L’Acropoli - anno I - n. 12 - dicembre 1945

530 ADOLFO OMODEO la libertà si presentava cong~unta e sal,ata co~ una struttura sociale e che egli per realizzare la libertà sognava· di trasferire la struttura inglese nel re&no di Francia dove nulla era preparato perché sor• gesse e si consolidasse e dove l'ancien ré,gime nulla aveva fatto,per riscattare con vantaggi pubblici i suoi privilegi. Il programma di libertà del Montesquieu è ancora sviluppato in considerazioni stori– çistiche, che possono contrarsi in tradizionalismo. ~ scarsa la capacità d'inserire' il viver libero in cpncrete situazioni di paesi diversi dal. l'Inghilterra. Vi è quasi un'esemplazione calligrafica. Indubbiamente da siffatte esemplazioni nasce un' pathos liberale : piu difficilmente una volontà risoluta. La libertà sarebbe stata una pianta da serra bisognosa di un determinato clima e di determinate condizioni. Ciò spiega 1 come nell'assemblea costituente la riforma costituzionale di tipo inglese propugnata dal Necker, dal Mounier, dal Clermont Tonnerre, dal Lally de Tollendal, non poté avere successo e crollò ~ nell' ottobre del 1789, perché· né la nobiltà di Francia né la mo– narchia ispiravano sufficiente ficluoia per concedere loro i compiti dell'aristocrazia inglese e il delicato arbitrato politico di Sua Maestà britannica. Anche il Rousseau muoveva da un concetto di libertà, la libertà dello stato di natura che però deve accettar limiti e condiziom dalla so'cietà stessa. A tutti è noto ·10 schema del Contratto Sociale : in cambio dell'illimitata libertà di natura, al'l'individuo si concede una libertà limitata da un patto sociale, il quale restituisce in sovranità' sui simili quella parte di libertà, a cui il singolo rinunzia .. In so- ..., stanza è stabilita una specie di equi.Pollenza fra i concetti ben di– stinti di libertà e di· sovranità, anche se la sovranità può, da una certa 'visuale, sembrare la forma suprema della libertà, il beneplacito sovrano. Ma la divergenza è in ciò : la libertà è un'interiore affe~ma– zione della coscienza, anch~ di fronte all'universale errore ; la libertà esige il rispetti;> per la minoran~. anche se la minoranza accetta e si piega alla legge della maggiorànza. La sovranità, invece, è imperio, beneplacito illimitato che gode e si attua nel piegare le altre volontà, nell'e~ercitare un supremo dispotismo. Quindi il popolo sovrano nasce con tutte ,le prerogative del sovrano di vecchia ra~za ; può 'discono– scere la libertà della minorànza, entrare. nel piu intimo dei senti• menti, quello religioso, ed imporre l'esilio a .chi non si pieghi. La Biblioteca Gino Bianco

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