r favorire. lo S':'iluppo ,della società, accettare una per– dita in un determinato settore pur di svilupparne un altro, poiché è il complesso generale che ci _dà il vantaggi~, l' utile economico, e' non solo, come per il capitalista, uri settare particolare. E qui un altro grandioso fatto è avvenuto : essendo la direzione della vita economica di tutto il paese non piu imperniata in pochi _ gruppi che guidavano la produzione I nel loro interesse e secondo lo~J criteri particolari, ma essendo la produzione regolata secondo gli interessi generali del paese, non c' è stato piu .il .cÒntrasto fra ·la produzione agricola e quella industriale, ma ·anzi quest'ultima è servita per sviluppare la' produzione agricola, per; far si che la ca- ..pacità di consumo delle masse agricole aumént11~seallo scop~ di fjit aumentare il te_np~edi vita di tutta la ·popolazione. Per cui abbiamo avuto lo s~iluppo dell'agricoltura sovietica e l'unione spontanea dei produttori indipenden!i in cooperative (i colcos alla fin fine non sono ,_ altro che delle cooperative estremamente democrati'che), favorendo i1. potenziamento della produzione· agricola e la, formazione, anche nel– l'agricoltura, di imprese piu grandi ,che sono piu economiche. Se c'erano dei piani, credet~ ·voi che fossero fatti dal Comitato Centrale del partito comùnista o da ministri della produzione che . I seduti .al tavolino stabilissero di tèsta propria, per esempio, di tra- \. Biblioteca· Gino Bianco·
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