L’Acropoli - anno II - n. 14 - febbraio 1946

58 ADOLF~ OMODEO in iscacco la diplomazia, e il delirio isterico di Hitler sognante il dominio del popolo eletto , sul moµdo e catastrofi nibelungiche di popoli. ·Né senza una eroica fantasia, in aperto contrasto con la banalità mediocre di un Chamberlain, W. Churchill avrebbe p'otùto guidare nel tenebroso mare avverso il vascello britannico, né l'alta mente .di F. D. Roosevelt avrebbe potuto distaccare il suo popolo dall'isola~ionismo ,e •costringerlo a prender posizione nei nuovi pro– blemi di un equilibrio mondiale . . I Del resto - consideriam<;>bene - il piatto realismo limitato èhe cosa ci propone? Alla Conrnlta F. S. Nitti, pur attenuando parec- ' chiei,,atformazioni del discorso del San Carlo, non ha saputo far altro che rispolverarci lo schema dei. suoi discorsi del 1919 pieni di nero pessimismo. f: sempre l'uomo che crede che l' econcimia possa da sola produrre crolli e catastrofi .. Durante il ve,ntennio, mi ricordo, chied,rvlipo agli amici-che •tornavano; da Parigi : • Che pensa NittF-'. E la· risposta era sempre là stessa; 'Non dà cinque mesi di vita al fascispio, p~rché la situazione economica è insostenibile '. E ·pas– savano i mesi e gli anni e il fascismo durava. · CoIJle rimedio il Nitti non sa proporci altro che un' esporta- ' , . zione di lavoro italiano, a cui noi siamo ormai rassegnati da un pezzo, ma le cui condizioni devono esserci concesse dagli altri,. e contro ~ui avremo le reazioni proletarie dei paesi ricchi. Avanza inoltre una generica invocazione alla concordia - senza specificarne i metodi- d'attuazione - e una piu o meno palese offerta "della sua· candidatura alla presidenza del ConsigÌio. Piu brillante, ma_limitalo al successo oratorio, fu il discorso · l del Bonomi. Egli ignorò i problemi europei inserendoci nei· quali la questione giuliana potrebbe giungere a una composizione come una controversia civile, non segnalò i peri_coli di restaurazioni di stati senza vlitalità e perciò deg~neranti, per brama di sopravvivere, nei nazionalismi,' ignorò la cancrena in cui l' Italia e gli altri stati •- d'Europa cadrebbero ridotti, il zone 'd'influenza. lmb,occò la facile via'- ricca di faèili allori - della mozion.~ degli affetti irredep.~stici .. 'Fece valere i motivi di diritto, di tradizione, di passione che ';oglion l' unità di Trieste con 'la madre patria. E aveva pienarii'ente ragione,· e in noi ripalpifarono ancora antichi sentimenti vis~iiti fin' dalla lon:. tana giovinezza e immagini del 'maggio radioso' del 1915. Ma la· Biblioteca 'Gino Bianco

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